Fabio Agnelli - Poesie

Wild Honey

Cielo terso, notte sospesa.
Con colpevole sollecitudine
i miei occhi inseguono
l’ignobile sobrietà delle stelle.
In un’immensa cacofonia di silenzi strappati
nulla giunge qui.
Se non un vorticoso astrattismo cosmico.
Luci gettate a caso in alto confondono
passi sparsi e speme.
Mentre i bordi ispessiti dell’anima
rantolano in un’allegria irrispettosa.

Apnea:

Ci sono storie che meriterebbero di essere dimenticate.
Ma l’equilibrio liquido tra l’autolesionismo e l’egocentrismo
giace più in là delle stelle stesse. Appeso.
Impiccato da qualche parte.


Etimologia

Ebano e frangiflutti disperati.
Giusto per dividere la musica candita
dalla gioia montante delle maree.
Collidono
pensieri e scarpe.
Giusto per percorrere qualche istante insieme
di caramello e polvere fervida.
Momenti appiccicosi e ruvidi come grappoli d’incenso.
Sporchi giochi tra gusci d’arachidi e silenzi.
Dita torbide ed alghe incollate sulle gote.
Mentre semi squadrati di cielo
passano in corsa come lepri.


D’outremer

Sono solo lampi,
ma non scivolano via.
Come le uova rotte tra le mani.
E Narciso appiccicato sogna
cercando di specchiarsi tra la catastrofe dei gusci
e l’impastato vello trasparente
dell’enorme presunzione del tuorlo.
Inferriate arrugginite
e una sorridente Venere china su una statale in periferia.
Forse per noia,
forse perché non ha null’altro da perdere.

Apnea:

Nell’estasi cremosa delle fiabe più ovvie
ho la mia pelle stessa sotto le unghie e corvi lontani.
Non mi riguarda più il quando, tantomeno il perché.
Forse il nulla. In quello si nasconde l’enorme Io selvatico che
trasecola per paura di incastrarsi tra le nenie rozze dei poveri.


 

Radieux

Ci sono anfratti tra testa e spalla
in cui il mondo si infila e poi fatica a respirare.
Dolci rumori di legamenti strappati ad arte,
pure striature rosse da sfregamento
e quell’attimo insonne che sa di alba e polvere da sparo.
Quando apri gli occhi e balli dentro,
ma l’unica urgenza è ripetere una cantilena sognata da bambino
quasi fosse un mantra.
Ha il sapore di sangue, sapone e sabbia per assonanza.

Apnea:

Trivellami d’astio e di rabbia non comune,
ma non riportarmi le sue urla nel buio.
Respingimi come se fossi un crocifisso a cinque braccia,
un dramma a lieto fine, un fiore isterico di cera.
Ma non raccontarmi di cosa sia composta la terra che ho nel cuore.
Puro pericardio d’asino, che non capisce l’amore.


Aghi

Nomadi
come i sogni arrampicati sulla schiena della gente
restano le mie mani.
Scurrili ed inermi
come pelle ripiegata in preghiera.
Ed il cruccio dell’esser solido è cosa anticamente superata.
Tutto quello che vorrei essere è respiro acerbo.
Cerco aria in più come se mi fosse stata promessa
mentre le stagioni mutano colore come seppie
e piovono in grandine.
I colori cambiano proprietari come i gatti
gli alberi sorridono mentre non li guardi
e le pubblicità occulte cucite dentro agli occhi
mi regalano nausee misteriose.
L’umana comprensione è effimera
quindi un pagliaio di inadeguatezza.
Restano solo aghi.


Elle danse

Spuma viola.
Mare, sale, rabarbaro.
Un’estasi discontinua di pozzi bui ed oasi
case di danza e deserti sottovoce.
Un disastro come colonna sonora.
Concerto per istrici ed ipotalamo.
Con la gioia in gola di violini preziosi
separati dall’albero a forbiciate violente.
In un labirinto solitario esteso per ettari
solitamente l’uscita è dietro alla prima siepe.
Ma l’ego ci porta in giro per decenni
mentre ci piangiamo addosso in maniera fastidiosa.
E tutto rimane un po’ troppo febbrile,
anche quando pare nulla il pensare.


Ci vorrebbe il mare

Pavoni con maestose ruote che bruciano
rischiarano i dubbi della carne che non scotta mai abbastanza
e la mancanza cronica di qualcosa di materiale
che riempia lo spazio vuoto tra le stelle.
E tra gli atrii rurali del mio cuore
sgorga il suono abissale dei tormenti mancanti
come un’eco indefessa.
L’amore è una piaga sensibile
che vorresti zittire,
ma che poi vorresti indietro.
E’ inutile dare lustro al tempo
per poi passarci attraverso

Apnea:

Cosa vuoi che mi importi
di lampioni storti e sentimenti strani dentro.
Trasformare in pietra manciate di nuvole
in piedi su un cornicione con lo sguardo lontano,
fisso come una preghiera chiusa nella testa.
Verde e blu, trambusto di pioppi col sole.
Voli di insetti in verticale che non sanno mai saziarsi d’aria.
Ci vorrebbe il mare.
Mentre luccicano i campi inarcando le spalle alla bruma molesta
creando incontri che non so più sognare, nemmeno per errore.


 Anemone

Una mescolanza onirica tra ciò che potrei essere
e quello che non vorrei perdermi.
Giusto per moltiplicare strade e finestre.
Prospettive arancioni al tramonto.
Erba di città a sprazzi.
Cocci spersi su una spiaggia mai silenziosa.
Anima senza posa come spuma d’onda.
Assistito dal profumo di terra bagnata
cavalco urla.
Ed i colori improvvisi
nel nulla colpiscono sempre.

Apnea:

Vetri imbolsiti dalla pioggia, ma resto fermo, impressionato dal dentro.
Ho voluto mettere le ali per poi volarci così male…
Un fiore che sboccia dentro una grondaia secca
avrà mai sulle labbra il vero sapore della terra?


Diva fatale

Terrorizzato dal bianco dei muri
ogni chiodo vecchio è una gogna.
Chiamami nel sonno quando ti appaio
saprò ascoltare la tua voce
e voltarmi verso l’orizzonte

Giglio rauco
etimologia del compromesso.
Il sole è forse giallo davvero.
Ma le lampade vecchie ci somigliano di più.
Sincero come un pianto di bimbo,
non lo sono mai stato.
Ma la pace cicogna degli anfratti
ho scacciato spesso.
Lieve è lo sfarzo.
la menzogna,
la Luna.
E l’altra sei tu.
Falsa come un cristallo di ghiaccio.
Un abbraccio e sei acqua.


 Diaphane

E sono volato là
dove le ali dei campi fanno pace con gli spettri.
Dove la terra bagnata gioca
con gli arcobaleni rotti color cenere
come costole.
Saranno i sogni scartati da tutti a rendere grazia.
Ed io sceglierò
una tonalità celere presa in levare.

Apnea:

Soggiogherò rime atomiche solo al bisogno,
e lo schioccare delle ossa e delle rane dentro ai fossi
sarà presenza stabile. Assidua reverenza. Ci sono, ci sogno.
Non ho casa. Forse nemmeno serve.
Sono perennemente in viaggio.