Dario Gallo - Poesie

Apparizione

 

Ella in tale modo apparve: un bel vento,

un vento che attraversò lievi spazi

in una quieta sera che ancor sento.

Il vederla rese i miei occhi sazi

 

quando così tutto venne felice.

Una eco rara mi trovai dinanzi

nel ripeter sempre ciò che mi dice:

un parlarmi, un grato saluto, anzi…

 

un declamar… un dolce verso… un volto.

Il volto mio qual lume così acceso

sentiva di lei già piacere, e molto.

Poi quell’andar suo via mi diede un peso.

 

Ella in tal modo apparve: apparve solo,

come un fantasma sentito d’accanto

che stia ridendo… levandosi in volo,

mentre m’accorgevo d’un incanto.

 

Del resto era lei la più fasulla

che avessi accanto a me mai conosciuto;

le auguro non viva mai quel nulla

che mi donò ma ch’io ebbi in rifiuto.


Lacrima sulla foto

 

Per le vie del tuo viso…

era lì che scivolavano le mie dita.

 

Ora,

è una lacrima a scivolare 

sul mio viso,

a colpire la nostra foto.

Poi si dilegua.


Ragazza in giardino

                                

Risvegliati, mio cuore che la pensi…

Bel fiore chiamato “ragazza” vidi,

una rosa sbocciata nei miei sensi.

 

E sempre le ripetevo: «Sorridi,

amore mio, che lacrimi rugiade

a rifiorire nuovi questi lidi…»

 

 Quel suo lento sguardo tutto pervade,

 e a me posa gentile come foglia,

 nel mentre ogni dolore intorno cade.

 

 Il vicino giardino mi dà voglia

 di incoronarla, pia, con orchidee

 madide, appena colte senza doglia.

 

 Sussurrano ricordi, miti, idee

 soffici, accarezzate dal suo vento…

 respiro sensuale delle dee…

 

 Diceva: «Non sai, ora, cosa sento!»

 mentre al mio piano già le dedicavo

 più note (…lucerne dal lume spento).

 

 Giungeva sera e sempre la miravo…

 quella mia chimera con rose vere,

 che al profilo del sol accarezzavo.

 

 E con parole tenere, sincere,

 mi donava una languida emozione

 (…declami tenui, caldi nelle sere…).

 

 E gli occhi umidi suoi di commozione 

 si specchiavano nel mio lacrimare,

 conscio piovigginare in quest’agone:

 

 lieti, i pensieri miei caddero in mare

 e, con essi, l’arcobalen del sogno…

 un sogno che volle sempre volare.


Angelo senz’ali

 

E lontana corresti

verso me a braccia aperte,

un angelo senz’ali…

Velo bianco, etereo,

che ornasti la mia pelle,

come farò a sbiadirti?

Il cielo indorava

la scia del tuo passo,

quando le nuvole, rosee,

primaverili fiorivano

allo sfumar del giorno…

Le labbra tue, petali

di rosa, sfioravano

il bacio del vento,

nel mentre il sogno, desto,

addormentava della vita

il tormento…

Lacrime d’emozione

scendevan sul tuo volto,

come carezzevol discende

lo scorrer delle dita.

Tu, angelo senz’ali,

io, povero astronomo

dalle tue distanze siderali,

nel firmamento della mia vita

sempre rimarrai 

in arie chiare,

e sarà scacciata dal soffio

del mio ricordo

ogni nuvola grigia 

che tenterà te di cancellare.


 

Abbandono

 

Svenire in braccio all’amore…

è quanto provo nell’ascoltare 

la tua voce,

e nelle braccia mi stringi,

lasciandomi cogliere dai sogni.

 

Volare in cielo e zoppicare sulla terra

spetta all’anima degli uomini

quando l’amore diviene dolce 

ma

in una solitudine immeritata…

 

e tra le ginestre di questo giardino

che s’orientano al sole della vita,

tu m’abbandoni, amore mio,

lasciandomi qui nel tramonto,

mentre annega il sorriso dei sogni.


In riva al mare

 

È lì che amo accarezzarti:

in riva al mare,

con la brezza che m’aiuta

leggermente a scostare

i tuoi capelli…

Sirenetta,

così appari lontana

distesa sulla sabbia,

un miraggio…

che lascia una coda

di magie intramontabili.

Amore, 

unico fiore spunti

sulle aride mie spiagge,

l’iride solare languida

al tramonto ti sfiora

e ti colora del fragile lume.


Ramo secco

 

Legno che aveva sete

d’una cascata di pensieri,

e le foglie lascia cadere

nella sua deserta dimora.

Vede un sole che si ascolta

nel fragile sorriso del volo,

uccelli che passano col vento

di un approdato forse, 

la certezza dell’improbabile.

Vidi un giorno il cancello

che apriva la strada al monte

dei ricordi, dove salire 

guardando il silenzio

per non cadere nel buio.

Ecco il bene del profumo,

e l’acuta voce del passo,

che non anticipa né ritarda.

Il legno resta lì, sordo,

secco e bagnato dalla vista

di chi l’osserva senza udire.


