Francesca Guido - Poesie e Racconti

Alla fine di quella scala..

 

Credevo di percorrere un cammino solitario

lasciando nel mio ricordo tante strade incompiute,

su una deserta via un amore immaginario,

su un campo di grano le mille gioie vissute….

Un libro riscoprì nella notte il mio duplice aspetto

come favola portata dall’impetuoso fluire del tempo

incapace di permettere al cuore di portare rispetto,

per un’infanzia scoccata dal mio cielo come un lampo…

Nel buio del cielo che si ferma,

tra le lenzuola di un presente non vissuto

ricerco tra quelle parole la mia conferma

per versare una lacrima a quell’ultimo saluto:

alza gli occhi alla volta celeste

bimba che col mondo hai giocato a nascondino

sali per l’ultima volta annullando la tua veste

ogni piccolo e rustico gradino:

bussa lievemente a quel grande portone,

un sorriso cancellerà le gocce di pioggia

devi solo attendere stringendo il tuo pallone

ascoltando i passi di chi in quel piccolo regno alloggia!

Siedi bimba che hai cancellato i colori dell’arcobaleno

lui non ode il tuo perenne bussare,

non è pronto a donarti quel pezzo di sereno

che nel suo candore sapevi trovare:

torna a casa, lievemente,

non lasciare che crolli il tuo piccolo universo

non gettarlo tra le mani della gente

che per le vie ascolta quel suono in modo traverso!

I binari scorrono verso quel luogo sconosciuto,

incapace di donarti una scala su cui salire

senza neanche aver avuto un suo saluto,

ti volti…devi ripartire….

Tornerai donna in quella via a te nota

quella porta attenderà il tuo tocco,

sarà lui ad aprirti una strada non più ignota

cancellando dal sentore della vita ogni ultimo rintocco!!!


Non importa di chi muore!

 

Un sentore di quantità annulla ogni sfumatura di

piccolezze, di particolari che si perdono

in un mondo che si è venduto 

anima e cuore…

e non si importa di chi muore…

percorrete una via a senso unico,

creature di mondi differenti

lontani da ogni carezza, da tutte quelle parole..

e se voi non doveste più udire?

E se voi non aveste imparato nulla da quel viaggio?

Nel cuore solo le note di quella canzone…

Angeli o diavoli nella scia di un avverso

conflitto, pronti a strapparvi le ali,

a ricucirvi i brandelli..

Ma se un gioco dannoso dovesse

insegnarvi la più antica lezione?

Tu non troverai sonno finchè la sua anima

non ritorni in pace:

per lei niente conti in sospeso!

Solo un burrone che non vede la sua fine!

E rincorri quel brivido tra le onde,

per stringere la tua eterea creatura che fugge

laddove i sogni vanno a dormire,

dietro quella porta che tu non puoi aprire:

la perderai nel buco di una serratura!

Ma cerca la tua vendetta diavolo pronto a morire

in un mondo  che si è venduto 

anima e cuore…

e non si importa di LEI che muore…


PENTITO

 

Un’ultima preghiera,

per te che non meriti di innalzare 

gli occhi al cielo,

per te che hai un fardello di cui 

non ti puoi liberare,

per te che non hai mai creduto 

alla legge di Dio ma solo a quella degli uomini,

di uomini sbagliati,

di uomini amici,

di uomini….

Un ultimo desiderio,

per te che non puoi più parlare,

che stai per pagare il conto di ciò che hai preso:

cosa chiedi?

Non puoi riavere quel sorriso,

riaccendere quel lume,

riscattare la tua anima:

un tormento eterno animerà queste ultime ore

come ha interrotto i tuoi sogni per 10 anni…

era bimbo…e tu…eri solo….

Puoi ancora chiedere PERDONO?!?

Non guardarli,

loro non ti perdoneranno,

non ti capiranno,

loro non avevano un figlio da salvare,

un amore da proteggere,

un oscuro passato da cui non poter fuggire:

sei stato costretto vero?

Un filo sottile legava la vita alla morte…

È così quando si entra in quel tunnel,

non si esce più…mai più…

è QUESTIONE D’ONORE!

Puoi ancora chiedere PERDONO?

