Bambini
Anime incolore
senza lingua
né nazione.
Bombe di vita
pronte
ad esplodere.
Notte
Satura
di silenzi
colmi
di parole inghiottite.
Scrivo
Inaspettato
irrinunciabile sussulto
dell’anima,
ciò che resta
del soffio divino
nel mio corpo
ancora fangoso.
Figlia mia
Nuovi passi
alle mie
orme pesanti,
svelti, leggeri,
minuscoli,
alle mie
gigantesche orme.
Ti penso
Onde di ricordi
ad infrangersi
sulle scoscese realtà
– La tua voce –
lento sciabordio
sull’anima.
Natale
L’odore
del Natale
scende
sul mio maglione
grigio…
S’appoggia
alle mie palpebre,
s’aggrappa
ai miei ricordi
e intanto
piove.
Dio
Scende
nella strada
vuota,
bagna le scarpe
nelle pozzanghere
sporche,
si siede
ed aspetta
compagnia.
Per strada
Corpo di donna,
tempio di Dio
in cui si rinnova
l’infinita creazione,
diventa puro peccato
agli sguardi
dei passanti,
pronti a coprire
la disperazione
con la vergogna.
Ricordo
Niente
scompare,
ma, come stella cadente
che squarcia l’oblio,
torna bel bianco
d’un fiore,
nel nero
dell’asfalto,
nel frastuono
del traffico,
nel silenzio
d’una chiesa…
E vive,
a volte stupido,
a volte dolce
ma immancabile
ricordo.
Figlio mio
Vivo,
briciola d’anima,
piccolo immenso
nel mio giovane ventre.
Preghiera
Ti prego mio Dio,
fa che io ci sia
quando è troppo solo,
che sappia andarmene
quando ha bisogno
di restare da solo;
fa che io sappia farmi sentire
quando può farsi male,
fa che sappia abbracciarlo
quando qualcuno l’ha già strillato;
fa che sappia aspettare
mentre impara
a dire il mio nome,
fa che sappia gioire
quando per dispetto non lo dice;
fa che sappia tenergli la mano
quando attraversa una strada nuova,
fa che sappia lasciargliela
quando vuole camminare da solo…
Ti prego mio Dio,
fa che io sappia chiedergli scusa
quando sbaglio,
fa che lui sappia perdonarmi,
fa che sappia ascoltarlo,
fa che sappia cosa dirgli,
che sappia volergli bene
e fa che lui senta
quanto bene gli voglio.
Piccolo Mio
Auguri piccolo mio,
avrei voluto regalarti
un miliardo di suoni,
le corse per giocare
a nascondino,
le risate matte
e i salti sui letti…
Avrei voluto regalarti
l’abbraccio caldo
della ninna nanna,
gli sguardi vispi
dei dispetti,
il tempo che è
già passato…
Avrei voluto regalarti
mille parole inventate
e un sorriso
lungo tutta la vita…
Avrei voluto regalarti
ciò che Dio
mi donerà
con la tua presenza.
Noi
Noi
a virare
in questo cielo
pumbleo…
Muto
il mondo
a testa alta…
Curioso,
spaventato
dalle nostre ali!
Carezze
– petali di rosa -,
pensieri
– foglie tra
il verde e il rosso -,
ricordi
– spine morte
che sanno
ancora pungere -.
Io,
il mio giardino.
Mi rifugio
in questo mondo solo mio,
fatto d’un letto troppo grande,
di un’anima ribelle,
d’un corpo che non riesce a volare…
E mi rifugio qui
con questa mente che pensa,
questa mano che scrive,
questo cuore che urla
i suoi battiti…
Chiudo le porte,
tendo lorecchio,
ed eccomi!
Buco nero
Ciao piccolo,
oggi non riesco proprio a non scriverti.
Lo so, ti sembrerò stupida, ma quando penso a te, penso ad un buco nero… No, non è una cosa brutta! Hai presente quando esplode una stella? Una di quelle “supernova” che per millenni ha bruciato elio producendo un’incommensurabile energia e poi improvvisamente… “BOOM!” E sembra nasca il vuoto? Non è vuoto! In verità i buchi neri risucchiano qualsiasi cosa gli passi davanti, ma non possono più tirarlo fuori… Tu sei un buco nero!
Hai dentro un miliardo e forse più di cose, idee, emozioni, parole, ma non puoi tirarle fuori. A volte chi ti sta attorno non pensa alla “supernova”, all’incommensurabile energia… Pensa al “vuoto”; non riesce, non può nemmeno immaginare che risucchi nella tua testa qualsiasi cosa ti passi davanti, perché non lo puoi più tirare fuori! Io lo so che dentro di te c’è la chiave per aprire le porte del tuo mondo, ma è là dentro, nascosta tra le miliardi di cose che hai nella testa ed è così difficile trovarla!
Te lo giuro, non farò mai finta di credere che tua sia vuoto, perché mi basta guardarti negli occhi per avere la certezza della tua energia!
Sei il mio buco nero, ma io non smetterò mai di cercare la chiave.
Tu che sei
Tu che sei
la luce,
l’ossigeno
ai miei pensieri.
Tu che sei
la voglia,
la forza
per spostare
il macigno
che mi sta sul petto.
Tu che non ci sei,
ed io,
ad occhi chiusi,
che ti sto a guardare.
La mia mente
Satura
della tua assenza,
la mia mente,
invano,
spinge indietro
le tue immagini,
la tua voce,
i tuoi pianti,
i tuoi abbracci.
A fare spazio
ai nuovi pensieri…
Stringe,
schiaccia,
comprime…
Satura
della tua assenza.
Aria
La tua voce
–Aria–
Ed io annaspo,
annego
nel tuo silenzio.
Amore
Mentre lei piange
per la prima volta,
la tua anima
s’allarga,
i battiti del suo cuore
diventano il motivo
per i battiti del tuo,
ogni suo respiro
dà ossigeno
per i tuoi respiri…
Sembra magia!
Si chiama Amore.