Chiara Tilotta - Poesie

AMOR

 

Città foriera d’Incanto

Vette e Abissi

vai conciliando,

per simmetrie operando

Patria Imperitura

Felice approdo

per disertori di Spazi

cui Vittoriosa

rinnovi la promessa..

come una Penelope

incontro al suo Amato


Elisir

 

A Te son votati i Venti,

mite Venere Urania.

La Primavera ti cede

i suoi Gigli

S’Accordano

le Stagioni

Diffondi l’Essenza,

contagi la Terra.

T’invocano gli Amanti

tra teneri Sospiri

 

A Te il mio Canto

A Te la mia Lode

Concedimi l’Arte

del tuo Elisir

d’Amore

 

Signora del Raccordo

Regina dell’Incanto

Iniziami

ai Ritmi del Corpo

riflessi nella tua Legge

 

Spogliami dell’Apparenza

Vestimi d’Innocenza       

Rinnova lo Sguardo        

e riporta l’Ebrezza                

Insuffla

una tenue Speranza


Core

 

Discesi

al Regno dell’Ombra.

Sotterrai

la mia Virtù taciuta

A lungo mi eclissai

nella Terra

 

Fui iniziata

ai Terrori della carne.

Proclamata Regina

dei morti Redenti

Versai

le loro lacrime,

diedi alla luce

il mio dolore   

 

Oggi mi scopro Donna.

Torno tra i vivi

Vengo a offrirti il Melograno

maturato in Silenzio

 

Sarai il mio Sposo

Farò germogliare la Terra

Tutto tornerà

come da Principio


Parsifal    

 

Mi chiamano Redentore,

mi accomunano al Cristo

Sono un uomo,

un uomo che

con la sua Lancia

penetrò il Mistero.

Bevvi il rosso sangue

della mia Passione

Per Lei

Per Lei Fuoco arsi

Ebbi poi la chiave

per placare il serpente

Mi posi al centro

della Croce, nel mezzo. Per questo,

Custode del Calice fui eletto,

della CONOSCENZA

Io Uomo tra gli uomini.

Compiutomi Dio, erto

Re della Città Sacra


L’Anelito

 

Lui

Ferii il drago,

lo posi al mio servizio

per raggiungerti.

E Salirò

sulla cima della tua Torre

per spogliarti

dall’illusoria percezione

della Distanza

 

Lei

A lungo ti sognai,

compagno.

Raggiungimi!     

Percorri

i territori celatimi

delle mie possibilità.

Come un Libeccio

vieni a destarmi,                     

ti palesi improvviso,

a coronare

il nostro Anelito


La Chiave di Orfeo

 

Oh Tu incantator di Sfere!

Intuisti la potenza del Verbo,

ti riportasti al tuo Cielo

Silente

Nostalgico

come una ballata

suonasti

l’ultimo rintocco,

l’ultimo accordo

per la tua Amata.

E ora sfuggi

all’Impermanenza,

passi, come un’onda,

ma morte non t’attraversa.


Il Poeta e il Vento di Beltate

 

Finestra sull’Essenza

nella Memoria assopita

Desideroso a Te

lo Sguardo del Poeta

 

E tu, tu Poeta Scalzo

Tu che osservi da una prospettiva privilegiata     

sopra Torrevedetta.  

Va’, sei atteso,

ad annunziare l’alba.

Attraversa le vette di Speranza

Orientati coi ritmi dei tuoi Respiri!

La vita è in circolo qui. Prendi nota, di passati e futuri

Rammenta, attingi alla Memoria

e,una volta giunto, Crea la strada

La tua Via è in Salita, la tua Via è increata.

Come scultore con l’argilla,

lo scrittore e il caos della parola,

cerca, crea il Ritmo, la forma

per ospitare il Vento di Beltate,

la tua creazione consapevole.

Oh eroe, eroe della Parola


Monotonie

 

Penso alla Natura,

la varietà delle forme.

Penso alle polarità in gioco,

l’incessante danza.

Guardo alla trasparenza

con cui si lascia attraversare,

il costante Mutamento.

Osservo l’uomo, un monotono crescente.

Un’auto-esclusione dal giogo.

Fuori un caotico assembramento,

la voce del consenso.

Trasmettono altoparlanti in piazza,

altolocati arroganti

un concetto d’assenza.

 

Sottovalutate, soffocate

la totalità dell’esistenza,

l’Integrità d’appartenenza.

 

- Frenate la corsa, introvertite! -

Sussurra da dentro uno Straniero.

Dimentichi d’averlo conosciuto.

L’eterno compagno di evasione

da un monotono vizio collettivo.


Burattini

 

Tempo è un imbroglio.

Non lo vedete? Vivete

attanagliati

al secolo delle Percezioni.

Irrigidite, mentre Tempo scorre

liquido…e così il danaro

si leva da voi; coagula

come mercurio sporco

verso il depositario d’Ignavia.

La vostra! Quando avete

svenduto l’ultima facoltà di

Scegliere, da che parte stare.

La vostra lo so bene è scomoda,

non vi fa riposare.

Un fastidio sordo

all’orecchio,

il ronzio della vostra Coscienza.

L’avete spento.

Qualcuno deve pur dirvelo,

cogliere il rischio

d’essere frainteso.


Matrice di un dramma chiamato “uomo”

 

Generazioni incasellate

Catene numerali programmate

Questa Ciclicità temporale

di una Matrice fenomenica

 

Noi con indosso un codice d’acquisto

Quali Raggi d’azione sospesi, poi assorbiti.

In nuce la Coscienza, sepolta nella Terra Nera

Un Seme in potenza, una debole Fiamma eterea:                                            

 

Anela al calore di contatto.

 

La volontà di affrancarsi

dall’automatismo di un pensiero indotto

La visione offerta, il significato addotto

dal decreto dell’astro di ghiaccio.

 

Riparo il torto, sposo un Sentire in salita

Si dischiude il mistero..

l’Intellegibile Presenza


Ginevra

 

Amore, Svegliati

Siamo dentro questo Sogno,

voglio uscirne,

tornare a Casa

Tra le nostre stanze ariose, infinite,

i nostri destrieri alati,

la Natura complice                                                                                                                                                       

Quanto ci è testimone

delle calde notti estive

La nostra alcova                    

lamenta sommessa

un nostalgico dolore

abbracciato alla nostra Assenza

Ricordi, il nostro Viaggio  

in Terra..Ci rivestimmo                                                                                                             

della Legge di questa Sfera

Fu un gioco adattarsi                                       

Inevitabile col tempo

dimenticare

E ci perdemmo

ognuno nella sua matassa,

tra cicli continui  

di morti e nascite

Quanti percorsi ci ospitarono,

tentati, a volte abortiti

Resto in ascolto delle loro grida

Innumerevoli le vie   

che s’aprono davanti

Concludo la mia recita.

Scelgo Te, di tornare

So che ci attende un compito,

qui ancora una volta,

si riverbera nell’eco del tempo

 

Sarò la tua Rosa,

in questa Nuova Alba

che ci precede

Sarai tu la Spada