Arda Ungari - Poesie

DOVE STA IL PARADISO?

 

La primitiva innocenza

dell’attimo in cui sono nata,

è Paradiso.

L’infinitezza dell’infinito

incommensurabile,

è Paradiso.

Il fibrillare di un’intuizione,

unendosi ad altro

brillare di intuizioni…

formando un unico

veemente fiume

di energica forza d’unione

tra le coscienze pure,

è Paradiso.

Ogni microcosmico cenno

della Natura:

una goccia di pioggia

che cada sulla mia mano;

una fogliolina verdeggiante

che ondeggia ballerina

resistendo alla foga del vento;

la luce fascinosa

del fascio di raggi di sole,

che trafiggendo le nuvole

raggiunge il suolo;

il colore sgargiante

d’un fiore appena sbocciato;

la brezza che attraversa

i miei capelli,

mi carezza il viso,

sussurrandomi melodie inaspettate,

è Paradiso.

Apro gli occhi,

li chiudo ancora,

mi guardo dentro,

riuscire a vedere,

è Paradiso.


FIGLIO MIO

 

Quella notte tu sei nato,

il dolore del corpo fu straziante,

ma la gioia del cuore

fu ancor più smisurata.

Che straordinario evento!

Il mio ventre ha generato

il gioiello che Dio ha pensato.

Figlio mio, eri così piccolo!

Il tempo passa in fretta,

un battito di ciglia,

il volare di un pensiero,

un sorriso, un pianto

e ti scopro giovanotto.

Ti amo come allora,

ora che di anni ne hai diciotto,

come quando ne avrai ventotto,

cinquantotto, centotto.

Figlio mio, non più solo mio,

il mondo ti ha già preso.

Rammenta, seguendo la via,

nutri le aspirazioni,

alimenta le intenzioni,

lascia che il vento,

mosso dal tuo talento,

gonfi le vele del tuo futuro.

Pur restando eternamente

nel mio profondo,

è così, come gemma rara,

che io ti dono al mondo.

Figlio mio,

non più solo mio!


IL PRINCIPE E SUO FRATELLO

 

Non immaginavo di dover constatare

che un altro cervello devo considerare.

E’ il cervello viscerale,

fratello di quello cerebrale.

Tutto ciò che nella testa non ci è entrato,

nella pancia si è collocato.

Certo, quello che sta in alto

è più stimato ed esaminato,

ma vi assicuro che quello in basso,

oltre ad aver note singolari 

come un contrabbasso,

è capace di grandi cose e di più,

alla pari del principe che alloggia su.

Un cervello che mi avverte

quando ancora sono inerte.

Possiede un’anima tutta sua,

è sensibile e sentimentale,

nel contempo controlla tutto ciò,

che passa per il canale.

Mi invia messaggi di gioia e di dolore,

come pensavo sapesse fare solo il cuore.

Si emoziona pensando e ricordando

tanto che una nuova scienza lo sta studiando.

A me,ora, attingere con impegno

da questo nuovo compagno,

che da sempre l’addome ha occupato,

ma ahimè, si era da tempo dimenticato.

Questa scoperta certo mi sta bene,

poiché, tutto sommato, 

due anziché uno mi conviene.


IL SOGNO

 

Il sogno viene a trovarti sempre,

fulmineo ti raggiunge,

se sei qui, se sei là, se sei ovunque.

Se dolce, ti culla,

se inquietante ti turba.

Il sogno ti permette di tornare bambino,

riscoprire odori e sapori 

a quel tempo appartenuti.

Il sogno ti fa incontrare persone 

che non ci sono più,

e ci parli, e le tocchi, e ne senti il calore.

Puoi gioire, puoi piangere, 

puoi cercare, puoi trovare.

Il sogno ti fa viaggiare, 

ti porta in tutti gli angoli del mondo.

Puoi incontrare personaggi

che credevi irraggiungibili,

dello spettacolo, della mitologia, della religione,

di tutta la tua immaginazione.

Ogni desiderio può essere appagato,

l’utopia è resa vana.

