Franco Colandrea - Poesie

LA LUCE DELLA CONOSCENZA

 

Attraverso i pensieri latenti che di tanto in tanto affiorano durante la giornata, l’artista ne coglie le vibrazioni e la mano, munita di pennello, abbozza i segni, avvicina i simboli, spalma colori in un apparente caos che, nello svolgersi del tempo appena conclusosi, si riarmonizzano.  Molto spesso, e forse sempre, la concettualità del pensiero particolare che usiamo definire “arte”, usa gli stessi apparentamenti ? E le stesse dinamiche mentali dei compilatori dei veda , cioè gli antichi saggi-veggenti chiamati (rishi).  I quali descrivono nei testi sapienziali tutto quello che hanno conosciuto attraverso il sapere intuitivo , chiamata visione interiore che  si può enunciare con questo concetto:”attraverso la luce fulgente della conoscenza si può ottenere lo sfondamento della materia per accedere allo spazio luminoso dell’interiorità”.  Questi saggi-veggenti non si ritengono autori delle loro opere, ma le hanno ricevute in dono quando erano immersi nella quotidiana meditazione ed essendo in quello stato, profondamente ispirati, sono divenuti degni di rivelazioni dell’illuminazione divina, con il compito di trasmettere a tutta l’umanità il sapere luminoso che da essa proviene. 


DA UNA GRANDE SOFFERENZA UNA GRANDE OPPORTUNITA’

 

Chissà quanti di noi hanno pensato che da un giorno all’altro  ci saremmo trovati a riflettere sul senso della vita ed in special modo quando si attraversano momenti di sofferenza come quelli che la maggior parte della popolazione mondiale  sta sperimentando a causa del coronavirus?                                                                        Questi periodi ci hanno costretto a fermarci e a invitarci  a svolgere in casa pratiche meditative, di rilassamento per cercare di restare in buona salute . La storia ci insegna che ogni crisi è un’opportunità perché  è in quel momento che facciamo un altro passo nel percorso di crescita interiore. Allora la sofferenza  ha la capacità di arricchirci e migliorarci e, se riusciamo a scoprire la vera causa della sofferenza, abbiamo  l’opportunità di modificarci e di evolvere. In tali momenti sembra che la vita ci stia ammonendo: “osservati, non ti stai prendendo cura di te e non ti stai amando!”. Questo sta a significare che quando non abbiamo amore per noi stessi, di conseguenza non lo abbiamo neanche  per gli altri e per la vita stessa. Possiamo affermare che nei momenti di sofferenza è fondamentale capire che dobbiamo necessariamente imparare ad amare senza condizioni.      Bisogna amare gli altri e se stessi così come si è, senza giudicarci e senza giudicare, senza sentirsi sbagliati, in quanto tutto è perfetto cosi come è. Il concetto di amore è il sentimento più alto della vita, tutto è amore, anche la vita stessa lo è. L’amore è parte integrante del Creato, l’Universo è amore, l’amore muove tutto. La nostra natura divina, profonda e originale tende al bene perché siamo bene e quando poi riusciamo a realizzare la nostra natura divina, la danza armonica dell’essere continua per amore.                                                                               In questo contesto la crisi è opportunità, cambiamento e di per sé non è negativa, dipende da come viene affrontata e dallo stato interiore, quanto ci permettiamo di andare a fondo in noi stessi, quanto ci permettiamo di ascoltarci, di osservarci, comprenderci ecc. Bisogna diventare “altro”, occorre però avere coraggio, il coraggio di affrontare la crisi


SIAMO FRAGILI

 

L’uomo si presenta in apparenza quasi sempre audace, anche presuntuoso, molto sicuro di sé e pensa di saperne più di tutti gli animali, degli alberi, dei monti, dei ruscelli, del mare, eppure è un essere fragile. Lui pensa di essere capace di dominare il mondo, di manipolarlo, di distruggerlo, costruendo freneticamente perché pensa di essere “intelligente”, “forte”, di dominare la natura. Eppure si riscopre fragile, impaurito con le mascherine, guanti e occhiali, tenuto in scacco da un microscopico frammento di RNA o DNA, simile a delle nano-particelle. Tutto ciò è assurdo. Forse è giunto il momento di recuperare un po’ di umiltà il più presto possibile, riprendere il cammino per recuperare in primis la vera essenza ed anche l’interconnessione con il creato e tutte le creature.          Avere rispetto, si può recuperare quell’umanità che si è persa e dimenticata?  Si può fare questo sforzo essenziale? Quello che l’uomo deve anche recuperare in questo momento è la dimensione spirituale di appartenenza al tutto. Solo così l’uomo potrà finalmente capire che non esistono differenze tra esseri umani e con tutto il resto del creato e delle creature ed anche tra l’uomo e Dio. 


