Danilo Priori

Poesie


La pietra della Verna

Ho il cuore duro
come la pietra di questo convento
perché una vipera nottetempo
mi aveva morso
e instillato la morte.

Ma io succhiai il veleno
e imparai a nutrirmi
anche di quello.

Ora tutto è affidato
alla mia instabile volontà
che un giorno
mi spinge nel precipizio
e un altro
mi innalza tra le volte celesti.

 


 

Il lamento delle monache

Rimango abbracciato al cuscino
nel chiarore lieve della mia cella,
le monache già spendono
il servizio
di lode al Signore,
una mistura di cori angelici
e acuti di gatte in calore.
Cantano a colui
che non conoscono,
a lui che mai risponde
e forse neppure esiste.
Mi affaccio e guardo il bosco
lui sì davvero vergine
e vestito di pura nebbia.

 


 

Il rinnegamento di Narciso

Ho dovuto smaltire ogni eccesso
prosciugarmi a pelle e ossa
per poter passare tra le sbarre
di questa
gabbia chiamata vita.

Come Narciso rinnegato
ho sputato sulla mia immagine
riflessa
nell’acqua
perché vivere o affogare
era uguale.

Ho strappato dal collo
ciondoli e amuleti
e ho fatto della maledizione
la vagina da cui
sono uscito.

Eppure un giorno
un seme divino
feconderà nuove acque
e da quella schiuma
saprò destarmi
e riprendermi la vita.

 


 

Sogno di lei

Mi sentii profondamente
solo
alla fine di quel sogno,
la notte era stata troppo breve
e il mattino mi falciò l’amore
come solo un mietitore spietato
saprebbe fare.
La strinsi
due volte al petto
col desiderio di fondermi al suo corpo profumato
con la certezza che nessun sonno
me l’avrebbe restituita.
Quale infimo incantesimo
condanna certi amanti
a rincorrersi tra
l’epoche
e sui gradini delle notti
senza mai incontrarsi?

 


 

Solo i froci

Solo i froci scrivono poesie
diceva un tale stamane
presso il banco del mercato,
come se la bellezza dei versi
fosse una debolezza non concessa
all’uomo veramente virile,

come se la ricerca delle rime
quand’anche non combaciassero le finali
fosse un ignobile impiastro

per labbra dello stesso sesso.
Preferisco allora
l’acquietamento dell’eunuco
alla pochezza dell’uomo brutale.