Si…prima di quel flash che uccide,

adesso, volgi lo sguardo al cielo…

Lui ti ha perdonato….vai in pace…


Uomo o lupo?

 

Non è uomo….non è lupo,

conosce solo le due nature a cui non appartiene,

vaga tra due realtà  ai confini del mondo,

pagherà in eterno la sua diversità…

Fu da bimba che i miei occhi 

si persero nel suo mondo,

quante ferite mi procurarono le sue zanne

addestrate solo ad attaccare perché…

volevano punirmi per gli omicidi perpetrati dalla mie specie!

Non potevo andar via,

il suo canto rivolto alla luna intonava 

una preghiera a cui nessuno avrebbe risposto… 

Lui mi osservava da dietro la mia gabbia,

un tacito patto era nato tra noi

e col tempo il lupo imparò ad essere uomo

salvandomi dal branco carnefice..

il suo manto resterà macchiato del sangue di quella lotta,

della polvere sollevata dalla nostra folle corsa!

Mi riportò nel mio mondo e poi svanì nell’ignoto:

non poteva tornare indietro 

perché aveva tradito,

non poteva proseguire su un nuovo sentiero

perché non sarebbe stato accettato,

non poteva seguirmi nel mondo degli uomini

perché loro l’avrebbero cacciato…

Il lupo,ora, ha perso il suo manto,

mi sorride come colui che ha ricevuto la lezione più importante:

l’uomo,ora, sa 

PERDONARE!


Senza far rumore

 

Non hai più sogni nel tuo cassetto

tu, piromane della tua imperfetta vita

chiedevi solo di donarti un preciso assetto,

mentre ogni luce del tuo futuro ti scivolava tra le dita…

Cosa cerchi adesso ai bordi di quella strada,

non troverai il sole che ti è stato negato,

solo un vicolo dinnanzi a te che si dirada,

che ti costringe a riprenderti come fardello il tuo passato!

Basterebbe spegnere ogni stella del cielo,

immergerti nel buio di cui sei sovrano,

per nascondere dietro un sottil velo

le paure che ti accompagnano per mano!

Ricordi quando da bimbo cadesti in quel burrone,

nessuno pronto a porgerti una mano

e dal tuo fondo ti chiedevi la ragione

di quest’indifferenza che domina l’animo umano….

Ora rallenti, i tuoi passi diventano più pesanti

entri in quella selva annebbiata dall’oblio

mentre intorno a te le risate dei passanti….

E alle tue spalle…..ci sono io….

Ti ho seguito nel tuo faticoso cammino

facendo di ogni tua sofferenza un pugnale al cuore

col solo intento di starti vicino

finchè non ti saresti accorto del mio amore!

E’ notte ora, tu sei sfinito

cadi sulle ginocchia straziato da un enorme dolore

sei tornato quel bambino impaurito

bramoso solo di un po’ di calore….

Ora posso prenderti tra le mie braccia,

costruire a pezzi quel futuro che tu hai lasciato

cancellando sul nostro cammino ogni traccia

che marchia nel cuore ciò che è stato:

fammi entrare nel tuo cuore….

…..a piccoli passi, silenziosamente…..senza far rumore……..


Once upon a time…

 

Once upon a time…a love…

Un amore tatuato a punta d’inchiostro su una disastrosa ferita

quasi a volerne ammorbidire i contorni visibili,

con la cura di un marinaio avvezzo ai venti di tempesta 

che raccoglie le sue reti tra la tumultuosa marea…

Passo le dita tra le punte della rosa dei venti calcata a metà 

impressa su una colonna che ha perso i tratti di equilibrio ,

per una promessa sussurrata in tempi di pace, 

svanita alla prima luna calante!

Once upon a time  ..an happy ending

Uno di quei lieto fine in eternità inesistenti 

tra realtà di facili costumi , ancor più semplici menzogne, 

imparagonabile al folle sacrificio di Giulietta e Romeo

all’eterna dannazione di Paolo e Francesca.. 

Galeotto fu quel sorriso,luce tra le crepe del buio!

C’era una volta un amore  .  ..

