Francesca Caponio - Poesie

IL VIALE DELLA VITA

 

Lungo il viale della vita

lungo o corto che sia,

s’incrociano

vie lastricate 

di cocci taglienti

che lacerano l’anima,

spine che trafiggono

e feriscono.

 

Lungo il viale della vita

siepi eterne

schiudono come in un scrigno

parole e battiti 

di un cuore tacitato

dalle convenzioni

dalle frustrazioni

dalle ondate perturbate

che scuotono

e sferzano

le emozioni,

i sentimenti fragili.

 

Lungo il viale della vita

alle varie soste

ho piantato un fiore,

il fiore degli affetti, dell’amore,

di una vita, 

che pur non infinita,

germoglierà ad ogni stagione

ad ogni generazione,

conservando il profumo dell’eternità.


 IL GRIDO DLL’INNOCENTE NEL VENTO DEGLI OCEANI

 

Avanzano come automi

gli umani

sulle strade inaridite dell’animo.

Echi selvaggi di frastuono

rompono il silenzio

delle vane trasparenze

del leggero mutare, dell’eterno.

 

Spezzate le ali 

dell’innocente,

il suo grido di libertà

si disperde

nel vento degli oceani,

sprofonda negli abissi

dei mari oltraggiati

dagli sguardi indifferenti

che sulle ali volano dell’avidità.

 

Vite annullate,

uccelli che non volano più

le ali tarpate

come melodie rauche,

aspre, senza note

di un’arpa

che non produce più

suoni armoniosi.


 NEL SILENZIO DELLA NOTTE

 

Melodie lontane

note sconosciute

vibrano nell’animo,

affiorano e scompaiono.

Dilatano i pensieri persi nel vuoto

li rincorrono 

li scompongono

e li ricompongono

in mosaici unici,

imperscrutabili.

Melodie lontane

di un grande amore impossibile

squarciano l’anima

e imprimono poesie.


 GLI ANNI VERDI DELLA VITA

 

Ricordi dell’adolescenza

quando tutto si faceva

con poca esperienza,

anni apparentemente banali

ma nel cuore si era leali.

Si correva al bus la mattina

gli occhi assonnati

con addosso una bella tutina,

si salutava la vicina.

Erano gli anni degli studi

dell’Iliade e dell’Odissea

di Omero

e della Grecia il grande impero,

del Manzoni

con Don Abbondio e i suoi capponi,

del Leopardi “Infinito”,

guardando oltre la siepe

mentre nell’animo sospirando 

si aprivano crepe.

Anni di ricordi

del nonno che brontolava malandato 

in una poltrona sprofondato,

mentre dalla pipa il fumo aspirava,

anni di spensieratezza

ma di dubbi e nessuna certezza,

la testa vagante,

il cuore in subbuglio

per un  amore fugace,

uno sguardo intrigante. 


UNA VECCHIA FOTO DI SCUOLA

 

Eccomi in terza fila,

scolarette dritte, allineate

linde, pulite

nei capelli un nastrino.

Sguardi sereni, innocenti

alle fatiche della vita indifferenti.

I miei ricordi spaziano

e all’infanzia ritornano…

un flash fotografico

nella mente s’imprime:

un banco in prima fila,

un pennino nell’inchiostro…

un quaderno sgualcito…

una pagina ingiallita…

e la vita non è infinita.

il tronco fradicio

ma le corde dell’amore vive

come una gemma appena spuntata. 


PIANGE IL MIO CUORE

 

Nubi nere e minacciose

hanno coperto l’azzurro cielo

 l’azzurro del mio animo,

da una fitta pioggia intristito.

Batte imperterrita

sui vetri, sui muri, sulle strade

sulle note di una musica

malinconica, ubriaca, vacillante.

Piange il mio cuore,

passi veloci nella strada,

file di ombrelli colorati

apparentemente allegri

celano sotto le ansie,

i turbamenti e le angosce.

Pioggia

che nelle pozzanghere

affonda gli affanni,

nell’aria diffonde con le vibrazioni umide

i desideri

i mille pensieri

di esseri viventi

in un’armonia 

scrosciante

rivitalizzante.

