Chiara Viganò

Poesie


Come un papavero arrossisce silenzioso

Faccio luce, cerco la differenza
Fra chi si aggrega e chi si dissocia,
mentre il mondo cade in sofferenza
o si cambia o si perde tutti, prima che la ferita si ricucia

E ancor non mi spiego l’interesse che provate,
in castelli d’oro pronti a crollare,
ben vestiti ed educati come cavie internate
senza una vera emozione che vi faccia tremare.

Nell’abissale differenza fra leggerezza e bassezza
Cader nel banale è consuetudine,
mascherarsi un’abitudine.

Ma in cotanta decadenza culturale ed etica
Ci son folli che ci credono
Liberi, audaci, magici sognatori.

 


 

 

Non è la guerra mia

Verità che aprono gli occhi
ma chiudono il cuore
se questo è il prezzo da pagare per sapere
è comunque quel che cerco.

Andiamo avanti allo stremo delle forze
Più che il dove conteremo il come,
sperando d’aver sempre sogni,
consapevoli che il fine non giustifica.

Dentro me progetti ben più grandi,
delle mie tasche e della mia mente
per spingere ancor più in là l’inesistente e futile limite.

Cerco luce e pace, questa non è la guerra mia
Più che l’uguaglianza, l’equità
Per ogni uomo in terra la stessa opportunità.

 


 

 

Decadance

Siam soldati non armati
Combattiam a modo nostro
Soffocati cerchiamo libertà
In un mondo cieco e schiavo

Parassiti di un’epoca deterrente per la mente
Ancora nelle mani di pochi potenti
Per loro affare schieran orde di giovani soldati
Ancora vendetta, ancora morte, ancora guerra.

Testa dritta e sguardi spenti
Sparar su altri come loro, o ancor peggio su innocenti
Di modo da difendere i progetti dei mandanti.

Qui, non si cercan amici, ma alleati
Nel diabolico perseverar, nulla s’apprende dal passato
E ancora sanguinosi, vili, mostruosi giochi di potere.