David Mariani

Agenda del poeta 2025


ALL’OMBRA DI UN RICORDO

 

Sotto il sole rovente
m’accosto all’ombra di un albero silente.
Tra foglie fruscianti
alzo la testa pensando.
Vedo un tramonto
vecchio e ormai passato.
Sento aromi dolci
di un’antica realtà
dove il cielo ceruleo
era più brillante
e l’erba era soffice.
Sotto l’ombra di un ricordo
mi proteggo dal caldo spietato
perché dietro quel ricordo
tutto è perfetto
dentro di me tutto è perfetto
perché all’ombra di un ricordo
tutto è apposto.

 


 

VAGANDO PER I CAMPI DI PAPAVERI

 

Senza strada
vagabondi persi in un rosso labirinto di profumo
persi in un mondo sconosciuto, alieno, indecifrabile
così grande eppure tanto piccolo
così complesso eppure molto semplice,
come una corda intrecciata
che si scioglie in un fiume di colori
che culmina in un orizzonte di luce
baciato dal tramonto.
Vagando per i campi di papaveri ci si perde
lasciando in dietro le impronte terrene
spostandosi in un mondo onirico,
dove il passato non conta,
dove il futuro dev’essere ancora dipinto
e il presente è leggero,
dove il mare è invisibile
e te lo puoi dipingere di sogni.
Un mondo custodito dai suoi fiori di foco,
eterne guardie della tranquillità.
Vagando per i campi di papaveri
il corpo si alleggerisce, e la sua coscienza
abbandona la sua crisalide
per diventare una farfalla
priva dalle catene di questo mondo.

 


 

MONDO VUOTO

 

Ghiacciato nel momento
il fiume si ferma
senza domanda e senza dubbio.
Gli uomini del mondo tirano avanti
senza sguardo e senza espressione
con volti lessi
e mani dalle dita aggrovigliate
schiene imbelle
e posture da corda.
Il mondo vuoto sembra urlare
un grido invisibile
un movimento sordo.
Deserti di plastica
e oceani di gomma
per miglia su miglia.
Colori estinti.
Non sembra un sogno
ne un incubo.
L’apatia regna.
L’arte ….per il bene dell’arte
poi però perde l’aroma.

 


 

Solitudine

 

Spinto dal vento legiadro
si muove come un vascello il vagabondo
trovando nella sua strada
un’unica costante
il silenzio.
Si sente a casa anche da lontano
perché alla fine non è mai randagio
e mai si trova solo
perché ha se stesso.
I cinguetii gli ascolta
e il fruscio lo calma.
Di tutti gli uomini
lui è quello che più pace ha
perché il conflitto nel silenzio manca.
Ignorando le catene dei codici e regole
il vagabondo respira liberamente
e senza peso attraversa la solitudine
che è la sua bussola.

 


 

Confusione

 

La mente in burrasca
straccia i pensieri
strappa la vista
stropiccia le emozioni.
Il mondo gira
e l’orizzonte si perde.
Da dietro la paura azzanna le spalle
con i suoi accuminati denti.
Forte s’arregge il senno circondato dal buio
niente vuole perdere
nulla mai rimane.
Cadere dal cielo fa ruotare il mondo
fermatosi solo sul suono.