Emiliano Aquilini - Poesie

DEMONI

 

Vengono dall’ inferno,

son mostri deformi

e orripilanti.

Invadono il mondo,

e sputano dalla loro bocca fiamme,

odio e veleno.

Annientano l’anima 

e si nutrono di carne umana.

Entrano di nascosto 

son astuti

e spietati.

Agiscono segretamente,

per il volere di un’eccelsa autorità.


 

NEL MONDO DI AGNESE

 

Nel mondo di Agnese

amazzoni imperiali e valorose.

Rovi di spine, spade e rovine.

Pianure verdeggianti nel mondo di Agnese.

 

Nel mondo di Agnese

piccole bugie e riti consacrati.

Furore di gioventù, sogni e virtù.

Nel mondo di Agnese regna l’autonomia.

Identità fragili, forti emozioni,

e tremebondi dolori.

 

Nel mondo di Agnese

unire solo amore,

rubicondo cavaliere vestito d’onore.

Armonie prendono forma

In un corpo di signora.

Nel mondo di Agnese maghi e streghe,

magie e divinazioni

e sacre religioni.

Pagane esperienze e cicli di ardori.

Nel mondo di Agnese

sfaccettature di personalità,

prendono vita in unica identità.


 

ANIMA PRIGIONIERA

 

Sono solo nella stanza,

ascolto il fruscio del vento.

Tace il sentimento.

Accendo una candela 

e recito una preghiera.

Liberazione di un’anima prigioniera.


 

LA CASA SUL MARE

 

Nido di famiglia e di amicizia,

la casa sul mare rigenera la vita.

Fruscio di onde e spuma mossa,

rifugio confortevole, evidente euforia.

 

La notte e il suo cuore, le note e un cielo stellato.

La casa sul mare è alta supremazia.

I quadri posti in armonia,

lì vicino una scrivania.

Sussurri di voci a placare il silenzio.

Ascolto le parole di chi ho amato.

 

Divampa l’immagine nello specchio,

rinnego me stesso in quel turbamento.

La casa sul mare osservo a cuor stretto,

sento gli abbracci scaldarmi il corpo,

il mare in burrasca di ondeggianti sensazioni.

 

Una bambina corre felice sulla sabbia,

scrive” ti amo mondo” e poi gioisce.

Code di umani con l’ombrellone,

la casa sul mare, simbolo d’unione.


 

MICHELE

 

Tremavi dal dolore,

presagio di un astuto malumore.

L’epilessia che i tuoi giorni portava via.

Giravi per le vie del paese,

gente che viene e ride.

Buffoni che guardano.

 

Michele tra la pioggia di un inverno,

sdraiato da solo

su una strada di asfalto e cemento.

Morto nell’indifferenza di un destino.

Si è preso gioco di te con un beffardo sorriso.


 

QUEL VOLTO

 

Quel volto perso nel vuoto,

quegli occhi assopiti dal dolore.

Fuggiasco fu il nostro amore.

Una casa isolata,

sgretolata dal mondo crudele.

Quel volto io lo ricordo,

segnato e incompreso.

 

Il rifugio di ogni dolore,

persi l’uno nell’altra.

Quel volto roseo di vergogna,

una dolce carezza sul mio cuore.

Il bambino spaurito

accolto nella materna devozione

di una donna piena d’amore.


 

LA MIA TERRA

 

Poggio i bagagli,

prendo posto sul treno.

Mi siedo.

Guardo dal finestrino.

Osservo quella fattoria,

con le sue mucche e i suoi asini.

Un recinto di oche starnazzanti.

 

Scende la sera,

c’è il rosso del sole del tramonto.

S’appiattisce il sentimento,

divento cupo nel ricordo.

Addio terra mia.

Il raccolto del grano,

germoglia il nuovo giorno.

Guardo ancora dal finestrino.

Scendo alla stazione.

Approdo in terra conosciuta,

volti contorti e cielo grigio.

Scoppio in un pianto di nostalgia.


 

ANIMA

 

Squarcia orgogli,

scorre fluidamente un vento impetuoso.

Accarezza il mio cuore, rovina interiore.

L’ebbrezza nello spirito di libertà,

innocente cullarsi delle emozioni.

Sorge il mattino, divampa un fulmine.

 

L’anima mia frenesia e allegria,

malinconia e allegria.

Fecondi pensieri, un labirinto di passioni.

Irriverenza e riservatezza,

l’apertura a un nuovo mondo.


 

POESIA DELLA VITA

 

Poesia della vita, ora sento intorno 

la maestosità di Madre Natura.

Cerco un lago,

osservo le anatre natanti nell’ acqua,

un piccolo bambino si avvicina

e mi dice che mi vuol bene,

poi mi regala la sua maglietta.

 

La sera scende, la stanchezza si fa sentire.

Poesia della vita, correre verso una meta,

poi rimanere a bocca aperta.

Affaticarsi davanti un tragitto,

poi respirare aria limpida.

 

Un travaglio sfociare in un delitto impietoso.

L’ uomo si uccide e una vita si smarrisce.

Il candido canto degli uccelli,

rivalsa di un mondo crudele.

Poesia della vita, lento andare

verso un destino che ci punisce.


 

MARIA

 

Come fratelli eravamo vicini,

scaraventati all’inferno.

Destino bugiardo ci ha deriso.

Sento la mancanza della tua vicinanza 

 e sfoglio un album di fotografie.

Storie di vite fatte a pezzi.

Flash della vita ritrovata,

siamo rinati nel silenzio

di un desolato ricordo.