Come nasce un amore
Sai, se nemmeno so dirti
perché nasce il sole
come potrei promulgare l’editto
di come nasce un amore?
Quindi,
non aspettarti esaurienti risposte
o autorevoli spiegazioni
che soddisfino la lecita curiosità
che attanaglia periodicamente
di esistenziali domande la gente.
La questione
è un vaso di pandora sempre aperto
a svariate considerazioni,
con allusioni ed addizioni, sottrazioni
divisioni e moltiplicazioni.
Parlando di colpo di fulmine
di anima gemella
di alchimia
di affinità elettive
il dibattito non porta ad alcun risultato
o una certezza universale,
quello che si sa
è che puntualmente ed inevitabilmente accade.
Il gelso bianco
Dammi la mano ti prego
portami via
dalle annose esequie
di questo disinteresse
di questo orrore
di questa desolazione
di questi sguardi inquisitori
dalle malcelate accuse
di quel dito puntato contro
che m’accartoccia
ferito su me stesso
aprimi al mondo
ramificato in un’aulica chioma
come un gelso bianco
di sovrumane virtù
e sradicami
da questa terra bruciata
terra dimenticata
dall’insolenza delle genti
fammi rinascere
trepidante
come un’alba leggendaria
come zucchero colato
dai grappoli delle tue mani
e abbi cura di me
della mia persona
dei mie errori passati
delle mie aspirazioni future
in questo sprezzante martirio
senza senso dei giorni
INNAMORATO
Com’è che ti ho conosciuta
ancora non so, e
come sei entrata, nelle maglie
chiuse del mio cuore, è un mistero.
non frugherò
nel cassetto dei ricordi,
per ritrovare il preciso istante
del nostro insospettabile incontro
che, come una bellezza travolgente,
ha sconvolto i miei piani.
Da allora,
fulmineo è passato l’attimo fuggente:
di ogni ritrosia
di ogni reticenza
di ogni belligeranza
di ogni mancanza.
la presunta incompatibilità vista con occhi divini
ci rende simili,
l’ostentazione di un distacco è il primo passo di un innamorato
La croce
La credo per ognuno
però non so a te
ma a me
hanno fatto notare spesso
i miei errori.
Invece che quisquilie
appesantivano la croce,
e mi ci inchiodavano
come fossi un ladro qualsiasi.
Sanguinante nell’anima
e nella carne
apparivo costernato
e ho riflettuto su talune differenze
che distinguono il bene dal male.
Non rimanerne sbigottito
se v’è un netto divario tra le due forze
generatrici del creato,
constatando che il bacio di Giuda
è sempre stato venduto per trenta denari
da chi meno te l’aspetti.
Tant’è che nella vita ho imparato
a sorridere nei momenti peggiori
e a creare arte dai dispiaceri,
dando valore all’empatia
e alla maggiore comprensione.
La ruota del mulino
Non ho pace per te,
che sfuggi dalle mie mani,
come un’ombra trafugata dalla notte.
le mie braccia sono pale
che macinano aria
nello stringersi di un abbraccio,
mai ricambiato.
il vento, scerpa il tuo nome
contro la mia pietra,
e il lento arrampicarsi dell’edera
mi declina.
gemo, gemo incessante:
il cigolio della ruota di un mulino
che sopravvive,
nell’attesa della piena.
Libertà
Assaporane la magnificenza
senza smettere,
come se nascessi solo ora,
e vola leggero
sulle triste dinamiche di giorni
incatenati al palo d’uno spento sorriso,
perché il momento propizio
è un guinzaglio slacciato
dal calcolo delle probabilità.
È il tuo momento,
condiviso con totale solarità
alle prime luci dell’alba,
quand’è il vento sfalda alla tirannia
di nugoli despoti
e ascolti poesia, somma poesia,
quella musica di parole
che ti inebria di palpabile libertà
di contenuti e titoli,
usciti straripanti dai margini dei libri.
L’intensità di un abbraccio
Ancora non ho trovato
cosa o parola
che diano più valore
e significato,
all’auspicabile consolidamento
di un rapporto
costruito mattone dopo mattone
e sorretto
cementificandosi con coerenza.
Ne ho dedotto
che non esiste persona o abbraccio uguale,
l’intensità fa la differenza,
come una beatitudine che ti trasmette serenità
ti spoglia delle tensioni e ti mette a tuo agio,
come dire:
non temere, sono qui e qui con me, sei a casa.
Mi tace la voce
A tu per tu
vorrei dirti ciò che non posso
o gridarlo nei secoli
al mondo intero questo mistero
che tutto non è finto come appare,
invece come un colabrodo
mi prendo tempo che non esiste.
Lo so non so amare
purtroppo mi tace la voce
dentro a un fazzoletto di silenzi.
Nemmeno t’amo e già ti penso
Dammela tu una risposta
che io
non arrivo a tanto
e forse trovarla neanche voglio
per dare un nome
a questo acuto senso
nato per caso
o al pensiero
del m’arrendo a ciò che non comprendo
che mi burla
saltandomi addosso
come un enorme paradosso
tant’è vero che
andando controvento
nemmeno t’amo e già ti penso.
Se non sapessi chi sei
Potresti dirmi che il tuo tutto
sia un niente
paragonato alla mia ingenua follia
di viverti,
che io ti crederei.
Sarei un uomo
annichilito dall’entusiasmo
e dolcemente turbato
dall’infinito chiuso a malapena
nelle tue labbra,
che costantemente
provano a dichiararsi innocenti.
Se tu
come una stella provenissi dal nulla
e io
non sapessi chi sei,
lo capirei
non dalle tue intrepide parole
ma dai sogni
che incessantemente escono dai tuoi occhi.