Domenico Faniello - Poesie e Racconti

Dolce Visione

 

Dolce Luna, splendida creatura,

bel risveglio della natura,

dona speranza in chi lieto spera,

del tuo arrivo a tarda sera.

 

Dolce Luna, fonte di vita,

splendida Musa, mia cara amica,

battiti di cuore alla tua visione,

mille bum bum celebran l’unione.

 

Battiti d’ali sui miei pensieri,

volano via, verso nuovi sentieri,

solcano i fiumi tra mille balzelli,

animano i cuori di dolci donzelli.

 

Scalano vette solo in tuo onore,

fonte di guida per l’ispirazione,

giunto al castello, scala le mura,

meta finale di quest’avventura.



Luna

 

Bianco candore sulla cima della montagna,

luce riflessa per tutta la campagna,

risplende la Luna al suo dolce chiarore,

scie luminose donano splendore.

 

Scendono le stelle verso la laguna,

illuminano la notte, la notte più buia,

donano speranza portando sollievo,

verso chi ha espresso un desiderio.

 

Nebbia che avvolge luna velata,

buio che avanza sulla notte stellata,

splendono in terra in mezzo al gelo,

piccole gocce cadute dal cielo.

 

Raggio di sole di prima mattina,

dolce riflesso sulla fresca brina,

piange la terra al suo dolce calore,

luna che sbircia nascosta dal sole.


PENSIERI E SPERANZE  

 

 Un raggio di sole illumina i vicoli e i cortili di un antico centro storico; come tutti i giorni, il canto del gallo annuncia l’arrivo del giorno e il risveglio degli abitanti del paese. La solita routine mattutina e pian piano, a piccoli passi, nel silenzio del paese, un anziano si dirige verso la panchina posta nella piazza centrale.  Quel giorno, uno strano rumore rianimava la giornata; un piccolo gruppo di turisti, a causa di un guasto meccanico, era in giro per il paese in attesa della riconsegna della propria autovettura. Tutto quel vociferare, quelle parole, riportava alla mente dell’anziano, pensieri di vita, di un’epoca non molto lontana e così pian piano iniziarono ad aprirsi i vecchi cassetti della memoria che lo riportavano indietro nel tempo.

 

Un raggio di sole illuminava i vicoli e i cortili del paese mentre tanti canti di galli annunciavano l’arrivo del giorno; un vero concerto accompagnato dai tanti belati, muggiti, ragli. L’odore di legna bruciata negli antichi camini si mescolava all’odore del pane sfornato e si perdeva in mezzo al profumo dei tanti balconi fioriti. Un via vai di persone animava la vita del paese; ognuno si recava alla propria bottega ed era una vera meraviglia poter assistere ai loro grandi operati.

I tanti bambini correvano per le vie del paese e animavano la giornata dei più anziani. La loro curiosità era così forte che dopo aver giocato, solevano fermarsi dinanzi alle botteghe per apprendere un mestiere e non di rado, restavano all’interno della bottega per guadagnare qualche soldino dopo la scuola. Nell’aria si udivano i tanti rumori degli artigiani, dall’arrotino al fabbro, dal calzolaio all’intrecciatore, dal fornaio al ceramista, dal falegname al mugnaio; tutti lavoravano allegramente cantando canzoni popolari. Nell’aria si percepivano i tanti profumi della cucina tradizionale, una cucina povera ma variegata, ricca di prodotti agricoli, frutto del duro lavoro dei contadini locali. C’era tanta povertà, ma tutti cercavano di impegnarsi al massimo, ognuno per la propria parte e si condivideva quel poco che era disponibile.

La famiglia, poi, era il vero pilastro e tutti si riunivano intorno al nonno, per ascoltare i suoi racconti, i suoi pensieri di una vita; esperienze reali mescolate a fatti di credenza popolare per aumentare la curiosità di tutti.

 

Un raggio di sole illuminava i vicoli e i cortili mentre i tanti padri con la valigia di cartone s’incamminavano verso la stazione ferroviaria alla ricerca di un lavoro.

Nell’aria si udivano i pianti dei tanti bambini, presagio di tanti abbandoni verso le grandi città. Ogni giorno, una nuova partenza, un nuovo ricongiungimento familiare e anno dopo anno, partenza dopo partenza, iniziavano a scomparire anche le piccole attività. Un silenzio assordante dominava il centro storico del paese per tanti mesi l’anno; un silenzio interrotto solo durante il periodo delle ferie estive, quando tutti facevano ritorno per trovare gli amici e i parenti. In quindici giorni, tra sagre, fiere e feste patronali, il paese tornava al suo antico splendore e la gente, forte delle esperienze maturate, iniziava a confrontarsi nel tentativo di trovare soluzioni idonee per la rinascita di questi antichi borghi.

 

Una lacrima scendeva dagli occhi dell’anziano seduto sulla panchina e la sua tristezza aveva attirato l’attenzione del piccolo gruppo di turisti; non comprendevano il suo stato d’animo e chiesero spiegazioni.

L’anziano iniziò il suo racconto.

 

Luce risplende, risveglio per il contadino,

verso la campagna, in marcia col traino,

tra i vicoli stretti profumi del forno,

inebriano l’aria, augurando il buongiorno.

 

Botteghe animate nel cuore del paese,

tra rampe di scale e piccole discese,

profumi di legno dal falegname,

      dolci rumori sulle pentole di rame.

 

Dolci rintocchi nella bottega del ciabattino,

mix di rumori con il vicino arrotino,

musica che anima la vita del paese,

girando tra i vicoli, migliaia di sorprese.

 

Luce risplende sui vicoli del paese,

silenzio assordante, assenza di imprese,

paesi abbandonati verso nuove destinazioni,

alla ricerca di un lavoro, verso altre nazioni.

I turisti cercarono di rincuorare l’anziano; il paese offriva tante potenzialità, la sua posizione ottimale, vicina ai grandi centri ma completamente estraneo a tutte le problematiche delle grandi città rappresentava un ottimo motivo per trasferirsi a vivere qui. C’era sicuramente tanto lavoro da fare, ma sicuramente il futuro avrebbe riservato migliori notizie.