Piange il mio cuore,

mentre la pioggia eterna

su terre aride 

su terre fertili

cade incalzante,

vibrante,

nutre infiniti rigagnoli, ruscelli, fiumi

che eternamente fluiscono,

nel mare della vita 

si tuffano,

in un ciclo eterno e misterioso.


ALL’OMBRA DEL SILENZIO

 

Le sonorità del mio animo avvertii,

muta,

sulle onde del vento galoppai

del velo della luna 

mi vestii

sull’azzurro del cielo 

mi posai.

La terra correva 

imperterrita

ai sentimenti umani

indifferente.

In quell’attimo

Strinsi tra le mie mani

le vibrazioni del mio animo

all’ombra del silenzio.


ORIZZONTI INFUOCATI NEI CIELI DI DAMASCO

 

Più non volarono colombe

nei cieli di Damasco,

le piume insanguinate

si sparsero nei deserti.

A Damasco detonarono gli animi,

 urla di sirene

silenzio di morte

orizzonti infuocati

in terre dalle vendette inasprite,

da un destino crudele oltraggiate.

Destino clown che si diverte

 a comporre e scomporre

mosaici di vite 

che più sogni e speranze non hanno

e con grande inganno

 i prepotenti incoraggia

a devastare i giardini dell’anima

ad annientare 

la volontà, i pensieri

di colombe che non volano più.  


 SOLITUDINE

 

Discendere il fiume dell’esistenza

in un vortice

di correnti selvagge,

di un vuoto che toglie il respiro,

di una solitudine che travolge 

le profondità dell’anima,

sballottati come ceppi

lungo il corso della vita.

Erra l’anima in pena

nel viaggio della vita,

solca i mari

come un marinaio senza bussola

nel porto della solitudine.

L’anima raggiante

l’anima vibrante

diventa una particella 

dell’anima dell’universo,

della bellezza e dell’armonia del mondo,

mentre la solitudine si dilegua.


UN AMORE FINITO

 

Un giorno d’estate infuocata

infiamma gli animi

accende i ricordi.

Stesa sotto l’ombrellone

sono sola,

mi ha lasciata

il cuore spezzato

l’animo frantumato

un amore in tempesta

un amore agitato

un amore burrascoso.

Ripenso al nostro incontro

sotto un cielo stellato

ora un amore finito,

il nostro amore si è sgretolato

come un castello di sabbia

sotto le onde incalzanti

di un mare selvaggio

che lambisce terre aride di sentimenti,

lasciando il vuoto, l’assenza,

in preda alla nullità,

allo smembramento dell’essere

un amore finito.

Un mare d’improvviso nemico

popolato di mostri

che galoppano sulle onde

per attaccarmi, ferirmi

annientarmi,

un amore finito.


 CIME DI MONTAGNE

 

Si stagliano nel cielo

cime di montagne.

L’orizzonte rasentano,

l’infinito, l’immensità.

Scuote più giù

gli alberi il vento,

l’aria silenziosa.

E’ tutto un fremito…

 

Cime di montagne

sulle valli vegliano

i cuori ristorano.

E’ tutto un fremito…

Sotto i paesi dormono.


 E’ PRIMAVERA

 

Esplode la natura

in tutta la sua bellezza,

il profumo dei fiori

nell’aria si espande

e lascia una carezza.

 

Soffia il vento del sud,

soffia forte e poi si placa.

Minacciose sono le nubi,

si gonfiano, l’aria si carica.

 

E’ primavera

il ronzio delle api,

insetti che di nettare si nutrono,

uccelli festosi,

è una melodia che danza all’unisono.

 

E’ primavera

i bambini dalle case escono,

fanno schiamazzi,

giocano giulivi,

si lanciano come razzi

per prendere il pallone.


 

LA NEBBIA

 

Sale, sale la nebbia ai monti,

ogni cosa sommerge

le case, i paesi, le valli.

Sale, sale

tutto è grigio

tutto è impalpabile

i pensieri, i sogni.

