Claudia Caputo

Poesie


Di spalle

Di spalle,
di spalle e con lo sguardo fisso.
Di spalle e con lo sguardo fisso
mi guardo, fisso e sviscero
me e quello che sta intorno
Di spalle e con lo sguardo fisso
rifletto il mio umore in uno specchio
spigoloso e macchiato
Uno specchio che riflette me e un mondo
che a me pare così nuovo, così sconosciuto
Eppure se mi giro diventa familiare
Di spalle e con lo sguardo fisso intravedo una finestra, oltre la quale mi sembra ci possa essere tutto e niente in una volta sola.
Mi chiedo cosa ci possa essere oltre
Ma come potrei mai saperlo se non mi distolgo
dallo specchio
di spalle e con lo sguardo fisso?

 


 

Mente e inconscio

Come posso determinare
quel che è giusto,
se la mia mente cerca di impartirlo
ma il mio cuore non sa apprenderlo?
Come posso stabilire
quel che è giusto,
se ‘giusto’ è solo una parola,
una convenzione
non appartenente alla natura?
Come posso determinare
quel che è giusto,
se lo stesso decidere è terribilmente difficile
e il giusto
incredibilmente sbagliato?

Non vedo altro che
immagini snaturate,
proiezioni sterili
acerbe,
che restano immutate
e non si fondono
con la mia psiche,
con il mio spirito.

E dunque come posso
io
definire
ciò che sia giusto per me,
se tutto mi sembra
giusto e sbagliato
allo stesso tempo?
In fondo, ciò che distingue
il giusto
dallo sbagliato,
il corretto
dallo scorretto,
è solo una linea dell’orizzonte,
che,
sfocata,
separa abissi profondamente angoscianti
della mente
e
cieli immensamente eterni
dell’inconscio.

 


 

Nuove abitudini

Impotente,
porto nei sogni
tutto ciò che mi sembra impossibile
nella vita reale,
prima che possa trovare ragione
esistenza,
giustificazione
o stessa pianificazione.

[…]

È forse questo un nuovo modo di
imparare a fare?