Rovesciato a metà nel suo per sempre 

che sa ora dell’amaro del peggiore veleno ,

ora del dolce del puro caramello, 

uno di quelli che fugge perché impreparato, 

che il passato riporta ma il presente sconfigge 

ed il futuro annienta!

C’era una volta.  ..lei e tu …tu ed io…

e il mondo …E niente…

Non c’era più niente!Non c’é più niente !


PORTAMI AL MARE

 

Portami al mare dove le mie mani

senza peccato s’intrecciano alle tue 

sfiorando il bagnasciuga mentre il sole si perde 

dopo la linea di confine del mondo !

Al calar della sera tra le onde

la brezza si posa sul viso senza più lacrime ,

asciughi alzando la mano gli schiaffi divenuti ferite

offri il silenzio dell’anima mentre 

tra le dune si mischia il fondo di quella bottiglia..

Vuota  ….

L’alcool annebbia la notte , annuncia la fine di un attimo

che domani sarà solo ricordo !

E fu sogno….tra miriade di incubi….


SOGNO …SOGNAVO …

 

Sogno di te ..perché tu ci sei sempre..

saresti stato il mio per sempre in un mare di niente,

in correnti disperse oltreoceano e lo sapevi …

che presto io alla deriva come il più lontano relitto!

Vorrei odiare il timbro della voce 

che ha ammaliato come la più scadente fattezza,

sotterrare ogni falsa promessa ,ogni dorata bugia ,

affogare la parte dell’uomo che fiero 

come una pecora dinanzi a cento leoni 

ha annaspato urlando pretesti,

avanzando nella fanghiglia per lasciarmi alle spalle!

Sogno di te …perché tu ci sei sempre …

Incredula seguivo la linea rossa 

che tra pandemia e battaglie ti scortava sulla soglia di casa

come un bandito nella notte sfuggito al suo furto,

come un bambino che ancora sussurra …mamma..

Sognavo di te….perché Non ci sei più …

Impara che l’amore scritto sulla sabbia

é solo fuggente sussurro ,

che non si bussa nei cuori di infanti 

lasciando la scia di un evanescente ricordo.

Impara che dietro a te,oltre ogni angolo di sicurezza 

zoppicano cuori infranti da chi c’era e non c’é…

A nulla vale il dispetto del silenzio perché…

Sogno ….sognavo….sognava   ….illusione   ….

Che le luci dell’alba cancella dietro di sé come un sogno mai esistito!


Forse un angelo….

 

Oggi tra quelle strade, quando tutto rimase buio accanto a quelle rotaie, quando nell’oscurità cercavo una mano da prendere per non cadere al passare del prossimo treno…..io vidi un angelo!Chi conosce l’aspetto degli angeli? Chi tra i mille passanti discerne ciò che è parvenza da un reale così lato…eppure io lo vidi, mentre tornavo in quella che non è la mia casa, mentre i miei sogni si perdevano a piedi nudi sulla sabbia rovente d’agosto, mentre….i miei occhi cercavano un azzurro lontano dalla mano dell’uomo, sgombro di ogni nube!Fu per me un passante, caduto troppo vicino alla mia persona mentre mille altri volti si imprimevano nella mia mente che voleva fuggire…e l’aria diventava sempre più pesante, ed io non vedevo più nulla intorno a me, udivo solo voci lontane che si disperdevano tra gli altri rumori, amplificati dalla voce del mio ego! Cosa rapì i miei sensi e li fece fugare non seppi, mi ritrovai ad un tratto rannicchiata in quell’angolo con intorno tanta gente che osservava ma non vedeva; ed io che rientravo nel mio sogno peggiore, in quell’incubo in cui lui tornava per strapparmi le ali ed andare via, lasciandomi cadere nel burrone…non riuscii mai a togliergli la maschera!Sentivo le gambe pesanti, troppo deboli per sostenere così tanti fardelli sulle mie spalle, decisi che dovevo accasciarmi, mi bastava un attimo, in un angolo, lontano da quei sorrisi, da quel tanfo di falso che mi circondava…e poi mi sarei rialzata! 

