Arianna Galigani - Poesie

DOLCE ATTESA

Ti aspetto tutto il giorno

E bramo il tuo ritorno

Talvolta esco tra l erba alta

E chiamo il tuo nome con dolcezza

Quasi fosse una carezza

Ma tu ignaro e ignoto non rispondi

Fino al calar del giorno quando ritorni

Cammini deciso,  lo sguardo attento e diritto

Senza farti distrarre, non cerchi profitto

Attraversi lo spazio, silenzioso e lieve

Niente e nessuno può darti piacere

Fino a quando i tuoi occhi incrociano i miei

Senza parole, comunichiamo come Dei

Con un balzo mi sei addosso

E io rido nel cuore, ma lo tengo nascosto

Ogni tuo ritorno mi porta a valle dal pendio

E ringrazio muta del tuo amore e del tuo miagolio.

 


 

ALICE

 

Eri la mia luce, il mio sole, il mio mattino

Ora solo lacrime nel mio cuscino

Prendi queste lacrime amore sono per te

Bevi queste lacrime amore, è  il mio dolore

Entrami negli occhi voglio vederti

Toccami nel cuore voglio sentirti

Prendi la mia mano non l abbandonare

Solo in questo modo continuo ad amare.

 


 

NOSTALGIA

 

Sospesa nel filo dei ricordi

Rammento gli infiniti giorni

Del dolce e dell amaro

Del sacro e del profano

Viaggiare tra la mente

Per impervie strade

Oscuri vicoli, accecanti dimore

Prendere e lasciare le strette al cuore

Gli sguardi perduti, il perduto amore

Strappare alla memoria la bellezza

Rincorrere vanamente la tenerezza

Di intensi attimi donati all’eterno

Di questa vita scivolata all’ Inferno.

 


 

VIOLA

 

Quando potrai sentire

Col tuo cuore lo stesso mio cuore

Gioire e vibrare

Per tornanti viaggiare

Leggero e confuso

Di battiti in disuso

Sconfitto dagli anni

E da inusuali malanni

Cercare a tastoni

La strada del dove

Del come è del quando

Per ogni tuo anno

Insieme allo scrigno

Racchiudi un macigno

Di perle e di pietre

Di cose sospese

Di rose sbocciate, di corse sfrenate

Di arresti improvvisi, di fiori, di visi

Di lacrime amare

Di cure lontane

Di falchi e gabbiani

Di un battito d’ali

Di terra e di sangue

Di questa poltiglia

Col cuore nel cuore

Perché sei mia figlia.

 


 

INQUIETUDINE

 

Giocavi senza sosta con le mie emozioni

Ed io te lo lasciavo fare, senza illusioni

Come un bambino piccolo che gioca col mare

Qualche volta si bagna, a volte le onde rincorre

Ridendo e sfidando gli spruzzi e la sorte

Cercando il comando su cose già perse

Ed io seduta sulla riva della mia finestra

Guardando in strada, aspettando una tua mossa

Giocando a scacchi con l’amore e  la rabbia

Convinta di essere libera, ma sempre chiusa in gabbia

Di quel sentimento, di quell’egoismo

Di quel tuo sorriso

Dove scorgo radioso il mio viso

Che subito sfugge, e nulla rimane

Se non la tua figura, di spalle e di fiele.

 


 

15 marzo 2013

 

Mi guardavi timido,  con quei tuoi occhi neri

Di certo non sapevo quali fossero i pensieri

Eri uno tra tanti, uno scherzo, una battuta

Ma mi entravi dentro con quell’aria risoluta

Solo apparente timida ma con la volontà

Di essere primo tra i primi nella mia voluttà

Cercavo il tuo sorriso,e tu cercavi il mio

Lo sguardo io abbassavo,  ma ti pensavo, oh Dio

Le sere nel mio letto, quel primo bacio dato

Sei piccola diceva mio padre preoccupato

Ma poi dal nostro cuore fiori foglie stelle e luci

Avvolte senza scampo in un prato dorato

Formato dall’ amore di due quasi bambini

Che scoprono l’ incanto di rari ciclamini

E trovano la forza il coraggio il desiderio

Di non lasciarsi più

Nemmeno per un giorno intero

Finché arrivi tu, destino già segnato

Che porti lui lontano da quel prato dorato

Lacrime come pioggia in quegli occhi fatti di acqua

Così celesti e puri da tagliarti la faccia

La voglia di restare da sola, camminare

Ballare su quel prato di pece diventato

E allora li hai deciso

Hai preso il tuo coraggio, aperto le tue ali

Chiuso nel cuore tutto il tuo amore

I baci, le canzoni, gli abbracci, le promesse

Gli occhi dentro gli occhi, i peluche, le corse in moto,

I libri della scuola, gli errori di quel vuoto

Con un salto da lui sei ritornata

Così come una farfalla da subito rinata.

