Dama Missy

Poesie


Brivido d’amore

Cercai l’anima per te,
specchio del mio desiderio,
frugai le viscere dell’estasi
per farle tue
e poi morire d’amore
annullandomi per sempre
nella tua vita.

 


 

Alla deriva

Tristezza senza confini
la vita appesa al filo della speranza
sottovoce passeggio nella mia anima
in cerca del bandolo
che sbrogli questa matassa d’idee che m’avvolge
ma l’utopia e il sarcasmo sono alla finestra
vuoti commenti mi colpiscono
il senso del nulla si fa mio
caparbio e ancestrale mi dilania.
Vorrei ma non posso…
il mio decidere inesistente è piombato
la corrente della vita mi trascina
inesorabile e beffarda.
Cerco un appiglio
ma non so trovarlo
i miei sentimenti svuotati
annaspano nel vuoto:
sono alla deriva!

 


 

Noi

Sarò il tuo diamante
sarai il mio fuoco.
Sarò la tua acqua
sarai il mio pane.
Sarò la tua luce
sarai il mio cammino.
Sarò la tua anima
sarai la mia coscienza.
Sarò il tuo desiderio
sarai il mio amore.
Sono la tua vita
sei la mia vita!

 


 

La vita

Una bolla di sapone:
scoppia al tuo minimo sfiorarla
Un alito di vento:
sfiorisce in un soffio
Un’ illusione:
svanisce nel nulla.

 


 

Caro diario

Caro diario,
oggi è una giornata strana.
Stanotte ho sognato di essere molto giovane, all’ultimo anno delle elementari: che
sensazione piacevole!
La maestra ci portava a disegnare all’aperto.
Com’eravamo buffi, coi grembiulini e il fiocco annodato al colletto, tutti dritti davanti ai cavalletti grandi grandi: ci sentivamo dei veri artisti!
Era una tiepida giornata di primavera e il sole ci scaldava.
L’insegnante c’incoraggiava a ritrarre ogni cosa del paesaggio attirasse la nostra attenzione e noi disegnavamo gli alberi con le foglioline verdi, i fiorellini di campo, il cielo azzurro con le rondini…
Ricordo la mia amica del cuore, Annalisa, col suo splendido sorriso.
Su i suoi fogli spiccavano sempre violette colorate e, quando un giorno la maestra le chiese il perché, lei rispose che così, anche a casa, avrebbe potuto sentire il profumo delle viole che adorava.
Conservo ancora alcune di quelle pennellate di bambina.
Nel sogno eravamo due piccole fanciulle che camminavano tenendosi per mano, due amiche del cuore che si confidavano i loro piccoli segreti e le loro grandi speranze per il futuro.
Nella vita frenetica di oggi mi manca Annalisa e così ho deciso di scriverle una lettera tramite te, caro diario.

Annalisa cara,
da questa foto, come sempre, mi sorridi: rivedo le tue giovani forme esuberanti strizzate nell’abitino a fiori, la sciarpa rosa che fai volteggiare tra i lunghi capelli corvini mentre c’inerpichiamo senza fretta lungo il sentiero scosceso.
Come sei fiera del tuo lavoro in Africa, l’avevi sempre sognato quando sventolavi i tuoi ideali sui banchi di scuola. Anche le tue figlie adottive ti saranno grate per sempre: ti chiamano Suor Annalisa, anche se tu suora non lo sei mai stata!
Le vedo avvicinarsi a te e raccontarsi felici sotto quell’impagabile cielo terso.
Però anche la toga che appare sui tuoi vestiti ti dona: con passo felino ti avvicini alla giuria e sfoderi la tua pungente arringa. Nell’ambiente ti chiamano Pantera perché aspetti furtivamente, nera, nell’ombra e poi balzi sull’avversario, sempre sul cattivo però!
I tuoi fiori sono ogni giorno i più freschi e quanto sei fiera di esporli nella vetrina di quel tuo negozietto sulla via principale. Adori le viole, le rose, i fiordalisi; ogni bocciolo ha per te un particolare profumo e come sono vive le tue composizioni!
Ma ora t’incupisci incredula, spieghi e rispieghi le declinazioni latine a quel gruppetto di studenti che non ne vuole sapere. E tu, caparbiamente materna, con dolcezza insisti, come fai coi tuoi figli quando mettono il broncio e non intendono studiare.
Come in un vortice di arcobaleno mi appari: crocerossina, avvocato difensore, fioraia, dolce insegnante, ma anche hostess, cuoca, cantante, giornalista..
Chissà quali panni avresti sentito più tuoi…
Ma la tua vita è durata un attimo, troppo breve il tuo tempo!
La tua esuberante voglia di vivere non ha potuto incontrare le curve dell’esistenza né l’amore.
La colorata immagine di te fanciulla che raccoglievi violette volteggiando sul ciglio della strada rallegrava l’aria, ma un folle che guidava un’auto, un giorno… ti ha rubato la vita!
Continua a sorridermi così da questa foto che t’ immortala per sempre!

