Davide Caputa - Poesie

Il Pinguino

Scruta malinconico l’orizzonte, avanzando sulla battigia
Dopo interminabili attimi di titubanza
Vince l’ultima resistenza
E con sguardo sornione incespica, abbandonando le sue vestigia.
Nell’acqua bassa, barcollando
Tra le onde spumeggianti
I suoi occhi sono raggianti
prima di immergersi oscillando.
Tra i flutti s’intravvede solo il capino
Tanto malfermo sulla terra immutata
Quanto agile tra i flutti della superficie increspata
Al par di pinguino.
Sbandando pericolosamente
Bagnato tutto quanto
Ma soddisfatto alquanto
Ritorna sulla spiaggia finalmente.


 

Giovinezza che fugge

Come te ne voli, cara giovinezza
Tu che dell’anima nostra sei la gioia
Qual simbolo di vita e di spensieratezza
Ci fai scordare affanni e noia.
Ma tu ci vuoi lasciare
Mentre il cuore palpita ancora
Qual brio in noi non sai trovare
Quando al tramonto siamo della nostra aurora.
Oh, giovinezza! Non te ne andare dal cuore
Il proverbio dice: Non invecchia mai!
Sempre forte si sente d’amare
E sempre giovane tu lo troverai.


 

Soffrir che giova?

Perché non ti è permesso
Travagliato cuore
Quanto ad altri è concesso
Se nutri vero amore?
Le gioie più semplici
Ti sono negate
È quanto tu mi dici
Nelle lunghe nottate!
Parli di puro amore
Di frivole giornate
E di liete ore
Da te ormai scordate!
Ma a te l’amore vero
Non lo concede il fato
Perché il tuo amore sincero
Non è d’altri apprezzato.
Scorda, povero cuore
Se nutri amor presente
Per te è morto l’amore
E soffrir non giova a niente.


 

Ti ho amata

Ti ho amata, ti confesso è ver
Ma fu per me gran lotta
Tra il diritto ed il dover
Al par di nave in rotta
Che l’anima mia sostenne
Ma al più spossato e stanco
Il cor meno mi venne
E a te piegai peranco
Ti ho amata d’immenso amore
Ma tu nol conoscesti
Mi lacerasti il cuore
E ad altri tu ti desti
Per te calpestai doveri
Sacri ad ognuno quaggiù
Piegandomi ai tuoi voleri
Ti ho amata, ma ora non t’amo più.


 

Sogno e realtà

Fin dal primo dì che ti ho incontrata
Sognavo di serrarti al mio cuore
Ma questa gioia allor mi fu negata
Ed in sogno soffocavo il mio dolore.
Folle di te, osai svelarti l’amor mio
In una sera carica di felicità
Ma tu alla fine mi abbandonasti nell’oblio.
Molto breve fu la realtà!


 

Sul Mare

Onde limpide e chiare mi trasportano
Lungi dal chiasso dei bagnanti in festa
Brezza gentile sfiora la mia testa
Porta il mio pensiero oltre il mare
Dai tregua al travagliato cuore
E l’anima rendi tranquilla
Disperdi la tristezza dalla mia pupilla
Che sgorga senza posa notte e giorno.


 

Il mio saluto

Quando del cielo gli astri contemplerai
Nel tepore della sera seduta
Un lamento in lontananza udirai
Non spaventarti: sono io che ti saluta.
In un fiore che un giorno coglierai
Una perla ti parrà di aver trovato
E’ un’emozione che ivi lasciai
Ed esso è il frutto che ne è nato.
Non temere il suo tremolio
Mentre il sol l’illumina, bianco e argento
Perché l’impronta è del cuore mio
Quel lamento che udisti e ancor io sento
Non fu ira, non fu tormento
Ma il mio saluto per te, affidato al vento.


 

Il Bicchiere

Ei ci procura incogniti piaceri
Nel fondo suo s’annegano i pensieri
Il ricolmo calice
Dal magico liquore
Suscita felici le ore
Ridesta
Riscalda la testa
Arriva
Ravviva
Le fibre del cor
A noia
La gioia
Non venga e non muoia
Perciò ogni piacere
Cerchiamo nel bere
Rendendoci devoti al Dio Bicchiere


 

A te che sei lontana

Quando dal mio terrazzo, nel corso della sera
Guardo con insistenza lungo la via
Una profumata fragranza di Primavera
Giunge dai campi alla stanzetta mia.
Solo e abbandonato mi sento
Chino la pesante fronte sulla stanca mano
E mi rattristo sempre, dal dì che non ti vedo
Pensando a te che sei così lontana.


 

Non ti scordar di me

Non ti scordar di me
Lo dice un fiore
Lo dico io a te
Lo dice l’amore
Lo dice l’amore
con accenti cari
Che fan palpitare
I nostri cuori.
Anche gli augelli
Dicon così a te
Coi loro canti belli
Non ti scordar di me.