Daniele Pirami - Poesie

Amate

 

Amate!

Non seguite l’odore

dell’effimero.

Il successo,la promiscuità

la frivolezza.

Certo al pensiero non recan

danno.

Quello che lasciano,però

in noi,

è una brina mattutina

subito dissolta

un misero fuoco di paglia

dentro al forte vento.

Amate!

Cercate il sogno,la poesia

il romanticismo.

Restate come sospesi

a cavalcare l’anima,scottata.

Fluttuando,come bimbi

disubbidienti,fuggiti

alla mano della madre

sopra l’altalena.


Il mare d’inverno

 

A me,il mare piace

soprattutto d’inverno.

Quando,la notte tira vento

e l’acqua agitata e nera

rimbomba,storie passate.

Andare sui pontili

respirare,ascoltare quel rumore

farcito d’infinito,intriso

di memoria e di mistero.

E lì,il cuore si ferma.


Tuffo

 

Naufragare

dentro a codesti

occhi sognanti.

Perdersi fino

al tuo profondo

per poi risalire.

Il corpo tremante

il fiato corto,

ascoltare,nel puro silenzio

il battito del cuore

il mio cuore che,grida

e corre e ride

come un bambino

felice,

dietro un aquilone.



Dovrò perderti ancora

 

Dovrò perderti ancora

un viso per un viso

un cuore per un cuore.

Il bisogno che ho d’Amore

m’inquieta e m’addolora.

E non voltarmi donna mia

verso il tuo sorriso: un’agonia.


Attimo

 

Il pensiero della vita

spesso mi assale.

Dura,scura,ferita

troppe volte ha il sapore del sale.

Ma poi basta un attimo di te

dentro al mio cuore,

ecco l’Amore

il buio diventa sole

il sale un fiore.

Ed io un bimbo che fa capriole.



Attesa

 

Dove sei mia amata,

mentre io disperato chiamo,

mentre la sera piano se ne scende

oltre il pendio della notturna valle,

ove il mio cuore,terra di nessuno

un canto innalza e l’Amor perpetua invano.

 

Nella penombra 

quasi leggo un volto

che a me rimanda,pare

un tenero sorriso di tralice

e mai s’affaccia,mai si mostra

al mondo.

 

Ed io aspetto come meretrice

un raggio

una luce bianca che lo prenda in pieno

e che lo tolga

da quel buio,

che sembra del tutto inviolabile.


Fiore

 

Come un fiore di campo

io ti rimiro

schiuderti ai primi caldi

sotto il sole.

 

Svetti nell’erba

tra rose e tra viole

e il tuo profumo

m’inebria d’Amore.

 

Ti voglio bene

e pure nel dolore

ti stagli in alto

nel campo del mio cuore.

 

Io non ti colsi

cullato dal tepore

accecato dalla luce

sorpreso dalla notte.


Il mio Amore

 

Fino a dove arriva il mio Amore

mi chiedi,tu

che il mio cuore reclama ogni istante.

Potrei rispondere che,

l’immenso non basta

e che il cielo mi appare

come un semplice filo di fieno

dentro ad un campo di grano,

se quello che provo per te

io raffronto,

ad una notte stellata

l’estate.

Ma non posso,poichè io non so

se l’Amore che ricopre il mio corpo

abbia un tempo ed uno spazio

o una data di nascita.

Egli è con me,da sempre io credo

sbocciato e cresciuto come un tenero cucciolo

senza sosta mi allieta,

e il respiro suo avvolge e riscalda

il mio essere uomo

come unica fonte plausibile

per la mia esistenza terrena.


Io sono Amore

Intorcinato nelle profonde cavità

dell’anima mia

sta l’Amore

come un roseto profumato.

 

Esso s’avvinghia,s’avviluppa,scappa via

ricopre di radici quel che è mio

e appena nato

mi rapisce verso sogni memorabili.

 

Mai!

 

Mai demorde e la sua presa mi costringe

ad affrontare imprese impareggiabili

dove la sua vittoria è il suo tormento

dove…il suo tormento è beatificazione.

 

Io sono Amore…e non lo fuggo.

Apro l’esser mio e il sentimento

benchè solo mi ripaga

l’inarrivabile sentore di un momento.

 

D’Amore!


La brace

 

Al limitare

della corta stanza

sta la brace

ad ardere in silenzio.

E la speranza…


Notte d’estate

 

È notte.

La calda estate

richiama all’odore del mare.

Nel cielo velato,la luna

si cela,dietro nubi nerastre

e riappare d’incanto

gonfia d’Amore

e di mistero.

Ed io ti penso!