Ma il mio cuore sapeva che una volta ceduto, non ce l’avrei più fatta a rimettermi in piedi, perché mi ero gettata dal grattacielo più alto ma…dovevo farlo, non vedevo più nulla, mi sentivo soffocare…a nulla serviva allentare le vesti: era un attacco di panico in mezzo alla via! Non colsi da dove venne quel braccio che mi afferrò, con una presa che aveva in sé forza e dolcezza, che non mi permise di abbandonarmi, che mi spostò di qualche passo, dove i passanti svanivano, dove non dovevo udire l’aprirsi ed il richiudersi di quelle porte, che mi soffiò in viso una ventata di aria pulita…e tutto diveniva più nitido!

Cos’è che compone un angelo? E’ forse fatto di eterea sostanza come l’universo, o di soffice bianco ed azzurro, come le nuvole???La sua irrealtà per un attimo si mutò in concretezza perché io sentii quella presa che strinse per farmi riavere, senza fare male….e non vidi un uomo dipinto dei colori del cielo, tutto azzurro e oro, bensì un ragazzo tutto castano che aveva il sorriso fatto di tanti piccoli diamanti, un ragazzo che con sé portava una valigia, dentro quelle poche memorie, qualche vettovaglia ed il suo futuro….lui sorrideva sentendomi parlare, perché lui aveva tanti sogni, lui era partito per trovare la speranza….e l’aveva donata a me stringendomi il cuore!Mi porse l’unico salvagente che mi avrebbe impedito di annegare perché in queste acque torbide, io, non so nuotare…preferisco il colore cristallino di un mare che non conosce confini!E mi mancava tanto il mio mare. E mi mancavano troppo le mie genti.E mi mancava troppo la mia casa così diversa, il mio paesino tutto case e persone dove voltando lo sguardo solo persone conosciute, amiche.

Tra le sue vesti, sotto la sua giacca cercavo un paio di ali…come le celava bene ai passanti che voltavano lo sguardo, che non  notavano quell’angelo che Dio aveva mandato sulla terra per ravvivare il cuore degli uomini o, forse, solo per me in quell’istante, su quella metro….e lui non scendeva più….con un profumo che sapeva d’estate, di lavanda, di pulito, ripuliva quell’aria ricoperta di troppi violenti odori, di fumo, di cattiveria, di cinismo, di indifferenza nei miei confronti, nei confronti di una ragazza che stava per cadere….e lui lì, solo, con un sorriso ed una valigia che attendeva il capolinea….Ultima fermata….mi mollò il braccio ancora intriso della sua presa, ora potevo scendere ponendo avanti i miei passi senza cadere tra le rotaie che erano state coperte…lo sentivo dietro di me….lo sentivo sorridere…poi un soffio di vento…mi voltai e lui non c’era più!Lo cercai in ogni antro di quella stazione, aveva solo fermato istantaneamente il tempo e spiegato le sue ali, non era quella la sua meta, con quella valigia avrebbe dovuto intraprendere un viaggio ancora più lungo ed impervio: doveva arrivare al cuore degli uomini!!!!

Corsi senza voltarmi per portare con  me quella presa, quel sorriso, quel profumo di terra lontana…lui ora tornava a casa e forse una stella gli avrà svelato il mio desiderio….

Di portare un sussurro al mio paese lontano e rivelare sul pelo dell’acqua…

…c’è una stella che attende che cada la terra per esprimere il suo desiderio…

E ricoprire il suo cielo!!!


Da una pagina di diario

 

Federico….per quanti questo nome non ha alcuna rilevanza, per quanti che non hanno conosciuto lui, che non hanno incrociato lei, che non hanno visto in che enorme tragedia si può trasformare un amore sbagliato;neanche io l’ho visto, neanche io ho potuto asciugare le sue lacrime prima che commettesse l’irreparabile, né ho potuto trattenere l’angelo più bello del cielo accanto a chi era stato designato: così lo descriveva lei che nella vita aveva avuto sempre e solo tanto nero:un angelo!E forse nessuno saprà mai della storia che vede vicini due cuori gemelli, che ricalca i confini del sogno ma io….devo parlare di quella storia, io che ho ritrovato le sue pagine di diario; e forse dovrei lasciare spiegare tutto a lei, a Floriana: ma chi era poi per me questa Floriana?Una ragazza troppo socievole e strana che un giorno incrociai nel corridoio di quell’enorme scuola, poco dopo essermi trasferita: era tutto così orribile nella mia nuova esistenza che vedevo tutti coloro che mi circondavano, uguali automi destinati ad un mondo senza amore e poi….arrivò lei per entrare nel mio mondo, per tirarmi fuori dalla mia solitudine, lei che come me, capiva cosa significava PARTIRE…

