Edoardo Tomassetti - Poesie

POESIE SPARSE

Sei tu che mi carezzi i capelli
con le mani del vento?

Sei tu la rondine della mia anima
che anela al sole di terre esotiche…

sei tu
rosa nel mio cuore
così bella, cosi tanto pungente?

Sei tu il mare inquieto
che inonda il mio sguardo…

Sei tu, nonnina, spirito saggio
l’artefice di questo destino misterioso?

Sei tu il vero amore!
Che guarda senza giudicare, dolcemente
le mie fragilità e le mie
debolezze.

 

 

 

 

Pioggia
rimpolpi l’animo
aduggiato nell’oblio.

 

 

 

 

La mano che tende all’altra
ancora e
ancora
cristallizza il passo della salvezza
sulla battigia della vita

 

 

 

 

Immaginazione d’amore
quand’io amareggiato, mestamente
pensavo al dì precedente
e nella notte mefitica
l’immaginazione melliflua
mi salvò il sonno
immaginando te;
a nulla poté la realtà che mi fiaccò,
poiché nel sogno ridevo:
ero nella mia sicura casa e
con te giacevo.

 

 

 

 

vorrei partire
lontano
lontano
da me stesso
e…

dimenticare
allora vivrò
l’eterno momento
dell’aurora.

 

 

 

 

L’uomo e la natura

È autunno inoltrato
le foglie non han mutato
colore; questo calore,
effetto del mal del clima
le ha abbacinate e smaglianti di vigore
sono perle del prato, smeraldi sulla cima

arriverà il gelo,
intirizzendo ogni stelo,
crudele pur se sparuto
illuso di gioia il fiore
sarà petalo caduto.
Oh stagione confusa cagioni afflizione!

Ché il frutto della natura
non sa se andare in fioritura.
Madre feconda di vita
l’uomo col capitalismo
ha ingannato anche te!
Non è tua dappocaggine
è l’uman cinismo
che dilania anche me.

 

 

 

Il mio gallo è un gabbiano che garrisce
ronda tra i palazzi, frulla l’ali nervose
lancia a terra bombe fragorose…
e quando sono le sei del mattino
se non vede l’uomo, il suo vicino
buttare al cassonetto l’acida colazione
comincia a strillare per l’indignazione.

il mio gallo è questo gabbiano che garrisce.

 

 

 

Ho paura d’amare
di quella sensazione vitale
del cuor compunto
perché non all’altro uguale

dell’afflizione che si cagiona
a persona che t’ama
ma non sai riamare

Così lascio il tremulo vibrar del cuor sospeso
e m’illudo
e m’asseto
di quell’eterno
che eterno è nel sol sognare.

 

 

 

Sogno un viaggio come Kerouac
partire
non solo per scoprire ma
per scoprirmi

vedere lande
con le xerofile piante che
vivono desolate,
passare il fiume
solo con le mie gambe,
cavalcare un mustang
che corre solo per amore di correre
verso il crepuscolo.

contemplare i miracoli della natura
e dell’antico uomo;
godere il sole
col suo rassicurante tepore
e la notte – fascinosa creatura-
che coperta da segreti
spaventa d’ignoto:
così per queste metafore
traversarmi.