Cristina Lezzi - Poesie

E sei paralizzato dall’inutilità

Dal nulla che ti circonda.

 

   Ricordo

 

Ricordo senza ansia di attesa

Di nostalgia senza speranza

Le stelle hanno spento la luce

Se le guardo ti rivedo ancora

Poi continua questa corsa senza tempo

La vita è anche accettazione.


A mia madre

 

La mia vita è passata in un deserto

Povera madre mia

Ascolto, senza poterti consolare

La verità basta a sè stessa

ma le lacrime che scendono giù

Su quel tuo viso

Stanco, eppure quasi di seta

Mi fanno più male

Della tua assenza.


Con te una vita

 

Tu solo: una vita

Incanto che non finisce mai

Sarà l’amore ed avrà il tuo volto

Sarà un mare calmo, verde, azzurro

Amore, amore dolcemente mio

Amore tu solo

Amore che mi avvolgi come una seta

Amore strada mai percorsa

Con te una vita

 

Nel mare dei ricordi

Il suo volto era eterno

Le sue parole interminabili

I suoi occhi diamanti

Il suo sorriso un raggio di sole

Richiuso nel cielo del mio amore.

 

Come pietre

Senza cuore

Impassibili

Essere

Solo questo conta

E non sempre

Veder soffrire è più semplice

Dello stesso soffrire

Ora possono i miei occhi

Riempirsi di lacrime

Così 

Senza una vera ragione

Mai un dolore

Più autentico

Ascoltare

Una voce di madre

Che penetra nelle radici più profonde

Dell’essere

Comprendere

È così che si soffre da soli

Una domenica mattina

Dentro una buia cappella

 e di fronte il sole

Sento che quel dolore non è estraneo

Sento che devo appoggiare la mia mano

Su quella spalla 

Un tempo estranea

E se pur ci sono state 

Delle parole

Avrebbero potuto anche non esserci

Ci si può capire così

In un istante

Quando il significato

Folgora la mente

Intenso

                   

 

Questa vita è solo mia

Come la solitudine

Che mi aleggia intorno

Dietro quella porta 

C’è un non senso

Più pesante di quello che mi porto dentro

Si richiudono gli occhi 

Lentamente

Ed è ancora così

In ritardo sulla vita

O sul desiderio di vita

Non lo so

Non importa

È solo che manca il presente

È sempre una dimensione diversa

Passata o futura

Comunque areale


A tutte le donne come me

 

Siamo ancora qui

Con i capelli arruffati

I vestiti scompigliati dal vento

In tumulto

Gli occhi ancora arrossati

Strette le une alle altre

L’insoddisfazione

Come sempre ci prende

Ora che impervia la rabbia

Per le promesse mancata

O per le sollecitazioni

Che hanno sempre un poi

Ora che il pugno si stringe

E la stretta fa ancora più male

Per quel poco che non accontenta


A Silvio

 

Con quegli occhi privi di espressione

Puoi parlare anche del futuro

Con naturalezza e serenità

Con gesti sicuri

Quelli di sempre

Ma per me sembrano avere 

una certa immanenza

e la sorprendente capacità di sorridere

la rassegnazione è sempre tanto grande 

e si ha più coraggio per se stessi

che per gli altri

ed è per questo

che anche il solo pensarti

con silenziosa tristezza

mi crea sgomento 

e cupo rimorso

ed anche oggi si aggiunge

una nuvola in più

si ha sempre paura di essere felici.


A mio figlio

 

Vorrei darti quel bacio

Rimasto sempre un sogno

Sospeso fra cielo e terra

E che solo la notte 

Si posa furtivo su di te

 

Irreale

Il tuo sguardo mi avvolge 

Tenero

Melodia soave

Intensa

Penetrante

E mai è stato più bello

Il sentirsi presa totalmente

Da qualcosa di diverso

Da questo te stesso

 

Posso scoprirmi altra da me

Opposta al mio essere fino ad ora

Opposta a questa realtà troppo ristretta

Mi guardo dentro

E posso conoscermi 

E non conoscermi 

Al tempo stesso