Ogni avvenimento in veglia improponibile,

durante il sogno diviene raggiungibile.

Il sogno è oasi nel deserto,

miraggio ristoratore,

saggio rifugio d’emozioni,

incessante energia dell’anima,

ideale compagno nel complicato,

viaggio della vita.


IL SUONO

 

Oggi ho guardato il cielo,

appare così interminabilmente infinito,

eppure, in un posto ben preciso,

finisce quel ceruleo impareggiabile.

Oggi ho guardato il mare,

di quante gocce è composto il mare?

Non mi basterebbero 

mille vite per contarle tutte,

eppure il mare è fatto di tante gocce.

Oggi ho guardato le stelle,

ho pensato che anche se avessi

mille occhi, non mi basterebbero

per contarle tutte,

eppure da qualche parte

finiscono le stelle.

Oggi ho ascoltato il suono

del mio sentimento;

esiste uno strumento

per misurare l’amore di genitore?

Che numero raggiunge?

Dove finisce?

Io lo so, non ci sono limiti,

non esistono né numeri

né strumenti

per misurare l’amore

verso ogni vita

da te stesso generata. 


LE PRINCIPESSE VERE

 

Le principesse vere

hanno le tette piccole,

non le riconosce nessuno,

se non tra loro.

Sono delicate, discrete, dedicate.

Leggono le emozioni,

sentono le vibrazioni.

Le principesse vere

si muovono con grazia,

nella moltitudine,

senza presunzione,

amano la solitudine

per espandere il pensiero,

ampliare i colori,

aiutare chi ha voglia

di essere aiutato.

Sempre presenti a sé stesse,

forti e profonde,

come le montagne,

leggere e leggiadre,

come le farfalle…

solo le principesse vere.

Sono acqua 

per tenere umidi i cuori.

Sono terra 

per nutrire le intuizioni, le azioni.

Sono fuoco

per forgiare mattoni d’oro

per il futuro.

Sono aria 

per incoraggiare

il formarsi  di galassie…

solo le principesse vere.

Non le vede nessuno.

Tienilo a mente,

le principesse vere 

hanno le tette piccole.


NASCERE

 

Credevo di essere nata innocente,

e lo ero,

ma qualcuno mi aveva già etichettato

con una colpa non mia,

la colpa di esserci.

Sono nata femmina e brutta!

Nascere femmina mi ha salvato la vita,

ma ha deluso 

l’aspettativa di qualcuno.

Nascere, nascere,

è servito a soddisfarne una,

e legarne un altro.

Nascere.

Uno ha perso l’amore della sua vita.

L’altra ha trattenuto l’amore della sua vita.

Nascere è servito a,

salvarne una,

e condannarne un altro,

ma alla fine hanno perso entrambi.

Nascere perché occorreva legare.

Si sono legati,

restando perennemente divisi.

Sempre,

fino all’ultimo respiro.

 

Voglio nascere mille volte,

voglio nascere al mio esistere,

alla mia innocenza,

al mio essere femmina e brutta.

Voglio trovare la pace

nell’adagio interpretare 

la mia pace.

Voglio trovare un posto,

dentro me,

dove amare chi mi ha generato,

ed essere amata!

E’ l’amore che metterà

le cose a posto.

Questo è il segreto!

VOGLIO NASCERE

MILLE VOLTE 


STIRO IL TUO VESTITO

 

Stiro il tuo vestito,

quello che oggi ti porta

nella condizione di adulto.

Stiro il tuo bellissimo vestito

e so che anche se fosse sacco

il tuo splendore lo renderebbe prezioso.

Stiro il tuo vestito e so che

sei nato per amore, fiore delicato,

per atto d’amore, fiore delizioso,

sei stato desiderato, fiore prezioso,

e sei arrivato.

Ogni tua cellula, ogni tuo atomo

è stato pensato per amore,

figlio perfetto e garbato.

Il giorno che attendevi è arrivato,

splendido ragazzo dagli occhi di cerbiatto.

Spiega le tue ali e sbattile forte,

nel saggio diamante che sei.

