I LATI BUI
C’è un lato buio in ognuno di noi
stretti nella paura che non ci da pace
non lo riusciamo a raccontare quasi mai
o quanto meno lo facciamo sotto voce.
Se allunga la sua ombra sui nostri sogni
li scioglie come acido lasciandoci muti
oltre a cicatrici profonde come segni
fatte di nulla, cioè di tanti spazi vuoti.
Ma oggi crederò a questa giornata
a questo sole che accende la mia stanza
un gioco di colori che fanno da parata
ad una sfida con l’ombra a passi di danza.
Ieri è stato freddo ed un po’ buio
i tentativi di scaldarsi erano vani
il mondo era di carta, la luna di cuoio
troppi ieri così uccidono il domani.
Infondo sono soltanto paure
lo specchio di quanto l’ego non vuole
l’irreale che si materializza con le sue figure,
infondo sono soltanto parole.
Oggi crederò nel mio Dio
un po’ più di quanto l’abbia mai fatto prima
per fuggire dalla rotta dell’oblio
per sfuggire a tutto ciò che trema.
C’è un lato buio in ognuno di noi
un mostro crudele che emette i suoi gemiti
non credo che per ucciderlo servano eroi
ma forse i lati bui sono solo i nostri limiti.
LE PRIME LUCI
Cos’è questa luce così forte?
stavo molto meglio là dentro
all’improvviso si sono aperte le porte
è un nuovo mondo, io qui cosa c’entro?
Dinnanzi a me c’è questa donna
è bella, solare, un po’ stramba
solo lei mi accarezza qualora dorma
quelli più grandi la chiamano mamma.
Certo qui sono tutti un po’ strani
ad ogni mio gesto mi dicono: “bravo”
stanno sempre a battere le mani
spesso mi applaudono se solo sbavo.
In verità avrei tante domande
ma, ahimé, non le so neanche porre
vorrei sapere se anch’io sarò grande
e applaudirò ad una bocca che scorre.
Il mondo dei grandi è diverso
sicuramente per me incomprensibile
la culla è tutto il mio universo
io da lei sono inseparabile.
A volte vedo i grandi piangere
non so, forse vogliono il latte
poi, impauriti, mi vengono a stringere
credo che hanno paura della notte.
Ci sono i mostri la notte lo sai?
e forse i loro sono grandi così. . .
meno male che non crescerò mai
perché tanto sto troppo bene qui.
RUMORE DI FONDO
Ci sono attimi troppo intensi
arrivano per scelta oppure è il destino
ci lasciano ombre e spazi di luce immensi
allungano distanze o ci portano vicino.
Col tempo non gli diamo più peso
ma ci hanno già marchiati nell’anima
ce ne accorgiamo quando squarciano il viso
con la leggerezza con cui viaggia una lacrima.
Flash di gioie passate che brillano di lucido
lampi silenziosi che scaricano nostalgie
istanti che ad ogni sorriso ci lasciano un livido
le gioie passate fanno male anche più delle bugie.
Attimi di smarrimento che durano una vita
quando ciò che più spaventa diventa reale
scrivendo una pagina che resta dentro annerita
e portata a galla dall’esperienza, ci fa solo male.
Ma prima o poi spariscono nel nulla
neanche ce lo chiediamo che fine hanno fatto
tutto quel bruciore prima si attenua, poi si annulla
resta solo una cicatrice su di un ego distratto.
Forse certi momenti andrebbero cancellati
quando vanno a banchettare sulle nostre fobie
forse certi momenti andrebbero tutelati
quando separano il giusto dalle follie.
Ma la verità è che ci riempiono l’anima
che viene avvolta dal fuoco del mondo
impedendoci di vivere una vita anonima
non muoiono mai, diventano rumore di fondo.
VOCE NEL VENTO
Voce nel vento portata da un suono
che echeggia da un posto lontano
rassomigliante al rumore di un tuono
che rimbomba nel cielo nostrano.
Portami via, spaventato lo sono
non basta la coperta di un divano
a far tacere il tremendo frastuono
di un bimbo che chiede una mano.
Voce nel vento gridata da un uomo
che abbraccia un atroce destino
perché infondo all’animo si sente buono
ma è obbligato a finire il bambino.
