Come un’allotropia
Cantavo te per dimenticare
ore che travalicano passati
gioie che dipingono giorni.
Cantavo te per ubriacarmi.
Vestirsi di bianco
nell’alba grigia del mattino
e scegliere la strada
scandire il tempo con i tuoi passi
scrutare il buio con la tua mente.
Annullarmi
come feluca salpare la marina.
Di rimbalzo l’eco
al richiamo della rondine
fare una melodia
di mesi,di anni tessuti
e smerlati al ricamo più fino.
Cadevi
e la vita come canovaccio di commedia
ti sembrava un’allotropia
di suoni e linguaggi inusitati
di fiabe e di amori intrecciati.
Cangiante il volto,
nel cristallo puro
immersi il cuore
per ritrovare il tempo.
Lo splendore dell’immenso
Ho velato il pensiero
ho modulato la voce
tenue ed eccelsa
soave ed austera
nella nativa armonia.
Vorrei emularti fiore
e secondare l’ atavico
istinto narcisista.
La mente migra nomade e peregrina.
Guadare il fiume,planare il cielo
sarchiare la terra e incastonarmi
come nota nel pentagramma.
Il silenzio ed il sogno,vane speranze
di una cruda realtà,pressano la mente.
Non posso crogiolarmi nell’irreale.
Attendo una pausa
per ricominciare a vivere.
Scoppiano le stelle nel buio.
Tra i rami brulli scintillano
e rimbalzano i raggi della luna.
Guardo e non vedo
vedo e non odo
lo splendore dell’immenso
il sussurro della verità.
Padre
Proba la vita
nella sua apoteosi padre.
Come note flebili
sgranarono i giorni
ad uno ad uno
avvolti nel tramaglio.
D’arazzo ricamasti la vita
per noi.
Sussurrano le gemme al crepuscolo
voci velate
ultimi addii arginati di pianto.
Tremola la voce amata
attende ancora il passo amico.
Tarda è l’ora
la notizia è giunta.
Altalenano l’ore
a sapere di te.
Gardenie
solo gardenie
e un’epigrafe.
Troverò la mia anima
In cielo nuvole di pioggia e di vento
premono il buio,accosto l’occhio al vetro
per guardare il mare.
Notti infinite,eterni sogni.Attendo risposte.
Ignoro il cammino e la saggezza
essenza distaccata di poliedriche visioni.
Ti ritrovo nella mente mio eterno
riminiscenza di dolore,stella d’infinito
puro silenzio,ombra del passato.
Vedo falò mordere il buio
come rampicanti assalire le tenebre
con le loro lingue di fuoco.
Non ha più colore il pianto.
Cammino.
La strada bianca diventa d’argento
ai raggi della luna.
Avanzerò sottovento,al di là del villaggio
troverò la mia anima.
Sono stanco
Sono stanco di correrti incontro
hai detto nel sonno.
Sono stanco di guardare
i tuoi occhi socchiusi.
Non sei sola
il mio amore penetra al di là
oltre le pieghe del muro
fino alle cavità del cuore.
Ignara ti spegni.
I sentimenti
fuggono altrove.
Dopo di me,donna
pensi che il ramo di pesco
non fiorirà?
Che la primavera
si dileguerà?
Non sei un giunco novello
che si piega
alle spire del vento
e si nasconde giù
tra i mucchi di foglie.
Esci dall’ombra
cerca la luce.
Il sole ti bacia e ti accende.
Fa che il tuo canto
vibri lontano
e giunga al mio orecchio
a ricordarmi la vita.
Ricordi
Ad uno ad uno
ingialliscono e passano
come petali annichiliti
per la troppa luce
gli anni.
Nostalgia di giovinezza
mi costringo a dimenticare.
Fustigo i ricordi
ma il cuore
sussurra dolcezza.
S’illumina la mente
e l’animo assopito
riprende il cammino.
L’onda scura
greve di tempesta
minaccia la notte.
