Come il figlio
Il prete
scappava da Sodoma
salendo su per le scale
ed il Grande Orecchio
assaggiava una lucida
insomnia. Totale
giungeva nell’abbraccio
l’insieme vuoto
della perdita
che per l’oscuro assaggio
l’idioma suo
dimentica.
Ad ovest di Gerico
La diplomazia
del tutto
butta
un’H a caso
ed il conflitto
bussa
coi suoi piedi
di tornado.
Coperte isotermiche di soccorso
Giusto come se passeggiassimo
su uno dei nostri viali alberati
- nostro come abbiamo pensato Nostro il Mare -
su alcune coste è sempre Autunno
con le perenni foglie dorate
a scaldare corpi devastati
che sembriamo pronti a calpestare.
aMUSEd
Every Time I suffer neon
I sing and I sing to Clio
Interruped by a fugato
based on choir of Erato
And in the laughters of Thalia
I see the waltz of Polimnia
So I touch Calliope’s lips
embroidered from Penelope
The Sirens’ mother, Terpsicore,
is the Poetry dancing core
And from Euterpe’s flute
I can drink the absolute
And I’m on Cuckoo of Kama
bowing to Melpemone drama
But the highest rhymes’s fruits
are in Urania’s cosmos roots
traduzione
aMUSEd
Ogni volta che soffro per la luce al neon
canto e canto a Clio
e vengo interrotta da una fuga
intonata dal coro di Erato.
Nelle risate di Thalia
vedo il walzer di Polimnia,
così tocco le labbra di Calliope
tessute da Penelope.
Tersicore, madre di tutte le Sirene,
è il cuore danzate della poesia
e dal flauto di Euterpe
posso bere l’assoluto.
Sul pappagallo di Kama
mi inchino al dramma di Melpemone
ma i più alti frutti della poesia
sono nelle radici cosmiche di Urania.
Il caravanserraglio
Mi sorprendo ad ascoltare
avendo sete di parole lente
che lasciano vedere
una corte di gengive.
Colonne e risultati
di risultati in colonna
segnano la fine della giornata,
ma i dividendi non riposano.
Ormai la parola è già
suonata. Dietro le lenti
marchiate da dita l’occhio
è troppo aperto per sembrare
lo stesso viso. Il caravanserraglio
resta la, il resto sono solo
cavalli e carovane e un sonno breve
in cui farsi baciare. Ma non avvenne.
Al tempo
La noia – pensava, prima di essere interrotta
da una risata che gli parve poco vera –
la noia era
una sua vecchia conoscenza. Una di quelle
che incontri per strada e saluti a malapena. Forse
con un solo cenno svogliato.
Quel giorno i pensieri
erano così densi da sentirli sciogliersi appena
dietro la fronte:
una percezione pesante
e triste che negli ultimi mesi era diventata quasi familiare
cioè insana.
Si, insana.
Aveva sempre pensato che sentire familiare qualcosa
o qualcuno fosse una bella sensazione «…in realtà
si tratta di proiezioni delle problematiche di tutta la vita.»
questa fu la spiegazione fornita
da una cara amica, al tempo
laureanda in psicologia.
Il discorso terminò nell’amara conclusione
che nessun rapporto è sano. Aveva sempre interpretato
la sua gioia nel modo sbagliato,
ma non rinunciò mai alla meraviglia
di quella voce che diceva «mi sembra di conoscerti da sempre.».
Notturne
Oggi è tardi ormai da stagioni. La Notte che
procede in controluce sugli scali,
un secondo prima di sparire,
sceglie che sarò l’ultima da baciare
Prima di andare via
ci baciamo ancora, contro Ieri e
l’Una contro l’Altra
fino a che non e’ raggiunto
quel modo si essere in bilico.
Flehmen
Ho lasciato che le narici
lo seguissero nel buio
di barba e di ambra.
Così
la chiave del fuoco,
che aveva nella tasca,
tanto agile ad aprire
ogni serratura gelida,
riuscì a tenermi lo sguardo
chiuso
nella tirannia del suo profumo.
Omaggio a Phil K.Dick
Accuse senza luogo
perché a nessuno occorre
risolvere l’Abisso:
Acqua come Acqua
raggiungere,
e in basso cercare
la linea dei monti
che si compie.
Crucis
L’alito
alla serpe
e quel lancio
oltre la fronte
oggi sono sempre
un orizzonte, immaginario
e verde
solo coi rari raggi
di realtà perdute
come
perdere alle carte.
Tocca tirar dadi, e
lanciar monete
con teste decollate
e code di comete.