Forse pentito implora perdono
prima di metterne un altro nel mirino
a quel suo dio che è diverso ma pur buono
che non lo giudichi un assassino
Voce nel vento gridata da una madre
che tra i corpi cerca il suo bambino
orfano da tempo ormai di suo padre
unica gioia in quel mondo meschino.
Gli sia fatta forza da qualche parente
se non lo sentirà giocare in giardino
e chieda a dio che illumini la gente
per cambiare quell’assurdo destino
Voce nel vento non udita dall’uomo
che gioca con il suo bambino
che non sia sordo al rumore di quel suono
voce nel vento, si può cambiare quel destino.
UNICA, L’UNICA
Senza sapere quale fosse il motivo
il tuo sorriso ha riempito i miei vuoti
tuo soltanto è il merito se sopravvivo
sguardo dolce, un po’ amaro, ma mi scuoti.
Non ho mai capito cosa volesse il destino
potrei decidere di non dipendere da lui
vivere per combatterlo illude, mi tiene a freno
ormai vivo della tua luce nei miei attimi bui.
So già cosa vuole l’ansia con la sua pistola
soltanto il freddo del suo cinismo mi basta
che tanto se la ignoro ciò non mi consola
sogno di cacciarla via per sempre dalla mia testa.
Di tanto in tanto capisco che ho te
avere questa certezza ammazza ogni niente
un’altra mattina vedo il tempo com’è
piccola e fragile, tu nutri la mia mente.
Te l’ho sempre detto che mi hai colpito in pieno
tra la gioia e la gelosia di chi non voleva
le frustrazioni di chi sputa addosso il suo veleno
mie e tue, il resto è meglio che si leva.
Braccia e gambe funzionano e si muovono insieme
mi dicono che vogliono averti per sempre
giro lo sguardo e ti spio mentre l’animo freme
intorno a me il tuo sorriso scioglie il freddo di dicembre.
Ho visto già cos’altro mi offre il mondo
capito che a parte te non è poi così bello
che non vale la pena di vederlo fino in fondo
sei tu che lo colori, tu sei il suo acquerello.
Unica ragione del mio cercare un futuro
lo scoprirò e lo vivremo qualunque esso sia
sarai bellissima, scavalcheremo ogni muro
sempre l’unica ad entrare nella vita mia.
J.
- ha soltanto vent’anni
forse è più vecchio il suo mitra
non so se avesse altri sogni
ma adesso lui serve la patria.
Della sua vita ha perso le redini
il suo nome l’ha quasi dimenticato
perché adesso lui esegue degli ordini
e chi lo comanda lo chiama soldato.
- sta lavorando duramente
si prepara a qualcosa di brutto
lo rassicurano continuamente
ma lui non ci crede, non è ancora matto.
Eccolo lì mentre varca la soglia
di una terra che lo odia così tanto
con la paura che quasi lo imbriglia.
C’è odore di morte mischiato col vento.
- sta tremando ed ha nostalgia
nella sua notte che è nero pece
mentre il nemico ha fiutato la scia
che lui lascia strisciando sotto voce.
Un lungo silenzio interrotto da un lampo
seguito da un frastuono assordante
e per il soldato si è fermato il tempo
lui adesso non teme più niente.
- è tornato in un feretro
dicono a sua madre di esserne fiera
non ha visto nemmeno il suo scheletro
ciò che ha di lui è solo una bandiera.
Gliela consegna un ufficiale impettito
sublimando le gesta del figlio amato
almeno j. qualcosa ha ottenuto
ha di nuovo un nome non è più “un soldato”.
SDRAIATO PER TERRA
Si cade per terra perché si cammina
perché forse chi ci accompagna non tiene
perché forse nessuno ci sorregge o trascina
perché forse, qualche caduta ci fa bene.
Cadere per terra ci riempie di veleno
per fare anticorpi è un passaggio essenziale
ma seppure ci serve a cadere di meno
cadere da soli fa sempre più male.
Ma fin quando qualcuno tenderà la sua mano
fin quando qualcuno ci darà del respiro
fin quando qualcuno ci dirà: “piano piano”
senza neanche volerlo ci avrà offerto riparo.
Chi ci aiuta col cuore merita attenzione
in questo mondo avaro o quantomeno ingordo
ma per la maggiore è solo apparenza, finzione
e chi lo ha sentito finge di essere sordo.