Ovunque tu sia,

il mio cuore ascolta

il tuo respiro ed inala

il tuo profumo di donna.

Ovunque tu sia,sei qui

con me,

e la felicità mi sfiora

soave,

portata dal vento.


Ogni giorno

 

Ogni giorno passato

senza di te

io mi consumo

come,una candela

accesa al devoto

dentro una chiesa

sconsacrata.


Coprimi

 

Coprimi.

Ripara il mio tenero cuore

dal freddo che accompagna

la vita.

Il gelido freddo che secca

ogni stilla di sangue

e congela,l’Amore che voglio.

Coprimi.

Usa le mani,accarezza

il mio petto,riscaldalo

fino a farlo bruciare.

Coprimi.

Usa il tuo cuore,avvolgi

la mia solitudine,uccidila

così che io possa

piangere di nuovo.

Coprimi…amami…salvami.


Donna

 

Donna.

Amore mio

mia croce,Amore tu sei

ogni giorno

che alita il vento.

Amato dolore,la memoria

del tuo incontro,donna

donna amata,nel sogno

che è mio,mio

ma tuo soltanto

e a te appartiene

come questo cuore che tiene

il buio che resta.


Infinito bisogno d’Amore

 

Sono stanco!

 

Docile,ammansito

ormai abbandonato

alla volgare quetua della vita

esamine io giaccio.

 

Sopra i miei sogni bugiardi

scaduti nella terra di nessuno,

sopra ai visi andati

che non ritorneranno

sopra di me

a quello che rimane.

 

Ma adesso è tardi

per amare i ricordi.

 

E nel silenzio che resta

un refolo attraversa il pensiero

che s’appresta

a tingersi di nero.

 

Non voglio diventare cattivo!

 

E piano un volto già ammiro

sconosciuto ancora 

ma di tenerezze cinto.

 

E a lui m’attacco

preso,bramoso

vinto.

 

Ho un infinito bisogno d’Amore.


Marea

 

Tu sei,come la marea

la notte,l’estate.

Piano tu arrivi,piano

nel silenzio ti ritrai.

Ed ora,che la spiaggia

del mio cuore

s’incendia di luna

tu ritorni a me.

Mai troppo umido

mai troppo arido mi lasci

e l’incanto è soffice

e senza fine,per me

che immobile,resto in ascolto

del canto dei gabbiani,

ubriachi di te.


Per te

 

L’isola che ho ritrovato

nei tuoi occhi

è la stessa che sognavo da bambino.

Bella,verde,mia

e lucente,

piena di gabbiani

e di pernici

e d’aironi colorati.

Carica di suoni,di fumi

e nebbie incontaminate

che s’alzavano eterne

alla sera.

Ed il tuo profumo 

adesso,

è quella brina mattutina

quando,il cullare gravido

del mare

mi riempiva le orecchie,e le nari

ed i pensieri

d’infinita libertà.

Ed io restavo

immobile

ad assaporare il pesante

solenne silenzio

di passare,rapido

di prue sconosciute.


Atlantide

 

Brezze marine

simili a lievi carezze

odorano di te.

Intorno a piccoli fuochi accesi

sparsi su spiagge distese

s’aggrappa la notte.

Biancheggia la spuma

di un mare solenne che muore strusciando,

dentro un cullante canto.

Vapori di gesta lontane,invadono l’aria.

Ed io ti penso!

Lontana chimera perduta per sempre.

Simile ad un bimbo

si risveglia il mio cuore.


Cartilagini

 

Ascoltare,dietro una finestra chiusa

lo strano miagolio dell’acqua pura

pioggerellina,che scorre fina fina

e poi scompare.

L’uscir di casa,in quei giorni tristi

mischiarsi tra la folla

così,a testa china rincorrere

qualcosa che ci sfugge

a poco a poco.

Uno strumento vago

un’emozione,un gioco

attratti da un lontano raggio fioco.

Così,quasi per caso

come cartilagini sdrucite

restiamo abbarbicati al sogno della vita

che ha la consistenza tronfia

di una corteccia marcita.

Così,ci scambiamo di posto ogni momento

con altri ed altri ancora

e quelli prima;

fragili e leggeri aghi nel vento.


Cala la notte

 

Cala la notte

sui miei sogni corrotti

sopra ai miei bei ciondoli d’oro,

addosso ai miei occhi

alle cose

ai fagotti,

alla gente che passa

ai dolori

al tesoro.

Sulle ali bagnate

al vento

ai cieli,

sulle mille risate

alle gioie

agli averi,

sopra le acque

ai tramonti

ai tremuli veli,

sui giovani cuori

gli amori

i pensieri.