 


 

SPERANZA

 

Seduta in quel molo di legno

I piedi scalzi in acqua

Rapita in quel regno

Di pace,  di sole, di immani silenzi

Correvo con la mente a tutti i miei danni

Che avvolti nella droga dell’oblio

Perdevano valore, volavano a Dio

E una calma mai giunta mi prese per mano

Ed io volteggiavo sicura, ma lontano

Da quel piccolo molo di luci e zanzare

Di riflessi sull’acqua, di un lento gracchiare

Finché non ti ho visto dall’ alto, piccino

Seduto sconfitto su un grande gradino

Bagnato di pioggia, sbattuto dal vento

Di tanti passavano, almeno altri cento

Ma tutti la bocca serrata, il passo veloce

Cercando di vincere ognuno la croce

Andando veloci in quell’aria si tersa

Senza neanche voltarsi, senza disturbarsi

Ed io scesa dall’alto coperta di luce

Ti avvolgo nel cuore per farti felice

Tu ora mi guardi stupito e rapito

Distolto dal buio di questo quesito

Fin quando una lacrima antica solcando il tuo volto

Diventa una stella che forma un tramonto.

 


 

RICORDI

 

Questo tavolo in legno segnato dal tempo

Che ha visto gioiosi due giovani sposi

Parlare e mangiare danzare e giocare

Rincorrersi intorno in quel girotondo

Cresciuto negli anni da pappe sorrisi di rotondi visi

Di bimbi cresciuti ma poi separati

Perché è  vero che a volte non dura l’amore

Ma il buio e la luce riempiono il cuore

Di una donna ferita che amava la vita

Nei tanti colori e profondi languori

Di essere madre per mille ragioni

Seduta al suo posto per un problema risolto

Per un disegno sbiadito di un clown scolorito

Di quaderni dimenticati, di scuole terminate

Di tempo trascorso, di figli partiti

Ed ora che resta mio tavolo amato?

Soltanto il ricordo di quello che è  stato

Perduta nel sogno con la testa tra le mani

Aspettando di nuovo che arrivi un domani.

 


 

IO E TE

 

Mi avresti lo stesso amato

Se non ti avessi mai ascoltato

Se il fluttuare di tutte quelle parole

Ci avesse comunque lasciate da sole

Se non fossimo andate nel sole, nel mare, nella vita

Armate d amore, di gioia, di forza infinita

E anche se adesso il tuo abbraccio mi neghi

Non posso arginare i più amati pensieri

La tua tenerezza, il tuo volto soave

In questo universo coperto di neve

Dovunque io vada, concreta tua assenza

Pensiero costante di mera presenza.

 


 

TEMPO

 

Ho aspettato il tempo che ho dovuto aspettare

I tuoi silenzi alle mie domande

Quel tuo guardarmi quasi a interrogarmi

Ma mai parola si è  fatta udire

Aspettavo ogni volta un tuo gesto più entrante

Ma tornavo ogni volta sconfitta alla mente

Che chiedeva, analizzava, si perdeva

Poi tornava, di nuovo chiedeva e nulla capiva

Ma tu eri li, non rispondevi e non corrispondevi

Ma stavi li, fermo,  non te ne andavi

Fino a un abbraccio un giorno più caldo

A descrivere un NOI in una notte d’ inverno

Per poi prendermi piano in auto la mano

Così, senza parole, come un gesto lontano

Di una donna e di un uomo che si sono trovati

Una sera in un bar, inaspettati

Un caffè,  un sorriso,  le solite cose

Ma con gli occhi cercavi le risposte segrete

Ho aspettato il tempi che ho dovuto aspettare

Per dormire tranquilla ascoltando il tuo cuore

E se dico TI AMO mi rispondi NON DIRLO

sono solo parole, quel che conta è  l’ amore.