Sensazioni
S’insinua,
leggera e silente,
è solo una trama
di nebbia sottile
a un tratto
intera mi avvolge
la luce si sfoca
e quasi non vedo
è tardi
ormai troppo tardi
son senza difese
non so controllare
un nodo
mi prende alla gola
son senza respiro
confusi i pensieri
un peso
su tutte le ossa
mi schiaccia m’inchioda
la mente svuotata
nel sangue
gelato mi sento
il male del mondo
e resto impotente
umana creatura
da sola,
sull’orlo del tempo.
Preghiera
Dio del dolore, tu ci sei, mi senti?
urlo in silenzio ormai
da un tempo senza tempo
la voce mi si chiude nella gola
quando spossata indebolita affranta
non vedo intorno a me un altro appiglio
se non il tuo respiro eternamente eterno
…urlo in silenzio, sì lo so,
non oso mai abbastanza…
temo sempre di far sentir la mia presenza
tanto mi sento piccola, da stare in una tasca
nascosta a tutti per non disturbare
ma Dio, tu, che sei dio della croce
che ti sei messo in vesti tanto umane
e fino in fondo hai provato sulla pelle
quanto è difficile la vita per un uomo
ascolta il mio silenzio delirante
dammi la pace, aiutami, ti prego
ancora questa volta a proseguire
la strada oscura che mi sta davanti.
A chi amo
Vorrei esserti madre
e salvarti dal dolore
raccogliere nel grembo
il male che hai subito
vorrei essere terra
e raccogliere il sale
di lacrime negate
che tacciono gli occhi
alla vista del mondo
vorrei esserti madre
e sanare con un bacio
le ferite che porti
mistero impenetrabile
che non osi svelare
vorrei essere terra,
archetipo materno
e vita nuova darti
per germogliare ancora
Solitudine
Ti alzi, guardi fuori
È giorno ormai, il sole
Si sveglia insieme a te
Comincia a fare freddo
E un brivido ti sale
Sui fianchi, ancora stanchi
Silenzio ancora, intorno
Il mondo è già al lavoro
Ma tu lo guardi solo
Con gli occhi da straniero
Non ne comprendi il senso
Lo vivi come estraneo
Quasi ti fa paura
E cerchi volti cari
Che possano scaldarti
Nessuno intorno senti
Nessuno, l’anima tua
solo rimane in te
Penombra
Arsa dalla calura estiva
le gambe fremono nel letto
e devo alzarmi, non resisto
al desiderio di vedere
l’alba del nuovo giorno atteso
come una madre aspetta un figlio
il cuore colmo di speranza
Dalla penombra calda della stanza
gli occhi cercano inquieti nuova luce
ma ancora è buio il mondo, e il cielo appare
avvolto dal crepuscolo sbiadito
un attimo soltanto, ancora, e un filo
di luce pallida traspare dalle nubi
nel piccolo rettangolo orientale
ritaglio pigro fra i tetti addormentati.
Eccomi, adesso ti saluto anch’io,
portami ancora luce, ne ho bisogno
nutrimi ancora e soddisfa la mia sete
di vita vera che mi toglie il sonno…
Sensazioni e ricordi
E un ricordo leggero scivolò sulle ciglia
è sfuggito dal sogno che hai vissuto stanotte .
ma com’è, ti domandi, tu l’avevi sepolto
tu l’avevi nascosto sotto coltri di tempo
e il ricordo ora è lì, è davanti ai tuoi occhi
improvviso ti appare come vivo fantasma
dita lunghe ti sfiorano impalpabili il volto
e un sottile profumo colora la stanza
sfumature lavanda muschio bianco e the verde
e tu ascolti con tutto il tuo essere muto
respirare lontano l’aria tenue che muove
il ricordo che torna dal profondo torpore
Mistero
chiudi gli occhimistero
lo sai
che tutto traspare
da te
sei vetro sottile
silenzio
tu taci
pensando che basti
serrare le labbra
ma sbagli
c’è un velo
un velo leggero
davanti al tuo volto
l’hai messo
da tempo
è forse un sorriso
un tratto del viso
un gesto gentile
ma resta un mistero
l’essenza di te
L’ombra della sera
Lunga
sottile come un giunco
ombra che si ritaglia nell’ombra
che tutto circonda.
Il corpo perde consistenza
tutto si fa leggero
la sera scioglie il peso
della grevità del giorno.
Ciò che prima era denso
ora, a un tratto, sfuma.
E procedi nel viaggio
il lungo passo
abbrevia il tuo cammino.
Ritorno.
Dolce è la notte.
A mia Madre
E lasciami almeno i sogni,
Madre!
Ti ho amato, e ancora t’amo
forse più della vita
che un giorno tu m’hai dato.
Sento la tua ferita,
oggi solo la colgo
ancora mi hai legato
nel ventre tuo, mai sciolto
dal piccolo tuo seme
che vive, ormai, da solo
Non mi hai abbandonato!
Sempre tu resterai
madre per me oltre il tempo
che un giorno ci fu dato
ma tu, lascia che voli
non avere paura.
Lascia che la mia vita
affronti pene e affanni
io troverò la forza
che tu mi hai dato, Madre!
Soltanto
Ti vorrei abbracciare
un attimo soltanto
poi, subito
ti lascerei andare.
Chiudo gli occhi
e quell’attimo
affonda nel passato.
Rimangono, soltanto,
due lacrime di sale.