verso l’assoluto
Confusa
sono alla ricerca d’ assoluto
Sono assoluti piacere
rabbia gioie e dolori?
Non c’è bello assoluto
nei nostri facili valori.
Assoluto è ciò
che l’animo colpisce
annebbia la vista
la sofferenza lenisce
Il mio assoluto è fatto sol d’amore
che forti le mani al ciel fa sollevare
Sotto il fico
Sacro era il fico dell’infanzia!
Alla sua ombra leggevo libri
tessendo mazzolini d’erba
lontano dai rumori della via
del solitario paese di campagna.
Caro è questo fico!
Sui suoi frutti s’avventano
ronzanti insetti avidi di vita
e piccoli uccelli volteggianti
tra le foglie ormai ingiallite
Caldo il sapore dei frutti
intrisi di tenero miele
reso acidulo dal tempo.
Foglie irsute sfiorano le braccia
nude per la calura di fine estate.
Si sporge il corpo pervaso
dal lattiginoso aroma dell’infanzia
E’ calda quiete tutt’intorno.
11 settembre 2016
Sogno
Mia madre sapeva andar solo in bicicletta
Dalla sua bici conoscevo il mondo da bambina
Eppur, un giorno, l’ho intravvista in una via
al volante di un’auto pronta a svoltare
Mi ha fatto un cenno con la mano
felice
dopo tanti anni di potermi salutare
14 febbraio 2016
la notte i colloqui
Madre, perché a ridere mi hai insegnato
se restata non sei a prendermi per mano?
Tante albe e tramonti ho accarezzato
alla ricerca della via per incontrarti.
Padre perché mi sfuggi sempre
quando il tuo viso io vorrei fermare?
Andiamo ora per mano.
Insieme cerchiam di camminare.
Un po’ di strada ancor possiamo fare
20 maggio 2018
Terre d’infanzia
Pizzicano gli occhi per guardar lontano
Scavano tenaci in ardui sentieri sassosi
dove confuse silhouettes s’inerpicano cantando
Perforano suoli cosparsi di fieno
che brulicano di speranze
Son tutti terreni che profumano di pane
di acque fresche e fertili di progetti
Insieme ad altri li ho percorsi
tutti, alla ricerca della mia felicità
Guardano gli occhi spettacoli di un tempo
Proiettan gioie profonde su pareti bianche.
la nanna
Cantava la nanna
lui che nella vita
non aveva coraggio di cantare.
Quella nanna in lingua di campagna
oggi riecheggia nella casa che fu sua.
solenni risuonan le sue rime
chiavi sonore
che aprono il mio cuore
la mia solitudine
Son partiti tutti
silenzio nella casa!
assordante la luce avvolge l’aria
che s’incunea tra gli accumuli di cose
In questo caldo giorno d’estate
Profumi di cucina penetrano il corpo
e pesante il cuore guarda fiducioso
ritorni, parole amiche, affettuose risa
Rallenta il battito finché riemergerà la vita
Conchiglie
Generoso il mare
ha lasciato sulla spiaggia
minuscole conchiglie in erba
e corposi pellegrini
dai vari colori.
Mi chino all’infinito a coglierle una ad una
e ritorno bambina
Sfilavano sulla spiaggia i bimbi della colonia
e facevano a gara raccogliendo conchiglie
Oggi come allora il cuore batte
non sazio di emozioni.
Marina di Ravenna agosto 2015
Come concerto
Di guardarvi mai son sazia,
di toccare la pelle liscia dei visi
che scivola tra le mani
Mai mi stanco
di udire le voci
dai tanti colori
che accompagnano i giovani gesti
Sempre attendo di sentire gorgheggi
risate e parole
che scaldano il cuore
ed invitano ad avere fiducia
e l’aria che percorrete
riecheggiare del vostro profumo
Le pannocchie
Da bambina rosicchiavo pannocchie
mentre le donne chine nei campi
coglievan pomodori
Il nonno aveva grandi mani vigorose
con cui sollevava secchi d’acqua
Io lo guardavo ammirata.
Nello stagno davanti a casa
rane e anatre gracchiavano.
E nella piccola grande casa
insieme la sera
recitavamo il rosario.