Domenico Franco - Poesie e Racconti

Sparire

Nell’aria immobile
sparisce la nuvola
dietro i tetti di Heidelberg,
tra le case rosse
va via anche il giorno,
illusione.
Sparisce l’orizzonte
dietro le montagne,
sparisci tu,
il ponte guarda l’acqua
andar via,
così tu scorrevi
lenta leggiarda
attraverso me.
I corpi si consumano,
come pietre di fiume,
l’amore consuma,
come piccolo
ciottolo,
rimbalzo
nel fiumiciattolo.
Qualche passo avanti,
ma la tua voce,
il tuo aufwiedersen,
bis morgen,
speranza e musica
nei miei occhi
di stelle e poesia,
dodici rintocchi,
vado via.


 

I nostri cuori

Novembre,
e i tuoi occhi
specchiati nell’Arno,
tutto passa nel fiume

e le nostre ombre
giocavano col lume
del Ponte Vecchio.
I nostri cuori
tra la gente,
e il tuo gesto
lesto,
silente,
e col bacio
hai rubato
l’anima mia.
Chi vuol esser lieto sia,
presi da incosciente ebbrezza,
perchè del doman non abbiam certezza.


Tradito

Tradito
dai miei occhi,
sul far dell’alba,
tradito
dal mio cuore
strappato
omai distrutto.
Così procede la vita,
la felicità non è facile,
la facilità non fa felici.


 

De Veritate (breve estratto filosofico)

[…]Rileggendo Schopenhauer, mi trovo d’accordo con lui nel dire che quando guardiamo il mare, la prima sensazione è quella di vedere un bel panorama e di fermarci a queste sensazioni, all’azzurro del cielo e del mare, al sole luminoso e forte. Questa è una verità, ma verità di una percezione, ovvero una cosa che non occupa la nostra ragione, ma solo i nostri sensi, e quindi di per sè vera. Ora la scienza vuole (faccio un esempio anche se paradossale)
che io per dimostrare che il mare e il cielo sono azzurri e che il sole sia così, debba visitare altre spiagge, altri luoghi nelle medesime condizioni e quindi gettare le basi per una regola accettata da tutti, una regola oggettiva: che di giorno il mare e il cielo sono azzurri e che il sole è caldo.
Poi arrivo un altro e dice che di notte il mare e il cielo sono blu e che il sole non c’è: e quindi la scienza dovrà verificare anche questo. Questo per dire che tutto ciò che è verificabile mediante metodo scientifico, ai giorni nostri difficilmente resta dogma, verità, o “pregiudizio”. Dissi una volta ad un amico mio che <Le idiozie non seguono la teoria della relatività perchè si propagano più veloci della luce>. Questo a dire, riprendendo Russell, che alcune regole, alcune teorie, essendo prese per “verità” a priori, ovvero “è così perchè così deve essere” e mai dimostrate
(soprattutto nei tempi in cui vigeva l’ “IPSE DIXIT” e il metodo Aristotelico), sono entrate nell’immaginario collettivo, e dall’immaginario, lo spandersi della “idiozia” è divenuta razionalità, ovvero da un dogma non verificato scientificamente. Così si sono propagati concetti e idee che hanno per base una “verità” accettata per “fede” (ma non parlo di fede religiosa, ma di cieca obbedienza alla regola). Purtroppo la logica, il ragionamento, il procedere per sillogismi, da una parte è utile per dare profondità alla ricerca scientifica, dall’altra è nociva quando questo
procedere di sillogismi parte da un presupposto che non ha verificabilità scientifica. Tanto per dirne una la chiesa accettava l’ipotesi di una terra piatta e quando Galileo dimostrò il contrario fece quella miserevole fine. Ecco da qui la deduzione: che tutto ciò che non rientra nella sfera del reale rimane nella sfera del pregiudizio, di questo pregiudizio se ne fa verità, e “vox populi vox dei” diventa un lucchetto difficile da scassinare, quale lucchetto lo chiameremo “abitudine di pensiero”.


 

Sul Reale (estratto)

Non c’è temporalità nella creazione di oggetti, il vecchio diventa nuovo e il nuovo diventa vecchio : tutto è una continua trasformazione, dalle idee agli oggetti, ma nulla si crea e nulla si distrugge veramente. Tutto si evolve senza un ordine temporale perché ogni oggetto, ogni idea cerca di assumere una forma che sia in sintonia col vecchio e col nuovo. Da questo vengo a dedurre che il tempo non esiste come lo conosciamo, perché in realtà il continuo mutamento delle cose ci fa pensare che il tempo trascorre, e il tempo di per sé è solo un invenzione umana, un modo come potrebbero esistere tanti altri per misurare il mutare delle cose. Non esiste il prima e il dopo, l’oggi e domani, ne i secoli, le ere, gli anni, le ore, i minuti. Per esempio, e come esempio è abbastanza pesante, verrebbe da chiederci cosa c’era prima dell’universo.
Semplicemente e solamente l’universo, così come leggi fisiche che altro non definiscono il semplice mutare delle cose, ovvero c’era qualcosa che è simile a ciò vediamo alzando la testa, e qualcosa di simile a un piccolo atomo ma nessuna delle due cose prese singolarmente, e questo è vero perché niente di reale si può creare dall’ irreale. La fisica inoltre definisce ciò esiste e quindi non sarà una problema definire anche ciò che c’era prima dell’universo. Quindi il
nulla non esiste perché dal nulla viene, il nulla non può mutare,il nulla non proviene da niente di reale e neanche dall’irreale. C’è maggiore probabilità che una mela diventi blu che il nulla si evolva in reale. Il nulla è perciò quel qualcosa che non esiste, e neanche l’evoluzione di un idea può realizzare un oggetto che prima non esisteva!