Allunga la mano,

l’Universo è lì, è tuo,

nel tuo istinto che è principe,

dal quale principia

la tua vita, le tue idee…

L’aria è fresca e mentre

stiro il tuo vestito,

la mano di un bimbo

passa sul mio volto,

ed il mormorio di una lacrima

bacia il mio sorriso; apro gli occhi,

il bimbo è ormai un giovanotto

ed io lo vedo…

come una speciale espressione

emozionale, cosmica e reale,

attraversare ogni latitudine,

abbandonando labirinti e convenzioni.

L’aria è fresca e…

mentre stiro il tuo vestito,

una piuma candida e leggera

si posa sulla mia mano.

Ora so, il tuo futuro,

è già oggi.


UN PENSIERO

 

Un pensiero

arriva fugace,

morde e tace.

Come pizzico sottile

lascia un dolorino

acuto e duraturo.

 

Arriva a disordinare,

a disturbare il sonno.

E’ corrente marina

che ti spinge lontano 

dagli affetti più stretti.

E cerchi e annaspi

dentro al mare del pensiero,

ed ecco che gli affetti stessi

ti ancorano a sé

e ti riportano a riva.


VIAGGIO IN AEREO VERSO MILANO

 

Quando stai per decollare, senti forte la spinta del motore, sali, sali; sei su e tutto il resto è giù.

Laggiù tutto diviene piccolo, molto piccolo. Ed il mare, quanto è grande il mare!

Quanta… Quanta acqua. Paragonando alla nostra voglia di evolvere, ecco che tutto è chiaro.

 

Percepire e assecondare la spinta dell’intuito, elevarsi, distaccarsi da tutto ciò che è radicato, guardare da posizione altra, accorgersi di quanto sono piccoli i problemi, le convinzioni, gli ologrammi dentro i quali noi stessi ci ingabbiamo.

 

Quando sali cresci, voli, le catene si sciolgono senza opporre resistenza alcuna, senza che noi si faccia il minimo sforzo. Guardiamo tutto da un’altra angolatura e tutto diviene più piccolo, 

persino le montagne.

 

Le nuvole. Quando guardiamo le nuvole dalla finestra della nostra casa, nel corso di una giornata uggiosa, ci appaiono cupe ed oscuranti, le percepiamo solo così. Ed invece, le nuvole viste dal di sopra, sono luminose e lucentissime, illuminate dal sole, anche le più compatte.

 

Hanno anche forme completamente diverse da quelle che vediamo da di sotto. E poi, le nuvole, si possono anche attraversare!!!!!!! Evitiamo di guardare agli eventi in modo mono direzionale, come dal buco di una serratura. Non c’è ombra senza luce, non c’è luce senza ombra!


Viandante

 


Viandante, che ne sai…?
VIANDANTE, che ne sai…?
VIANDANTE, CHE NE SAI…?
Dei miei intimi sentimenti.
Del vento burrascoso che
continuamente scompagina
la mia vita
rimescolando dendridi e sinapsi.
Del quieto divenire fioritura
delle mie piante.
Dei miei umori, dolci e amari.
Dei continui sforzi per,
scate-narmi e sciogliere
le catene nel magma
più bollente.
Ma chi sei viandante…?
Che ne sai…?
Del come ho dimenticato
dove ho riposto
le mie ali.
Dei cassetti che dovrebbero
essere pieni,
ed invece sono vuoti,
e dei cassetti che dovrebbero
essere vuoti,
ed invece sono pieni.
Che ne sai, di quel respiro
che mi porta nei vortici cosmici,
… e mi sorprende ogni volta.
Del silenziare il mio impeto
per non ferire alcuno.
Della sperticata voglia,
di anelare
solo alle armonie.
Del ri-bellarmi
per tornare al bello e…
smussare tutte le asperità
della mia esistenza.
VIANDANTE…
Ma tu…
Che ne sai…?


 

Tu uomo autentico



Tu, uomo venuto all’infinito,
c’insegni ad essere, esseri che sono.

Tu, che le stelle le guardi,
entri nel loro scintillio.

