Daniela Pinassi - Poesie

Paesaggio

 

I rami troppo lunghi

di un albero, ondeggiano

flessibili al leggero soffio del vento.

Poco più lontano,

le fronde di un altro albero

si agitano scomposte.

Alberi, fronde, cespugli,

non so il loro nome,

solo li guardo in silenzio.

Vola un uccello, poi un altro,

uno si posa sul tetto.

Un auto in sosta,

un’altra in partenza.

Presenze mutevoli,

in un paesaggio senza pretese.



Viale

 

La luna lentamente appare

in uno spicchio di cielo,

tra le cime dei cipressi,

e piano piano si illumina.

Un incanto!

In una sera d’estate

piena solo di calura.

Mi avvio senza fretta,

verso casa,

mentre dietro di me,

i cipressi sempre più scuri

si uniscono al buio della notte.



Giorni

 

E si consumano così,

tra ansia e fatiche,

paura e noia

le notti e i giorni.

Passano e passano

e non sono lievi.

Vivo sospesa

tra la vibrazione

del pensiero d’amore,

e la quiete della sua assenza.



Temporale

 

Tuoni in lontananza,

un leggero vento annuncia la pioggia.

Un tempo presente sospeso

che sa di origine dell’universo.

Mi sento in sintonia

con un immaginifico mondo

ai primordi della sua esistenza.

Un breve tuffo in passato ancestrale,

dal profumo inebriante di terra bagnata,

dai colori intensi, dai rumori minacciosi.

All’improvviso un tuono più forte

mi fa sobbalzare, chiudo le finestre.

E sono felice di non dover fuggire

insieme ad altri animali,

alla ricerca di un riparo fortuito,

una caverna, una tana, un anfratto,

nascosto da una lussureggiante vegetazione.



Vita

 

E sono ancora chiusa

in un guscio,

come se dovessi ancora nascere.

In un seme come se

primavera non fosse mai venuta.

In uno stampo di gesso,

come se nessuno avesse mai tolto

la dura veste

per scoprire il mio corpo.



La gazza ladra

 

Una gazza ladra

si alza in volo

al passaggio di una macchina.

Io mi perdo con lo sguardo

dietro al suo volo radente.

La gazza ladra,

ha portato con sé

un istante della mia vita.



Tenebre

 

E’ notte,

sulla vetta del monte

più alto della Terra,

troneggia un alicanto gigante.

Ha divorato tutto l’oro

che la montagna potesse offrirgli.

Le sue piume d’oro e d’argento,

diffondono una luce fredda

e spettrale sulla terra grigiastra.

Gli uomini, come ombre, vagano

atterriti in cerca della meta smarrita.

Solo un raggio di luce ingannevole

guida i loro passi incerti

verso inevitabili precipizi.



L’anima

 

La mia anima,

come fiore di loto

in uno stagno.

Contempla ed è contemplata.

Leggere traiettorie

la sospingono lievemente

da una parte all’altra.

Scivola lentamente,

poi, si ferma e aspetta.



Tramonto

 

Rosa pallido è il risveglio,

tinteggiato di un tenue arancio.

Vorrei sostare a lungo

in questo tempo sospeso,

in cui sono, non faccio.

Breve è lo spazio del giorno,

poi, tutto è tramonto.

Una dolce nostalgia

tinta di rosso

che dura un’eternità,

e porta con se,

un mondo affollato di ricordi.

Poco rimane del giorno,

solo una presenza lieve e impalpabile

che si dissolve nel rosso del tramonto.



Geranio

 

Nella quiete di un attimo

rubato alla frenesia del giorno,

il mio sguardo si posa

su un piccolo fiore di geranio rosa.

Rimango a lungo a guardarlo

come fosse l’unico oggetto,

e diventa ai miei occhi

“pura essenza”

che nessun aggettivo

può variarne la natura.

Il mio corpo e la mia mente

si rilassano.

Il mio cuore si apre,

e lo spazio intorno a me

si dilata.

Un dono inaspettato.

Il geranio rosa

ringrazia il testimone silenzioso

della sua presenza.