Francesco Gigante

Poesie


Crepuscolo

… e si riversa nel riverbero
di un crepuscolo un immoto lago
che sussurra
la prima favella della sera.
Un violento soffio di vento
piega minuti ciuffi d’erba.
La superficie d’acqua si increspa
scompigliando la sua compostezza.
Piccoli e invisibili passi
si abbarbicano in una foschia
ammantata in un’avanzata oscurità.
Lo sguardo si allunga indefinito,
scomposto nell’alone di una luna
che presidia puntuale la volta
dell’universo. I pensieri sembrano
colloquiare con gli idiomi
della natura. Si modellano racconti
che colorano i ricordi, corrono
emancipate le propensioni
della mente. Nulla è più costrizione
niente galleggia più nel pregiudizio
Ora è notte e vivo i suoi respiri
con la dolce melodia e pacatezza
di una dischiusa fiducia.

 


 

Desiderio libero

Ci soffermiamo ostinati in un’attesa
affinché un pianto sgombri
l’aia dell’abisso.
Attendo l’aria benevola
di una carezza mentre osservo
l’esile pioggia che si veste di neve.
I pensieri si inzaccherano
in una calante bruma.
Cerco un coraggio da cullare, amico
imprudente che sfida la sapienza
con un’imberbe emozione.
Alcune volte annego
nella vispa ferocia del sarcasmo,
un sardonico sorriso penetrato
nel presidio disinvolto della noia.
Mi rilasso al dolce vellicar
di una spiga sospinta dal vento.
Mi vieni incontro
ti prendo per mano,
gli occhi si coniugano estatici
con un tramonto, dove nulla
è un grossolano racconto.
Ora ci sorreggiamo in quei colori,
eterni braccioli dell’incanto.
Siamo un desiderio libero.

 


 

Pasqua

C’è un avvenimento in cui
ogni fragore tace, ogni stridore
non attecchisce più nell’aria.
Si intona con un rintocco di campane
che si espande con le sue note
sacrali in ogni dedalo del mondo.
E’ il momento in cui i cuori si
radunano in un cielo comune
E’ racchiuso in un giorno che
non conosce diversità, un’aiuola
che accomuna i colori di un credo
e rispetta quei petali tinti dalle
diverse tonalità di una preghiera.
Ogni chiesa narra una croce
madida d’amore, un sacrificio
che si volge all’umanità.
E’ quella speranza che non si defila
mai dall’indifferenza, dall’egoismo
e dalle dissennate futilità
dell’illusione.
Vive in una colomba che spicca
il suo volo in ogni angolo di pace,
in ogni fiducia dell’universo.

 


 

Seduto su uno scoglio

Sono seduto sullo scoglio
di un’attesa, ventre di terra
inaridita dal silenzio. Un’onda
veemente si scaglia sulle rocce,
nello sbalzo febbrile
in cui si confonde la quiete.
Il fragore indolente del mare
ritorna nel suo contorno infinito,
già remota voce affiliata al suo
iroso istante. Una spuma ne segna
il passaggio, impronta passeggera
di una forza oramai dispersa.
Il mare si ricompone placido,
con la sua ritmica sillabata
dall’universo. Una sferzata di vento
mi ridesta da questa vista imponente
Mi sollevo e un sorriso
veste il mio ritorno.

 


 

Ti cingerò

Ti cingerò in quell’abbraccio
mantice dei sensi, interludio
dove l’amore accede all’estasi.
Ti leggo in quello sguardo
infiammato dal sentimento,
dove i gesti sono madidi di passioni
Ti muovi nell’invisibile didascalia
dell’ardore, dipinto che si palesa
tra le luci opalescenti della sera,
in quello spazio del mondo
in cui si dispensa il contegno
della ragione. Sei colore e sostanza
di un brivido, goccia rilucente
dell’universo.
Ti stringo nell’aderente
copione dell’attrazione, un impeto
dove tutto vortica nell’infinito.