Montagne
Tra i picchi delle montagne risuona un’eco.
E’ l’inquietudine.
Tra le rocce grigie si annidano vite di polveri e odori alpini
che attendono di essere trasportati dal vento.
C’è silenzio in mezzo a queste valli
eppure io non odo quella tranquillità taciturna
dei miei monti.
Qui, lei, regna e osserva.
Scruta con occhi celati tra le nebbie lievi.
Qui, sembra aspettare anche lei,
con sguardo spietato inchioda le mie incertezze ad un cielo trapunto di stelle.
Impenetrabile
non posso comprenderla
ma conosce ogni mia valle,
ogni gola frastagliata,
ogni oscuro budello.
Ghermirla non è lecito,
sono molte insieme a lei, imponenti
si muovono di notte chiudendo i loro misteri in forzieri di roccia e ghiaccio.
La mia montagna accoglie,
questa respinge.
Oggi qui, non c’è nulla per me,
se non il boato silente
di un indugio
infinito e crudele.
Futili pensieri
Ieri come oggi e i giorni ancora prima,
vuoti.
Poche emozioni, sintetiche, velate dalla nebbia umida del cielo estivo.
Scopi di breve durata
puramente materiali si susseguono in una sequenza
lenta, scandita da orologi invisibili.
Sono sveglia
eppure ho l’impressione di dormire.
Dormo eppure sono sveglia.
Il tempo si dilata
in un’infinita attesa che lascia sguarnite
le mura del mio castello di diamante.
La fortezza che non vuole essere assediata
da futili pensieri,
si staglia,
in un cielo lattiginoso,
sospesa tra acqua e cielo.
L’orologio ha scoccato un altro minuto,
quello passato a comporre righe
vuote,
come ieri oggi e i giorni ancora prima.
La mia Forza
Presso una montagna misteriosa
attingo la mia Forza.
Essa è mutevole come l’acqua,
solida come la pietra.
Non esiste nulla di paragonabile a lei.
In quattro solo l’abbiamo scalata
poiché l’accesso è negato a coloro che
non comprendono
le sue leggi non scritte.
Non lascerò libero ingresso, non qui.
Sarò guardiana
fino alla fine di questo presidio.
Eravamo pochi tra le sue valli
eppure veri e incorrotti.
Qui, invece, ristagna la vita,
alcuni scompaiono e
la mia Forza si fa debolezza,
colma dell’acqua salata
di un mare stranito
dalle emozioni e dai dolori.
Esperienza
Cedo sotto il peso leggero del mio corpo.
La sensazione è straniante,
ho perso il controllo.
Non penso e mi spezzo
poi rinsavisco e subito dispero.
La solitudine offusca la ragione,
l’attesa è sospesa, mi sento fluttuare e
non vorrei più smettere.
E dal nulla,
una funesta epifania,
s’annida negli angoli più nascosti
pronta a ghermire.
Senti, senti, vivi e soffri, muori e soffri.
Soffro lo stesso, tentando con unghie spezzate
di cavare dalle crepe dell’esistenza
qualche sollievo.
In un limbo tra due versioni di me
il futuro, nitido e oscuro.
Bizzarro è
il cambiamento
che arriva inaspettato.
Metamorfosi al crepuscolo
L’autunno è giunto,
ha portato con sé i colori del tramonto e
profumi di legni agrumati.
La crisalide estiva si è dischiusa,
la metamorfosi compiuta.
Una timida farfalla vola incontro al cielo serale striato d’arancio.
Vivrà per poco, poi morirà e troverà nuova vita.
Ho vissuto in un bozzolo di dolore
e ora devo trasformarmi.
Eppure io, mi avvinghio
ad un ramo secco sapendo già che è destinato a spezzarsi.
La caducità della vita mi è incomprensibile,
il cambiamento difficoltoso.
Su questi pensieri non avrei voluto indugiare,
ma il sole caldo sulla vetrata
mi suggeriva di vivere,
di non arrendermi allo spegnersi della luce.
Mi alzo in volo come quella farfalla neonata,
sapendo che alla sera
morirò ancora una volta
per rinascere.
The Eve
Epifania notturna di luci stradali
lascia un’impressione fumosa dietro le mie palpebre,
in un’auto che sfreccia irreale per le gallerie cittadine
io e te
neon e sentimenti
ci mimetizziamo,
siamo animali notturni,
alla ricerca dell’emozione perfetta
dentro amabili solitudini,
stato larvale delle ossessioni
che fanno battere i nostri cuori
di fari e oscurità artificiali
in un’adrenalinica promessa di felicità.
Non ho le parole
Per oggi basta,
non ho le parole
per questa mia esistenza,
per i miei silenzi e
grida represse.
Di tutta la rabbia
che colma il mio cuore
non so scrivere che una stilla.
Non ho le parole
per il mio sentimento
quando ti guardo
vedo l’infinito e mi perdo.
Tutto ciò che non proferisco
l’ho scritto nei miei occhi
traboccanti di parole
che cerco spasmodica
negli angoli polverosi della testa
in cui non si cessa mai di parlare, parlare, parlare.
Dunque cosa dire
se il tuo sguardo langue,
te lo scrivo,
che forse la parola non vola con la tua indifferenza.
Ma oggi, non ho le parole.
Finestra 2
Lattiginoso azzurro
imprigioni la mia mente
in un torpore ovattato.
Sonnecchio davanti alla finestra e
mi pare il preludio della primavera.
I semi vorticano alacri nell’aria tiepida
consegnando la vita ad un altro terreno.
Il cosmo freme impaziente
di rinascere,
al contrario io
mi rannicchio
nella coltre del sonno
che intorpidisce le membra
e somiglia all’estate.
Osservando la natura
il pensiero viaggia
alle emozioni future
che mi attendono,
la mano tesa
come quella di un piccolo germoglio verde
che fa ora capolino dal mio Anthurium in fiore.
Controluce
Controluce
ho ripercorso con gli occhi
le cicatrici nascoste
sulla tua schiena
nell’abbacinante sole
che tutto appiana.
Gole colme di dolore
ho rifinito con i polpastrelli.
Nel tuo silenzio di svelamento
mi dici molto più di mille parole imbarazzate
e ora, persino i tuoi occhi sembrano brillare
tra il sole e la penombra,
trame di storie vengono intessute
intrecciate
come le nostre mani
mentre ci lasciamo scoprire dall’alba.
Mercato
Questo profumo primaverile
non mi stanca,
volano i piedi leggeri
tra le vie mattutine della città.
L’aroma degli odori
nella sporta della spesa,
l’aria che si riscalda
ed è subito buonumore.
Vorrei fluttuare
tra le finestre dei palazzi e i terrazzini alti
scoprire le esistenze nascoste
di una mattina mite,
il sentore della cucina,
un pigiama accartocciato,
le mani arrossate dall’acqua.
Negli angoli di luce e ombra delle case
scrutare oltre e arrivare al mare
così blu
che mi sorride benevolo
nell’ora della stanchezza.