Baciami, dolce poeta (Incipit del Romanzo)

L’universo traballava e ondeggiava inquieto nei suoi occhi pieni di lacrime. l sole chiudeva gli occhi, sul bianco marmo del castello. Pennellate di rosa nel cielo, su quella pietra che ora sembra viva, calda, come un corpo silenzioso avvolto nella neve, nel silenzio e nell’aria ferma solo un timido fruscio di foglie che nel loro ultimo colorato respiro salutavano il giorno ormai andato via. Piangeva lungo il mare con la speranza che le lacrime si confondessero con l’acqua e nessuno le vedesse. Dolce farfalla dalle ali spezzate, mi ci avvicinai con delicatezza, per non disturbare i suoi pensieri, le accarezzai le ali, mani cerulee, angeliche e le chiesi cosa fosse successo. Il mondo si fermò qualche minuto nelle sue labbra e cominciò a parlare. Non ci volle molto perchè mi dicesse che era stata tradita, lasciata, il che equivale ad essere uccisa.
Ascoltai quelle poche parole singhiozzanti, in silenzio e ammirazione. Le ore passavano e le sue ali riacquistavano forza e lucentezza, tanto da chiedergli di incamminarci verso il centro.
Volavamo distratti per quelle vie e mi teneva la mano, forse perchè quelle ali erano insicure, ma
provava a riacquistare la vita. […]


 

Dalle Epistole

Sii per me l’odio più assoluto, quel senso di amore perduto, invano lasciato, mare inesplorato, mare fermo e “amareggiato”, madre di tutte le mie più oscure voglie, mare io da sbattere violentemente sui tuoi scogli, dal più profondo del mio essere al tuo più profondo essere. Bella nei miei desideri, nei più chiari e vagando nei tuoi più ignoti, nei più scuri. Scende la sera: tanto lenta l’agonia quanto veloce la morte. Geloso, insicuro, sanguigno, come lava travolgo tutto ed ora vorrei raffreddarmi, raggelarmi, farlo sul tuo cuore, ma inutilmente spero: Ignes fatui, che
tradurrei come “fuoco inutile”, fuoco che ancora mi arde dentro, o vino che sale, che preme nei miei pensieri, inutilmente! Fredda, come l’aria che appena percepivo nel novembre dove mi riscaldavi…il tuo corpo! Non ti rinfaccio nulla, tranne quel TI AMO, quel TI AMO così timido da ragazzina, quel TI AMO, che ci avrei giurato almeno un pò ERA VERO: la tua voce. Non amo, non TI ODIO, senza rancore, a volerti bene non mi costa nulla, ma AMARTI, per quell’istante; mi sono ripreso l’anima, per un istante AMARTI, ma ero vivo!


 

ATEM

Ho preso l’essenza di questi sogni e li dono a te,
stanno tutti qui,
nella mano di un sognatore,
che ha provocato le risate dell’universo,
solleticando con piacevole voluttà
ogni suo debole angolo…
ho preso le spine di una rosa
e le ho trasformate in coloratissime farfalle,
ho preso le stelle e le ho mangiate tutte
fino a non poterne più,
per lasciare che al buio risplendessi tu…
ho preso la verità
e l’ho disegnata su un foglio,
per dare emozione ai tuoi occhi…
ho portato il mio corpo nel fuoco,
perchè bruciasse,
e per te sono l’anima che bagna il tuo corpo,
vapore, aria, avvolgente calore, nuvola e respiro.
ATEM


HUMANA BREVITAS (alcuni aforismi)

1)Il giusto mezzo tra un rumore e il silenzio è lo schiocco di un bacio.
2)Neanche le corde dell’anima possono essere tirate all’infinito, quanto più si desidera un suono
forte: quello che ne vien fuori è una confusione di rumori. Un soffio di vento è sufficiente a farle
vibrare per tutta l’eternità.
3)E’ una presunzione credere di poter amare meglio di tutti. Amare al massimo delle proprie
forze è già una sfida contro e con un sentimento troppo vasto per saperlo occupare tutto.


CSI (Commedia in prosa – Breve Estratto)

[…]
Scena 3
Ore 12:00 dopo la colazione
Mim Grissino : -Chi va da solo… va a piedi-.
Nino Stocco : – Da quale scrittore l’hai preso-.
Cirrick : – Beppe ‘o verdummar- .
Nino Stocco : – E che c’entra? –
Mim Grissino : – Non lo so, pero’ lo fa bello! Comunque… il nostro amico , Coso Bello, era solo!

Nino Stocco : – E il maggiordomo? –
Mim Grissino : – Era cieco! –
Cirrick : – E come l’ha visto? –
Mim Grissino : – Lo ha sentito! La puzza di cadavere si sente dopo 3 giorni , come si dice ,
l’ospite dopo 3 giorni puzza! –
Nino Stocco : – Ma nessuno ha invitato il salmone, eppure puzza!
Mim Grissino : – Infatti! Caccialo! […]