Cinzia Bracchetti - Poesie

E l’inquietudine
avanza,
segnando il tempo
dei giorni
non vissuti
e che non saranno.
Ma
la gratitudine,
di soppiatto,
sboccia
per tutto il resto.

 
Le perle dei giorni
s’infilano,
una dietro l’altra.
Formano la collana
del tempo,
del mio tempo
che fluttua
inesorabile
in un vortice
sempre più veloce
ed io,
non sarò.
Ed è proprio per questo
che ogni perla
è unica.

 
Cercare tra le foglie
i segni dell’estate
testimonianze certe
di epoche vissute
lasciate all’amarezza
dei ricordi…invano.

 
Il fascino delle
conchiglie
in un prato di sabbia,
il fragore delle onde
in un cielo d’acqua,
avvolgono le mani laboriose
di un bambino
intento
a costruire castelli.
E i sogni prendono corpo.

 
Soave notte,
che dischiudi l’alba…
alle sue promesse,
generose stelle
che cedete il passo
ai raggi del sole.
Necessaria notte
Preludio del giorno!

 
In una scatola
i miei ricordi,
dentro me
il mio passato,
addosso a me
il presente,
e il futuro
abisso inesistente…
fugacità del tempo
che,
solo da lontano
diventa pesante,
reale, esistente,
solo quando non c’è più…
come la luce
di una stella
che ci illumina
solo quando non c’è più…

 

 

 

Dedicata alla mia Gemma

Dono immeritato,
rugiada necessaria
di fiore che sboccia,
di ali che s’innalzano
tenuemente
spiccando ad ogni aurora
un volo sempre più alto;
palpebre che schiudono
come conchiglie con le perle
occhi curiosi di meraviglie
da scoprire,
di mondi da svelare,
di ricordi da acciuffare,
di segreti da conoscere.
Dove sei stata fino ad ora,
mio tesoro?
In quali preziosi scrigni contenuta?
Nei meandri di quali luoghi nascosta?
Come un arcobaleno colori le mie
tempeste;
come Sirio illumini la mia notte;
come il sole brilli nelle stanze
della mia anima,
accendi le mie giornate;
mi fai scorgere cose vecchie
con occhi nuovi;
mi stringi con la tua piccola mano
chiedendomi tutto
senza dire nulla.
Il tuo silenzio
è come un canto d’usignoli,
il tuo sonno è poesia
per il mio cuore,
le tue ciglia
specchio dell’immensità,
i tuoi capelli
senso dell’infinito.
Sogno reale
di vita che nata, dona.
Tuffo d’amore.

 

 

 
Mi sento
come un albero spoglio
in mezzo all’estate.

 

 

 
Cos’è la vita?
Una parentesi tra
il Nulla
o
un palpito
tra due Infiniti?
ORA, per ora:
questo palpito
è Tutto.

 

 

 

Il cassetto dei bottoni dimenticati

Rosa era lì, lei dentro e il mondo fuori.
Il vetro, come uno specchio, rifletteva la sua immagine assorta.
Lei era sempre altrove con i suoi pensieri, con la sua irrefrenabile immaginazione.
In quel giorno di inizio Primavera, si stava chiedendo che cosa avesse imparato dalla vita, lei che con la sua insaziabile curiosità, la “mordeva”.
Lei che non voleva sciupare un attimo, conscia della fugacità e del valore del tempo.
Lei che aveva sempre cercato di vivere con stupore e meraviglia, con un profondo senso di gratitudine e amore (verso) la vita, ora si stava chiedendo che cosa sarebbe rimasto di lei, se e cosa avrebbe lasciato di sé.

 

 

 

Favola

C’era una volta…
in un luogo lontano, una fanciulla molto triste.
Viveva in un giardino incantato, dove il sole, con i suoi raggi, illuminava ogni foglia, frutto o fiore.
Ella, ogni giorno, amava recarsi nel lago del giardino ed ogni giorno regalava al lago una lacrima.
Nascosto nei meandri del giardino, un folletto osservava il volto senza sorriso della dolce fanciulla e un bel giorno decise di regalarle un fiore profumato.
Fu così che la triste e solitaria fanciulla incontrò il suo amico speciale, da quel momento smise di sentirsi sola e il lago, riflesso della sua immagine, espansione della sua anima, emise odor di lavanda.