Tu, che il tramonto lo ami,
ti vesti dei suoi colori ancestrali,
impareggiabili sfumature
che ancora t’appassionano.

Tu, perennemente fluido,
nelle anime povere affluisci,
l’arricchisci di sė stesse.

Tu, svegliato dal sole,
d’esso ti riempi,
e fai gli altri partecipi di ciò.

Tu, scultore d’emozioni,
che altro non sono
se non convergenze di armonie.

Tu, che dall’altrui dileggio
non ti lasci annichilire,
e di sapienza non sei mai satollo.

Io……… io ti riconosco,
uomo autentico. 


 

Solo un sole

 

Non sapevo tante cose,

non mi ero neppure accorta,

del lungo abito d’amianto

che mi avevano cucito addosso.

 

Mi ero persa appena nata,

e sono cresciuta 

solo da Luna,

riflettente di altrui luce.

 

Voglio essere solo un Sole,

risplendere di me stessa,

e dormire nella culla 

del me ritrovata.

 

Voglio spogliarmi di quel pastrano,

voglio essere solo un Sole

per cerziorarmi di nascere oggi,

per rinascere domani,

alla vita, all’amore,

alla poesia.


 

Non sono il Conte Cagliostro



Non sono il Conte Cagliostro
eppure si può…
trasformare una bottiglia d’acqua
in una stella
Si può
sciogliere la pietra
nel cuore degli uomini
che fluendo
purifichi e nutra
Si può
aprire la porta del cielo
per guardare quel che c’è
e gustarne i frutti
Si può
girare infinitamente
alla rotonda
ed arrivare comunque
da qualche parte
Si può
mettere tanti piedi
in una scarpa
e compiere milioni di passi
Si può
essere lava
e scorrendo scorgere
un meraviglioso smeraldo
Si può
catturare un neutrino
tra miliardi che ci attraversano
e scoprirne i segreti
Si può
sgretolare antichi tabù
per trasformare
in talenti dimenticati
SI PUÒ



Necessità di decifrare



Realtà. Cos’è realtà? Quello che vedi? 

Quello che tocchi?
E quanto percepisci cos’è?
Non lo vedi, non lo tocchi,
ma sai che c’è.
Senti che la realtà vada decifrata perché 

gravida di simboli.
Senti un significato più ampio prendere forma

perché un io superiore continuamente nascente,
COGLIE.
Parole, pensieri, cose… Leggere un po’ più in là, 

e ti accorgi che tutto
può essere anche qualcos’altro.
DECIFRARE
Se non ti accorgi è perché sei distratto.

La mente è velata.
I varchi sono chiusi.
Quando invece decidi di essere
presente alla tua percezione…
l’accogli e la lasci entrare in casa tua
(che non è una casa, e il suo non è un entrare perché già c’era),
lasci che parli con te

(e non è un parlare e non è un “con”).
In quel momento la voce di quel
qualcos’altro avrà le sembianze di

chiunque ti passi accanto, o ti accada intorno,

o ti arrivi dal profondo della Terra

o dall’infinitissimo Universo.
Poi conosci: nel tuo te stesso
scopri di aver conosciuto qualcosa,
e comincia ad avvenire.
Si chiama “intuizione”
(in-tueri), (guardare – dentro).
Chi guarda dentro chi?
Tu nel tuo te stesso universale,
o il tuo te stesso universale
dentro te stesso terreno?

All’unisono tutto avviene…
Quello che sei stato e
quello che sarai…
All’unisono tutto avviene.


 

Le tue mani



Le tue mani su di me
sono energia essenziale di dare e avere.
Con effetto sinaptico,
scivolano sulla cute vellutata,
lungo curve di florida femminilità,
saziano i sensi
in un appassionato, stabile equilibrio
tra anima e corpo.
Le tue mani su di me
sono linfa salvifica;
la sento scorrere
in ogni mio essere,
appagante di qualsivoglia bisogno.
Attraverso le tue mani
riscopro il mio corpo,
lo trovo, sento che c’è,
ogni centimetro di pelle conta,
risponde allo sfiorare delicato,
canta d’amore per te,
come un fiore che sboccia alla vita
solleticato dalla brina mattutina.
Respiro il tuo respiro,
ed un attimo è uguale all’eternità. 