LA BREVITA’ DELLA VITA

 

Il viaggio della vita, paragonato alla vita dell’universo è molto  breve e al di là della vita, la dipartita ci segue come un’ombra.                                                                        Durante il percorso si susseguono giorni di sole e di pioggia, giorni in cui le persone ti girano la schiena ed altri giorni stupendi colmi di gioia e molto empatici, vediamo anche persone che si trasformano in meglio e molto ispirate. 

Si inizia con i giorni della fanciullezza, dell’adolescenza, della gioventù e necessariamente ci saranno i giorni della vecchiaia, ed anche i giorni d’estate i giorni d’autunno e di primavera.                                                                                           Il ciclo delle stagioni ci comunica che esiste la natura perenne delle cose che ci fa supporre, che oltre ad essa esiste un’ulteriore realtà, cioè quella dell’eternità. Tutto ciò ci  rivela l’eternità e ci  fa comprendere che questa realtà della vita non è interrotta dalla morte fisica, perché il nostro essere essenza spirituale ci qualifica esseri immortali, in contrapposizione ai corpi che nascono e muoiono come la primavera e l’autunno.



SI VINCE E SI PERDE CON COVID 19

 

Ci hanno bloccato costringendoci a dialogare con le nostre paure interiori, osservare i nostri demoni, abbiamo visto le nostre angosce e siamo riusciti a liberarcene. Ci hanno distanziati gli uni dagli altri e siamo riusciti ad unirci ulteriormente con i nostri cuori.  Probabilmente ci hanno mentito, spingendoci alla ricerca della verità e non facendoci condizionare ulteriormente. Ci hanno anche spaventati, costringendoci a reagire rimanendo fissi nella nostra anima. Anche con il controllarci fisicamente, ci hanno dato l’opportunità di dialogare con i nostri corpi sottili e le nostre coscienze, dandoci l’opportunità di riposarci e rinnovarci a nuova vita. Hanno pensato di spingerci nel buio ell’ignoranza, ma così facendo ci hanno spinto a ritrovare la fulgente luce della conoscenza interiore. Ci hanno allontanato da Madre Terra ed il beneficio che ne è scaturito è stata  la sua  purificazione. Cercando di manipolarci ci hanno spinti a diventare sovrani di noi stessi e essere liberi. Volevano sopirci invece ci siamo ridestati. Tutte le suddette limitazioni non hanno fatto altro che farci conoscere e far uscire tutte le nostre illimitate potenzialità interiori.



L’INVISIBILE CHE DIVENTA ESSENZIALE

 

A mio modo di vedere, tutto quello che non si vede gestisce e governa tutto quello che si vede. Quindi posso anche affermare che esiste una realtà che non è visibile ai miei occhi. Allora tutto l’invisibile può essere chiamato essenziale, cioè la verità oltre le apparenze che mi sostiene, e che mi ispira. Posso anche dire è ciò che è. In contrapposizione a tutto il mondo delle apparenze, che non È.  Sta di fatto però che mi  stringo ostinatamente, ripetutamente, in questo mondo che non è. Quanto bizzarra è questa vita di ciò che non è! Mi rifornisco di cose inutili, spesso ricerco piaceri transitori, inseguo obiettivi illusori, non osservo la natura, specialmente quando mi inoltro nei boschi e nei sentieri senza ascoltare il rumoroso silenzio che il luogo mi offre. Mi sento cieco e sordo  dimenticandomi dell’essenziale invisibile. Infine le mie cadute non sono inutili, ma risultano essere necessarie , perché  è il soffrire che è necessario, per ritrovarmi in quanto non sono capace di procedere in altro modo.  In questo modo posso osservare che la sofferenza è come una straordinaria opportunità per rivitalizzare  quell’invisibile essenziale che esiste all’interno di me, in noi, in tutto il creato e nel Creatore. 



