Cristiana Varletta - Poesie

STORIE DI SCARPE

Un uomo aveva solo due paia di scarpe. Un paio di mocassini formali, lucidi, che andavano bene x tutte le situazioni e un paio di scarpe tipo pantofole, non bellissime ma comode e non dozzinali erano originali, anche un po’ trasgressive, pitonate con due bei pon-pon che facevano morbidezza. In realtà aveva un paio e mezzo di scarpe, una delle pantofole si era lasciata prendere dalla figlia dell’uomo che ne aveva fatto una sorta di porta oggetti. Così quella scarpa così strana, rimasta sola sotto il letto, era destinata a impolverarsi e questo le dispiaceva.

Un giorno però, un benedetto giorno, l’uomo, assonnato e distratto, mentre si preparava per andare al lavoro, si confuse e mise la pantofola nel piede destro, il mocassino a sinistra e uscì. Uhhhh! Come era felice la pantofola! Non le sembrava vero di poter uscire per strada!! Mostrava i suoi pon-pon, decisamente vistosi, con fierezza e pur appartenendo al piede destro, perché era stata sempre indossata lì, avrebbe calzato anche il sinistro dalla contentezza. Certo, non sapeva come si sarebbe trovata con l’altra scarpa ma il mocassino, così formale, era divertito da tanta originalità. Lui sempre lucido allacciato e composto (giusto x ogni situazione), guardava i pon- pon come volesse toccarli e poi il pitonato gli piaceva. Incredibile, quei due fecero un tratto di strada insieme come se fossero dello stesso paio. L’uomo camminava speditamente come mai aveva fatto prima, il piede destro che di solito gli faceva male, per una questione di calli (la pelle indurita andrebbe sempre eliminata), era così simile al sinistro in quella ciabatta!  Sentendosi inspiegabilmente comodo, quel signore d’istinto abbassò lo sguardo e si accorse dell’errore.  All’inizio scoppiò in una grande risata e la ciabatta, vedendolo felice, era al settimo cielo, ma, in ogni caso, un errore è un errore. L’opinione pubblica ci convince da sempre che con una scarpa e una ciabatta, non si può camminare. Infatti, la gente per strada guardava, commentava, derideva l’uomo e lo prendeva per matto. D’altra parte, anche il mocassino risentiva molto di quegli occhi puntati addosso, quindi si ritenne che fosse meglio ricomporre il paio originale, quello giusto, rassicurante, che già si sa come è fatto.   L’unica cosa da fare era rimediare allo sbaglio, tornare a casa e mettere la scarpa giusta.  L’uomo corse per strada e per le scale e poi, una volta in camera, col piede destro lanciò la ciabatta, infilò il mocassino e …al lavoro.  Nel volo la ciabatta lanciata in aria vide tante cose, vide il mocassino rassicurato dalla presenza della compagna e osservò la stanza da una posizione diversa, dall’alto perché si era elevata e non le era mai stato concesso. Cercò anche la sua compagna sul mobile…(chissà se l’ avrà trovata???) In ogni caso, la pantofola era felice perché, oltre che di camminare, quell’errore, le aveva concesso di volare! (continua……)

MORALE: Non lasciare che la polvere si posi sulla tua vita, a volte quello che può sembrare un errore si rivela un’esperienza con aspetti piacevoli. Prendi ciò che la vita offre e pensa sempre positivo. Regala agli altri tutto quello che puoi dare, ognuno è unico e originale in qualche modo. Cerca di cambiare il mondo, si può fare se c’è convinzione anche con “una scarpa e una ciabatta”!

 

STORIE DI SCARPE

Povere scarpe, quante ne devono sopportare!!!  La loro vita è un insieme di rapporti complicati, fin dalla nascita.

Innanzitutto le scarpe nascono già con una compagna, non è che se la scelgono, gli viene messa a fianco dal “creatore”. È lui che decide per tutti! Per farsene una ragione, le scarpe raccontano delle storie sulla sua potenza e su come sia ineluttabile il suo giudizio, organizzando dei ritrovi dove spesso è solo uno a parlare e tutti gli altri a rispondere con frasi fatte e ripetitive. In ogni caso non cambia la sostanza; la dottrina del creatore dice che le ciabatte devono stare solo con le ciabatte, i sandali solo con i sandali e così via. Insomma, se una delle scarpe si innamorasse di un modello diverso da sé vivrebbe un’esistenza a soffrire e a cercare di affermare la propria libertà, con inevitabile confusione dei piedi che, abituati ad uno stato precostituito schiaccerebbero, in senso letterale, ogni tipo di iniziativa rivoluzionaria.

