Emanuele Perrella - Poesie

Oprando affaccendato in grand’affanno

m’accorsi tutt’a un tratto d’un gran fatto:

c’era da festeggiar un compleanno,

è corso senza sosta il tempo matto!

 

Qual grand’affare la maggiore etate

sia ancor non comprendo in pienezza,

ma fuggire indarno le chiamate

del tempo è mal, so questo con certezza.

 

Tempo, ostil nemico d’ogni genere,

terribile rivale inconsistente,

tu che l’uom riduci in tanta cenere,

 

perché t’ostini a tormentar la gente

che soffre il tuo mutar degenere

ignorando tu sia inesistente?


 

Vento

 

Infuria il vento,

tutto cede all’ira sua

in un sol momento.

 

Cessa il tormento,

dritta torna ogni prua,

cessa lo sgomento.

 

È mutamento

ovunque a causa sua,

l’anima nel vento.


 

Preda d’amore

 

Se pel cor passommi il foco

dell’aurea saetta scagliata

a l’aria sì per giuoco

da te maligna mia, sì forgiata

per vagar per qualche loco

per colpire la persona sbagliata;

ti prego abbi un poco

di pietà per la preda catturata

e liberala dal fuoco

o fa sì che presto sia stroncata,

che il dolore duri poco,

e non abbandonarla mutilata.


 

Pensiero Ricorrente

 

M’illude,

mi beffeggia,

m’assale e serpeggia,

mi vuole,

m’adocchia,

mi tira

e poi s’accheta.

Non so perché lo faccia,

non capisco a cosa miri,

neanche so cosa io voglia,

ma il suo fascino mi piglia,

il pensiero suo scompiglia

la mia ragione fissa.

È un pensiero ardente

d’una forza dirompente,

fascinoso, amoroso,

accattivante e focoso.

Sono preso,

illuso,

beffeggiato,

da questa forza incoerente,

del mio pensiero ricorrente.


Salute a te mia candida stella

 

Salute a te mia candida stella,

t’osservo tra tutte piacevolmente

e molto più d’ognuna sei più bella

poiché anche t’esalta la tua mente.

 

Quand’ebbi il tuo saluto, donzella,

fui giocondo e il cor mio più lucente,

ma ciò che più ammiro, bella puella,

è il lum di tua purezza splendente.

 

Splende il tuo vispo sguardo che onora

chi investe con sua luce d’un modo

che non può comprendere chi nol prova.

 

Il solo ammirarti tanto mi giova

e per quell’attimo sfuggente lodo

il cielo, ti guardo e sospiro, ora.  


 

Pioggia Pomeridiana

 

Suona il ticchettio dell’acqua

cadente nella grondaia verso la bocca giù del tubo

che in strada si svuota e ride;

ridente par il mio andare tra le lacrime del cielo fini e sottili

costanti nel grondare;

grondanti sempre i tetti ed i balconi

sporgenti su le calli

desertiche e prive di genti

eccetto me che muovo a destinazione,

ma parrebbe ch’io, spensierato e vago,

vada in giro

passeggiando e pago.


 

Coraggio sono Io

 

C’era una volta un bimbo che voleva

ardentemente conoscere la vita

e scoprire proprio, lui chiedeva,

quella forza sì tanto grande e ardita

che spinge a compier grandi azioni e gesta

come Muzio bruciossi mano e dita. 

Coraggio!disse un vecchio in ton di festa.

Il bimbo su proposta del sapiente

andò in giro a completar quest’inchiesta.

Or chiediamo a di valor piena gente.

Coraggio è per la patria dar la vita!

Disse prima altisonante un tenente.

Coraggio è salvare d’altri la vita!

Disse, poi, un grande medico importante.

Coraggio vero è preservar la vita

disse anche un missionario. Sono tante

le persone – dar volle tal messaggio –   

bisognose di molte opere sante.

Ora basta!fermossi il vecchio saggio

Tutt’è vero, ma in fondo, figlio mio,

esser te e solo te, questo è il coraggio,

vivendo il vero innanzi a tutti e Dio

e quando poi avrai vissuto in verità

potrai dir forte: coraggio sono io!


 

Libero Arbitrio

 

Ecco Adamo ed ecco Eva,

l’uomo è fatto

e non sceglieva.

 

Corre Adamo, corre Eva,

l’uomo è libero,

ma non sapeva.

 

Sceglie Adamo, sceglie Eva,

l’uomo s’alza,

ma poi sedeva.

 

Teme Adamo, teme Eva,

il troppo e il nulla

pur si temeva.

 

Soffre Adamo, soffre Eva,

aveva scelto

ciò che voleva.

 

Riecco Adamo, riecco Eva,

l’uomo è fragile,

ma decideva.


 

Mater Mea

 

Per la donna più bella del mondo,

genitrice dolce d’un esser giocondo

per di sua madre grande bellezza

nell’amor puro della purezza

materna che mai altra donna

rivestire potrà.

 

Donna gentile d’amore

immenso, vital calore

di ben due vite e più

che sempre ringrazieranno

l’alto Ente che da lassù

creò genere sì dolce

e leggiadro sì muovendo

suo grande amor creante

che creando creò creatura

che crea e materno amor

di donna amante.


 

Mondo, vanità

 

Tiepida l’aria un giorno mormorava

in febbraio, un sol caldo

interrompeva, mentre riscaldava,

freddo un vento spavaldo

 

che alitava forte; ed ora il tepore

della luce soave

che allieta tutto col suo calore:

tutto era meno grave.

 

Ma io ero angosciato, triste e pensoso,

pensando al fosco mondo

che illude con fascino tenebroso

e poi nauseabondo.

 

Non resi d’afflizion l’alma schiava,

m’era nota verità,

eppure tal pensier mi consolava:

tutto in vero è vanità.