Di lì a poco, piano piano, grazie al passaparola, alla grande volontà degli ex abitanti e alle ottime prospettive di redditività degli investimenti, il paese tornò ad animarsi e a risplendere della luce della sua antica gloria.

 

Seduto su una nuova panchina, sulla piazza restaurata del paese, l’anziano, commosso, terminò la sua poesia e la sua storia.

 

Per anni abbandonati, senza manutenzioni

tra sagre e feste, rinascono le tradizioni,

S’incontrano culture per superare le difficoltà,

rinascita  del paese, con una nuova realtà.

 

Riscoperta dei mestieri, progetto culturale,

rinasce il paese con il ricambio generazionale,

ritornano i bambini ad animare la giornata.

Ridonano l’allegria a tutta la borgata.


SENZA PAROLE

 

Bellezza che incanta, lascia senza parole,

mille pensieri all’ascolto del tuo nome,

visione celeste che avvolge la mente,

resto fulminato dal tuo sguardo sfuggente.

 

Mille emozioni trasudano dalla mia pelle,

mille bum-bum dal mio cuore ribelle,

mani gelide tra gronde di sudore,

muto e immobile al richiamo dell’amore.

 

Una tua parola, foglia leggiadra al vento,

naviga verso di me, provoca turbamento,

a occhi chiusi, accolgo il tuo messaggio,

mi lascio andare, ritrovando il coraggio.

 

Mille parole nascono dal mio cuore,

mille emozioni in nome dell’‘ Amore,

guardo i tuoi occhi e presto sorrido,

accolgo la freccia del piccolo Cupido.



Giardini di pietra

 

Giardini di pietra dominano la vallata,

Risplendono alla luce d’inizio giornata,

scie argentate diventano i ruscelli,

risplendono, nascosti, tra i piccoli ramoscelli.

 

Si odono versi inneggianti all’amore,

di piccoli animali sui prati in fiore,

si compiono riti di antica tradizione,

 per dar continuità alla nuova generazione.

 

Profumo di bosco risalendo il crinale,

inebria l’aria del paesaggio spettacolare,

arroccata alla rupe, si sviluppa il paese,

presepe vivente con le luci accese.

 

Giardini di pietra, antichi guardiani,

del giovane Appennino, paiono i più anziani.

segnati dal tempo, scolpiti dal vento,

sfondo da cartolina per ogni evento



SILENZIO

 

Cala il silenzio sul triste cemento,

Covid 19, semina sgomento,

in gira vaga solo la paura,

riconquista terreno, Madre Natura.

 

Cambia il paesaggio senza rumore,

dolci cinquettii , donano il buonumore,

triste cartolina dalle nostre meraviglie

mentre restiamo con le nostre famiglie.

 

Torna il cigno nei pressi dei Navigli,

escono gli animali dai propri nascondigli,

si vedono i pesci nella Laguna,

scorgi la luce nella notte piu’ buia.

 

Trova il coraggio, dona la speranza,

rispetta le regole, nessuna adunanza,

assapora la vita dal tuo balcone,

rimettiamo in moto la nostra nazione.



Dolce Vagito

 

Dolce vagito, primo richiamo,

dolce pianto dal significato ti amo,

uscendo dal buio in un mondo di colori,

attiri a te le attenzioni dei tuoi amori.

 

Breve è il percorso dal tuo vecchio rifugio,

al ritmo della natura e senza indugio,

verso la luce, destinazione nuovo mondo,

 tra mille ansie e un fare giocondo.

 

Mille preoccupazioni da parte dei tuoi genitori,

mille domande ai tanti dottori,

tutti si prodigano tra gronde di sudore,

tutti ti attendono con tanto amore.

 

Il tuo dolce vagito allevia il dolore,

dona coraggio e buon umore,

come un raggio di luce nella notte più buia,

porti speranza e togli ogni paura.



Antichi Sapori

 

Antichi  sentieri  verso la collina,

risplendono al sole, di  prima  mattina;

tra  i  verdi  pampini  brillano   gli  acini   d’ uva,

profumi  ed  essenze   della  natura.

 

In  mezzo  ai  filari, si  rinnova  la  tradizione,

raccolta  dell’ uva, simbolo  della  nazione,

antiche  tecniche  sui  terrazzamenti  collinari,

tra  gesti  antichi  e  canti  popolari.

 

Tra  le  pietre  antiche  dei  vecchi Casali,

si  compiono  gesti  spettacolari,

pigiando l’uva  e dopo la fermentazione,

eccellente vino dalla  sua  lavorazione.

 

Per  tutti i gusti e  per tutti i  palati,

sapori antichi, a  volte  dimenticati,

trovano  albergo  tra  antichi  splendori,

Bianco,  Rosso e Rosato,  i  suoi colori.



Gli Antichi rioni

 

Vestita di bianco, nel tufo scavata,

rinascono profumi di un’epoca dimenticata,

un tempo, vergogna del territorio nazionale,

oggi, fulcro di ogni evento culturale.

 

Scendendo dalla Civita verso gli antichi rioni,

camminando sui tetti di antiche abitazioni,

su antichi terrazzi spuntano i fumaioli,

 profumi di legna e di antichi sapori.

 

Profumi di una cucina povera, quella contadina,

tra antichi “ Ciddar” sulle pareti della Gravina,

si accendono le luci al dolce calare,

presepe vivente da decantare.

 

Magia che incanta ogni visitatore,

motivo d’orgoglio di un’intera regione,

 rinascita culturale delle antiche tradizioni,

 ritorna la vita negli antichi rioni.



TRA I CAMPI DI GRANO

 

Soffio di vento sull’altopiano,

ondata dorata di spighe di grano,

nuvole di polvere sulla terra arsa,

bolla africana fa la sua comparsa.

 

Scalzi sui terreni arsi dal sole,

trovano la spina già, dove duole,

chinati nei campi, opera di mietitura,

legame uomo e terra, nella natura.