Tutto è mistero

le illusioni, le speranze, la vita.


 

IL TRAMONTO

 

Seduta in un prato

si schiude davanti a me il tramonto.

Ciuffi di nubi rosse

lembi di nubi oscure

annunciano una nuova sera

e poi lontano un nuovo giorno.


 

VIAGGIANDO IN TRENO

 

Viaggiando in treno

le meraviglie del mondo ho conosciuto.

Terre deserte,

terre rigogliose,

paesi anonimi, guglie di chiese.

 

Viaggiando in treno

nella strada

un bambino fissa il treno che passa,

il suo sguardo eleva

nel cielo sereno

“dove andrà quel treno”?

 

Viaggiando in treno

mari azzurri,

gabbiani si librano nel cielo,

porticcioli con barche,

sulla collina alberi di melo.

 

Viaggiando in treno

prati verdi,

un gregge sereno

indifferente al passaggio del treno.

Ruminano vacche sazie

in distese interminabili di verde.


RIMPIANTO

 

Scorrono, scorrono lentamente

il tempo, gli anni, la vita.

Lasciano rimpianti e ricordi dolorosi

nel cuore di una donna,

che ormai bimba non è più.

Allunga la sua fragile mano,

nel vano tentativo

di afferrare qualcosa

che non esiste più:

giocattoli d’infanzia

che il tempo

ha logorato crudelmente.


 

AUTUNNO E POI…….

 

La luce più flebile diventa,

il calore si attenua,

i tramonti più rossi.

Soffia il vento di ponente

si fa più insistente.

Sferza ogni cosa

gli alberi, i fiori, gli animi;

volano petali, cadono foglie ingiallite

vacillano i sogni e le illusioni dell’estate.

Spoglio è l’albero,

sotto una distesa di frasche giace;

sono umide,

di rosso e giallo colorate.

Si piegano i rami

guardano giù.

Implacabili sempre più

il vento, la pioggia, il gelo,

le tempeste della vita

ogni cosa travolgono.

Ecco il tronco di gemme si copre,

per l’aria calda e odorosa

foglioline verdi e fiori rosa

appaiono.

E’ il miracolo della vita!

E mentre il sole si tuffa nell’oceano

e poi si leva

tutto si rinnova

tutto si risveglia

la natura

gli animi

l’amore

in un eterno alternare

in un eterno mutare.


 

NASCITA DI UNA POESIA

 

Nel silenzio di una stanza,

nel cuore di un uomo,

nasce una poesia.

Un prato in fiore,

un volo di uccelli,

un amore perduto

fanno affacciare

alla soglia dell’anima

mille sensazioni:

il cuore parla

la mano scrive.



A MIO FRATELLO

 

Quando sei nato

ripenso al tuo astro sfortunato.

Eri piccino, giocavi giulivo,

gli anni passavano

e tu in un  vortice di tempesta sei entrato.

Ti dibattevi tra l’oscurità,

il nulla, il baratro.

Risalivi

Ricadevi

in una triste e penosa altalena;

incalzante era la nullità

e quando un soffio di felicità

di luce riempiva le tue membra,

ti inghiottiva l’oscurità.

Volevi essere grande

un dì mi dicesti,

un divo del cinema

un attore famoso,

ma diventato non lo sei mai,

tu eri sempre triste e tenebroso.

Amato fratello

ora sei lontano

in una celeste dimensione

che con questa terra non ha paragone.

Sei lontano

Sei assente

ma nel mio cuore sempre presente.



MAGGIO

 

 

Maggio nel mio giardino,

c’è l’erba verde

ci sono le peonie

c’è il lavoro del contadino.

 

Spiccano le rose,

bianche, rosse e gialle

ma nel viale

ci sono anche le calle.

 

E’ un tripudio di colori

che il cuore ristora

e la mente infervora.

 

C’è fuori dal nido

un uccellino disperato

trilla trilla

la mamma cerca esasperato,

 

Si alza il vento,

le nubi ingrossano,

si fa nero

è tutto un fermento

con uno squarcio nel cielo.