Debora Corona

Poesie


Le Ferite

Non solo le ferite visibili o per cause accidentali.
Una ferità può essere come un fantasma interiore, dentro di noi.
Osservando gli occhi e i segni sul volto umano
possiamo ricavare l’essenza di quel qualcosa di più profondo.
La ferita senza vergogna e a cuore aperto,
ognuno di noi può esternare la grandezza,
che ha preso posto sanguinando senza chiedere il permesso a titolo gratuito!
Le ferite non hanno voce, senza corde vocali,
affliggono il nostro cammino lasciando un segno indelebile
che nessuno può vedere ma potrà scoprire.
Queste cicatrici che lasciano il segno non indifferente,
raccontano un po’ la nostra vita;
includendo un vissuto che ha fatto tastare la vita
di eventi inaspettatamente piombati di punto in bianco.
Ogni essere umano ha il suo modo di esprimere questi macigni da metabolizzare:
se pensiamo ad un pianto liberatorio che non vuole fermarsi:
facendomi venire in mente un giorno di pioggia
che fa un azione preziosa per la nostra terra facendo un bene.
Al contrario l essere umano espelle dagli occhi una pioggia di lacrime
che ci fanno da ancora di salvezza per poi darci benessere per mente ed anima.
Dicono che guardando il bicchiere mezzo pieno possiamo dire a gran voce:
“grazie astute ferite, per avere scelto me come cavia,
ed aver fatto di me una persona con armi dal nome forza, maturità, conoscenza.”
Fermati un ‘attimo e pensa:
in mezzo ad una guerra che sia vinta o persa, abbiamo l’ ultima parola; ed è li, a dirci:
“hai dentro di te una ricchezza che ti farà ricominciare con spessore un qualcosa in più
che vale più dell’oro che luccica..” Potendo dire:
“la sofferenza non mi ha solo segnato come un inchiostro indelebile,
ma mi ha anche nutrito come orticello che ha bisogno di un concime speciale
per poi dare alla luce i suoi frutti, chiamati per noi successi.

 


 

 

L’arte di commettere errori

Alle prime esperienze di vita, commettiamo errori irrecuperabili.
” Senza se senza ma”.
La mente si appanna, la rabbia prende il sopravvento;
un improvvisa luce che illumina il nostro senso della ragione,
che appare come un bagliore di un cosi fortissimo faro
che ci indica la direzione;
come la sensazione di una barchetta in mezzo al mare
che segue come riferimento per arrivare.
Ed ecco che entra in scena l’arte dopo l’errore,
di riprovarci e rinascere ancora.
L’errore è arte, l ‘esperienza è vita, riprovarci è saggio,
dando un senso alla meta senza rincorrere al rimpianto.
Senza Errori, non impari; lungo la strada tanti ostacoli,
i sensi di colpa gridano pietà ad una fermata nel mollare da perdenti.
L inconscio, ci suona nella mente, come una sveglia
per avvisarci e dirci: impara l’arte dell’errore e mettila da parte.
Il tragitto è lungo e tortuoso, ma la caparbietà non lo teme,
anzi si allea con l’errore, che a braccetto si uniscono
in amicizia e in fiducia creando affinità e conquista;
cantando una sinfonia dentro il nostro cervello come l’ave Maria
“ Senza se senza ma”!
L‘ errore ci fa capire, che non siamo perdenti ma vincenti.
Abbiamo in mano il tempo che ci da forza
per permetterci di arrivare al nostro obbiettivo.
Una strada corta semplice, troppo perfetta è un tragitto banale
che non insegna ad arricchirci che sembra quasi non percorrerla.
Una strada lunga, con l ‘arte dell’ errore è un vissuto che dobbiamo ringraziare,
premiando una sapienza valorosa da raccontare in un percorso vincente.

 


 

 

Una giovane vecchia

All’ anagrafe con il leggero peso di un numero.
Ma interiormente come una macchina d’ antiquariato.
Come per assurdo si dice l’età non conta,
ma per una macchina d’antiquariato subentra il bastian contrario,
che non accetta l ‘ordinario che sembrerà molto strano,
ma molto serenamente va controcorrente!
Il Saper apprezzare la maturità, che giace dentro un trascorso
di una giovane vecchia è come avere una carta vincente;
che quando entri in scena nella vita, quella carta sarà il jolly
dal nome di un vino invecchiato
che provandolo darà un gusto delicato
del suo prodursi non a caso ma da un gusto mozzafiato.
La bellezza dell’antico
fa per gli occhi un panorama assai gradito.
La giovinezza apprende, la maturità sorprende.
Una carta e penna che sa d ‘antico è sempre un risveglio per la mente,
un buon libro impolverato, da cultura ad un cervello impalato;
piuttosto che un computer attrezzato che non ha confronti con il passato!
Questo fiore all’ occhiello di una fresca età,
la dice lunga nell’ interiorità.
Nutrire interiormente un vecchio modo insistente,
da un benessere senza grilli per la mente!
Amare il passato, è senz’altro un elisir per ogni di.
Ascoltare un anziano genera perle che lasciano senza fiato.
Una storia che ha fatto memoria
ha un fasciano di un’ era capovolta nella sua atmosfera.
Ho voluto far capire, il mio modo di giovane vecchia
con tanti contenuti che hanno la sua importanza sul rovescio della medaglia
riguardanti un tempo passato, ma che hanno tanto da dare.
Godendosi lo stesso il tempo attuale,
ma tenendo alta, una sorta di culture, mentalità e modo di essere
senza perderli di vista, senza seguire la corrente,
si contraddistingue continuamente,
raccontandosela pienamente
cavalcando l’ onda del presente,
trovandosi tra la gente
parlando spensieratamente
sprigiona un pensiero ad al voce dicendo:
che noia persistente
se non ci si distingue singolarmente.