 

Si odono campane, giunge il mezzogiorno,

lieti sotto gli alberi, mangiano il contorno,

pane olio e qualche pomodoro,

l’unico piatto per la giornata di lavoro.

 

 

Ronzio di api nella vasta campagna,

cercano refrigerio verso la montagna,

torna al lavoro il nostro contadino,

sulle terre arse dell’Appennino.


RICORDI

 

Silenzio che avvolge antiche realtà,

lasciate di fretta per le difficoltà,

dai comuni montani, verso nuove destinazioni,

in cerca di lavoro, senza dimenticare le tradizioni.

 

 Tra vicoli stretti, gocce di memoria,

  in mente ritornano come episodi di una storia;

  dinanzi ai tuoi occhi, il ricordo riaffiora

  il sol pensiero ti addolora.

 

Nebbia che scendi e tutto nascondi,

immagini velate e tutto confondi,

i ricordi son forti e vengono in mente,

periodi di vita, vissuti allegramente.

 

Insieme ai nonni, intorno al focolare,

filastrocche e storie solevi ascoltare,

tra sagre, fiere ed eventi popolari,

presepi viventi e scenari spettacolari.

 

Gocce di memoria, a ogni fermata,

passione nella tradizione, finalmente ritrovata,

rinascono sfilate dal sapore medioevale,

tra gusti e sapori della cucina tradizionale



In mezzo al mare

 

Al chiaro di luna, seguendo le stelle,

a tempo di musica, dolci donzelle,

movimenti sinuosi intorno al focolare,

tra dolci canzoni e voglia di festeggiare.

 

 Inneggiando alla vita, scrutando l’orizzonte,

mille pensieri cavalcano le onde,

fasci di luci ispirano il sentimento,

 nell’infinito mondo del firmamento.

 

 Nascosti nel buio, timorosi di ogni rumore,

  si narrano storie, piene di dolore,

  scrutando l’orizzonte e tra mille difficoltà,

  sulle coste italiane, dopo mille avversità.

 

Guardano la spiaggia, cercando di restare a galla,

cercano di tenersi, si appoggiano su ogni spalla,

offresi spontaneamente come appiglio,

cercano di salvare il proprio figlio.

 

Infrangono le onde, al chiaro di luna,

nuotano speranzosi, confidano nella fortuna,

s’incrociano sguardi alla ricerca della vita,

principale desiderio di una lista infinita.

 

Cavalcano le onde,  barche di pescatori,

luci della speranza, presagi migliori,

intorno al focolare s’incontrano generazioni,

figli dello stesso mondo, di differenti nazioni.

 

Scrutando l’orizzonte al chiaror delle stelle,

dolce finale delle storie più belle,

cuori riscaldati e dolci carezze,

si scruta l’orizzonte in cerca di certezze.



TRA I VICOLI DEL PAESE

 

Luce risplende, risveglio per il contadino,

verso la campagna, in marcia col traino,

tra i vicoli stretti profumi del forno,

inebriano l’aria, augurando il buongiorno.

Botteghe animate nel cuore del paese,

tra rampe di scale e piccole discese,

profumi di legno dal falegname,

dolci rumori sulle pentole di rame.

Dolci rintocchi nella bottega del ciabattino,

mix di rumori con il vicino arrotino,

musica che anima la vita del paese,

girando tra i vicoli, migliaia di sorprese.

Luce risplende sui vicoli del paese,

silenzio assordante, assenza di imprese,

paesi abbandonati verso nuove destinazioni,

alla ricerca di un lavoro, verso altre nazioni.

Per anni abbandonati, senza manutenzioni

tra sagre e feste, rinascono le tradizioni,

si incontrano culture per superare le difficoltà,

rinascita  del paese, con una nuova realtà.

Riscoperta dei mestieri, progetto culturale,

rinasce il paese con il ricambio generazionale,

ritornano i bambini ad animare la giornata,

ridonano l’allegria a tutta la borgata.


Cielo Stellato

 

Risplendon in cielo al chiaro di luna,

rifletton il lor splendore nella laguna;

fascio di luce, scia luminosa,

fonte d’ispirazione come una Musa,

Musa che guida ogni sentimento,

nell’infinito mondo del firmamento.

 

Sguardi che osservan ogni movimento,

chi le utilizza per l’orientamento,

fonte di gioia, fonte di amore,

trovan albergo nel suo splendore,

tutti in silenzio, mille pensieri,

pronti ad  esprimere i desideri.

 

Fievoli raggi illuminano la valle,

notte che al giorno volge le spalle,

giro lo sguardo verso le montagne

luci che brillano nelle campagne,

paion stelle incastonate nel gelo,

piccole gioie cadute dal cielo.


Emozioni

 

Un raggio di sole ti dona la vita,

ti rende perfetta, ti dona gioia infinita;

mille colori risplendono sul tuo viso,

di luce risplende il tuo grande sorriso.

 

Essenza che empie di gioia il tuo cuore,

di fasci di luce si nutre il tuo amore;

riscaldano i cuori di chi lieto spera,

nel sopraggiungere del cambio di atmosfera.

 

Il rosso si espande da dietro la montagna,

raggi d’amore su  tutta la campagna,

si odono parole osservando le stelle,

riscaldano il cuore di dolci donzelle.

 

Due cuori s’incontrano al chiarore della luna,

irradiano di luce tutta la laguna,

si scambiano promesse tra mille effusioni,

riscaldano due cuori tra mille emozioni.


Sentimento

 

Si odono versi inneggianti all’amore,

si ascoltano parole dettate dal cuore,

si scruta l’orizzonte verso l’infinito,

si cerca passione nel frutto proibito.

 

Tra canti e poesie piene di gloria,

trovano albergo, inni di gioia,

gioia che alimenta ogni pensiero,

nell’infinito mondo dell’amor sincero.

 

Ruscelli festosi alimentano gli amori,

sdraiati sui prati, tra mille fiori,

regna sovente la sincerità,

trova il suo apice, la felicità.

 

Al dolce tramonto si scambiano effusioni,

due corpi si uniscono in cerca di emozioni,

al chiaro di luna, osservando il firmamento,

trionfa l’amore puro: il sentimento!


