Edoardo Zonta - Poesie

Amo guardarti

 

Amo guardarti non guardato, come fanno le stelle dal cielo durante il giorno
Amo osservare quando parli con altri, come fa la riva di sabbia con il mare
Amo sfiorarti con il pensiero, come fa la luce radente dell’alba sui fiori
Amo affacciarmi sui tuoi occhi, come fa il bambino sul lago dorato
Amo odorare i tuoi capelli, come fa di notte la brezza velata sui boschi
Amo passare le dita sulla tua pelle, come fa la goccia di rugiada quando lenta scende sulla foglia
Amo amare ciò che amo
Amo amare ciò che non può che essere amato
Amo amare ciò che non voglio fare a meno di amare


 

I colori del mio autunno

 

Dipinti in volto i colori del mio autunno
Nell’animo giornate autunnali, terse e luminose
Foglie cantanti sotto i miei passi leggeri
Com’è sereno vagare lungo il fogliame dei viali
Sotto pioggia di colori

Ma tu albero
Che vedesti nascere le tue foglie
Ma io albero
Che vidi nascere le mie figlie
Che vedemmo crescere
Foglioline e figliolette
Arrugginire con il tempo
E venire il giorno d’autunno
In cui salutammo ad una ad una
Figlioline e fogliolette

Le vedemmo andare
Le lasciammo andare
Cadere sui nostri piedi
Tornare alla terra
Dove anche noi nascemmo
Ad una ad una ci abbandonarono
Noi, castagni e faggi
Aceri e querce

Le vedemmo lì
Per il resto d’autunno
Ingiallite dalla morte
Finché neve non comparve
A coprirle con un velo
Rami spogli e arti molli
Impietriti dal gelo

Nello stomaco giornate d’inverno, fredde e buie
Ciglia e guance umide da condensa di nebbie e lacrime
Com’è dolce sostare lungamente alla finestra dell’anima
Gocce di pensiero
Rigando la densa nebbia
Scorrono lungo il vetro


 

I due amanti

 

Stanotte facevano l’amore

Con forza, con passione

Li ho sentiti cercarsi, rincorrersi intorno a casa

Strusciarsi lungo i muri, sbattervisi contro

Poi facendosi carezze leggere, sfiancati

Lui Vento, lei Pioggia

D’un tratto il silenzio nella notte

Tra le case, nei boschi

Ora Pioggia se n’è andata

Vento è restato, ancora lo sento

Gira ululando intorno a casa

Tra le case, nei boschi

Movendo imposte e tendoni, foglie e cespugli

Cercando la sua amante dissolta

Dissolvendosi anch’esso, poco a poco

Ancora d’un tratto, il silenzio nella notte

Tra le case, nei boschi

Pioggia è tornata

Piangendo sui tetti, sui monti, nei laghi

Cercando il suo amato placato

Silenzio nella notte

Non v’è angoscia più grande

Della solitudine che giunge improvvisa

Per chiudermi a chiave

Ad un passo dall’alba


 

Il tuo sorriso

Pensavo al tuo sorriso
Concedi solamente a un bacio delicato o appassionato di nasconderlo per poco
Poi torna a sorridere
Che gli occhi desiderano rivedere quel mondo di luce


 

La brezza

 

Arrivai che già una lieve brezza mi sussurrava: “Non è qui!”.
Accolsi e comunque mi fermai.
Perché dopo tanto viaggiare, mi dissi: “Va bene qui!”.
Ci furono affetto, rispetto, attenzione.
Serviva solo un poco d’impegno.
Venni da mari agitati, da tempeste e arcobaleni.
Le acque sicure e calme del lago nella giornata soliva erano pacifiche e serene.
Sempre la lieve brezza.
Sempre il lago placido.
Sussurrava gentilmente.
Senza giudizio costatava.
Dovetti fermarmi su quel lago per molte stagioni.
Compresi come arrivai e come ripartii.
Ho cara questa brezza gentile.
Mi accompagna e basta io tenda l’orecchio, lei è lì, sussurra e pazienta.