Riemerge dal fondo
come spirale
sfuggita al vento
un guizzo di luna.
Troppo brevi per me
sono stati i giorni
ebbra di gioia e di vita.
Ritorna il vocio
delle donne di casa
le loro sentenze
immancabili cassandre
portatrici di gelosie malcelate.
Ritorna l’immagine
di me fanciulla
che sorrido e rido.
Accarezzo illusioni di amori
di fasti,di magiche sinfonie
e procedo danzando
ad incontrare anelante
la vita.
E’ innarestabile la corsa
oggi ho staccato
l’ultimo foglio del calendario.
PASSEGGIATA NOTTURNA
Il mare trascolora.
La schiuma dell’onda
intacca la roccia
come criniera leggera
si gonfia,si alza e sciaborda.
Sullo scoglio si perde.
Freme la notte
lenta avanza e stende
un manto di stelle.
Sibila il vento
s’avvolge a spirale
e porta con se
l’odore del mondo.
Cammino lungo gli argini
mostro timore alle ombre
che escono dal buio.
Si sfogliano i raggi della luna
si scompongono sull’onda che sale
si sporge,sprofonda,si sbriciola
mite si confonde nella baia.
Il canto sale.
Chiudo gli occhi
per non contaminare il buio.
Mi costringo a dimenticare
e l’animo in questo girotondo
di eterna primavera
di capelli al vento
s’accinge a camminare
fra un mormorio di preghiere.
21 APRILE
Emerge e si mostra il dolore
come una mattonata al cuore.
Arrugginiscono le speranze
fugaci lampi di coscienza
che si adagiano nella mente.
I ricordi,statue levigate
dal sole e dal vento
alzano il capo beffardi
pronti a lacerare l’anima.
Sono sopravissuta al rogo.
Ho affastellato i pensieri
e ne ho fatto una piramide
da consegnare al tempo.
Le tentazioni, dalle voluminose chiome
caparbie vestali del desiderio
ho incontrato sul portale del tempio.
Ho alzato le mani
fragile ed ossequiante
per mostrare le ferite
che parlano di giorni perduti
lontani ed austeri.
Era il tempo in cui ero regina
ed il sole dorava il cammino.
Non ero sola
ma al tuo fianco uomo
eroe,luce eterna.
Il deserto,con le sue nuvole di sabbia
ha sommerso il nostro giardino.
Ha ucciso le nostre aiuole.
E’ penetrato a dispetto
nella nostra terra.
Non filtreranno più
i raggi fra i rami.
I canti dell’usignolo
non disegneranno melodie
e la tua voce che da lontano
mi raggiungeva,non udirò.
Su un nastro d’argento
ha galoppato la tua vita
nell’alba senza tepore
di una primavera agonizzante.
8 Marzo
Non muore la speranza
quando la fede di riuscire
è forte come la roccia.
Allunga la mano sorella
cogli anche tu il fiore.
Oggi è la tua festa.
Ritta,sulla soglia della storia
hai scrollato il giogo dell’ipocrisia
e torbide passioni.
Ascolta parlare la tua voce
sei coi tuoi desideri
di donna.
Dopo lunghi cammini
stanca e disperata
quando l’angoscia
era l’amica dei brevi sonni
quando eri sola
ad affrontare il tempo
pensavi di assaporare
la vittoria.
Non fermarti
hai gettato il seme
che palpita di vita
e anela acqua di morena.
E’ pace
E’ pace
dove l’ombra allunga le braccia
dove l’acqua zampilla
e la madre e il bambino
si dissetano.
E’ pace
dove il nido
serra i piccoli
dove la mano
stringe amica.
La solitudine
è pace
il silenzio
è pace
quando l’anima
conosce solo tregua
quando l’amore
non è solo passione.
E finalmente la verità
quando ogni speranza
pare vana.
I miei occhi
che non vedono
fissano l’immagine rinata.
E’ pace
dove esiste armonia
è pace
dove i fiori sbocciano
e il mio canto è luce.