ANTICHI SENTIERI

 

Scia argentata in mezzo alla vallata,

risplende al raggio d’inizio giornata,

sui ciottoli di fiume, tra balzi e saltelli,

suoni melodiosi e dolci ritornelli,

si odono i canti di tanti pastori,

muggiti e belati gli fanno da cori,

si odono campanacci che suonano a festa,

a tempo di musica, dirigono un’orchestra.

 

Il dolce calor si espande per la campagna,

luce risplende al piè della montagna,

salendo il crinale, macchia mediterranea,

     tra antichi profumi di una natura spontanea,

         si scrutano ruderi di un’antica fortezza,

           posti a guardiani di cotanta bellezza,

     bellezza che risiede nell’ambiente selvaggio,

          fonte d’ispirazione il suo paesaggio.

 

Scie argentate tra i prati dei calanchi,

volgi lo sguardo e presto t’incanti,

magia della natura sulla terra più arsa,

fiori, che a fatica, fan la comparsa,

lottano da sempre contro le avversità,

simboli reali della biodiversità,

donano colore risalendo per il crinale,

sfondo paesaggistico spettacolare.


IL PRIMO INCONTRO

 

Si odono campane che suonano a festa,

si odono poemi che narrano le gesta,

tra gloria e poesia, migliaia di fiori,

inebriano il paesaggio di mille colori.

 

    Risplende la luce sopra ogni cuore,

  si odono parole inneggianti all’amore,

si cercano i contatti per i primi approcci,

si incontrano corpi tra teneri abbracci.

 

Al chiaro di luna, risplende il sentimento,

si scrutano le stelle del firmamento,

tra stelle cadenti e scie luminose,

prime effusioni, quelle affettuose.

 

Trascorrono le ore a parlare della vita,

a ogni parola, fiducia acquisita,

si scambiano effusioni, battiti di cuore,

si uniscono due cuori in nome dell’amore.


SCINTILLE DI LUCE

 

Percorsi tortuosi avvolti nella nebbia,

tra vicoli e cortili della città vecchia,

due sguardi s’incontrano scintille di luce,

magia dell’amore che tutti seduce.

 

Luce risplende tra i bianchi cortili,

musica soave dai vecchi vinili,

si odono campane che suonano a festa,

               magia dell’amor che tutti funesta.

 

Si scrutano da lontano, lentamente si avvicinano,

si odono i passi mentre s’incamminano,

verso la meta finale, nascosta nel cuore,

nido ideale per il loro grande amore.

 

Gronde di sudore a ogni movimento,

non escono le parole per esprimere il sentimento,

in tuo soccorso, sopraggiunge madre natura,

gesti e movimenti di un’anima pura.

  


 

PRESENTAZIONE DEL MIO LIBRO  “ I RACCONTI DELLA SERA “ di Domenico Faniello  – Lupi Editore.

 

La velocità, la rapidità, la capacità di scambiare foto, di inviare saluti e di vivere connessi in rete, rappresentano le basi dello sviluppo tecnologico dell’era moderna. Un’epoca caratterizzata dai grandi successi in tutti i campi, che hanno migliorato il lavoro dell’uomo, ha aumentato la speranza di vita degli esseri umani, hanno ridotto i tempi di spostamento. Si potrebbe stilare una lista lunghissima di miglioramenti, un elenco infinito. Il prezzo? Più social meno rapporti sociali, più giochi virtuali meno attività fisica, più uso di strumenti elettronici meno utilizzo delle proprie capacità, minor sforzo per cercare di raggiungere i propri obiettivi.

Il narratore della sera è un personaggio moderno che desidera ascoltare e farsi ascoltare; ritorna alle sue origini, interpretando la figura del nonno che soleva riunire intorno al camino i suoi nipotini per raccontare delle storie vere, di vita vissuta e ricca di esperienza. Amava utilizzare un linguaggio semplice, un linguaggio parlato, di uso comune, per arrivare direttamente alle menti e ai cuori dei suoi ascoltatori.

Non  una riproposta del passato, ma una continuazione in chiave moderna.

Fino all’arrivo dell’era digitale,

intorno al fuoco si soleva raccontare,

storie e racconti, tramandati da generazioni,

radici profonde delle proprie tradizioni.

Grandi racconti, storie di vita,

dagli anziani, esperienza trasferita,

per spiccare il volo, con la maggiore età.

e verificarne, nella vita, l’applicabilità’.

Oggi è diverso, con l’era digitale,

si ha sempre meno tempo per parlare,

Per confrontarsi poche e rare occasioni,

Più cellulari, computer e poche tradizioni.

L’era moderna, nuove opportunità,

si è resa conto delle difficoltà,

senza radici non puoi’ sperare,

di avere ali per poter volare.

 

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Appennino Lucano

 

Ruscelli festosi discendono dalla montagna,

fontane danzanti inebriano l’aria della campagna;

scie argentate in mezzo agli alberelli,

rinfrescano i prati, tra balzi e saltelli.

 

I verdi prati si tingono di mille colori,

giunge Primavera con la stagione degli amori;

bellezza risplende alla luce del mattino,

illumina le meraviglie del nostro Appennino.

 

Paesaggi selvaggi e scenari incantati,

ridonano gloria a paesi dimenticati,

tra antichi mestieri e vecchie tradizioni,

rinascono territori, grazie alle innovazioni.

 

Si odono turisti, amanti della natura,

tra rocce, sospesi, in cerca di avventura,

tra un volo dell’angelo e il ponte tibetano,

rinascono i borghi dell’Appennino Lucano

 


 

MUSA

 

Musica dolce, musica soave,

al suo dolce suon, tutte compare,

lieti pensieri alla sua visione,

fonte di guida per l’ispirazione,

ispirazione che viaggia sovente,

a metà strada tra il cuore e la mente.

Si odono parole inneggianti all’amore,

Compaiono sul foglio mille parole,

Mille parole dettate dal cuore,

piene di gioia e di profondo ardore,

ardore che guida ogni mia azione,

sfuggente a volte all’uso della ragione.

