Lettere
Le tue parole sulla carta mi uccidono
sono parole interrotte ,tronche
che si affacciano sui burroni
e io ho bisogno di amore ,di fluidità
di parole che carezzano il viso
che bacino i capelli
ma tu tagli ogni parola a cui cerco di aggrapparmi
sei sterile quando scrivi
così diverso da quando parli
quando mi stringi nel tuo calore
che mi rimane addosso nell’inverno ghiacciato
abortisci l’amore ogni volta che getti inchiostro su un foglio
parole come mozziconi di sigarette
io ho bisogno di frasi piene ,tonde ,galleggianti ,salvifiche
traboccanti con mille braccia
ma sulla carta le tue parole sono scarne ,scavate ,concave
smozzicate come unghie mangiucchiate
parole sverniciate corrose dalla lontananza
Un taglio nella notte
Occhi trafiggono occhi
nello spazio di un pensiero
che ti lancio severo
come un taglio nella notte
non puoi andartene questa volta le mie lacrime hanno
catene
sono più forti dell’amore che mi neghi
ogni volta che si risveglia l’inverno
Neve
Mi ricopri come neve
sei freddo
sei irreale
scivoli su di me
vieni giù dal cielo senza pietà
e porti un lento sonno
un abbraccio crudele
che mi avvolge al silenzio
Mi ricopri come neve
scendi sui miei occhi
non hai lacrime per me
mi abbandoni in questa estate
dove tutto è sole e tu sei neve
Ladra
Sono una ladra
rubo tempo
rubo parole
rubo affetto
rubo gesti
rubo calore umano
mi sembra di scassinare le porte del tempo
le porte dell’intimità delle anime degli altri
mi sento ladra anche in casa mia
mi muovo scoordinata dal freddo
in solitudini che conosco
qui non ho carezze da rubare
sono povera nelle presenze
rubo attenzione
così voialtri mi fate sentire come una ladra del vostro amore
rubo baci e carezze
che lui mi da con la fretta di chi si congeda prima di rientrare nella sua vita
con un tuffo veloce che lascia schizzi d’acqua attorno al vuoto
io non ho vite a cui tornare
e l’unica cosa che vorrei veramente rubare sono le vostre identità
La solitudine affila il coltello
La solitudine ha il coltello
che affonda la lama nell’abbandono
ogni volta che mi muovo nel silenzio
ogni volta che non ti penso
ma la malinconia mi bacia appassionata
é presente quando non ci sei
non so cosa cerchi vieni e vai
so solo che la solitudine ha il coltello
e può colpire e ferire ogni volta che ti allontani
la malinconia mi bacia appassionata
si finge mia amante
ma la solitudine sta affilando il coltello
Il mio orizzonte
Come vorrei una parola da rubarti
qualcosa da trattenere
da portare a casa
da cullare in una mano
da conservare e consumare di occhi e sale
quando inizia l’attesa di qualcos’altro
che non sarà mai come vorrei immaginato
né un sospiro
né lo sguardo diversamente posato
ogni cosa rimarrà dov’è
immutabile
non avrò mai la tua mano tesa verso il mio orizzonte
il mio orizzonte sarà solo mio
riempito di me
con le impronte delle mie dita
e lo sconfinato rumore del mare della solitudine
Amore che pretende di essere vita
Amore abbandonato al buio
messo all’angolo
immerso nella notte
chiuso nella soffitta
polverosa e senza luce
cerca una fessura
uno spazio in cui entrare
un eco di ritorno
vuole essere fuoco
non vuole rendere la sua luce un deserto di cenere
è un amore che pretende di essere vita
di uscire dall’ombra
di essere irradiato dalla fiamma del giorno
Blu elettrico
Ci sono notti blu elettrico
saettano come temporali
grandine che rimbalza sui davanzali
scie di rabbia lungo i vetri
nel fulmine dell’ultimo grido
che mi assale nel sonno
con occhi di gatto
e denti da giaguaro
Ritorni
Riappaiono angosce come schegge
ritorni di cenere
che aggrediscono ciò che rimane
di me stessa
treni che portano a vecchie destinazioni
stanze sgombre
deserti immensi
vuoti illesi
bruciano di solitudine
ritorni all’epicentro del mio
dolore
io amo le partenze
attendo il movimento
e non vorrei più ritorni nei
luoghi del silenzio
Da una foto
Il suo volto al sole
pochi tratti , tanti anfratti
la malinconia che splende amara
non c’è buio che non nasconda un po’ di luce
anche un volto che non ti vede
che non ti sente
piegato su se stesso
possiede una sua aura luminosa
una specie di ultima eclissi