Cristina Turchi - Poesie

Area di permanenza

 

Passerai.

Ma non subito.

Ti prenderai del tempo,

il tempo necessario,

per uscire da me.

Ed io mi prenderò del tempo,

del tempo per raccontarti

che il cuore non ha vie d’uscita,

ma solo porte d’ingresso ed

un’area di permanenza.

In cui tutto resta.

In cui tu resti.

In cui tu resterai.

Sempre.


 

Avrò bisogno di te

 

Avrò bisogno che tu resti,

questa volta.

Avrò bisogno dei tuoi abbracci,

quando il cuore cerca te.

Avrò bisogno dei tuoi occhi,

quando il mio mondo diventerà buio.

Avrò bisogno delle tue mani,

quando le mie non basteranno per costruire.

Avrò bisogno dei tuoi respiri,

quando i miei saranno deboli.

Avrò bisogno dei tuoi baci,

quando la fame d’amore diventa insaziabile.

Avrò bisogno della tua forza,

quando la mia si tramuterà in debolezza

Avrò bisogno delle tue gambe,

quando le mie non mi permetteranno di correre lontano.

Avrò bisogno delle tue stelle,

quando il mio cielo diventerà notte.

Avrò bisogno di te!

E tu, avrai bisogno di me.


 

Fiamme

 

Qui dentro, gli ostacoli, sono sempre più alti;

E le mura diventano impenetrabili,

tanto da chiudermi le vie.

Ma ne troverò di nuove.

A costo di scavare a mani nude.

A costo di volare oltre.

A costo di pregare con l’anima in fiamme,

pronta a bruciare tutto.

Andrò oltre anche questa volta.

Dio dammi la forza di non fermarmi qui!

Appicchiamo questo fuoco Insieme

e bruciamo tutto quello che non esiste,

tutto quello che non è reale.

Alimenta le fiamme di quest’anima;

Guardala bruciare e

creare nuovi varchi.

Andiamo avanti.

Aiutami, ti prego!

Andiamo oltre anche questa volta.

Insieme.


 

Quella notte

 

Ci spogliammo un po’ di tutto, quella notte.

Lui mi tolse i vestiti di dosso ed io

cominciai spogliandolo dalle sue paure più profonde.

Volli asciugare dalla sua pelle

le lacrime di tristezza

di cui era completamente intriso.

Decise che avrebbe voluto bermi a piccoli sorsi,

quella notte,

ed io glielo concessi.

Gli avrei ceduto l’essenza del mio amore più vero,

facendolo con lui.

Niente cose senza senso,

niente sospiri sprecati,

niente carezze vuote.

Solo un concentrato di desideri;

di quella voglia di essere sua e concedergli di avermi;

Di avermi tutta per se,

di avermi nel buio di quella notte,

in cui nessuno ci avrebbe visti.

Dentro quella stanza fummo in molti,

quella notte:

io, lui, le nostre paure, i desideri, l’amore e

la notte.


 

Scrissi d’un amore (in)finito

 

Scrissi d’un amore finito.

Declinato sotto al ciglio dell’orizzonte.

Mai più giorno vi fu.

Mai più sole.

Mai più rumore di risa.

Mai più baci, né carezze.

Fu il gelo, e fu inverno anche d’estate.

Fece buio qui, dentro al cuore.

Le tenebre accecarono gli occhi e dispersero la mente.

Mai più amore vi fu.

Mai più gioia, né pace.

Dolore lacerante sopravvisse;

Scorticò la carne e frantumò le ossa.

Urla disperate graffiarono la gola, e

gocce d’odio bagnarono il viso.

E fu notte.

Più lune mutarono sembianza, su trama di nero stellato.

Poi,

luce di sole risorse, inizio avvenne,

su mare di deserto, radura infinita di nulla.

Crepe di ghiaccio si ruppero porgendo la vita a flebili germogli.

Primavera di vita successe.

Battiti d’ali nel petto, respiri di luce e

dolci pensieri, sgorgarono.

L’inverno finì.

Sogni di vite vive riempirono ciò che restò della notte.

Alba di speranza sorse all’orizzonte.

Il Sole rinacque.