Risplende la luce al suo dolce parlare,

tutti si fermano per poterti ascoltare,

ascoltano in silenzio, senza fiatare,

nella speranza di poter declamare,

declamare versi solo in suo onore,

musa che guidi ogni ispirazione.


EVOLUZIONE DELL’AMORE

 

Profumo di bosco, di erba bagnata,

risplende la valle a inizio giornata,

il prato si tinge di mille colori,

di luce risplendono migliaia di fiori.

Si empie la valle di mille profumi,

riecheggiano parole di mille poemi;

trionfa l’amore, profumo di rose,

apice di felicità, vestite da spose.

Trionfo glorioso con l’unione è celebrato,

simbolo di due cuori, rapporto rinforzato,

tra gioie e dolori, mille difficoltà,

il battito del cuore sopra ogni avversità

L’amore si amplia mille sfaccettature,

esplode all’arrivo di nuove creature,

desiderate e cercate con tanta passione,

rappresentano il culmine della propria unione.

Insieme crescendo, scrutando l’orizzonte,

sul mare impetuoso, cavalcando le onde,

tra alti e bassi, rinascita dei sentimenti,

alla fine del tunnel, felici e contenti.



FIORI D’ INVERNO

 

Candida neve ricopre la valle,

cala la sera, il sole volge le spalle,

cala tra i monti, magia della sera,

chiaro di luna, cambio di atmosfera.

Quiete e silenzio, prati imbiancati,

solo fruscii e paesaggi incantati,

neve che scende candida al suolo,

dentro le tane, gli animali  cercano ristoro.

Alba di un nuovo giorno, luce risplende,

e dappertutto il bianco si estende,

pian  piano, cambio di temperatura,

scioglie la neve, magia della natura.

Fiori d’inverno risplendono al sole,

pochi colori ma pieni di ardore,

sfidano la neve e il gelo invernale,

di buon auspicio, messaggio augurale.

Gelida aria, aria profumata,

fiori d’inverno, magia ritrovata,

mix di profumi dentro il candore,

riempiono di gioia, donano splendore.



LA FORZA DELL’AMORE

 

Fontane danzanti, profumo di fiori,

giardino incantato dai mille colori,

farfalle che volano leggiadra presenza,

spirito che si nutre di ogni sua essenza,

essenza trionfante, spirito della natura,

alberga e dimora in ogni creatura.

Bontà risplende con i raggi del sole,

diffonde la luce e riscalda ogni cuore,

cuore dai mille e dolci rintocchi,

cambiano velocità, guardando i tuoi occhi,

occhi che illuminano la notte più buia,

salto nel  vuoto senza paura.

Incrociando gli sguardi, fuochi  di artificio,

il cuore batte come sopra un precipizio,

trionfa l’amore sopra  ogni cosa,

magia trionfante in abito  da sposa,

emozioni indescrivibili pervadono il cuore,

nel matrimonio, suggellano l’amore.

La vita prosegue mille sfaccettature,

nuovi trionfi con l’arrivo delle creature,

completano la coppia dona continuità,

percorso irto, mille difficoltà,

costella la vita e i piani scompiglia,

trionfa l’amore della propria famiglia.



L’AMOR E LA NATURA

 

Risplende il mattino, luce nella valle,

in giro si vedono migliaia di farfalle,

si odono versi inneggianti all’amore

traggono ispirazione dai prati in fiore.

Di mille colori diventano i verdi  prati,

paesaggi si trasformano in luoghi incantati,

profumi che inebriano l’aria, giunge la sera.

dolce tramonto, cambio di atmosfera.

Fontane danzanti rinfrescano la serata,

tramonto che incanta la fine giornata,

si scambiano effusioni in  nome dell’amore,

presagio per un futuro mondo migliore.

Il sole si nasconde dietro le montagne,

trionfa l’amor tra le dolci campagne,

al chiaro  di luna, dolci carezze,

Riempiono il cuor di grandi certezze.


L’EVOLUZIONE DELLA FAMIGLIA

 

Si narrano storie, intorno al focolare,

in religioso silenzio, tutti ad ascoltare,

si apprendono valori dai racconti del nonno,

parole dal  significato profondo.

Legami profondi di antica tradizione,

famiglia, vera forza della nazione,

piccoli gesti durante la giornata,

forza di un’epoca dimenticata.

Nuove famiglie all’orizzonte,

rapporti sospesi su due diverse sponde,

cercano invano di dialogare,

troppi gli ostacoli da superare.

Sempre più social, era digitale,

non si ha tempo per parlare,

privi di valori e con poche fondamenta,

privi di guida nella tormenta.

Alla ricerca  di qualche certezza,

antica famiglia, unica fortezza,

possenti braccia ti donano amore,

regna la pace e riscaldano il cuore


LIETO EVENTO

 

Luce splendente riflessa nei tuoi occhi,

dal tuo ventre, dolci rintocchi,

gioia che risiede e alberga nel tuo cuore,

frutto meraviglioso del nostro amore.

Evento atteso meraviglia della natura,

attesa per la nascita della creatura,

tutti si preparano per la lieta novella,

la sua visione il tuo dolore cancella.

Mesi trascorsi con grande attenzione,

notti trascorse per sceglierne il nome,

giornate intere per il corredino

e per la cameretta del nuovo inquilino.

E’ giunta l’ora, tutti ad aspettare,

il tuo vagito cercano di ascoltare,

simbolo della nascita, completamento dell’amore,

lieto evento per un mondo migliore.


La Speranza

 

Nascosti nel buio, timorosi di ogni rumore,

si narrano storie, piene di dolore,

negli occhi nascosti, mille difficoltà,

sulle sponde africane, dopo mille avversità.

 

Speranza nel  futuro, in un futuro migliore,

sguardi persi, in  cerca di amore,

solcando le onde del mar mediterraneo,

dramma del periodo contemporaneo.

 

Abbraccio  mortale, perdita  della vita,

bollettino  di guerra, lista infinita,

speranza che si perde tra le onde del mare,

cercando una nave per continuare a  sperare.

