Franca De Pasquale

Poesie in mostra


IL GIGLIO SELVATICO

 

Son spuntati un mattino
dalla dura zolla,
dopo poche annaffiature,
fiori delicati, dal calice bianco
spandendo intorno
un dolce, intenso profumo.
Al loro apparire
un’emozione profonda,
che si rinnova ogni estate,
da quando, tanti anni fa,
giovane madre,
vagando con le mie bimbe
sulla mediterranea sabbia,
ho colto dei bulbi del giglio di mare,
poi interrati in giardino.
Pianta prodigiosa
che sa di terra e di mare,
di sole e di luna,
di caducità e futuro,
che nell’eterno, spontaneo,
riprodursi e fiorire,
dispensa sublimi messaggi
della natura amica.

 


 

L’ONDA D’URTO

 

Corriamo dietro il miraggio
della felicità,
ma da presso, con subdole mosse,
c’insegue il dolore,
pronto a colpirci con le sue armi;
a volte sono spilli,
che danno fitte momentanee,
altre, ferri che lasciano il segno,
altre, pesanti croci da portare in solitudine
e senza che alcun Cireneo possa sorreggerci.
Affetti rubati, insuccessi, delusioni
ingiustizie subite, angoscia esistenziale,
sono tanti i volti e i percorsi del dolore,
e tanti sono i modi della sofferenza,
tante le emozioni negative
che, spesso, prostrano anima e corpo
in stato letargico che sembra senza fine.
Prima o poi, però, l’onda d’urto della coscienza
scuote le insondabili energie della mente,
provocando la reazione dell’essere
alla riconquista degli spazi e tensioni positive
che madre natura assegna all’Io.
Riemerge, allora, l’amore per sé stessi,
e la gioia di vivere e sognare.

 


 

DOVE SONO LE LUCCIOLE?

 

Il buio estivo dei campi
non è più punteggiato
dai mille faretti volanti,
che un tempo rendevano
magiche le sere estive,
fuori dagli abitati.
Dove sono le lucciole?
Inutilmente le ho cercate
scrutando a fondo
nell’oscurità silente dei campi.
Inutilmente ho atteso
il curioso intreccio luminoso
che ci sorprendeva come un saluto
delle minuscole creature.
Nessun bagliore schizza più
tra erbe e stoppie
a ricreare l’antica armonia.
Dove sono le lucciole?
Prevedibile, triste risposta:
E’ un altro tributo di vite
all’infausto mostro,
figlio dell’insania umana,
che imperversa, inarrestabile,
sul cuore della Terra

 


 

LA VITA A COLORI

 

Stamani la gente ha lasciato
le case da tempo incupite
ed ha invaso le strade costiere,
mirando beata lo spettacolo
del sole che gioca col mare
azzurro e calmo come non mai.
Piccole vele bianche
vibrano sulle lucide onde
simili a grandi farfalle,
frotte di gabbiani formano
un lungo frenetico nastro
afferrando al volo i pesci
che le affioranti correnti dello Stretto
spingono in superficie;
surf, canoe a vela e natanti d’ogni stazza
punteggiano l’acqua di vividi colori;
gruppetti spensierati corrono sulla sabbia,
altri sostano in pausa contemplativa.
Si offre al mio sguardo estasiato
uno scenario di perfetta bellezza,
quasi fuori dal tempo,
come solo il magico pennello
del misterioso artista del creato
sa offrire ai mortali,
per ripagarli di ansie e dolori.

 


 

IL GELSOMINO

 

Hai visto tante lune
da quando una mano amica,
ha posto le tue radici
e tante estati riarse
hanno stremato il tuo fusto,
ma il tempo non ha scalfito
la tua millenaria bellezza.
I bianchi fiori esplosi
sulla verde chioma
espandono intorno,
nelle sere d’agosto,
un profumo inebriante
che vola nell’aria, invisibile,
come un canto d’amore
sussurrato nel silenzio.