Antonio Pompeo Castaldo - Poesie

PAROLE…

 

Parole come corsetti antiproiettile, 

parole che vibrano  come tamburi battenti, 

parole, queste sconosciute, scavano dentro senza apparente rumore.

Mille parole come mille pensieri, protetti da niente.

Parole spente, come luci nel tempio.

Parole che spazzano l’aia senza scopa o alito di vento.

Mille e una più forte dei tempi, della menzogna e della tempesta.

Parole ferite dal tempo lasciano segni e non sono sogni perché c’è troppo silenzio.



L’EMOZIONE DEL CUORE

 

Se il cuore fosse motore sarebbe a vapore.
Se fosse stella sarebbe il sole.
Se il cuore fosse per tutti sarebbe la pace in combutta con la verità.
Se fosse fuoco sarebbe falò sulla spiaggia di notte.
Se fosse il re starebbe più in alto e non al centro del mondo.
Finché palpita è il migliore amico che hai, 

finché crea emozioni è più vivo che mai, 

finché piange è misericordioso.



LA MEMORIA

 

Taci, oh mio battito frenetico!!!
Allunga la mano del cuore e tocca l’anima inquieta dell’agile forma dei miei sogni.
Appaiono come spettri e, sinuosi, urlano al mondo il dissenso, mentre solo e senza attizzo, 

muoio come il fuoco sotto la cenere.
Labbra vibravano al vento e parole mai pronunciate resteranno nelle intenzioni e in lacrime nascoste.
Era di maggio, caldo e assetato il risveglio del nuovo mattino. 

L’ emozione creava nuove voci.
Lo sguardo non tradì quelle attenzioni che la memoria aveva dimenticato. 

Un sussulto mi scosse e quel miscuglio di intenti non tardò a regalare un attimo di pace.
Solo, col ricordo dell’amore, in un viale di foglie morte, avanzo con  passo pacato, sicuro, speranzoso e mai tedioso.
Mentre acconsente il mio battito frenetico che non tace.


 

STELLA CELESTE

 

Ci vuole poco a veder le stelle se parti da una stalla 

o per un pugno distratto di chi non vedeva più la sua stella.
Ora i tuoi sguardi puoi dedicarli a chissà chi altro 

e distrattamente sentirli scivolare via, senza lasciare traccia.
Avrai avuto ragione tu senza la paura del giusto,

senza il timore dell’incerto.
Quel gemito felino, 

innato sapore del più gradevole favore del mondo, 

allontana dagli imbrogli della mente e inganna come fosse specchio.
Quanta violenza in un abbraccio!
Quante stelle in un letamaio!



PIU’ CI PENSO 

 

Perdo ogni volta che ti penso.
Ogni volta cade una foglia.
Ti penso e un fulmine squarcia il cielo.
È una condanna orribile il pensiero, 

oblio del più profondo malessere.
Annuso l’aria come un Lagotto e sento forte il sapore del tuo mondo.
Ferisco in tuo nome e spazzo via senza divenire polvere.
Ora il silenzio ha mille parole, 

mille attenzioni, un solo sentiero, un favore per l’anima.
Aspetterò che sia alba per riveder le stelle e una sola cometa.
Il silenzio si farà strada tra mille ricordi 

e senza chiedere scusa urlerà al mondo il suo essere muto.
Mille volte ho sognato di urlare come streghe al rogo,
svanire come nebbia al vento, avere l’importanza delle parole dello stolto.
Assai facile è il cammino dell’innocenza, 

assai facile è il risveglio del giusto, 

assai incredibile il miracolo del tempo.
Perde il mondo ogni volta che un pensiero è distratto e astratto.



LA SCHIUMA E LO SCOGLIO 

 