E adesso non so neanche perché a me ha lasciato questo suo diario, perché quel mattino con un sorriso me l’ha consegnato dicendo:

- Non smettere mai di credere nei sogni!- e poi è andata via, via dove non potevo raggiungerla; e di quel giorno lei ha scritto, lei scrive….

Fu in un cupo giorno d’inverno che conobbi Federico: dove lo conobbi?Forse non lo ricordo più, la prima volta che lo vidi era come averlo visto da sempre, era come averlo conosciuto da una vita e forse davvero ci conoscevamo da un’altra vita io e lui, da una vita che era terminata e ricominciata ma aveva voluto lasciarci vicino; tutto per me quel giorno, quei giorni, da tutta la vita è stato grigio e nero, forse più da quando persi mia madre e dovetti andare via, lasciarmi tutto alle spalle, compreso il mio dolore!Ma Federico cosa sapeva di questo peso che mi portavo in cuore, cosa poteva conoscere del mio dolore, lui che come un passante mi fissò per un attimo e scomparve nella nebbia: era stato un flash nel buio, ma solo quello, un flash!Il giorno dopo, per quella stessa strada, accanto a me in aula, rividi Federico che mi sorrise; mi voltai: perché quel ragazzo tutto oro sorrideva a me? Svanii…mi nascosi nella mia goffaggine e scomparvi, lasciandolo rincorrermi tra la nebbia ma…io non c’ero più perché…dietro di me, in quella vita che avevo lasciato, era rimasto anche qualcun altro, anche un’altra ferita;e per tanti giorni Federico mi rincorse tra la nebbia e per tutte le volte mi perse tra la gente: era davvero questo che volevo o forse avevo sempre cercato un angelo che mi stesse vicino?Era lui il mio angelo?Un giorno non lo vidi più, fui io a cercarlo tra la folla,quel ragazzo tutto biondo che i compagni chiamavano Federico, quella bellezza tutta luce coperta da un nero cappotto ma…lui non c’era più;pensai di aver perso ancora una volta il mio dono del cielo e tornai tra quelle vie in cui ogni giorno tornavo, sola….Sola perché il passato a volte, non ti dà tregua, perché è una morsa che richiede tutta te stessa e ti impedisce di voltarti altrove;io, prigioniera del mio passato, sedevo sugli scalini di quella chiesa osservando la gente passare: mi è sempre tanto piaciuto osservare!Un brivido di freddo mi percorse la schiena, mi rannicchiai nella mia giacca quel giorno che era ancora più freddo ma voltandomi capii che non era il freddo quello che mi aveva sfiorato bensì una mano…la sua mano: Federico mi attendeva a quella chiesa! Perché fuggire ancora?Forse avrei dovuto farlo…Non disse nulla lui, solo quanto era bello stare seduti a guardare la gente, mentre sussurrava il suo nome nell’aria; dopo poco nuovamente ci disperdemmo tra la folla ed io non sapevo nulla di nuovo su di lui, né lui su di me ma…era così che doveva andare!Da quel giorno tutti i giorni ci davamo un tacito appuntamento davanti quella chiesa, dopo le lezioni: nessuno dei due sapeva se l’altro sarebbe mai arrivato ma, entrambi, nel gelo, attendevamo…ed io attendevo un angelo biondo dai meravigliosi occhi blu che mi rendesse meno sola; parlavamo tanto poco, seduti uno vicino all’altra, guardavamo la gente passare ma nessuna parola; io continuavo a sapere poco di lui, quel poco che gli sfuggiva dai suoi mille sorrisi, lui di me ancora meno ma non era questo che contava: io inconsapevolmente mi stavo legando a quel bell’angelo biondo piccolino che si perdeva tra le vie e sapeva starmi silenziosamente accanto senza chiedere, senza fare tornare un passato che ancora mieteva vittime,solo così…tacendo: e il cuore che tace è quello che più