LA COMUNICAZIONE NON VIOLENTA

 

La Comunicazione Non Violenta non può chiamarsi arrendevolezza, in quanto essa si esprime attraverso l’assumersi la responsabilità del proprio sentire, perché questa modalità ci fa mettere in contatto con la vita che è all’interno di noi, cioè vita vera, perché conoscersi è straordinario e questo conoscere veramente e sinceramente il nostro mondo interiore è straordinario, parimenti vale per il mondo interiore dell’altro. Riusciamo a scoprire cose straordinarie di noi e dell’altro.        Se così non fosse subiamo in modo coatto delle situazioni che si creano, perché la rabbia che emerge è la manifestazione di uno o molti bisogni che non vengono soddisfatti e nel momento in cui mi arrabbio c’è tutto un sistema di valori, motivazioni e di bisogni che se messi tutti insieme, si mettono di traverso facendo montare ulteriormente la rabbia. Allora io credo che sia l’altro la causa, ma in realtà sono io che non mi sto assumendo la responsabilità, in primis quella di non prendere consapevolezza del mio mondo interiore sia valoriale che motivazionale e dei bisogni profondi e quella di non essere capace di mettere in moto le strategie appropriate in modo da poterle gestire, poterle soddisfare, quindi è possibile che io sia arrabbiato per questo. L’altro non centra, sono io che ancora ho bisogno di fare dei passaggi in tal senso, quindi attribuire la responsabilità all’altro di un nostro sentire è qualcosa che ci fa cadere ancora con maggior pesantezza nella inconsapevolezza, che di conseguenza rallenta la nostra crescita interiore. In conclusione la modalità violenta di comunicare è sempre un errore, invece la modalità consapevole è piena, ferma, lucida e consente alle anime di connettersi e quindi di crescere. In questo senso la comunicazione non violenta non è arrendevolezza, ma crescita per entrambi.


PENSIERO INFINITO

 

Da quando l’uomo esiste è libero, non possiede limiti di sorta se non l’infinito senza confini, le strade che intraprende sono sempre aperte verso il cammino per un mondo non percepibile dai comuni sensi. L’essere umano è libero per natura divina e aborrisce le catene, non si coinvolge nelle guerre in quanto la sua preoccupazione è la vita e l’Amore.  Egli incarna il vento per far risorgere le ceneri abbandonate, ripulisce l’aria, porta i semi nei terreni fertili per far continuare la vita, muove tutto ciò che è mobile soffiando dall’alba al tramonto del sole e della luna, il tutto per dire all’universo:” io sono libero”. Parimenti l’uomo è libero e la sua libertà non è mercanteggiabile alla stessa stregua di ogni altro essere vivente in quanto tutto è perfetto. Da ciò si può dedurre che l’uomo libero non conosce confini. La nostra coscienza non è limitabile da nessuno  in quanto essa è illimitata per definizione. Si può affermare che non esiste spazio e tempo  limitato per la coscienza perché la coscienza di un uomo libero può viaggiare in modo illimitato sia nel tempo sia nello spazio, trascendendo luoghi e persone.  Il fine ultimo è quello di avvicinarsi a Dio specialmente quando saliamo sui monti, sui ghiacciai, camminiamo nei prati per osservare i fiori e danzare con essi. 



UN CONTINUO MUTAMENTO

 

Tutto ciò che possiamo osservare in natura è un sistema in continuo mutamento e ne sono coinvolti tutti gli elementi  con le loro combinazioni. Quindi dalla terra, all’acqua, all’aria, alla vita umana, tutto è un susseguirsi di trasformazione.                 Al fine di capire meglio questo principio, abbiamo bisogno di  comprendere la differenza che sussiste  tra mutazione ed evoluzione. Quando si parla di evoluzione  spirituale è molto diversa dal principio evoluzionistico di Darwin, ma è una caratteristica dell’Essere  presente in ogni luogo ed in ogni cosa che esiste in natura.  Anche i vegetali, se posti sotto una copertura che oscura il cielo, smettono di investire le loro energie nell’alimentare i rami verso l’ombra, ma cercano di  orientarsi sempre  verso il sole. Questo perché l’Essere che è presente all’interno della pianta  può muoversi entro i limiti della forma e materia in cui è imprigionato. E’ solo attraverso il ciclo di nascite e morti  che l’Essere lì presente può evolvere nella forma umana che ha poi  l’opportunità di realizzarsi spiritualmente. Il tutto perché ogni essere umano  è  il risultato di vite precedenti,  ed allora non sono i corpi ad evolversi, bensì l’Essere al loro interno che lentamente diviene cosciente e riprende consapevolezza di sé e della propria origine divina.