Eccola apparire come per incanto su uno scoglio, 

si rilassa ed accenna e dispensa sorrisi.
È una sirena e come tale, 

impacciata su terra ferma, 

volge a mezzogiorno il suo sguardo, 

finalmente libero.
Se le tocchi i capelli lei socchiude gli occhi 

ed è dolce sentirne l’amore.
Finalmente brilla di luce propria 

e non più riflessa nell’acqua di uno stagno.
Questo è il suo scoglio, il suo trampolino.
Prego che nessun marinaio le dia distrazioni 

perché lei non sa stare lontano dai guai.
Ma non è facile sottrarsi al proprio destino, 

non puoi, 

anche se il marinaio in questione è discusso e discutibile, è rozzo e duro.
Non puoi distogliere lei dallo sguardo profondo e carico d’avventura.
La plagerà e la trascinerà, con l’inganno delle mille attenzioni, 

negli abissi e non si libererà mai dalle sue spire.
Si risveglierà in una piscina con acqua limpida e si sentirà al sicuro.
Girerà veloce in tondo e ne assaporerà i limiti e i confini.
Capirà il gioco e forse già ne era a conoscenza, 

ma come si sa al cuore non si comanda.
Si era illusa di poter cambiare il vecchio marinaio, 

ma ad una astuzia e un retaggio millenario non si può.
Senza la libertà impazzirà e non canterà come un uccello in gabbia 

perché la sua gabbia è il mondo.
Mostrerà tutta la sua avvenenza e il bacio del principe non la salverà.
Allora piano piano la sua bellezza cederà il posto alla sua maschera e ne assumerà forma e terrore.
È allora mi rassegno… 

è il suo spirito d’avventura, così bello e dannato.
Non puoi farci nulla, 

non ti ascolta 

e piangerà lacrime e sangue e si confonderanno con il ricordo della schiuma del mare.



PROFUMO DI TE

 

Ho fatto un giro nei vicoli della memoria, 

angusti e dimenticati,

carichi di polvere e umiditi da occhi stanchi. 

Ho sentito  quell’esile profumo,

 ma visto  quell’estrema forza di vivere .
Mi ha svegliato quella fragolina dal muso imbronciato, 

mai distratta,

“esile per volontà”,

stanca per scelta e confusa dalle cose che non comprende.
E quella voce! 

Musica  sempre più distante che mi ricorda della nostra trebbiolina.



L’IMMENSO

 

Per il tuo dolce e innato sapore, 

per i tuoi occhi, 

i tuoi capelli…

le tue mani.
Sto qui a sussurrarti parole dolci e sospiri d’amore.
Come quando nella notte buia vedi il luccichio del mare riflesso dalla luna, 

gli occhi ti brillano e la mano scende piano alla ricerca della tua.
E non riesci a chiudere gli occhi 

perché l’immenso è lì e lo sai.
Deglutisci anziché piangere.
Allora sfioro le tue labbra e il mondo si colora di mille parole.
Chiudo gli occhi e mi accorgo che tutto il frastuono del mondo non mi appartiene più.



CHI ALTRO SEI…

 

Chi sei tu ?
Da quale inferno sei arrivata?
Chi sei tu che più ti guardo e meno ti conosco!
Quale temibile penna ti ha disegnato?
Quanto sangue placherà la tua ira?
Tu che banchetti alla mia tavola e invadi i miei pensieri, 

quelli che non ti dedico.
Svanisci per un po’ tra i fumi dell’alcool e riappari fumosa e temibile.
Un’anima corre veloce, spinta dal vento, 

animata da spettri spettinati e sobri.
Fiumi di corallo il tuo sogno e spiagge desolate la tua meta.
Un sospiro di nebbia e l’odore del mosto nei vicoli mi riporta al mio essere più felice.
E allora guardalo quest’uomo,

questo essere amabile. 

Spinto dalla voglia e dalla semplice forza del senso più naturale del vivere…
la sopravvivenza.



ROSA DEL DESERTO

 

È un caso raro…forse unico.
È una botte piccola… Ma che botte ragazzi!!!
Di legno pregiato e dall’odore buono, 

di quelli che se assaggi il nettare puoi perdere il senno solo ad assaporarlo.
È timida in volto, bionda nei capelli, 

ha uno sguardo inquietante e una parola impacciata.
Vivrebbe per me perché gli ho rubato il cuore.
Vivrebbe per le mie parole, i miei pensieri.
Ha una forza unica, una mano leggera, 

un pensiero dolce per ogni mia inquietudine.
In un tempo distratto lei non lo è mai.
Ha bisogno di amore, sai Dio?
Ha bisogno di me e delle mie attenzioni.
Lei non vola più, non ha un’ala ferita, no!
Lei ha il cuore stanco, 

s’è dannata per tutti, 

per me in particolare.
Ha dedicato tutta se stessa e perdonato ogni mia disattenzione.
Forse è arrivato il momento che io le dia la pace che merita, 

le attenzioni che merita.