Enrica Muraglie - Poesie e Racconti

Donna di Sicilia.

 

Era semplicemente Giuseppina:

bassa e in carne, con i seni prosperosi.

Era “Peppa” per i genitori,

Era “Giuseppì” per gli amici.

Ma con me,

tra quelle robuste braccia di contadino,

in quelle mani ruvide di chi conosce la fatica,

era profumo di mare e rina, era colore bruno dell’abbronzatura.

Era immensamente Sicilia.


 

Uomo di Sicilia.

 

Ha il nome di colui che ci salvò,

il mio Salvatore.

“Salvo”, in modo amichevole.

Tozzo,

le unghie consumate dal lavoro,

i piedi mangiati dalle scarpe,

il viso scottato.

La schiena curva.

 

Non era bello, non era istruito.

Era cortese, era passionale.

Non era ricco, era pescatore.

Non era perfetto, era il mio amore.


Tempo.

 

Dai tempo al tuo tempo,

che di tempo hai bisogno.

 

Il tuo tempo guarisce,

restituisce, nutre, poi sbiadisce.

 

Certe volte picchia,

certe volte accarezza.

 

Il tempo è come il Sole

nell’attimo in cui diventa dorato:

coccola prima,

acceca, poi.


Silenzio.

 

Ti dico:

la vita fa

uno strano rumore

quando c’è troppo silenzio.

 

Il silenzio, lento,

scandisce il tempo.

Il nostro tempo, finito ormai,

non finirà mai.


Fuga.

 

Quel di più

che andate disperatamente cercando e inseguendo nel mondo,

l’ho trovato:

in una compagnia di amici che ridono sul tram

sul viso sorridente ma sdentato di un anziano

nella risata infantile ma travolgente di un bambino

nei capelli profumati di una ragazza che ti entra nelle narici

nel bacio degli amanti sotto l’acquazzone

nel “ti voglio bene”

di chi bene te ne vuole davvero,

nella telefonata mattutina di una madre,

negli umori che solo lei comprende,

nei giorni in cui credi di non farcela,

ma poi ti rialzi,

ma poi ce la fai.

 

Cercare e inseguire e fuggire sono nulla:

intorno e dentro te

è cio di cui hai bisogno

è cio che chiamiamo

felicità.


Gennaio come amore.

 

Ti entra nelle ossa

come una cattiva notizia.

E’ ghiaccio,

grandinata in agosto,

picchia forte l’anima.

L’amore è gennaio:

colpisce forte lo stomaco, il cuore,

truppe armate invadono il cervello.

Così

la bufera lì fuori

diventa bufera interiore,

bisogno esasperato di camino,

di calore,

di colore.


La donna del Sole.

 

Ti aspetto

al confine tra cielo e mare

in quella linea blu all’orizzonte

ove la terra bacia il suo soffitto.

Come il sole di Sicilia

bacia la sua donna.


Le stagioni della vita.

 

‘A picciridda oggi non ha bevuto il latte

bisogna coprirla che è gennaio

non deve stare al Sole nelle ore di punta.

 

‘A picciridda comincia a gattonare

bisogna reggerla che sbatte la testa

in bocca il principio di due dentini.

 

‘A picciridda va a piedi a scuola

bisogna darle fiducia

chiude la porta se deve vestirsi.

 

‘A picciridda ha fatto i bagagli

bisogna salutare parenti e amici

‘u paisi unni ci lassa u cori, u suli, u mari.

 

‘A picciridda spicca il volo

bisogna lasciarla partire; picciridda nun è chiù,

ma sempre lo sarà, per chi al mondo messa l’avrà.

Traduzione in lingua italiana.

 

Le stagioni della vita.

 

La bimba oggi non ha bevuto il latte

bisogna coprirla che è gennaio

non deve stare al Sole nelle ore di punta.

 

La bimba comincia a gattonare

bisogna reggerla che sbatte la testa

in bocca il principio di due dentini.

 

La bimba va a piedi a scuola

bisogna darle fiducia

chiude la porta se deve vestirsi.

 

La bimba ha fatto i bagagli

bisogna salutare parenti e amici

il paese dove lascia il cuore, il sole, il mare.

 

La bimba spicca il volo

bisogna lasciarla partire; bimba non è più,

ma sempre lo sarà, per chi al mondo messa l’avrà.

 


19 febbraio, ore 20:00 circa.

Oggi, su un taxi a Roma, con una delle mie più care amiche.

 

Dopo aver riferito la destinazione al tassista, questi risponde prontamente: “Subito picciotte!”. L’accento siciliano fatichiamo ancora a correggerlo (e forse non vogliamo proprio).

Ancora il tassista, guardando dallo specchietto retrovisore: “Che spettacolo che siete! La Sicilia è fantastica, il cibo inimitabile” e si finisce a parlare dei nostri progetti per il futuro, del lavoro dei nostri sogni, fino alle prossime elezioni del 4 marzo.

“Sono amareggiato, nessun candidato ispira la mia fiducia, nessun partito italiano ad oggi mi fa battere il cuore. Aspetto un uomo che mi faccia dichiarare con gioia che sto con lui e con il suo partito, senza facili ripensamenti.”

E ancora lui, poco prima di scendere: “Mi raccomando “regazzì”, staccate sto Facebook, Twitter, concentratevi sui vostri obiettivi. Focalizzatevi su ciò che conta davvero: il sole, la luna, la mano del vostro fidanzato che vi stringe passeggiando per la spiaggia.”

“Oh un’altra cosa! Voi siete la spina dorsale di questo paese. Non fuggite, ‘ve prego! È troppo facile scappare all’estero. Che è sto “fuggi fuggi”! Abbiamo bisogno di voi qui. Di persone che lavorano duro, si sacrificano e sanno aspettare con pazienza i frutti del proprio lavoro. L’Italia è il paese con l’85% delle bellezze mondiali. Storia, arte, cucina, paesaggi. Non ce n’è per nessuno! Per la politica arriveranno tempi migliori, confido nei giovani.”

 

Oggi è stata una bella giornata.


14 febbraio ore 9:00.

Festeggiare l’amore non è mai banale.

Quante sfaccettature ha l’amore? Io chiamo amore quello passionale tra innamorati, quello di un genitore verso i figli, quello di due anziani che si tengono per mano, al fresco, su una panchina al tramonto.

E quanto poco amore vedo in giro? E quante persone vedo chiudere gli occhi per non vedere?

Amore non è amore se fa male, se colpisce, se scalcia, se è pugno, se oggetto lanciato, se livido sulla schiena. Amore non è amore se forzato, se è paura, se è condiscendenza. Amore non chiamarlo amore se è minaccia, se è ricatto, se è controllo della tua vita e delle tue azioni.

Amore chiamalo amore se è rispetto, se è gioia, se è piuma che alleggerisce le tue giornate, se è carezza e mai dolore. Chiamalo amore se permette autogestione, se è accettazione di come ti vesti e comporti, se sostiene le tue passioni, alimenta i tuoi sogni. Chiamalo amore se gioisce delle tue gioie e patisce per le tue sofferenze. Chiamalo amore se mette ali alla tua libertà: per lasciarti andare o rimanere a terra di tua volontà, per volare al tuo fianco verso l’orizzonte chiamato “insieme”.