IL SEME NELL’OSCURO
La tua voce il tuo viso sono in fondo
Nessuno deve vedere e sentire
Nello scantinato la pianta è nata
Ed è cresciuta cercando la luce
Adesso qualche fiore minuscolo
Affiora dalla grata tra il cemento
Presto verrà calpestato e da quassù
Nulla si intravvede sotto le sbarre
La grata non consente di vedere
La oscurità dove il seme è caduto
Il prorompere dell’anima verde
La silenziosa avventura del viaggio
Nascosta nel fondo di nera zolla
Anche tu affiorerai cercando la luce
IL VOLO ASCENSIONALE
Chiuso nell’ascensore un po’ in prigione
Nuovamente ti senti e la tua fuga
Non si fermerà sul piano prescelto
Come botola la porta si aprirà
Per divorarti e farti risentire
Dei baci impudichi e bugiardi i morsi
Non più con le maschere dei sorrisi
Lontano dal raggiungere il tuo piano
La ruota si è fermata ah come vorrei
In eternità trasformare il viaggio
Volasse altrove il tempo e ci lasciasse
Qui su questo spazio come su un ramo
Soli senza avere più pulsanti o ali
Per continuare il volo ascensionale
MI CHIAMERANNO PER NOME
Dove andrò mi chiameranno per nome
Pochi o molti man mano procedendo
Quelli che incontrerò fatti di luce
Lungo il tratto della vita a ritroso
Riconosciuti e poterli chiamare
A mia volta per nome e in un abbraccio
Stringerli e mi inoltrerò tra la folla
Di quei molti troppi innumerabili
E non potrò chiamarli con il nome
Ma loro lo faranno sapendo il mio
Come del figlio dell’ultimo figlio
L’amico dell’ultimo amico estranei
Ritornati dall’oblio e dal futuro
Quando anche il futuro stava passando
Mi circonderanno e mi chiameranno
Fuori del tempo dall’inizio del mondo
RAZZISMO SOTTO CASA
Le settimane scorrevano lente
Tra le ringhiere e i ballatoi lasciando
Strascichi di ritornelli italiani
Stesi i lenzuoli ad impigliare il vento
C’erano mogli e figli di immigrati
Diluiti nelle voci rabbia e amore
Mischiati nei cortili i sentimenti
Poco a poco sparivano distanze
Anche per i torinesi è passato
Tutto quel tempo dell’incomprensione
Attenuato l’odio poiché emigrare
E’ legge di natura come fanno
Gli uccelli che lasciano il loro nido
Volano e si fan portare dal vento
LA LANCIA DEL SOLDATO
Buio che si schiarirà con un lampo
Fantasma all’improvviso cancellato
Vedi il bambino che succhia a quel seno
Lampeggiando lontana la tempesta
Più livida nel cielo si rivela
La lotta tra lussuria e tenerezza
Per quel bel corpo nudo abbandonato
Sul prato nell’attesa dello scrosciare
Di pioggia e grandine assedianti altrove
Ma più che alberi e rocce sullo sfondo
La lancia del soldato che protegge
Quell’amore – la lancia del soldato
Che per non esser maledetto tace
coraggio e viltà per l’avere ucciso
RINASCENZA
Albero che al soffio dell’estate espandi
Le tue foglie come larghi ventagli
Della tua linfa si diffonde attorno
L’odore dolce che sa di fiorito
Rinascenza dal gelo dell’inverno
Sullo scheletro dei tuoi rami che ora
Spremono dolcezza dentro i tuoi frutti
Che il merlo lieto e ingordo fa oscillare
Su questo mio cammino lungo il fiume
Oggi gonfio per la pioggia dai monti
Che scorre arricchendo di nuove voci
Gli stormi sparuti rasenti ai flutti
D’acqua che tracima sugli scivoli
Dei fondali di ciottoli e di roccia
ALTRE DONNE
Domani no dopodomani forse
Tutto tornerà e sarà come prima
Come una volta e come è stato sempre
Non saranno più loro altre saranno
E non dovranno più dirsi donne
Ma donne saranno uguali alle donne
Così soprannominate da sempre
Non importa se anziché sul cavallo
Inforcheranno selle e biciclette
Non importa se anziché recinzioni
Pattineranno per l’intera città
Doneranno giovani e sorridenti
Come statue ineffabili ed erette
Generosi slanci dei loro fianchi
Il nonno è caduto
Il nonno è caduto in gabinetto mentre si rialzava dal vaso con il pezzo di carta igienica in mano.
Ha battuto la testa ed è morto.
Gli altri nella casa lo hanno ricomposto. C’erano solo mamma e papà.
Quando arrivammo io e mia sorella lo avevano adagiato vestito sul letto e non presentava nessuna ferita.
Agli abitanti del palazzo e ai parenti mamma e papà dicevano che il nonno era caduto mentre prendeva dei libri nella biblioteca di casa.
Il nonno era in pensione da professore di liceo.
Agli amici che ce lo chiedevano per curiosità noi non sapevamo dire quali libri aveva in mano.