REALIZZARSI

 

Qualunque cosa sto facendo e anche  qualsiasi cosa sto pensando, crea il mio futuro.   Per fare ciò ho bisogno di diventare consapevole e osservatore di quello che mi sta accadendo in modo conscio o inconscio e questo  risulta essere preminente se aspiro a creare la mia vita realizzata. Per realizzazione intendo la  totalità di se stessi, al di fuori del lavoro o professione, nonché aver acquisito la padronanza per gestire le mie reazioni alle emozioni ed agli eventi. Va da sé che per ottenere dei risultati positivi devo aver svolto un lavoro profondo su me stesso al fine di conoscermi e riconoscermi, unitamente ad un severo lavoro di comprensione e perdono, nonché quello di aver purificato tutta la parte oscura che albergava dentro di me. Per realizzazione desidero aver scoperto il mio valore personale e renderlo proprio mio in quanto è autentico. Parimenti anche il parlare senza alludere o giudicare è realizzazione in quanto tutto ha il diritto di essere ed esistere. Anche essere e vivere le mie passioni che si identificano con la mia vita, voglio viverle materialmente in tutto ciò che sono e che faccio. Per le suddette considerazioni auguro a tutti gli esseri viventi di vivere appieno la propria realizzazione.


Amore Spirituale

 

Questo tipo di amore è una forza che trascende la vita incarnata in quanto dona gioia infinita tenendo libera la mente dalla schiavitù  e automatismi che necessariamente generano dolore e sofferenza. L’amore spirituale è un sentimento base per la vita di relazione tra l’uomo, il Creatore  il creato e tutte le creature. Può chiamarsi amore puro quando è libero da condizionamenti ed è l’eccellenza delle virtù. Però questa virtù per essere metabolizzata deve essere praticata nel vivere questo amore in quanto è necessità indispensabile per l’evoluzione umana. La meditazione sui nomi divini  può portare al conseguimento di questa virtù. “Come una fiamma al riparo dal vento non oscilla, così lo spiritualista (yogi) che controlla la mente rimane sempre fermo nella sua meditazione sull’Anima Suprema. (BG 6.19)”


I nostri pensieri

 

Finché noi ci identificheremo con i nostri pensieri, loro continueranno ad esistere nella nostra mente perché noi li nutriamo e li teniamo in vita, ci identifichiamo in loro. Se invece riusciamo ad osservarli accoglierli ed anche visualizzarli (attraverso il training autogeno o un mantra, una preghiera),  togliamo loro energia. Così facendo essi non ci influenzeranno più, saranno inoffensivi. La nostra mente sarà liberata dai pensieri tossici. In questo processo noi dobbiamo essere spettatori non identificandoci più con i pensieri disturbanti, in quanto già la stessa osservazione annulla l’identificazione e alza un muro energetico di separazione. Possiamo paragonare i nostri pensieri alle nostre cellule, i primi hanno bisogno di energia per vivere e sopravvivere, le nostre cellule hanno bisogno di ossigeno e glucosio e altri elementi per vivere e generare energia. In conclusione noi dobbiamo capire e comprendere che tutti i problemi  creati dalla mente non possono essere risolti senza trascenderla, cioè il problema possiamo cercare di risolverlo andando oltre il problema stesso e se per ipotesi non riusciamo a risolverlo, significa che il problema siamo noi.


La Natura

 

La natura è piena di spiritualità, tutto ciò che germoglia o non germoglia è colmo di spiritualità, tutti gli alberi, l’erba, gli animali, i monti, i laghi i fiumi ed il mare sono vivi e questa vitalità non è divisa tra materialismo e spiritualità, perché nel tutto esistono entrambi gli elementi. Quindi l’esistenza di queste due dimensioni esiste  nello stesso momento e devono crescere insieme e, se avvenisse il contrario, ci sarebbe una crescita sbilanciata, perché se ascoltassimo solo il corpo saremmo solo biologia condannandoci ad una, esistenza insensata, parimenti succederebbe la stessa cosa se tutto fosse a favore della spiritualità e la consapevolezza, la nostra vita sarebbe sbilanciata e tutto si ritorcerebbe contro di noi. E’ l’equilibrio delle due dinamiche che ci permette di trovare la forza per praticare la meditazione in quanto essa è la via maestra  che ci permette di proseguire il cammino per raggiungere l’agognata unione tra l’anima ed il corpo, in quanto l’universo intero e la nostra amata terra ce lo chiedono.