Dicono che la vita sia puro destino
dicono che vivere sia applicare un teorema
dicono: “dormi di notte, alzati il mattino”
ci dicono cosa dire, è questo il problema.
Credo che cadere ci fortifichi l’anima
e dopo averla uccisa e sventrata, la rimonta
di ogni suo sospiro, di ogni sua lacrima
in realtà per chi cade, ciò che credo io non conta.
Ma è sdraiati per terra che si capiscono gli errori
si analizzano le persone di cui ti fidi o non ti fidi
sdraiato per terra ho scorto buio e bagliori
sdraiato per terra, ho capito chi sta in piedi.
TREMA
Qualche volta l’ho guardata negli occhi
stanco di tremare in un angolo
con l’adrenalina che raggiungeva i suoi picchi
ma convinto di voler uscire dallo spigolo.
E lei mi ha fissato di rimando
convinta che abbassassi la testa
così spavalda, nell’accarezzarmi sorridendo
non abituata a sentire il mio “basta”.
Restando in piedi, faccia a faccia, con lei
ha assunto le forme dei miei timori
ma gli esami, la vita, i piagnistei
erano soltanto sottofondo, rumori.
Ha capito che ormai ero pronto al peggio
che non avrebbe ottenuto il mio assenso
ha sentito la puzza del coraggio
e udito il frastuono del mio silenzio.
Ha continuato a colpirmi alle spalle
al cuore, all’anima, al mio viso
ma era l’ultimo arrembaggio di un folle
aveva paura del mio sorriso.
Era forte con la mia debolezza
come è successo il più delle volte
ma con questo spirito ogni catena si spezza
anche il mio debole era per lei troppo forte.
Ogni volta che la guardiamo negli occhi
vuol dire che il nostro cuore è una lama
non può fermarci ne con spade ne con trucchi
lei lo capisce, si dissolve, e poi trema.
BRUCIA
Brucia,
come fuoco l’ardore che hai dentro
quando combatti per quello in cui credi
tra ferro e catene affronti ogni scontro
tra sangue e lividi sei ancora in piedi.
Come una lacrima versata nel deserto
ormai consapevole di dover scomparire
così vive i suoi istanti a cuore aperto
ma seppur rassegnata non vuole morire.
Bruciano,
le delusioni di un sentimento perduto
seppure ci continui a combattere
ma ti accorgi che è tutto finito
quando il cuore ha smesso di battere.
La colpa è tua, è sua, del mondo
che in realtà è sempre lo stesso
è chi hai frequentato o stai frequentando
che te lo fa vedere in modo diverso.
Bruci,
come benzina mentre insegui i tuoi sogni
come paglia mentre la guardi e la stringi
se non ci credi lentamente ti spegni
se non la ami è ancor peggio se fingi.
E’ una melodia che ti rimbomba in testa
la magia delle cose belle della vita
l’ironia di chi non c’è ma dentro resta
la follia in una notte stellata.
La vita,
un fiammifero pronto a divampare
e che ci consuma inesorabilmente
ma in realtà è meglio vivere e bruciare
invece di morire spegnendoci lentamente.
PIENO DI NIENTE
Ville al mare, soldi a palate
“Andiamo al bar”. Offri sempre tu
Jeans firmati, giacche vellutate
dodici auto e dici:”Ne ho di più”.
Pellicce, gioielli, le minigonne
compri tutto ciò che dio danaro ti da
motociclette, cappelli comprese le donne
e poi le getti via quando ti va.
Non c’è problema se perdi al gioco
domani vai in discoteca col frak
così recuperi i soldi in poco
con le pasticche, l’eroina e il crack.
Avvicini il tipo: ”Ti do il paradiso”
per trenta euro ti vendono l’anima
e che ti frega di chi resta ucciso
il paradiso era una loro fisima.
È quasi ora hai rifatto i milioni
prima di andare fai fuori quel tipo là
nel vicoletto vicino ai bidoni
non ha pagato e questo” Non si fa”.
Occhio al coltello c’è una volante
ma se ti vedono non sei nella merda
“Ora ti pago in valigia ho il contante”
vinci o pareggi non sia mai che tu perda.
Sai che ti dico? Tieniti l’oro
la malavita mi offusca la mente
comprati pure una corona d’alloro
hai proprio tutto, sei pieno di niente.