Domenico Cifone

Poesie


Pane e sale

Farfalle d’ali tarpate
riempiono spazi ristretti,
di ripide scarpate e di bui sottotetti.

La notte scende tra luci variopinte,
e colorate tende di fiori dipinte.

Bimbi in festa corrono tra i banchi
a scuola nulla resta
solo pensieri stanchi.

Campanelle lontano
annunciano l’ora legale,
fiori bianchi ed un tulipano
per questo pane senza sale.

 


 

Tra luce e sole

Spegnete quelle luci, voglio dormire,
aprite finestre e scuri ,voglio respirare,
chiudete quegli ombrelli, luce, acqua e cappelli.
Correte in cerchio , voglio entrare in strada,
aprite quei cancelli, soffro il chiuso
l’ansia sale fino in vetta, mentre corro in fretta.
Da piccolo sognavo il mondo
lo vedevo tutto rosso
poi con gli anni ,diventava bianco
ed ora tutto nero, tanto da non sembrare vero.
Uniti dispersi e sconosciuti
non siamo nessuno ,un orda di piccoli lupi
tra schiere di falene morte, sopra ogni sorte.
Scodinzolanti a corte, tra semplici cani
padroni d’universi alterni
tra luce e sole.

 


 

Sera

Seduto ascolto la sera
mentre la solitudine
m’abbraccia e stringe a se
come una coperta piena di spine.
Ora il freddo lungo la schiena
non mi dà la forza,
di difendermi,
e mi avvinghia in
una morsa letale.
Alzo lo sguardo al cielo
cercando una stella lontano,
graffio il cielo con le mani,
e strappo milioni di luci
Illuminando il sentiero,
domani è un
altro giorno

 


 

Luna

Questa sera,
oh luna lontana e misteriosa,
ti nascondi come una ragazzina,
dietro la gonnella di tua madre.
Sei li nascosta da queste nuvole,
sembra che vogliano annunciare la pioggia,
che non arriva mai.
Luna ti guardo e resto muto,
non sono come te,
non mi vengono idee.
Da testardo quel che sono,
provo a fotografarti,
in ogni posizione,
tu appena ti guardo,
mi fai l’occhiolino e ti nascondi.
Sei più luce che buio,
oh bricconcella, tu piccola monella,
crescerai durante la notte,
invecchierai, e all’alba anche tu,
da vecchia,
ci lascerai soli, dopo aver baciato il giorno,
ed il sole.
Buonanotte luna, buongiorno sole,
a domani.

 


 

Anziani

Fuori in strada
seduti come panni stesi al sole
ad asciugare lentamente,
ed a raccontare piano piano il passato
a fantasmi venuti da lontano.
Mentre il silenzio
circonda i vicoli del mio paese.
La solitudine resta l’unica anima
tra i muri delle case vecchie .
Come il vento secco che ,
ci ha visti partire
come un sogno.
Nel vento restano sogni e ricordi
le lacrime amare della mamma,
e gli abbracci forti del papà.
Siamo soli,
figli di un dio minore
in una terra
senza zucchero e miele
fatta solo
di cicatrici e lacrime.

 


 

Ave Maria

Madonnina mia
Bella
Tu
Che dal cielo
Riempi ogni cuore.
Illuminaci con
Il tuo candore,
dona saggezza
alle nostre menti,
dai luce ai nostri occhi
con la bellezza
del tuo amore.
Proteggici sotto
Il tuo bianco velo
Immacolato.
A tutti noi nell’ora
Della nostra morte
Tendi la tua mano,
che la tua grazia,
sia sempre con me
e con tutti.
Amen.

 


 

La vita

La vita
Sono qui e vorrei legare
Questi fiori a mazzi
Ma non riesco a capire da che parte ho iniziato.
La vita ti porta sempre
Dalla parte di mezzo
E tu, sempre tu,
devi scegliere, o almeno credi
di scegliere, perché in realtà
sono sempre gli altri
a scegliere per te.
Oggi sei incudine, forse domani
Sarai martello, questa vita
È fatta della terra del poi
Del fossi, del meno, almeno per me
Non è mai una vita, dalla parte del più.
Sono sempre a rincorrere un altro
Sempre a chiedere ad un altro
Se questa luce si spegnerà
Se questa strada è quella da percorrere.
Se avremo sempre una strada dritta
O tante curve.

 


 

Primo giorno di Primavera da solo

Giorno deserto
Tra freddo e covid
Le strade sono silenziose
Solo pochi coraggiosi
Affrontano con passi lenti
Il freddo.
La paura mista a solitudine
Che mi porta indietro nel tempo,
quanti anni sono passati
da quando da ragazzo
me ne andavo in campagna
in compagnia solo del mio asino.
La mattina presto
Bisognava andare ad innaffiare l’orto
Con la prima luce dell’alba
E poi di corsa a casa
E poi a scuola,
così per tanti anni
sempre solo una vita di solitudine.
Adesso dopo tanti anni il covid,
mi fa rivivere la stessa solitudine,
vai a fare la spesa da solo,
non puoi uscire, vai solo a lavorare,
sempre e solo e da solo.
Mi manca solo l’asino
Poi mi metto a parlare da solo
Come adesso.

 


 

Saremo svegli

Saremo svegli
solo l’alba sarà
la nostra meta
e poi questo profumo
di anni andati, si nasconde
nell’aria mattutina,
oggi lo sento più di ieri.
Polvere e muffa,
tra le pieghe del muro,
scrosto lentamente,
sogni, speranze
e mille ragnatele
imperlate tra
rugiada fresca
e tracce di salsedine
siamo limoni in
un cesto vecchio,
spremuti e buttati via.

 


 

Tristi ricordi

Eccoci sembra ieri
Ma un anno è già passato
Oggi ricordo i miei
Non come il giorno
Dei morti
Ma come tutti i giorni.
I miei non mancano solo oggi
Ma tutti i giorni da troppi mesi
Spesso di notte ti sogno mamma
Con me sempre sorridente
Mentre al lavoro ricordo te papà
Quante cose abbiamo fatto insieme
E quante speravo di farne.
Quante cose e quanti sorrisi
Sono stati negati
Troppo presto
Alla mia mia famiglia
Ed ai miei figli
Quanti consigli
E quante buone opere.
Un mazzo di fiori
Anche il più bello
Un cero ed una preghiera
Non basteranno mai
A riempire questo
Vuoto nel cuore
Niente riempie più la mia vista
Del vostro sorriso
E le mie orecchie
Non sentono più
La vostra voce.
Il tempo non sempre
riempie i nostri vuoti
mentre il vento porta
anche i ricordi di
tanti amici partiti
anche loro verso la stessa meta
il non ritorno
la nostra preghiera vi sia lieta
lungo la strada che lega
le nostre certezze
in una nuova vita
di pace ed amore.