comprende!E non mi accorsi neanche che mi sentivo sempre meno sola, che il passato cominciava a perseguitarmi sempre meno, che silenziosamente mi stavo legando a Federico; ed ogni tanto mi fermavo a guardarlo, mi fermo ancora ad osservarlo anche mentre disinvolto fuma nel vento: i suoi occhi belli mutano con l’azzurro del cielo, il suo biondo s’incupisce o meno a seconda del sole, il suo sorriso si nasconde dietro un segreto ed il suo sguardo, ogni tanto, si perde lontano: dove? Tante volte mi riscoprii a pensare dove finivano i suoi pensieri e se davvero Federico fosse un angelo mandatomi dal cielo: aveva tutto dei buoni e belli angeli, la dolcezza, la capacità di portare tanta pace, il sorriso; forse un giorno sotto quel giaccone nero sarei riuscita a trovare le sue ali! Ma se lui è un angelo, presto dovrà lasciarmi, quando non mi sentirò più tanto sola e tornerà accanto alla sua neve: Federico ama la neve! Ricordo quel giorno, quando incominciò a parlare della neve: ad un tratto lui puntò gli occhi al cielo e cominciò a nevicare: la neve era tanto bella, era tinta di azzurro ma lui sotto quella neve era….un angelo!Ed io, che nella mia vita avevo avuto sempre tanto grigio e nero, finalmente avevo un po’ d’azzurro…ma l’azzurro può tingersi, può diventare più scuro del nero; basta attendere! E nell’attesa, vidi il mio angelo allontanarsi, divenire vago, sfuggente: i suoi occhi non sorridevano più!Ed io tremavo….ed io temevo….dove voleva volare Federico? Non potevo parlare, seduto davanti a quella chiesa lui non c’era più; prolungava l’attesa, non veniva…ed io sapevo…ma non chiedevo!Perchè Federico era un angelo per metà, me lo disse lui un giorno davanti a quella chiesa: io nato sotto il segno dei gemelli, sono angelo per metà…ed io non pensai mai alla sua metà oscura, forse solo ora ricordo quella frase; anch’io nata sotto il segno dei gemelli, anch’io diavolo per metà ma…io non fui mai angelo!E lui che stava andando via forse, diventava diavolo, forse non riusciva a dire quel che era e fuggiva, tra la nebbia, come anch’io fuggii ed io non sapevo chiedere, forse non volevo chiedere: è tanto triste abituarsi al paradiso e tornare sulla terra: qui non ci sono sogni, qui non c’è la neve tinta d’azzurro!Ed io non chiedo a Federico dov’è il mio angelo, perché ha reso la mia vita già troppo bella quei giorni in cui mi ha donato la mia pace; ed io non rimprovero Federico di fuggire nella tormenta con quel cappotto calcato sul mento e di lasciarmi lì a gelare perché troppo sole mi ha dato col suo tanto biondo ed io….non urlo nel vento il nome di Federico perché lui non è nel vento, non è vicino, perché lui non sente il mio pianto…ed io non ti cerco più tra le strade, ora…

…TI VENGO A CERCARE TRA LA NEVE FEDERICO!

Chissà che bel lieto fine si figurano tutti nel loro domani e invece…io conobbi Floriana quando già conosceva Federico e lei era un raggio di sole: mi ha dato così tanto calore, così tanta forza, così tanta speranza; e lei che si sentiva per metà diavolo, era lei l’angelo più bello anche se di azzurro e biondo non aveva nulla!Quella bella ragazza che correva per i corridoi col suo sorriso, che non sapeva versare una lacrima, che ancora giocava a nascondino…adesso scende dal cielo ogni inverno insieme ai fiocchi di neve che tanto piacevano a Federico. Così la ritrovarono: dormiente senza motivo tra la neve, con un sorriso; ricordo quando l’andammo a prendere: sembrava attendere qualcuno lì, tra la neve,e so che ancora il suo spirito è lì che attende, attende….Federico!