Cristina Versaci - Poesie

La curva del sorriso

 

Questa notte,

il mio soffitto

ha deciso

di proiettare

il mio pensiero,

quello più bello.

Adesso,

chiudendo gli occhi,

continuo a far girare la pellicola.

Domattina sarà la curva del mio sorriso

a raccontarmi il finale.

 


 

Dare il cuore

 

Credere,

da “cor dare”:

dare il cuore

ed io di cuore

ce ne metto un po’ ovunque;

e che importa se

ogni tanto

se ne calpesta  un pezzetto?

Non avrei evitato comunque

di credere.

 


 

Se

 

Sentimento,

sentire,

sensibilità,

in comunanza di significati,

ma questo “se”,

in principio di parola…

ah, quanto è detestabile:

la particella dell’incertezza,

del dubbio,

della possibilità.

Questo “se” è un rischio,

ma senza tutto questo…

sarebbe come non vivere.

 


 

Battiti

 

Il cuore batte

dove la mente conduce,

ma, a controllarne il ritmo,

ci pensa, saggiamente,

la ragione

…a volte.


 

 

Fragilità

 

A me serve sapere

di avere il controllo,

quando lo voglio,

sulla parte interiore di me

ma di potermi mostrare,

se sento il bisogno,

in tutta la fragilità dell’essere.

 


 

Calore di colori

 

Rieccomi,

tra colori a me noti,

ma mai osservati così…

intensamente.

Mi è mancata l’imago

delle onde contro gli scogli

e quel sole che

si tuffa piano all’orizzonte

tinteggiando il cielo di calore.

 


 

Salva

 

Ti salva il passato,

così breve, contro l’attesa

di un futuro infinito.

Ti salva il pensiero,

inarrestabile e pieno di vita.

Ti salva la fede,

nei momenti più incerti.

Ti salva l’amore,

che hai donato e

che continui a ricevere.

Sei salva e indossi una nuova forza,

cinta da un amore sconfinato,

calzando il futuro incessante.

 


 

Restare

 

Non sono io a fuggire,

mai.

Posso aver paura,

posso mutar colore in viso,

ma io rimango,

sempre.

 


 

 Le sensazioni

 

Era una sera di ottobre, mancava qualche giorno al suo arrivo, ci pensavo ogni sera, a fine giornata, quando staccavo da tutto e da tutti e prima di addormentarmi fantasticavo un po’.

Quella sera ricevetti un messaggio: Non posso venire. Ho degli appuntamenti improrogabili, perché non vieni tu da me nel weekend?”

Io, che per decidere su qualcosa ci penso cento volte?

Beh, mi stupii io stessa della mia risposta, ma dissi di sì e il giorno dopo feci i biglietti del treno e quello dopo ancora partii.

Avevo paura, forse stavo sbagliando, forse avevo agito d’istinto ed io non lo faccio mai, forse mi sarei trovata male, insomma, forse non era il caso, ma era fatta, ero su quel treno.

Poche ore, arrivai, mi continuavo a chiedere cosa ci facessi lì.

Non so come spiegarlo, ma in genere quando ho una sensazione si rivela veritiera, io in quella circostanza avevo delle sensazioni positive.

Avevamo appuntamento su una via ben precisa, non sapevo quanto tempo ci avrei impiegato a raggiungere quel posto, non c’ero mai stata.

Ebbene, nel giro di una ventina di minuti, contro ogni mia previsione, ero in quella via.

Non aspettai molto, una macchina mi si accostò e quando scese dall’auto, incrociai il suo sguardo e pensai: “ho fatto la cosa giusta”.

Da quel giorno sono passati due anni e da allora, ogni volta che i suoi occhi incontrano i miei, continuo a pensare la stessa identica cosa.


 

Sai, l’amore e la pazienza sono un buon inizio

 

- Ci sono mille problemi: la distanza, il fatto che tu non hai ancora un lavoro e questo chissà dove ti porterà e…

- Sai, credo che si stiano cercando delle scuse.

- Ma no, sono dati reali. il maggiore sacrificio sarebbe da parte tua. Dovresti cambiare la tua vita e non va bene che tu lo faccia con la sola motivazione di stare con me.

- Sai, tu non sei un motivo, sei una ragione, ma non saresti l’unica. Non voglio vivere di sogni, ma di certezze. Non starei proprio qui a parlare con te, se non sentissi qualcosa di forte. Qualcosina di me dovresti saperla, sono schiva di fronte alle futilità, ogni cosa che faccio, la faccio sul serio. Forse, però, tu hai qualche paura, io nella mia riservatezza ti racconto tutto di me, ma tu mi tieni lontana; credo che tu mi veda ancora come una bambina. Riesco a coglierle alcune sfumature di te, sai, sono attenta ai particolari significativi: sento che hai bisogno d’affetto, di essere capito, me ne accorgevo da come mi prendevi la mano sul divano e mi accarezzavi le dita. Sì, è vero, non ho poi così tanti ricordi, ma più sono pochi e più acquistano valore, se permangono indelebili.

E con il tuo silenzio e nelle mie parole, lascio accesa la speranza alimentata dalla pazienza.