SPICCHI DI SOLE
Quando nasce un poeta,
è un sole che non muore:
Egli canta le sue passioni,
rivela cose del cuore.
Dà lustri agli anni suoi,
alla Patria, al Mondo.
Straniero, tra stranieri,
spicchio di sole nascente,
parla per sé alla vita:
stride col pensiero.
Le voci ballanti del Mistero!
Poeta come girasole
Egli si aspetta
Uno spicchi di sole!
Che dire delle notti insonni:
sei altro di quello che appari:
sei gigante e affanni
eppure tutto tace:
come “BRONZI DI RIACE!”
IL BISOGNO DI UN AMICO
Si stringe l’animo,
il cuore s’affligge,
la baldanza con la speranza fugge,
Avanza il bisogno di un amico,
tra tuoni e saitte che non dico:
è la guerra del tempo,
che egli fa al mondo non pudico.
Cola sudore, umido appiccicoso,
come pianto di bimbo cencioso!
L’estate finisce e avanza agosto,
dal tino alla botte il mosto!
Ai gode così poco la vita lieta,
le Muse stanche sono meste,
affanni caracollano su anni,
Qualcuno schifiltoso sega panni
Come lavaceci abburrita,
Carapagna insolente,
Mellonara tra la gente!
UNA LACRIMA NEL SILENZIO
L’anima al mondo del silenzio
Si affaccia in cartapecorita,
E lacrima nel silenzio,
Cui spuntano le dita,
Un albero, un ciuffo d’erba e brina,
Sono prati senza rima,
E’ grande quanto il mondo,
Questa lacrima silenziosa,
Malizia non scortica rosa,
Ti specchi come un laghetto,
mentre scorre sul volto,
non incipriato come nasetto,
Sapore di mondo affannato,
Un amore cercato e non trovato,
Nessuno t’ama amore mio,
Neanche un Santo o un Dio!
E lacrima è solitaria e solinga,
lacrima di mesta vita è lusinga!
PARLA, PARLA E TACI
Parla, parla e taci
Scorre nel cielo, l’acqua!
Sotto l’albero delle noci
Parla, parla e taci!
<Non sempre è festa,
una ghirlanda in testa!
Parla, parla e taci:
il cuore sereno desta,
corri, corri sulla bici,
l’indole rua è modesta!
Parla, parla e taci!
Un rovo spinoso avanza,
nel rivo la foglia giace:
Parla, parla e taci:
ciò che vorresti dire,
a nessuno piace!
Hanno occhi di brace,
Parla, parla e taci.
Due corone al muro stampate,
due cuori straziati,
sciacalli assatanati:
a essere vili , non dà pace!
CARITA’
E’ l’amore
Un fanciulletto imberbe,
apparve a me Amore,
solo però non sapeva stare,
da Carità si fece accompagnare.
Come cielo da nembi coperto,
faceva capolino
un diavoletto.
Era ORO , per dirlo spiccio,
seminava zizania e pasticcio!
Mefistocle, presolo per la cosa,
che bevi diavolo che vola?
Voglio distruggere,
Carità e Amore,
essere così padrone:
e dell’universo signore!
GLI ELFI
Ombre sui muri
Gli Elfi arroventati
Danzano in coro
Un piffero suona,
voci stridule
di libro sonante,
Ora amici e poi nemici
Ti lambicchi il cervello,
pensiero anelante,
nell’orto gli amanti!
Edera e Zeffiro vola,
le gioie di vita:
son perle rare:
non darli ai porci,
non saprebbero apprezzarle!
Le troppe arrabbiature
Sono Elfi sui tamburi!
ORE OTTO E TRENTA
Otto e trenta, mare incanta,
piede a riva, sull’onda batte.
Barca solare, battello sul mare.
Puntuale, quasi ogni mattina
Infinito, calzi come sottana.
Conca, raccogli impluvio, cielo avio.
Si specchi, su cresta vecchia,
a lato la scogliera, l’ozio di sera:
segnatura l’onda increspa,
batte riga, ove l’occhio mira.
Lievi colombe a destra,
orizzonte e motoscafo in corsa.
Va a Ponza dal porto Orsa,
sulla cresta increspa la fiera Lontra!
Baia, tacita, tranquilla,
sembri brillante e spilla!
Chi ti porta, ha l’animo favilla,
torni il prossimo anno satolla!
Vedere la distesa azzurra,
incanta l’animo, la Musa!
UN GATTO AFFILA ALL’ALBERO GLI ARTIGLI
Un gatto affila all’albero gli artigli,
l’infa che ne esce e viale dei Tigli.
Piange la corteccia graffiata,
e anima del mondo straziata!
Sale il gatto verso la cima,
a terra il cane si consuma!
Rale è la vita dell’alienata,
pensa e tace la sua sfortuna!
Non poteva essere meglio di rima baciata;
la canzone di Orlando affaticata!
Poli diversi: Alpha e Omega,
sono lacrime di pianto accorato.
Sfera di cristallo della strega!
In cui si vede l’orizzonte assatanato!
Mai scendere a terra:
tale è la vita di un Solitario,
invano è passato Bellissario:
se il mondo non cambia, a che prò il futuro?
Vincerà chi tiene duro!
IL GIARDINO DEGLI ANNI
Quante stagioni
Sono passati,
e in ognuna
tanti guai seminati.
Là nell’aiuola,
Un vaso dorato,
un germoglio spunta:
è l’anno passato!
Nel giardino degli anni
Vi trovi anche affanni,
e sciacalli assatanati:
un anno di spine
i rovi del deserto:
fiori di baci!
Nel cielo corolla di cirri
Ove cresce sapere di mare,
nave di pirati e sbirri!
RASPO
Un tridente inusitato.
Assomiglia ad un infatuato
Nella zolla sollevato
Per piantar un vitacciuolo,
Questo, poi ancora nuovo
Cresce dritto ed è sempre storto:
come la vite dell’orto.
I pampani accovacciati,
coprono grappoli assetati,
Ti piacciono i sui frutti:
come acini distrutti!
Come sole dell’estate!
Nel canneto s’ode un rospo,
E’ una nota di tormento:
scippi acini a tradimento!
Che rimane al fior nappo
Solo un grappolo di raspo!
Era carico e bello assai,
Mentre ora è solo un lai!
La gioventù passa in fretta,
Anche per il grappolo dell’uvetta.
E raspa la vecchiaia i suoi guai!