 

La mente che mente

 

 

Sono vera,

Sono essere essenziale a me stessa

Pura

Taci anima mia

Taci alla mente che mente

Resta tacita alla razionalità

Ai condizionamenti

Alle vecchie credenze.

Non temere anima mia

L’io pura e tu leggiadra

Possiamo comprendere ora

Ora sappiamo

Ora possiamo meravigliarci,

emozionarci, ricordare,

decifrare chi eravamo

e chi saremo.

Taci anima mia

Taci a chi non ascolta

Taci a chi scivola sempre

dalla stessa sedia.

Non temere anima mia

L’apertura del cuore ci guida

L’intuito ci sostiene

La libertà dello spirito ci conforta.

E segno dopo segno

la verità della vita si fa luce

Le difficoltà hanno un senso.

Altrimenti perché l’Universo

dovrebbe interessarsi a noi?

Perché noi siamo l’Universo

E conviviamo in questa società

Sorda e Vampira.



Il maestro è come il fiume



Il Maestro è come il fiume,
bagnando nutre,
e sempre nasce e sempre sfocia,
a volte lento a volte impetuoso
va, va.
Scava piano nell’anima della roccia,
mai stanco scava,
trova un posto,
lì s’adagia,
ma… va ,va.
Il Maestro è come il fiume,
scorre e trabocca,
la passione per la vita
è la bellezza della sua saggezza.
Nasce e contemporaneamente sfocia
danzando la sua danza
risuonano i suoi suoni.
Tu, passante, puoi decidere
una banale indifferenza
ed addormentarti sull’argine del fiume
mentre sei fermo a guardare ciò che va.
Oppure, ti puoi incuriosire
e condividere il suo essere;
tuffati, abbeverarti alla fonte,
fluire, defluire, respirare, gioire,
fluttuare dolcemente sulle onde silenziose,
sbattere la testa travolto dalle rapide,
là dove il fiume è più tortuoso
precipitare dalla cascata,
respirare, respirare, respirare,
scivolare e sfociare nell’immenso mare!
Quello che ti è mancato
lo scoprirai solo così.
La consapevolezza non ha sonno.
O resta nomade,
senza sapere mai quello che sai,
senza essere mai quello che sei,
restando sconosciuto a te stesso.
Sei libero passante,
perché il Maestro è come il fiume
è chiaro, è vero
non fluisce solo per te o per quell’altro,
semplicemente fluisce.



God



Negli occhi di un gattino
nel sorriso e nel pianto di un bambino
il vento che mi coglie e mi porta
il giallo delle ginestre
le guglie delle montagne
le fronde della quercia
la ghianda che cade
il silenzio
il silenzio
il silenzio
il volto di mia madre
lo sguardo di mio padre
quel raggio di sole
quel chiarore della luna
quella stella della sera
il magenta-verde-blu del tramonto
nella mia essenza
nella parte migliore e peggiore di me
nell’estasi della musica
nella trasparenza del cristallo
nella durezza della pietra
nella fluidità dell’acqua
nella voce del bosco
nel brivido del mattino
nel sentirmi leggera e avvolta
amata ed innamorata
guarita e guarente
nella danza delle mie cellule tutte
nella luce
nella pace
nella gioia
nel cuore del cuore di ogni cuore
nella scintilla del mio scrivere
nel 32 che mi accompagna
nell’onirico che mi spinge lontano
e mi riporta a casa,
nella culla che…
comunque mi ha NACATO.


 

Donna

 

La donna che splende il sole

La donna che luce la luna

La sua mano che eterne carezze

Il suo viso che illuminati sorrisi

La donna che solerte vulcano

La donna che spuma di mare

La sua natura che vitale ventre

Il suo spirito che folata di vento

La donna che terre inesplorate

La donna che frizzante curiosità

La sua energia che irruente impeto

La sua quiete che lenita collera

L’uomo da essa incantato

L’uomo da essa intimorito