Per non parlare dei parenti. Beh, quelli non li scegliamo nemmeno noi, ma almeno possiamo lamentarci. Ci possiamo allontanare da quelli scomodi e scegliere persone che invece siano per noi punti di riferimento. Le scarpe no, perché ognuna di loro appartiene ad una grande famiglia. Al massimo le ciabatte possono legare con le scarpe da mare, trovando posto nello stesso ripiano della scarpiera, ma mai e dico mai col decoltè. E non si possono lamentare, con grande rammarico dello “zoccolo” che da sempre vorrebbe farlo, a causa degli atteggiamenti libertini di madre, sorelle e compagna.

Ehh, i sentimenti non sono mai di facile gestione, nemmeno per le scarpe! E la libertà di amare è molto difficile da conquistare, più di quanto si pensi! Ma non è impossibile!

MORALE: Ama, sempre, comunque e ad ogni costo!


IL MARE E LA SPIAGGIA.

Si ode a distanza lo sguardo del cielo,
che canta commosso, togliendole il velo,
la storia d’amore tra il mare e la spiaggia,
dolcissimo idillio e passione selvaggia,
tra esseri e animi tanto diversi,
che vogliono vivere e appartenersi.

Il vivido amore scatena l’invidia
di chi senza onore insudicia e odia,
così un maleficio su loro si abbatte
ingannando le stelle, le luci distratte,
e anche la luna che in ogni tempo,
protegge gli amori dal fallimento.

Il mare non cede al destino che oppone,
la gioia infinita alla desolazione
e impavido muore ogni volta che dona
se stesso alla spiaggia che in lui s’abbandona.
Il mare la bacia, la prende e poi fugge
e quello staccarsi un po’ li distrugge,
ma non lascia mai ferite profonde
perché il mare torna alla spiaggia nell’onde.


L’AMORE E L’ATTESA

 

Ascolto il battito dei miei pensieri
e in quest’attimo che profuma di ieri,
mi accorgo del nulla che esiste
e del sogno di fanciulla che insiste
testardo e forte a farmi sperare
nella buona sorte e nel diritto di amare.
Ascolto il battito del respiro,
perso nell’immagine reale che rigiro
a sembrar sorriso,
interpretando il paradiso
mentre è tutto così chiaro,
l’amore è un sentimento raro che comprende
e che prima di morire…attende.


 

ESSERE

 

A volte vorrei essere piccola piccola
per abitare senza esser peso
nel cuore di qualcuno.
Una fiaccola, un fuoco acceso,
che dà calore e non brucia nessuno.
A volte vorrei essere un gigante
per essere visibile a chi è importante,
anche se è impossibile
per chi ha un animo scostante.
A volte invece sono niente,
un vuoto nella mente,
un pensiero inesistente,
un battito silente.


LA LUNA AL SOLE…

Non è tristezza,
è solo un dolore che il cuore ti strizza,
è solo un attimo senza respiro,
è solo un sogno vampiro
che succhia il bene provato,
è un dannato senso di vuoto che morde la gola,
è qualche parola che vola sull’entusiasmo
che porta allo spasmo.
È solo un istante creduto importante
Ma…sei già distante.


CONDIVISA SOLITUDINE

 

Quanto siamo soli… tutti quanti,
istanti distanti
di un tempo che non passa,
ma fa cassa.
Accattoni di consenso
e di frasi senza senso,
utili a dire ciò che non siamo,
predicando invano
il rito quotidiano dell’essere immortale,
senza una morale.
Quanto siamo tristi tutti quanti,
pagliacci danzanti
in un circo condiviso,
dipinti con sorriso di circostanza,
ma chiusi in una stanza
che chiamiamo vita.
Una storia infinita di lamenti
tenuti stretti dai denti
che mostriamo per difesa.
La mia coscienza si è arresa
davanti al niente
e davanti a chi non riconosce
ciò che sente.


 

FI…DARSI

 

Se chiudi la porta in faccia alla tenerezza
non sentirai più la brezza
che accarezza i pensieri,
quegli atti sinceri
che portano a donarsi.
Può darsi che l’intento sia giusto,
ma provo disgusto
per chi condanna l’intenzione
della buona azione
come stratagemma
per arrivare ad uno scopo.
Che poi basterebbe così poco
per tenersi…
Basterebbe fidarsi.


 

PARLANDO CON UN TARLO

 

Quasi nessuno sa leggere la solitudine dentro il sorriso,
la dignità di una ruga sul viso,
il bisogno di ricevere in una carezza data,
l’estrema serietà in una cazzata.
Il pensiero tenero in un gesto
un “ti amo” perso nel “ti detesto”,
un sogno in una vita normale,
la leggerezza di una persona che vale.
Quasi nessuno sa farlo,
è questo il mio tarlo.


 

PERSI…NELL’INFINITO

 

Scappo…

ti cerco e di soppiatto

trovo il tuo sguardo distratto.
Di scatto raggiungo il mio posto nascosto,

un anfratto.
Penso,

sorrido.

Imbratto la testa pensando in un letto disfatto,

e vivo un sussulto inadatto a celare il misfatto.

Sbatto le ciglia,

arrossendo al mio sguardo rifratto

mentre un gatto miagola alla luna dal tetto.

