Oprando affaccendato in grand’affanno
m’accorsi tutt’a un tratto d’un gran fatto:
c’era da festeggiar un compleanno,
è corso senza sosta il tempo matto!
Qual grand’affare la maggiore etate
sia ancor non comprendo in pienezza,
ma fuggire indarno le chiamate
del tempo è mal, so questo con certezza.
Tempo, ostil nemico d’ogni genere,
terribile rivale inconsistente,
tu che l’uom riduci in tanta cenere,
perché t’ostini a tormentar la gente
che soffre il tuo mutar degenere
ignorando tu sia inesistente?
Vento
Infuria il vento,
tutto cede all’ira sua
in un sol momento.
Cessa il tormento,
dritta torna ogni prua,
cessa lo sgomento.
È mutamento
ovunque a causa sua,
l’anima nel vento.
Preda d’amore
Se pel cor passommi il foco
dell’aurea saetta scagliata
a l’aria sì per giuoco
da te maligna mia, sì forgiata
per vagar per qualche loco
per colpire la persona sbagliata;
ti prego abbi un poco
di pietà per la preda catturata
e liberala dal fuoco
o fa sì che presto sia stroncata,
che il dolore duri poco,
e non abbandonarla mutilata.
Pensiero Ricorrente
M’illude,
mi beffeggia,
m’assale e serpeggia,
mi vuole,
m’adocchia,
mi tira
e poi s’accheta.
Non so perché lo faccia,
non capisco a cosa miri,
neanche so cosa io voglia,
ma il suo fascino mi piglia,
il pensiero suo scompiglia
la mia ragione fissa.
È un pensiero ardente
d’una forza dirompente,
fascinoso, amoroso,
accattivante e focoso.
Sono preso,
illuso,
beffeggiato,
da questa forza incoerente,
del mio pensiero ricorrente.
Salute a te mia candida stella
Salute a te mia candida stella,
t’osservo tra tutte piacevolmente
e molto più d’ognuna sei più bella
poiché anche t’esalta la tua mente.
Quand’ebbi il tuo saluto, donzella,
fui giocondo e il cor mio più lucente,
ma ciò che più ammiro, bella puella,
è il lum di tua purezza splendente.
Splende il tuo vispo sguardo che onora
chi investe con sua luce d’un modo
che non può comprendere chi nol prova.
Il solo ammirarti tanto mi giova
e per quell’attimo sfuggente lodo
il cielo, ti guardo e sospiro, ora.
Pioggia Pomeridiana
Suona il ticchettio dell’acqua
cadente nella grondaia verso la bocca giù del tubo
che in strada si svuota e ride;
ridente par il mio andare tra le lacrime del cielo fini e sottili
costanti nel grondare;
grondanti sempre i tetti ed i balconi
sporgenti su le calli
desertiche e prive di genti
eccetto me che muovo a destinazione,
ma parrebbe ch’io, spensierato e vago,
vada in giro
passeggiando e pago.
Coraggio sono Io
C’era una volta un bimbo che voleva
ardentemente conoscere la vita
e scoprire proprio, lui chiedeva,
quella forza sì tanto grande e ardita
che spinge a compier grandi azioni e gesta
come Muzio bruciossi mano e dita.
《Coraggio!》disse un vecchio in ton di festa.
Il bimbo su proposta del sapiente
andò in giro a completar quest’inchiesta.
《Or chiediamo a di valor piena gente.》
《Coraggio è per la patria dar la vita!》
Disse prima altisonante un tenente.
《Coraggio è salvare d’altri la vita!》
Disse, poi, un grande medico importante.
《Coraggio vero è preservar la vita》
disse anche un missionario. 《Sono tante
le persone – dar volle tal messaggio –
bisognose di molte opere sante.》
《Ora basta!》fermossi il vecchio saggio
《Tutt’è vero, ma in fondo, figlio mio,
esser te e solo te, questo è il coraggio,
vivendo il vero innanzi a tutti e Dio
e quando poi avrai vissuto in verità
potrai dir forte: coraggio sono io!》
Libero Arbitrio
Ecco Adamo ed ecco Eva,
l’uomo è fatto
e non sceglieva.
Corre Adamo, corre Eva,
l’uomo è libero,
ma non sapeva.
Sceglie Adamo, sceglie Eva,
l’uomo s’alza,
ma poi sedeva.
Teme Adamo, teme Eva,
il troppo e il nulla
pur si temeva.
Soffre Adamo, soffre Eva,
aveva scelto
ciò che voleva.
Riecco Adamo, riecco Eva,
l’uomo è fragile,
ma decideva.
Mater Mea
Per la donna più bella del mondo,
genitrice dolce d’un esser giocondo
per di sua madre grande bellezza
nell’amor puro della purezza
materna che mai altra donna
rivestire potrà.
Donna gentile d’amore
immenso, vital calore
di ben due vite e più
che sempre ringrazieranno
l’alto Ente che da lassù
creò genere sì dolce
e leggiadro sì muovendo
suo grande amor creante
che creando creò creatura
che crea e materno amor
di donna amante.
Mondo, vanità
Tiepida l’aria un giorno mormorava
in febbraio, un sol caldo
interrompeva, mentre riscaldava,
freddo un vento spavaldo
che alitava forte; ed ora il tepore
della luce soave
che allieta tutto col suo calore:
tutto era meno grave.
Ma io ero angosciato, triste e pensoso,
pensando al fosco mondo
che illude con fascino tenebroso
e poi nauseabondo.
Non resi d’afflizion l’alma schiava,
m’era nota verità,
eppure tal pensier mi consolava:
tutto in vero è vanità.