AMOR
Città foriera d’Incanto
Vette e Abissi
vai conciliando,
per simmetrie operando
Patria Imperitura
Felice approdo
per disertori di Spazi
cui Vittoriosa
rinnovi la promessa..
come una Penelope
incontro al suo Amato
Elisir
A Te son votati i Venti,
mite Venere Urania.
La Primavera ti cede
i suoi Gigli
S’Accordano
le Stagioni
Diffondi l’Essenza,
contagi la Terra.
T’invocano gli Amanti
tra teneri Sospiri
A Te il mio Canto
A Te la mia Lode
Concedimi l’Arte
del tuo Elisir
d’Amore
Signora del Raccordo
Regina dell’Incanto
Iniziami
ai Ritmi del Corpo
riflessi nella tua Legge
Spogliami dell’Apparenza
Vestimi d’Innocenza
Rinnova lo Sguardo
e riporta l’Ebrezza
Insuffla
una tenue Speranza
Core
Discesi
al Regno dell’Ombra.
Sotterrai
la mia Virtù taciuta
A lungo mi eclissai
nella Terra
Fui iniziata
ai Terrori della carne.
Proclamata Regina
dei morti Redenti
Versai
le loro lacrime,
diedi alla luce
il mio dolore
Oggi mi scopro Donna.
Torno tra i vivi
Vengo a offrirti il Melograno
maturato in Silenzio
Sarai il mio Sposo
Farò germogliare la Terra
Tutto tornerà
come da Principio
Parsifal
Mi chiamano Redentore,
mi accomunano al Cristo
Sono un uomo,
un uomo che
con la sua Lancia
penetrò il Mistero.
Bevvi il rosso sangue
della mia Passione
Per Lei
Per Lei Fuoco arsi
Ebbi poi la chiave
per placare il serpente
Mi posi al centro
della Croce, nel mezzo. Per questo,
Custode del Calice fui eletto,
della CONOSCENZA
Io Uomo tra gli uomini.
Compiutomi Dio, erto
Re della Città Sacra
L’Anelito
Lui
Ferii il drago,
lo posi al mio servizio
per raggiungerti.
E Salirò
sulla cima della tua Torre
per spogliarti
dall’illusoria percezione
della Distanza
Lei
A lungo ti sognai,
compagno.
Raggiungimi!
Percorri
i territori celatimi
delle mie possibilità.
Come un Libeccio
vieni a destarmi,
ti palesi improvviso,
a coronare
il nostro Anelito
La Chiave di Orfeo
Oh Tu incantator di Sfere!
Intuisti la potenza del Verbo,
ti riportasti al tuo Cielo
Silente
Nostalgico
come una ballata
suonasti
l’ultimo rintocco,
l’ultimo accordo
per la tua Amata.
E ora sfuggi
all’Impermanenza,
passi, come un’onda,
ma morte non t’attraversa.
Il Poeta e il Vento di Beltate
Finestra sull’Essenza
nella Memoria assopita
Desideroso a Te
lo Sguardo del Poeta
E tu, tu Poeta Scalzo
Tu che osservi da una prospettiva privilegiata
sopra Torrevedetta.
Va’, sei atteso,
ad annunziare l’alba.
Attraversa le vette di Speranza
Orientati coi ritmi dei tuoi Respiri!
La vita è in circolo qui. Prendi nota, di passati e futuri
Rammenta, attingi alla Memoria
e,una volta giunto, Crea la strada
La tua Via è in Salita, la tua Via è increata.
Come scultore con l’argilla,
lo scrittore e il caos della parola,
cerca, crea il Ritmo, la forma
per ospitare il Vento di Beltate,
la tua creazione consapevole.
Oh eroe, eroe della Parola
Monotonie
Penso alla Natura,
la varietà delle forme.
Penso alle polarità in gioco,
l’incessante danza.
Guardo alla trasparenza
con cui si lascia attraversare,
il costante Mutamento.
Osservo l’uomo, un monotono crescente.
Un’auto-esclusione dal giogo.
Fuori un caotico assembramento,
la voce del consenso.
Trasmettono altoparlanti in piazza,
altolocati arroganti
un concetto d’assenza.
Sottovalutate, soffocate
la totalità dell’esistenza,
l’Integrità d’appartenenza.
- Frenate la corsa, introvertite! -
Sussurra da dentro uno Straniero.
Dimentichi d’averlo conosciuto.
L’eterno compagno di evasione
da un monotono vizio collettivo.
Burattini
Tempo è un imbroglio.
Non lo vedete? Vivete
attanagliati
al secolo delle Percezioni.
Irrigidite, mentre Tempo scorre
liquido…e così il danaro
si leva da voi; coagula
come mercurio sporco
verso il depositario d’Ignavia.
La vostra! Quando avete
svenduto l’ultima facoltà di
Scegliere, da che parte stare.
La vostra lo so bene è scomoda,
non vi fa riposare.
Un fastidio sordo
all’orecchio,
il ronzio della vostra Coscienza.
L’avete spento.
Qualcuno deve pur dirvelo,
cogliere il rischio
d’essere frainteso.
Matrice di un dramma chiamato “uomo”
Generazioni incasellate
Catene numerali programmate
Questa Ciclicità temporale
di una Matrice fenomenica
Noi con indosso un codice d’acquisto
Quali Raggi d’azione sospesi, poi assorbiti.
In nuce la Coscienza, sepolta nella Terra Nera
Un Seme in potenza, una debole Fiamma eterea:
Anela al calore di contatto.
La volontà di affrancarsi
dall’automatismo di un pensiero indotto
La visione offerta, il significato addotto
dal decreto dell’astro di ghiaccio.
Riparo il torto, sposo un Sentire in salita
Si dischiude il mistero..
l’Intellegibile Presenza
Ginevra
Amore, Svegliati
Siamo dentro questo Sogno,
voglio uscirne,
tornare a Casa
Tra le nostre stanze ariose, infinite,
i nostri destrieri alati,
la Natura complice
Quanto ci è testimone
delle calde notti estive
La nostra alcova
lamenta sommessa
un nostalgico dolore
abbracciato alla nostra Assenza
Ricordi, il nostro Viaggio
in Terra..Ci rivestimmo
della Legge di questa Sfera
Fu un gioco adattarsi
Inevitabile col tempo
dimenticare
E ci perdemmo
ognuno nella sua matassa,
tra cicli continui
di morti e nascite
Quanti percorsi ci ospitarono,
tentati, a volte abortiti
Resto in ascolto delle loro grida
Innumerevoli le vie
che s’aprono davanti
Concludo la mia recita.
Scelgo Te, di tornare
So che ci attende un compito,
qui ancora una volta,
si riverbera nell’eco del tempo
Sarò la tua Rosa,
in questa Nuova Alba
che ci precede
Sarai tu la Spada