Arrivai che la lieve brezza mi disse: “È qui!”.
Ascoltai e ivi restai.
Perché dopo tanto viaggiare, mi dissi: “È perfetto qui!”.
Ci furono amore, passione e certezza.
Serviva solo un poco di bellezza.
Venni da lago placido, da bonacce e ninfee.
I boschi folti e scuri dei monti erano vivi e potenti.
Sempre la lieve brezza.
Sempre il monte imponente.
Sussurrava gentilmente.
Con approvazione costatava.
Dovetti sedermi pochi istanti.
Compresi come partii e come arrivai.
Ho cara questa brezza gentile.
Mi accompagna e basta io tenda l’orecchio, lei è qui, sussurra e silenzia.


 

La vicinanza

 

Così vicina che se un fiore si scansasse di un poco potremmo parlarci con lo sguardo.

Così vicina che se il vento girasse da nord-est a sud-ovest potremmo scambiarci i profumi.

Così vicina che se tu parlassi potrei pensare che ti rivolga a me e starei ad ascoltare

Così vicina che se allungassimo un poco le mani potremmo farci una carezza sul viso

Così vicina che se calasse il silenzio potremmo ascoltare il battito dei nostri cuori

Così vicina che se mettessimo il piede in fallo potremmo sostenerci vicendevolmente

Così vicina che se stessimo muti potremmo percepire le parole dei nostri pensieri

Così vicina che quel poco spazio che ci separa sarebbe comunque irriducibile

Perché denso di bellezza ed emozione

La vicinanza a volte è intensa più della lontananza

E’ fatta della stessa forza che tende a unire le singole gocce d’acqua

E che tiene uniti gli astri danzanti


 

Nato come basalto

 

Nato come basalto
Liquido diventato solido
Affacciato sull’oceano della vita
Schiaffeggiato e maltrattato da venti millenari
Scolpito e levigato da tempeste oceaniche

Slanciate colonne salenti al cielo
Fiera cattedrale mirante le stelle
Roccia generosa che il calore assorbe e rimanda

Tenere creature abitanti queste rocce
Spiccate il volo da sospese e aperte mani
Accoglienza che non fa prigionieri
Portatemi un poco nei vostri voli

Qua sarò sempre
Roccia sicura
Temprata dallo scalpello del tempo
Sull’infinito mare
Alla luce degli astri


 

Nuvola

 

Poesia nei cieli di settembre
La bianca nuvola del meriggio
Gonfia e tronfia della giovinezza
Al crepuscolo si va dissolvendo
Sotto i freddi venti di nordovest
Il viso arrossato dall’ormai tardo sole
Saluta il suo astro
Padre e madre insieme


 

Ti amo perché..

Ti amo
Perché quando sono felice vorrei mostrarti un sorriso che illumini la tua giornata
Perché quando sono tenero vorrei cogliere un fiore che colori i tuoi pensieri
Perché quando sono esuberante vorrei prendere una danza e ballarla con le tua  anima
Perché quando sono tranquillo vorrei soffiarti un po’ di vento sulla pelle
Perché quando sono commosso vorrei posare un pezzetto di luna sulla tua mano
Perché quando non ho bisogno di nulla perché ho tutto, vorrei averti accanto a rendere perfetta la perfezione.


 

Volti come stelle

 

Volti come stelle
Folgorati e folgoranti
Nel tempo sospeso
Nello spazio di un respiro
Nell’arco di un sospiro
Gli occhi si raccontano in mille sfavillii
E lo sguardo, oh lo sguardo, si posa e si danna sulle labbra
Su quelle labbra
Innescata è la miccia
Né acqua né tempesta
Né vento né uragano
Posson fermare l’evento che divampa
La mente si dissolve
I sensi irrompono squotenti
Stalloni implacabili
Lanciati nella prateria divampante di fuoco
Una forza attrae con la potenza degli astri
Una vampa nello spazio che ancor separa le nostre labbra
Rovente come incendio
E di nuovo il tempo sospeso
Tra respiro e respiro
Tra sospiro e sospiro
Dove anima e anima si sfiorano
Dove gli affannati spiri
Raccontano di paradiso e d’inferno
Tra le labbra che ormai si vanno sfiorando
Ove se passasse un filo d’aria
Lampo diverrebbe
Ed infine iniziò
L’unione delle labbra
Delle nostre labbra
Come sole che bacia la terra al tramonto
Come luna che bacia il mare la notte
Come onda che bacia la spiaggia deserta
Come vento che bacia Il campo di grano
Come nebbia che bacia la conca accogliente
Come fulmine che bacia la cima elevata
Il bacio
Due anime si fondono
Nell’istante eterno
Nell’eternità dell’istante