E amore vi fu.


 

Incastri

 

I rapporti sono tutti una questione di incastri.

C’e chi arriva con un buco nel cuore, che

a guardarlo meglio è una serratura e

chi porta con se una chiave,

quella chiave.

È tutta una questione di incastri.

È tutta questione di fiducia

se tu non innalzi muri e

mi permetti di aprire le tue porte.

È tutta una questione di amore

se io ti apro il cuore,

ti faccio entrare e

ti mostro tutto quello che ho.

Scegli tu la chiave,

quella che vuoi,

quella che apre,

quella che spalanca le porte.

Ed io lo farò.

Perché è tutta una questione di incastri,

tu hai una serratura ed io la chiave.

È tutta una questione di incastri.

È tutta una questione di fiducia.

È tutta una questione di amore.


 

A, noi

 

A, noi.

Sì, perché con la A

possiamo fare tutto ciò

che ci è necessario.

Con la A possiamo,

per esempio,

Avvicinarci,

l’uno all’altra; possiamo

Annusarci,

possiamo anche

Accarezzarci, se vogliamo. Possiamo

Abbracciarci poi, e trovare

rifugio dentro le nostre braccia.

Possiamo

Accudirci; possiamo

Ascoltarci,

fino in fondo al cuore

e per questo, possiamo

Apprezzarci ed

Accettarci.

Possiamo anche

Accenderci a vicenda; possiamo

Accostarci e possiamo

Amarci; cominciando a fare l’Amore.

Sì, possiamo Amarci,

e tanto anche!

Possiamo?

Tu che dici?


 

Tre centimentri

 

Tre,

i centimetri che

mi separano dalla tua pelle.

Tre centimetri

tra i miei occhi ed i tuoi.

Tre,

solo tre centimetri

tra l’incontro dei nostri pensieri.

Tre,

i motivi per cui avrei potuto annullare le distanze.

Tre,

le ragioni per cui avresti potuto farlo tu.

Tre centimetri

tra le nostre differenze.

Tre,

tra le nostre uguaglianze.

Tre;

Solo tre centimetri,

da te.


 

Ti dirò ciò che è bello di te

 

Ti dirò ciò che è bello di te.

A partire dal tuo essere;

Soave e leggero,

che come piuma,

accarezza.

Ti dirò ciò che è bello di te.

Il sorriso,

mezzaluna di

argentea luce raggiante.

Ti dirò ciò che è bello di te.

Gli occhi,

Specchi profondi di un universo infinito:

il tuo.

Ti dirò ciò che bello di te.

La forza,

che ti sorregge

ed è per te

arma e scudo

al contempo.

In fine,

ti dirò ciò che è bello di te,

meraviglioso:

Il cuore.

Ove abita e vive

la tua essenza più sublime;

l’Amore.  


 

Al mio dolore

 

Ti direi che ti detesto,

che ti odio con tutta me stessa,

che mi hai reso la vita un’inferno,

che non smette mai di bruciare,

continuando a causarti.

Se solo potessi,

estirperei da me stessa

perfino l’ombra della tua presenza,

che gelida, gocciola lacrime amare da piangere e

sa di singhiozzi strozzati a mezza gola,

e di sogni infranti.

Sa di rumore di vetri rotti,

di grida senza speranza;

Sa delle paure più nere

che fanno, di una vita, una tabula rasa.

E invece….

non riesco a dirti nessuna di queste parole;

Perché in fondo, ti sono grata.

Sei stato l’unico con la forza necessaria

a fermarmi,

a mostrarmi la via,

e farmi cambiare rotta.


Ti ho cercato

 

Ti ho cercato,

Amore.

Che poi, cosa fossi

neanche lo sapevo.

Ma chi può dire di conoscerti

con certezza.

Noi esseri umani siamo maldestri

ad amare.

Ci riempiamo la bocca di parole,

qualche carezza ed il gioco

è fatto;

ma no, per l’Amore

questo non basta.

L’Amore vive di sguardi, di vicinanze,

di condivisioni, di emozioni profonde,

di profumi, di silenzi; di quel senso

di appartenenza reciproca

difficile da spiegare.