 

Tra mille difficoltà, cercano di restar  a galla,

cercano di tenersi, si appoggiano a ogni  spalla,

offresi spontaneamente come appiglio,

cercano di salvare il proprio figlio.

 

Giunti in Europa, ancora  di salvezza,

iniziano periodi pieni d’incertezza,

con molta fede per poter sperare,

mille difficoltà da superare.


DOLCI RICORDI

 

Dolci rintocchi annunciano la sera,

fievoli raggi, cambio di atmosfera,

ombra che al sole volge  le spalle,

rintocchi melodiosi per la valle.

Rintocchi melodiosi per il contadino,

trascorsa la giornata con il capo chino,

intento a lavorare nella campagna,

al dolce rintocco, scende dalla montagna.

 

Percorsi tortuosi, antichi sentieri,

rincasa verso casa, con nuovi pensieri,

pensa al lavoro da terminare,

prima  del giungere della stagione invernale.

 

Odore di legna, profumi del camino,

odori tipici dell’’Appennino,

si narrano le storie, di tradizione  popolare,

famiglia radunata intorno  al focolare.

 

Antiche usanze, tramandate da generazioni,

riscoperta culturale delle tradizioni,

sapori autentici di un recente passato,

che a  volte par, esser stato dimenticato.


Dolce risveglio                    

 

Profumo di bosco, di fresca rugiada,

inebriano l’aria d’inizio giornata,

risveglio meraviglioso della natura,

si odono i versi di ogni creatura.

 

Tra balzi e saltelli, freschi ruscelli,

suoni melodiosi, festosi ritornelli,

rumore dell’acqua, dolce presenza,

per la natura, profonda essenza.

 

In giro si scrutano i cuccioli del bosco,

muovono i primi passi, protetti dal sottobosco,

osservano i movimenti dei loro genitori,

tramandano i segreti da generazioni.

 

La luce risplende sul verde paesaggio,

pian  piano si assiste a un lento passaggio,

trionfa con l’alba il sole sulla luna;

luce, presagio, di buona fortuna.


L’acqua

 

Risplende di luce, scia argentata,

scende pian piano, verso la vallata,

suono melodioso, la sua lenta discesa,

empie di gioia e ogni cuore allieta;

fonte di vita per ogni creatura,

favolosa immagine della natura.

 

Limpida, pura, acqua di fonte,

scorre pian piano sotto ogni ponte,

per ogni vita, fonte essenziale,

meraviglia del paesaggio fluviale,

dona la vita il suo lento passaggio

trasformazione naturale del paesaggio.

 

Tutti s’incrociano, scendendo dalla montagna.

fiume che scorre, lento, nella campagna,

acqua utilizzata per l’irrigazione,

fonte di vita per ogni coltivazione,

tanto lavoro da parte dell’agricoltore,

fonte di vita per la popolazione.


Matera 2019 e dintorni

 

Percorsi tortuosi, antichi sentieri,

antiche caverne elette a monasteri,

percorsi religiosi, scenari incantati,

le chiese rupestri, gioielli nascosti,

percorsi sotterranei, un tempo riserve,

accumuli di acqua in grandi cisterne.

 

Negli anni cinquanta, vergogna nazionale,

patrimonio UNESCO di fama mondiale,

nel 2019, capitale europea della cultura,

progetto volano, speranza futura,

speranza per tutte le bellezze della regione,

scommessa culturale di tutta la nazione.

 

Templi antichi di origini doriche,

Antica Magna Grecia sulle coste ioniche,

antichi castelli dei comuni montani,

ricchi di storia gli Appennini lucani,

massiccio del Pollino, parco nazionale,

regno della biodiversità, riserva naturale.

 

 

Città romane di antica fattezza,

trionfa Venosa, di rara bellezza,

castelli medioevali sul territorio lucano,

Castel di Lagopesole, del periodo federiciano,

dal Monte San Biagio svetta il Redentore,

protegge Maratea e le sue antiche dimore.

 

Grandi iniziative per tutta la regione,

in giro per i borghi, rinasce la tradizione,

       cortei storici, sfilate medioevali,

 fan da sfondo a grandi eventi culturali,

         Open Future, vision innovativa,

donano a Matera, il fascino di una regina.


La magia del Natale

 

Candida neve che imbianca la montagna,

scende pian piano, ricopre la campagna,

profumo di legna arsa nel camino,

inebria l’aria di tutto l’Appennino;

si odono zampogne che suonano a festa,

di Babbo Natale si narrano le gesta.

 

Felici i bambini, attendono con gioia,

festeggiano la nascita con canti di Gloria,

Parole narrate che scaldano il cuore,

Nell’aria si odono solo frasi d’amore,

incoraggiano tutti a superare le avversità.

Speranza che fuga ogni perplessità.

 

Magia che unisce cene di Natale,

si alzano i calici, messaggio augurale,

si narrano storie di antica tradizione,

s’inneggiano canti, profonda devozione,

in fila in processione si porta il bambinello.

riposto nel presepe, tra il bue e l’asinello.


L’Amor e la natura

 

Risplende il mattino, luce nella valle,

In giro si vedono migliaia di farfalle,

si odono versi inneggianti all’amore

traggono ispirazione dai prati in fiore.

 

Di mille colori diventano i verdi  prati,

paesaggi si trasformano in luoghi incantati,

profumi che inebriano l’aria, giunge la sera.

dolce tramonto, cambio di atmosfera.

 

Fontane  danzanti rinfrescano la serata,

tramonto che incanta il fine giornata,

si scambiano effusioni in  nome dell’amore,

presagio per un futuro mondo migliore.

 

Il  sole si nasconde dietro le montagne,

trionfa l’amor tra le dolci campagne,

al chiaro  di luna, dolci carezze,

riempiono il cuor di grandi certezze.


Antichi profumi

 

Il lento scorrer dei fiumi, musica soave,

riecheggia nella valle, nebbia che appare,

dal piè della montagna, risale per la crina,

       tutt uno con le nuvole nei pressi  della cima.

