(Voltati)
ho visto scorrere e fuggire
i tuoi pensieri,
distanti nascosti in un viso
pronti ad abbraciare il mio desiderio umano
perche affrettarti
non velocizzare gli eventi, trattieni i tuoi impulsi
non affannarti
tra tempi mai nati, respira
non prolungare la tua sofferenza
non lasciarti vivere dal tempo
che mai è esistito e mai lo sarà
lento,voltati e incamminati
io ti aspetterò,
il mondo aspetta un nostro abbraccio.
(Vita dopo Morte)
Voi sagome illese,da morte certa,
nei rimanenti luce spenta
corteo infelice piange decesso
ingiustizia e fatta dice l’uomo col cappio al collo.
(stretto cappio collo stanco)
respiro a poco a poco sempre meno
urla rauche
mani raggrinzite
tra cappio e collo
accaldate da urla assordanti.
Voi creduti morti
dispera chi piu non vi intravede.
di voi nuova vita si impadronira
ora e per sempre,
morte dopo morte
vita dopo vita.
(Senza)
Un sonno che percepiva da tempo
gli colò tra gli occhi,
in quel giorno senza gente
in quella sera senza stelle
la sua mente piatta singhiozzava
spensierata perche dannata,
moriva lenta, senza dubbi, ne dialoghi
abbracciando un fulmine
pronto allo schianto
e al catastrofico atto di distruzione
che da anni seguiva ogni suo passo
(Scritti)
Siedo al margine, di un crepuscolo roccioso
con gambe divaricate
e schiena arcata.
Mani in posa tra fogli
di un bianco perlato.
Sudo di paura, inumidendo le pagine
che trasudano lettere trascritte indelebilmente.
(Titolo scritti eterni)
ma resi mortali dal concepimento
di crimini permanenti e giornalieri
contro la coscienza.
Ci accingiamo al diluvio e alle nubbi,
siamo corvi impetuosi, pronti a ingannare,
la colomba piu splèndente
impestandola di rancore,
umigliandola.
Con le nostre piu feroci capacità.
(Acqua nel Deserto)
Leggo tra gli occhi,
pene indomabili,storie drammatiche
fermezza nelle idee, che nulla porta
volti che mai si voltano
per cogliere nel piu intimo istante
il curioso atto, che unici ci renderebbe.
Sentimentalmente marciamo
come il piu longevo dei patimenti
bramiamo l’assolutezza nel potere
crediamo che il denaro sia il nostro guru.
E ora la felicità assoluta
è come un miraggio di acqua nel deserto
(Niente paura cosi deve andare)
Il piacere nella vita risulta essere, il tratto piu affabile
moralmente lungho il viottolo,
contrapposto alla morte, e interminabilmente esteso nel tempo
ma in se nasconde delle verità
paure, lucciconi di sconforto.
Il piacere sottrae gioie durevoli
a colui che danza sulle note armoniche della vita
per un solo attimo di piacere, ho consumato cento attimi di sofferenza.
Dinanzia
al cospetto dell’eterno piacere
(Il Dono)
Scrivere mi innalza
a tala ilarità
in vette cosi alte, e inesplorate
in freddi ghiacciai, e ardui sentieri
con soli cosi vicini.
Nell’impugnare la penna navigo tra le maree della felicità
su acque nobili
bagno il mio corpo
rabbrividito dallo scorrere delle emozioni
con mano leggera
svolazzo via.
Con ali possenti,
nelle praterie del mondo mi accomodo
in luoghi straordinari
in posti che tempo non temono
in cuori di gente che conflitto non anno, siedo
tra venti imperiali posso ramificare
anche nel piu debole soffio colgo libertà eterne
rimarcando nascosto il vento planare
in ogni spazio, in ogni dove.
Tra cespugli insolegiati e ombre al seguito,
risiedo in imponenti speranze
la dove la sofferenza
attracca con navi invisibili
nei porti occulti dell’avvenire.
(La vera povertà)
Impoveriti dalla nostra stessa pigrizia
ci lodiamo al conquistar di nuove sommità,
che mai arrampicheremo se cosi continueremo
abbiamo legato mani e piedi
con corde da traino.
ostaggi imbavagliati siamo ora
spinti selvaggiamente
dalle turbolenti raffiche di menzogne
che infiammano la verità.
Che sfugge alla mano dell’uomo
(come su l’orlo di un precipizio
al dibattere dei suoi ultimi istanti
un uomo sfugga alla mano del suo salvatore).
Respingiamo la vera gioia
siamo pessimisti, e pessimi uomini
teniamo il capo sottratto,
sotterrato da folti ceneri
disseminate dalla disputa che ci invade.
(La carta piu oscura)
Stretto a te, sento nel freddo giorno il foco,(illuso)
accecante calore attrazione della menzogna, urigli i desideri
sai come attrarmi a te, calamita dolente.
Colta e imprevedibile, la tua ascesa
sentirti enunciare è grande entusiasmo per te, e grande disinganno per me,
borseggiatrice urti la mia mente senza neppure bussare.
Pover’uomo son io,(la creo)e cado in trappola
ma con voce dolce sussuravi, un qualcuno che ti giungesse in un ardente prato che fu.
Ora son tuo bianco in viso, dispero e chiedo quanti altri cadranno.
Nel tuo limbo, urlando con sangue in gola
(uragano di sangue)
incontrastabile distruttore, dannato invisibile.
Occhi annebbiati da un rosso impresso
si specchiano,
dormienti nelle notti senza sogni, si baricano le palpebre.
Un prespicace risveglio interiore però,spia della giustizia
scopre a me sotto coperte di spesso tessuto
(il tuo volto),e chiarezza tramonta.
So per certo, chi sei ora
e al portone accompagnati
i tuoi ultimi passi giungono.
(Infinita Gratitudine)
Nelle boschili difficoltà
hai esternato la tua grandezza interiore
e tralasciato i bagagli gonfi di difetti
dirocciando le mura
dei tuoi limiti umani.
hai gettato impavido il tuo corpo
su terreni minati,
quale stagione
non ha potuto spiarti
quale pozzanghera non si è rispecchiata in te.
Nelle tue viscere
fluisce l’immortalità della tua anima,
e l’eterna prosperità
che porterai con te
per sempre,
ovunque la tua anima andrà.
Grazie.
(Il ritratto errato)
Diresti mai di te medesimo
a me,
per te sconosciuto
chi sei
cosa vorresti da ciò
ti confideresti mai alla mia corte
quella di un osservatore appartenente,
alla patria del mondo come te.
E tuo alleato nella ricerca della libertà
combattente al tuo fianco
che è li credimi non per giudicarti
ma per consigliare cosa è giusto fare.
Nella confusione,
che il tuo giudizio da di te agli altri
l’immagine che trasmetti ora
non è il ritratto della tua anima
ma l’eco della tua personalità umana.