Amo,

sorrido.

Sei matto a pensare che l’animo mio rimanga intatto

se osservo persa un tuo ritratto.
Chiedi al mio cuore il riscatto, perché l’hai rapito…

e sogno un contatto che sa d’infinito.


 

POESIA

 

Non c’è poesia che l’anima non abbia scritto
e quando l’uomo si arroga il diritto
di firmare ogni verso
già egli s’è perso nel bosco profondo
che soggioga il mondo.
Poesia è per l’animo e non per la gente…
Non servirà a niente il lavoro indefesso
che vuole il successo…
Poesia è trovata e persa
in una giornata tersa…
Poesia è stupore…
In un attimo di vivido amore.


Passione

 

Unico corpo in un unico fuoco

a ragione o a torto,

con tanto e con poco.

La fiamma alimenta la prima scintilla,

il calore aumenta, la carne brilla.

Se fare l’amore per pura passione

Stimola i sensi e la concessione,

amare l’altro follemente

prende all’unisono il corpo e la mente.

È un universo immenso e vicino

Che accoglie ogni essere e lo rende divino,

lasciando ai mortali un flebile amplesso

figlio legittimo di un gioco di sesso.


Occhi negli occhi

 

Cos’è che rende l’anima così tiepida adesso? Cos’è?

Mentre  cammino, mi perdo

e tutto ciò che mi rimane impresso è il suono che sento in silenzio.

Dov’ero un istante fa? In un pensiero repentino? In un calice di vino assaporato e consumato ma che rimane nel gusto?

Non so se sia giusto farsi domande,

mentre il tempo si espande in mondi lontani.

Non so se il domani sarà grato al dubbio celato.

Ma so che il passato non si perde,

magari rimane imbrigliato in un istante sempreverde di risa e leggerezza.

Magari sarà solo la tenerezza che si incontra vivendo,

in un quadro di stupidi sguardi o negli azzardi amorosi.

È  tardi,

pensieri chiassosi dipingono frasi con poco senso

e senza consenso torno a perdermi nel mondo.


 

Senza titolo

 

Basterebbe così poco per regalarsi sorrisi.

Un’attenzione inaspettata, uno sguardo d’intesa, un buongiorno sentito.

Basterebbe la gentilezza,

una delicata carezza oppure solo riconoscere le buone intenzioni della gente.

Ma niente,

ci siamo abituati a nascondere la piacevolezza,

a fuggire da qualsiasi buon sentimento

e nel frattempo siamo diventati aridi per difesa.

Ci utilizziamo e ci consumiamo come i piatti pronti del supermercato,

anche se al palato il sapore è diverso.

Abbiamo perso il gusto di assaporare

Per la comodità di trovare tutto a portata di mano.

È più semplice, più veloce …ma non è sano.


Malessere

 

 

A volte mi sento stanca,

stanca di rincorrere sogni,

stanca di volare con la fantasia e di immaginare.

Stanca di raccontarmi che è tutto a posto

che domani sarà meglio.

A volte mi sento stanca di elemosinare attenzione,

che poi se la cerchi non senti più emozione.

Mi sento stanca di cercare  l’appiglio nello scrivere,

per poi rileggere e compiacermi per qualche parola ben assestata.

A volte mi sento svuotata.

Sono una persona complicata, sono uno scarabocchio da interpretare.

Ma nel bene e nel male… sono.


l’uomo e l’albero

 

L’albero disse all’uomo: – Non potrai mai perdere nulla di ciò che è in te; non perderai il rispetto, se rispetti… non perderai alcuna persona, se ami …e …non perderai fiducia negli altri, se hai fiducia nella vita.

Ma mentre lo diceva perse le foglie.

L’uomo allora rispose:- come puoi sostenere ciò che affermi se stai perdendo una parte di te?

L’albero lo guardò sorrise e disse:- Non sto perdendo nulla di ciò che non voglio donare. Le mie foglie sono un dono alla Terra, per lei saranno nutrimento. Tutto ciò che di noi doniamo agli altri, ritorna in modo diverso.

E l’uomo replicò:- Se la Terra non volesse il tuo dono? Se fosse arida e non tornasse nulla?

L’albero scosse i rami, le foglie volarono nel vento, poi rispose:- Da qualche parte ci sarà una Terra che si nutrirà di me. Ho radici profonde che sapranno trovare acqua e al bisogno cresceranno ancor di più. Conserva forte le tue radici, uomo, perché solo riconoscendone la forza potrai vivere consapevole di ciò che sei. Fatica e dolore si presenteranno nel percorso e potranno ferirti, ma tu ti curerai sognando. Il sogno è un tentativo di farci assimilare cose non digerite. È un tentativo di guarigione.

L’uomo decise così di mettersi a camminare, tenendo nelle tasche i sogni, nella testa il suo percorso e nel cuore….tutto l’amore possibile.