Sogno

 

 

Amore, dove sei?

Ti nascondi…

Ad un tratto appare dietro un albero

il tuo lucente sorriso,

ed io m’affaccio da un lato

e tu dall’altro…

subito in corsa all’incalzar del vento.

 

I giardini fioriti attraversi,

e con il tuo allegro passo

ravvivi ancor di più.

 

Dove sei, amore?

Mi rispondi seduta su di un prato,

non perché tu m’abbia parlato,

ma lasci nuotare quella mano

vestita di bianco

tracciando arcobaleni sull’erba,

mentre racconta il suo splendore.

Mi volgi lo sguardo, t’alzi dolcemente

davanti all’orizzonte, poi

 

il nostro abbraccio

si perde

in ogni ricordo del tramonto,

mentre sul tuo capo il candido velo

aleggia

e s’abbandona nell’aria…


San Lorenzo

 

 

Ecco! Come fuochi d’artificio

prima accarezzano il cielo,

poi si perdono all’orizzonte.

È la notte di San Lorenzo, mia dolce…

Attese, tante stelle sciano

su di noi decorando i nostri occhi,

le nostre labbra, le nostre chiome.

Il fresco ci riempie di gioia dando

calore, colore ad ogni emozione.

Tutto è vita, tutto è disteso

intorno a noi e intorno al mondo…

Oh, che sospiri ci risuonano!

E stesi all’umidità del prato

sentiamo il fruscio degli alberi,

la voce della brezza notturna…

Bella! Doni un sospiro ad ogni stella…

Lo sguardo mio annega nel profondo

cielo dei tuoi occhi; è tutto…

è tutto luminoso accanto a te,

sei la prima e unica stella a non morire.

Ad un tratto punti il dito in alto,

disegni una stella cadente e dici:

«Ecco! Come fuochi d’artificio

prima accarezzo il cielo, poi te.

Questo è il desiderio

che io ho espresso per tutta la notte.»

Il cielo si apre, ci avvolge e… ora

non riesco più a far ritorno.


Quiete

 

 

… Campi bui, tardi dormono fin qui,

ove disteso vicino a un ruscello

la bianca luna fisso a volte; sì,

 

son proprio io a guardare: che bello,

questo chiarore che inonda la terra…

e i miei ricordi fuori dal cancello.

 

L’oltremare del cielo ovunque erra,

splendendo e soffermando sulle foglie;

e tutto appare luce in quieta serra.

 

E mentre questi fiori il mio “me” coglie,

l’azzurrino tenue della mia notte

sempre più dice del giorno alle soglie…


Miraggio

 

 

Qui ancor siedo, e medito parole

sul più vivido sguardo che riperdo

nel profondo dell’eternità…

 

Un vento che respira tra le foglie

ha accanto il sospiro della nostalgia.

 

Laggiù, al tramonto che si spegne

danzano i soavi ricordi

 

momenti di candida, estrema

tenerezza… e i gabbiani

che sfiorano il cielo, sfiorano

anche la mia or fioca anima

perdendosi la loro eco…

 

Con le ali del mio cuore

che fugge ove regna la quiete,

l’oblio della sofferenza

 

avvolgo un bambino, io,

sua coccola ed egli, coccola di me

per sempre… per sempre…


Mare notturno

 

 

Su questa buia e silente spiaggia,

il mio sguardo, infine cieco,

cerca di fissare la stella

che ogni notte tu accendevi per me,

fiore dai petali caduti,

dallo stelo orfano di foglie…

Le folle deserte di queste sabbie,

umide ed ombrose,

riposano al lume di mare, lento,

che culla su di sé la chiara luna.

E ogni volta che non parlo,

risuona sempre alla brezza

il sussurrio dei tuoi dolci sospiri.

E in questo cielo, continua a prender voce

il canto dei tuoi muti occhi

che ancor si leva nel mio cuore.


Verso sera

 

 

In quel bel cielo indorato al tramonto

canta un gabbiano, disteso all’orizzonte…

 

Al frusciare degli alberi mi parla

l’eco dei campi, in un profumo dolce

che inebria l’aria fatta più serena.

                            

E camminando lungo questa vita

mi perdo e m’abbandono, mia adorata

 

in te… e poi al sottofondo, lieve,

che m’ammalia della pura natura

e m’acquieta quest’anima provata,

 

che accosta sensibile a primavera

e ci distende, anime verso sera.


Disgelo

 

 

Fioccando dal cielo

delicatamente ti posasti

tra le braccia della mia vita…

 

Primavera in me.


Aforisma

 

 

La vita è come un fiore: bella, delicata…

ogni tanto percossa dalla pioggia dell’esperienza…

che non la lascia appassire.


Aria di collina

 

 

Il respiro del mare,

laggiù disteso,

fiorisce al vento fra mille carezze…

e mi sfiorano,

e mi lasciano sognare.


Un attimo di gioia

 

 

Quella sera,

chiamandomi,

apparisti meteora

che, attraversato

il mio notturno sorriso,

si frantumò

in mille lacrime,

all’orizzonte

del tuo ultimo addio.