Solo il cuore sente, là dove

l’Amore giunge.

Te ne accorgi quando arriva,

in punta di piedi e ti pervade in ogni

angolo inesplorato di te stessa.

Ti sorride, ti si avvicina,

ti abbraccia, ti bacia e

ti entra dentro, fino alle ossa.

E… se questo è Amore,

non posso che chiamare te

con questo nome,

Amore.


 

Dono

 

Voglio donarti me stessa.

Non una parte di me qualunque.

Voglio regalarti l’aria della mia libertà.

Di quel luogo, dentro, in cui muto,

nella forma e nell’essenza;

in cui cambio,

in una continua evoluzione.

E questa mia metamorfosi

voglio che sia dono per te.

Non voglio donarti il passato;

ormai non esiste più.

Non voglio donarti il futuro;

sarebbe pieno di incertezze.

Voglio donarti il presente;

oggi, adesso, ora,

le certezze vere di questo istante,

delle cose che restano impresse.

E godere della felicità delle scelte.

Delle nostre scelte.

Le mie.

Le tue.

Donarti la consapevolezza che oggi

ho scelto te per reinventarmi,

e che tu, magari,

hai scelto me per imparare ad amare.

E che, insieme, camminiamo

ed abitiamo

nelle nostre libertà

più vere.


IL TEMPO NECESSARIO

 

Il tempo necessario,

per vedere il mare dentro quegli occhi.

Il tempo necessario,

per riempire i miei sorrisi

delle mille sfumature del suo blu.

Il tempo necessario,

per poter camminare a piedi nudi

sulle sue rive.

Il tempo necessario,

per sentire l’odore del suo oceano,

in un respiro.

Il tempo necessario

affinché le sue onde

s’infrangessero sui miei scogli.

Adesso,

aspetterò;

Il tempo necessario

per l’arrivo dell’alta marea.


Il nostro amore

 

Hai presente quando

mi abbracci stretta e

incominci a baciarmi,

e mi baci tutta …

Ecco.

Lì, in quel momento,

comincia il nostro:

fare l’amore.

Si perché l’amore si sente

e si fa…

E sono due cose diverse.

Uno si sente nel cuore,

l’altro si crea col corpo.

E noi inventiamo ogni volta

motivi che ci conducono

l’uno all’altra;

Fino al punto in cui

ci trasformiamo,

nel momento esatto

in cui siamo così vicini

da diventare una cosa sola.

E creiamo in quell’istante

qualcosa di nuovo in questo mondo:

il nostro amore.


Le donne

 

Le vedi, belle;

E non sai se è il loro profumo

ad arrivarti per primo

o i colori che portano addosso,

le donne, quando vivono.

Le senti arrivare, fiere,

a volte un po’ distrutte ma mai morte.

Avanzano; ed è il rumore

dei tacchi che indossano

a scandire il ritmo del loro cuore,

che cammina a passi svelti.

Dove vanno le donne?

Così attente ad ogni sfumatura

del loro essere. Sole spesso,

armate del coraggio

che le contraddistingue, vanno.

Amano tanto le donne, ridono,

spesso piangono, soffrono,

e mai si arrendono.

Si dice che Dio abbia reso

i loro grembi, generatori di vita

e i loro cuori, scrigni regali

d’amore, ma che la Chiave

se la sia tenuta per se. Ecco

forse, cosa cercano le donne

con tanto fermento…

Cercano l’incontro, l’incastro

della Chiave che le dischiuda

rivelandogli il mistero, della

vera conoscenza di se stesse.


Profumo di limoni (dedicata a mio nonno)

 

Smetteva di rincorrermi il tempo,

in quel tuo spazio di vita.

In quel cantuccio un po’ buio

contornato da vetrate,

in cui tu, come l’alchimista,

custodivi, in grandi vasi di terra cotta

l’essenza del mondo.

Alti rami legnosi e verdi foglie

bucavano l’aria di quella stanza.

E il giallo ruvido dei limoni prendeva

consistenza dentro ai miei occhi;

Mente tu ti aggiravi nella limonaia,

silenzioso e pacato,

dentro il tuo maglione a quadri

bordeaux,

accarezzando i frutti dei limoni.