La tua amica del cuore

Sarei tanto felice se tu, caro diario, potessi farle arrivare questa mia lettera.
Quando ripenso ad Annalisa ho tanta nostalgia di quei tempi e della nostra amicizia, ma provo anche rabbia… Mi domando perché una giovane vita sia stata stroncata senza poter crescere, provare le gioie e dolori, innamorarsi e magari piangere per le prime delusioni, essere donna, amare, avere una maternità, allevare i figli e vederli diventare grandi, accudire i genitori anziani, realizzarsi nel lavoro, preparare le feste di compleanno, andare in vacanza con la famiglia, coltivare degli hobbies, scoprirsi i primi capelli bianchi, diventare nonna…
Magari oggi Annalisa sarebbe una giornalista o una politica…
Ricordo come le piacesse fare il gioco delle opinioni: noi bambini ci sedevamo tutti in cerchio, sceglievamo un argomento di cui discutere e lei faceva la moderatrice.
Sono tante le sue possibilità mancate che io m’immagino.
Ora sarebbe una donna, magari con dei figli, chissà!
Dal giorno della sua scomparsa la sua vita è un foglio bianco sul quale mai nessuno scriverà. Io posso solo fantasticare…
Ti ripeto, caro diario, oggi è una giornata strana, penso a come sia bizzarra e ingiusta la vita.
Perché ci sono bambini che non diventeranno adulti? Ha un senso ciò?
Non so darmi una risposta.
Chi, come me, ha già avuto la fortuna di arrivare a un’età matura dovrebbe fermarsi a riflettere: occupare tutto il tempo nel lavoro e nelle varie attività quotidiane è indispensabile, ma chiediamoci quale sia il vero significato della nostra esistenza.
Non aspettiamo di scoprire quanto sia bella la vita solamente quando stiamo per perderla, eppure di solito è così, solo nei momenti in cui ci sta scivolando via si farebbe di tutto per riaverla perché crollano di colpo le certezze e rimane la paura.
Ma siamo all’altezza di cercare e trovare il cammino?
Oggi è proprio una giornata stramba, sarà la nostalgia dell’infanzia che mi rende così malinconica e dissertatrice filosofica.
Che senso hanno i troppi orrori della vita? La guerra, i bambini che muoiono di fame, le violenze anche tra le mura domestiche, le ingiustizie?
E’ la vita! E’ la vita!
Cerchiamo allora di donare il nostro piccolo contributo per alleviare le brutture che possiamo, e soffermiamoci sulle piccole cose di ogni giorno, quelle che diamo per scontate: il profumo del pane appena sfornato, il sorriso di un bambino che si affaccia all’esistenza, l’affetto dei nostri cari, l’odore dell’erba appena tagliata, l’azzurro del cielo, il rosso di un tramonto, la brezza marina, le meraviglie della natura, l’espressione di un cane che si avvicina e scodinzola, lo sguardo di una persona anziana che sarebbe grata se gli regalassimo un semplice sorriso…
Ringrazio di essere al mondo e di poterti scrivere, caro diario.
A domani.

Racconto pubblicato nell’Antologia PIANETA DONNA 2022 – La Tigulliana.