Elisa Liotta - Poesie

Pioggia di memoria

 

Soave giace,

in una goccia,

il pensiero.

Fugace,

nel tempo di un soffio,

solca il vetro

e, come aratro,

prepara la memoria

al ricordo.



E questo è quanto

 

Ho visto mani consunte dal tempo,
Ho visto un viso solcato da righe di pianto,
Ho udito la fatica di un uomo, solo,
In mezzo al campo
E ho sentito profumo di buono
dal focolare lì a fianco.

Sono poche le cose certe al mondo,
Ma l’amore di un uomo,
per la donna e per la terra,
È eterno.
E questo è quanto.


L’anima

 

E se non è un borgo di case

che ti illumina l’anima,

sarà forse un monte,

la terra,

o la campagna.

 

E t’assicuro:

sboccerai anche tu,

come bocciol di pesco.

Non or,

forse.

Ma presto.


Ramingo


Del vento tiranno regnante sul picco,
Della tana del borgo calda nel petto,
Dei focolari arroccati fatti a giaciglio,
Ti eri dunque annoiato senza dar sospetto.

Quel tetto umido fuori e bagnato dentro,
Dove la calda aurora entra di striscio,
Antro segreto di cui tu solo conosci il centro,
Hai lasciato sopito per andar ramingo.

E ti si cerca al mattino, ti si crede nascosto.
È impossibile – si pensa –
Tu abbia tradito questo posto.

Per ogni ombra ti scambia il cuor addolorato.
Ma poi, d’improvviso, il gufo ha cantato:

Svegli tutti, il micio è tornato!


Memento


Si sfuma il contorno,
Ritorna il ricordo.
Memento di un momento
Ormai trascorso da tempo.

E gelo lo sgomento,
Quel brivido di pianto,
Mi si avvinghia dentro
Il pensiero di quel volto ormai perso.

Eppure sei qui,
Nel sospiro del vento,
Accarezzi delicato, il pesco e il ciliegio.
Del tuo sorriso ha preso forma oggi
La volta del cielo.


Amore antico


Non son fors’i’ folle
Perch’amo senza misura
Al punto che il cor diventa molle
E le membra sopportano tremura?

E non si tu, Amor mio,
Cui lo sguardo non tollo,
A suscitar questo tale disio
Di pronunziar teco: “sì, lo vollo”?

Come merla bianca
Nel camin se repara
Perch’è del lunge inverno stanca

Cos’io, anima nera,
Che nel cor tuo sbianca,
Vissi vita tutta in primavera.


Autoritratto


Di Marte il furore,
Che crea tempeste e scrosci, e clamore.
E di sibili di lame,
Che fendono l’alma di chi combatte
Solo a parole.

Così sono pieni gli occhi tuoi,
Che Medusa ti fai
E in un battito
Geli il Sole.


Eppur’odi

 

Qui tutto è cerchio, tutto è tondo.

La capocchia di spillo in una spira di fungo,

L’ala distorta del pipistrello,

Il suono confuso alla fine del bosco.

 

E tutto gira, cade nel tempo,

Sfarfallio d’ombre che chiama silenzio.

Un geco sul muro,

La tana del grembo.

 

Tutto parte e fa ritorno

Si accende la luna e crea il giorno,

Si spegne la morte in un tramonto,

Eppur’odi orme di passi ancora a zonzo.


InVerso

 

Scendono a filo di piombo i fumi dai camini,
Si stendono, a più non posso, al grigio cielo.
Con l’aria che sa di freddo
E la pioggia che non sfiora il viso
Da qui, così, io vi guardo e, forse un poco,
Vi comprendo.

 

Con la fretta avvinghiata al vostro ego,

Divorati dalla fama cui tanto avete anelato;

Occhi bassi, colore del cemento,
Troppa paura di trovare due specchi in cui guardarvi dentro.

 

Ma così tutto ha più senso.

Quando le radici degli alberi abbracciano il vento

E la primavera si raffredda nel proprio riflesso,

Anche l’uomo, allora, può perdersi in se stesso.

Se tutto è niente, il sopra è sotto,

Sono forse le parole a poter cambiare il mondo?


L’importanza della parola

 

Quella parola può rompere un irritato silenzio,
Quella parola può nascere, strozzata, in fondo a un pianto.
Quella parola crea paura e ti svuota dentro,
Quella parola la senti tua e tua soltanto.

Ma poi arriva questa persona diversa dal mondo,
Questa persona che ti legge dentro,
Questa persona che ti spoglia delle maschere e di ogni personaggio.
Questa persona, quella parola, se la merita tanto.

Ma questa parola ti tiene in ostaggio
E tu vedi quella persona allontanarsi sulla via del ricordo.
Così, all’improvviso, nell’attimo di un momento:
SCUSA.
Ed è la tua voce che si erge sopra al pianto.

Ti senti piccola piccola,
Vuota in un angolo.
Ma poi questa persona ti tende la mano
E ricomincia l’incanto.