     Leggiadre foglie al vento, in giro per la valle,

lenti movimenti, ali di farfalle,

profumi di montagna, provenienti dall’altopiano,

riempion il territorio dell’Appennino lucano.

 

Rinascon tradizioni dai canti popolari,

proverbi e detti antichi, intorno ai focolari,

riunita la famiglia nei pressi del camino,

si narrano le storie, fantasie dell’Appennino.

 

In giro per i borghi, rinasce la tradizione.

feste popolari, antica devozione,

in fila dietro al Santo, tutti in processione,

rinascita culturale di tutta la nazione.


La Cialledda

 

Emblema della cucina povera dei contadini,

cime di rapa, olive, uovo e pomodorini,

pane di Matera,abbinato a verdure di stagione,

versione invernale, piatto della tradizione.

 

Cime di rapa cotte in acqua e sale,

Sono l’inizio della ricetta tradizionale;

Scolate le rape usane l’acqua di cottura,

Pane raffermo portato a bollitura;

in altra pentola, aglio, olio e peperoncino,

ad aglio dorato, aggiunta del pomodorino,

versa le rape con l’aggiunta di olive

mix di profumi, il loro sapore par che descrive.

come d’incanto , togli l’acqua  di cottura,

dentro un mestolo, sfruttandone la bollitura,

rompici un uovo, un munito di bollore,

splendido piatto dal dolce sapore.

 

Pane raffermo adagiato in  un piatto,

mix di verdure sopra, il secondo atto;

ponici l’uovo , atto finale

mix di sapori, internazionale;

sapori unici, sapientemente cucinati,

ricchi di vitamine e molti folati,

versione calda, piatto della serata,

dona calore a fine giornata.


 

IL VIAGGIO DEL  PASTORE

 

 

Un dolce tramonto salutava il giorno per dare il benvenuto al sopraggiungere della sera; volgeva al termine una tipica giornata afosa estiva del territorio murgiano. Durante le ore centrali del giorno, tutti cercavano un Po di ombra, sotto il grande ulivo che dominava, solitario, il giardino della fattoria.

Era lì da tantissimo tempo e se avesse avuto la possibilità di parlare, innumerevoli sarebbero state le storie da raccontare. Tutti si sentivano protetti sotto i suoi grandi rami intrecciati, era ormai considerato un membro di famiglia, un elemento molto importante, simbolo di forza e di unione.

Quel giorno, dopo tanto caldo, la famiglia aveva deciso di cenare all’aria aperta, sotto il grande ulivo, come si soleva fare durante le calde giornate d’estate. Il nonno, memore di vecchi ricordi, decise di raccontare una di quelle storie che aveva ascoltato da bambino durante le cene estive e radunati tutti, intorno a sé, iniziò a raccontare una vecchia storia.

 

Tanti piccole luci brillavano nel buio, tanti lampioni di un grazioso paese della montagna abruzzese in fermento per gli imminenti preparativi. Le prime luci dell’alba, illuminavano le rocce e i primi profumi di pane appena sfornato, si mescolavano ai profumi tipici della montagna abruzzese. I galli iniziavano a cantare e i membri della famiglia, svegliati dal verso del gallo, si apprestavano a svolgere i propri compiti; ognuno con un incarico preciso, tutti facevano la loro parte perche ‘ c’erano tante faccende da svolgere quotidianamente, necessarie per la sopravvivenza di tutta la famiglia.

Era da poco terminata la stagione estiva, e vivi erano i ricordi delle giornate trascorse con tutti i membri della famiglia; una vita strana, vivevano  insieme in primavera ed estate e ora radunate le pecore, i pastori si preparavano per un lunghissimo viaggio lungo il “ Tratturo Magno” per continuare nell’antica pratica della transumanza, lungo un percorso di 220 km dall’Abruzzo alla provincia di foggia.

Tutti erano all’opera per preparare il necessario per il lungo viaggio, dalle provviste di legumi, agli utensili ai capi di abbigliamento, utili per trascorrere tutto l’autunno e l’inverno lontano di casa e dai propri famigliari. Un lungo viaggio, una grande avventura, con un preciso percorso, tabelle di marce e fermate prestabilite.

C’e’ tanta tristezza in paese, molte famiglie dovranno trovare la forza di vivere separati per sei mesi, una vita difficile, fatta di tanto e duro lavoro per tutti i membri della famiglia. Durante l’assenza del capofamiglia, sarà la donna che dovrà coltivare l’orto, provvedere all’allevamento di galline e conigli, badare a tutti i membri della famiglia, in sostanza fare da madre e da padre ai suoi numerosi e piccoli figli.

Durante la stagione estiva, uno dei pastori era rimasto gravemente ferito e non potendo intraprendere il viaggio, aveva incaricato il suo figlio maggiore, appena diciottenne, a unirsi alla carovana in marcia. Aveva chiesto ai suoi amici, più esperti, di aiutare il figlio, inesperto e soprattutto molto distratto.

Radunate le pecore, salutate le rispettive famiglie, si misero in viaggio verso la destinazione finale. I pastori più esperti, esortavano i più giovani a imitarli, perche rigide erano le regole del viaggio; bisognava rispettare le tabelle di marcia, per giungere in zone più tranquille, utilizzate dai loro genitori e ribattezzate come zone sicure per trascorrere la notte.

Il giovane pastore, inesperto, non riusciva a badare al suo gregge e ben presto, non prestando le dovute attenzioni, si ritrovò molto indietro rispetto al gruppo principale, privo della protezione dei membri più anziani.

Una situazione disastrosa, tutte le pecore erano scappate e dovette cercarle per tutta la notte. All’alba, si ritrovò con cinque pecore mancanti; un grosso ammanco per la sua famiglia e per tutto il suo gregge. Decise di accelerare il passo e dopo qualche ora, riuscì a raggiungere il gruppo principale e proseguire il suo viaggio. Non raccontò a nessuno che aveva perso cinque pecore, anzi si mostrò agli altri, con aria di superiorità. I vecchi pastori, non badavano al suo atteggiamento e continuarono nel loro tragitto; sapevano, in cuor loro, che il giovane pastore che si mostrava così spavaldo, in realtà aveva molta paura; soprattutto pensarono che avesse imparato la lezione.