Di quel tuo amore, nonno,

mai mi dimenticherò.

Né di quel profumo di limoni,

che ancora tengo stretto nella mente.

Né di quel tuo maglione a quadri

bordeaux, che mi hai posato sul cuore

quando te ne sei andato…

Sapevi che mi avrebbe tenuta al caldo

nei miei inverni;

In cui la vita succede,

in cui i limoni fioriscono,

e maturano i loro frutti…

Lo sapevi. Lo sapevi,

ancor prima che accadesse.


Papaveri (dedicata alla mia bisnonna)

 

C’era quel bel tepore nell’aria.

E i fili di erba colorati di verde.

C’erano i papaveri rossi.

C’eravamo io e te.

Tu con gli occhi pieni di

orizzonti sereni.

Io e quel silenzio,

quella pace della terra e

la bontà del cielo intorno.

Tu e le storie dei papaveri,

che mi facevi raccogliere e

spogliare dal loro tenero involucro

per mostrarmi il fiore ancora fragile

che nascondevano all’interno.

Bocciolo dopo bocciolo scoprivo

l’intima essenza

dei papaveri di inizio estate.

In quel momento,

mi hai insegnato a fare

una cosa molto intima:

guardare dentro.

Apprezzare l’essenza

della natura delle cose.

Quanti papaveri scoperti.

Quanta magia in quel gesto.

Non ho più smesso

di spogliare le cose dall’apparenza…

E faccio con le persone

quello che tu mi hai insegnato a fare

con i papaveri d’inizio estate.


La mia solitudine

 

Ho bisogno come l’aria che respiro

della mia solitudine.

Mi ritiro dal mondo,

mi rifugio nei miei cantucci, e

mi riapproprio delle emozioni,

della pace del non giudizio

degli occhi altrui.

Mi isolo nel mio atollo sospeso

tra terra e cielo,

tra le pareti di casa e l’infinito,

varco spazio temporale.

E prego.

Per ricongiungermi alle mie radici

e proiettarmi oltre.

Mi prendo cura di me.

Riordino i pensieri,

ricucio le ferite del cuore,

asciugo gli occhi

e torno a brillare.

Ho bisogno come l’aria che respiro

della mia solitudine.

Spero tu capisca…

E mi lasci libera di respirare.

Libera di tornare a brillare.


Il valore di un uomo

 

E così, voglio dirti, uomo,  

che il tuo valore si misura in base

alla capacità che hai

di tirare fuori dal cuore,

l’essenza in cui risiede il meglio di te.

Così con semplicità,

voglio dirti, uomo,

che il tuo valore si chiama amore.

Perciò, fai della forza,

che Dio ti ha donato,

l’arma con cui demolire le mura

di ghiaccio che ti imprigionano;

liberati dalle tue catene, ed ama!

Così con sincerità, voglio dirti, uomo,

che mai cosa più bella hanno visto

i miei occhi di donna,

della forza d’amore che hai.

Così con il cuore in mano, ti dirò,

che mai cosa più bella,

vedrò in questo mondo,

di un uomo che ama

con tutto se stesso.


Tempo

 

Ti fermi. E scopri che

il tempo non ha limiti,

ne scadenze.

Scorre inesorabile.

Scorre e ti scivola addosso.

Scorre e tu ci cammini attraverso.

E’ un triangolo ciclico di:

passato, presente e futuro;

e tu non può far altro che vivere;

vivere dentro questo scorrere,

scandito da secchi rintocchi

che segnano profondamente.

Stanotte non cambierà nulla;

il tempo continuerà a correre, e

tu continuerai a stingere i denti

e a sognare.

Continuerai a realizzare e a realizzarti,

a cadere e a rialzarti,

mentre lui t’inseguirà

col fiato sul collo,

predisponendosi per te

nel modo che ritiene necessario

affinché tu porti a compimento

il tuo piano.

Non è una questione di minuti,

di ore, di giorni, di mesi, di anni.

Non è una questione di numeri.

È una questione di coscienza.

E di ciò che vuoi realizzare

col tuo tempo.