In realtà, bastò poco per distrarre il giovane pastore. Era rimasto incuriosito dalla vista di alcuni orsi, e nuovamente, si era dimenticato delle sue responsabilità; il gregge era rimasto incustodito e ben presto, le pecore, spaventate dai vari rumori, erano fuggite verso il bosco in cerca di riparo.

Dopo alcuni minuti, il giovane pastore si rese conto dell’accaduto. Riuscì, in un’oretta a radunare un bel numero di pecore e una volta contate, si rese conto che ne mancavano altre cinque all’appello.

Ancora una volta, decise di non dire nulla e assunse il medesimo atteggiamento, un volta raggiunto il gruppo.

E così, per diversi giorni; quotidianamente c’era un nuovo elemento di distrazione, ogni volta si lasciava trasportare dalla sua grande voglia di curiosità e soprattutto dimenticava di aver ricevuto un incarico di responsabilità dalla propria famiglia.

Dopo diversi giorni di cammino per le campagne dell’Abruzzo, finalmente giunsero nei pressi di un piccolo paese di collina abitato da alcuni parenti dei pastori. Era l’occasione giusta, per riposarsi un po’. Radunarono tutte le pecore e le fecero entrare in un grande recinto, messo a disposizione dai parenti che risiedevano in quel piccolo paese. Una volta sistemato il gregge, decisero di andare alla vicina locanda per mangiare un pasto caldo e trascorrere una serata in allegria; erano tanti giorni che mangiavano quello che avevano portato e soprattutto avevano trascorso tante notti all’aria aperta, rannicchiati vicino al fuoco e sempre vigili sul gregge. Il giovane pastore, inesperto, decise di trascorrere in super allegria la serata, non badando all’alcool e soprattutto alla compagnia. In pochissimo tempo, si ritrovò ubriaco, derubato dei suoi soldi e dei suoi vestiti. Lo ritrovarono vicino al gregge. Non aveva più niente.

I pastori più ‘ anziani, gli prestarono dei vestiti per coprirsi e andarono a dormire, sempre fiduciosi che avesse imparato qualcosa di buono da questa ennesima esperienza di vita.

Il giorno domani, come se non fosse successo niente, il giovane pastore restò nuovamente indietro, attratto da una meravigliosa cascata e dalla magia dell’acqua. Questa volta il gregge restò nei pressi dell’acqua. Dopo un po’ di tempo, il giovane pastore, guardandosi intorno, vide che era tutto a posto e lentamente cercò di riprendere il cammino per raggiungere gli altri. Questa volta si trovava in una fitta foresta, ricca di vegetazione, cupa e piena di rumori.

Si lasciò prendere dal panico e soprattutto dalla sua inesperienza; iniziò a girovagare a destra e sinistra, senza seguire un ragionamento logico e dopo tanto peregrinare, alla fine si ritrovò solo, senza il suo gregge, nel buio della foresta. Si rifugiò su di un albero e vi trascorse tutta la notte, al freddo e sotto una pioggia incessante. Il mattino dopo, cercò le tracce del gregge, ma la forte pioggia aveva cancellato ogni traccia e decise di proseguire costeggiando il fiume. Fu un percorso’ faticoso, pieno di ostacoli e dopo tante fatiche, finalmente riuscì a uscire dal bosco e si ritrovò in una grande pianura. Erano giorni che non mangiava, la fame e la stanchezza lo avevano sfinito; barcollava e dopo pochi metri cadde per terra, privo di sensi.

I vecchi pastori, erano nei dintorni, non erano mai andati via. Lo seguivano a debita distanza e questa volta, anziché intervenire prontamente, decisero di lasciarlo stare e di seguirlo da lontano. In tutti questi giorni, erano stati loro a spaventare il gregge del giovane pastore e a rubargli le pecore a fin di bene.

Vedevano però, che non riusciva a imparare la lezione e dovettero farlo spaventare per bene per metterlo di fronte alle sue responsabilità, dovevano andare fino in fondo, affinché comprendesse il peso della responsabilità di essere diventato un capofamiglia, un custode dell’unico bene che producesse il reddito necessario per il sostentamento dell’intero nucleo familiare.

Anche alla locanda, grazie alla complicità di alcuni amici, erano riusciti a far ubriacare il giovane pastore e a prendere in custodia i suoi soldi e i suoi vestiti. La loro abilità di muoversi su terreni che conoscevano da decenni aveva fatto la differenza, sapevano, dove nascondersi senza essere osservati e soprattutto, conoscendo bene il giovane pastore, sapevano quali erano i suoi punti deboli.

Questa volta, senza volerlo, si erano resi conto di aver esagerato un bel po’ e decisero di affidarlo alle cure di gente che conoscevano da anni.

Lo affidarono ad agricoltori locali che lo sfamarono, gli diedero dei nuovi vestiti e lo curarono per fargli riacquistare le forze. Dopo alcuni giorni, lo posero su di un carro per raggiungere i vecchi pastori.

Giunti sul posto, i vecchi pastori gli raccontarono tutto e procedettero con la restituzione delle pecore, dei suoi vestiti e dei suoi soldi; quello sarebbe stato il loro ultimo aiuto per sopperire alle sue distrazioni. D’ora in poi, doveva rispettare le regole che gli erano state impartire durante l’estate e doveva riferire ai vecchi pastori eventuali necessità.

Da quel giorno, il giovane pastore, osservò attentamente tutte le regole e contribuì significantemente alle varie transumanze, anno dopo anno, fino a quando, un bel giorno, innamoratosi di una bellissima ragazza, iniziò una nuova avventura nelle pianure di Foggia, offrendo ospitalità ai pastori.

Aveva imparato grandi lezioni di vita, sani principi della civile convivenza. Soprattutto, aveva capito che grazie al rispetto degli incarichi ricevuti, ognuno per la propria parte, nasce la solidità del gruppo di lavoro.