IL GRANDE VECCHIO

 

 

Più passa il tempo e più ci rendiamo conto che stiamo invecchiando, questo lo

sappiamo osservandoci allo specchio e vediamo a malincuore i segni della

vecchiaia che avanza.

Sembra proprio che non si possa sfuggire a questa decadenza vitale.

Nella vita, tutto quello che facciamo, pensiamo, ecc. ci lascia dei segni che

tanto assomigliano a dei tatuaggi.

Durante la nostra esistenza noi selezioniamo , con i nostri comportamenti, ciò che

diventeremo, quindi non dovremmo vivere in maniera sconclusionata, lasciando

che ha condizionarci siano fatti casuali. Sarebbe come autorizzare un

non vedente a fare un tatuaggio sul nostro corpo.

La domanda che ci poniamo è: ma esiste qualche modo o maniera che possa evitare

l’invecchiamento senza rughe (tatuaggi)? La risposta ai posteri.

Però se un giorno (in vecchiaia) saremo belli o brutti dipende esclusivamente da noi.     

 


 

I NOSTRI OCCHI

 

 

Attraverso la vista (i nostri occhi) vediamo cose diverse, ma gli stessi non possono vedersi

se non attraverso il riflesso di uno stagno o da uno specchio.

In generale l’essere umano non è abituato a fare introspezione.

Perciò se facciamo come siamo solitamente  fare, attraverso gli occhi, ci ritroveremmo

pieni di confusione e nel caos.

Invece tutte le filosofie orientali e  popoli di diverse culture, già da migliaia di anni,

hanno sempre professato di guardarci dentro di noi al fine di raggiungere lo stato

di autocoscienza. Dicevano “occhio della mente” , “occhio interiore” ed anche “terzo occhio”.

Sono solo modi di dire per spingere l’essere umano a guardarsi dentro.

Questo si può fare quando si è in meditazione, cioè è molto importante riuscire a scoprire

la modalità introspettiva che va oltre il pensiero, dell’immaginazione e della visualizzazione

fino ad aprire un varco in quella parte della mente che di solito resta inoperosa.

Con la porta mentale aperta si potranno vivere  esperienze molto più sottili ed accedere

a piani più alti di consapevolezza, anche perché con l’occhio interiore non si può

necessariamente “vedere” perché con esso abbiamo sensazione diretta di ciò che sta dietro

l’immagine.



IL DOLORE IMPOSSIBILE

 

 

Il  dolore impossibile (come la perdita di un figlio ecc.) è una indicibile

sofferenza.

E’ un’ emozione fortissima come un forte pugno conficcato allo

stomaco.

Anche la tortura, ancora applicata, è una pratica inumana con lo scopo

di produrre un dolore, impossibile da sopportare o gestire.

La stessa malattia produce picchi di dolore impossibile, qui esistono

quali antidoti l’anestesia e gli antidolorifici.

L’uomo che ne soffre viene spogliato della sua essenza

spersonalizzandolo.

Il dolore impossibile che devasta l’anima, invece, può essere controllato

solamente praticando la meditazione unita al controllo del respiro; la

meditazione agisce su più piani: fisico, emozionale e psicologico

riversando i benefici sulla salute, dolore compreso.

Alla fine con la pratica costante della meditazione si può sublimare il

dolore in amore, l’energia cellulare è la stessa, bisogna canalizzarla e

trascenderla.


 

LA CONCENTRAZIONE

 

 

Ormai è cosa nota a tutti – o quasi – che quando la nostra mente si concentra su

un concetto, oggetto o quant’altro, può diventare una forza molto potente, la

più potente che ci sia. Molto spesso la grande maggioranza di noi si sperde nei

meandri vastissimi della mente. Essa viene usata pochissimo, troviamo certe

modalità d’azione (quasi sempre le stesse) lasciando inesplorato tutto il resto.

Con la concentrazione – che è parte integrante della meditazione – si può

esplorare ogni singolo aspetto della mente cosa che si può fare  quotidianamente

immergendosi in essa con la concentrazione.

Però quando ci si imbatte in una materia sconosciuta, ci si deve muovere con

molta attenzione al fine di impadronirci della sua conoscenza.

Con questa concentrazione si arriva all’assorbimento, come se provassimo

a miscelare due vini diversi ed una volta mescolati sarà impossibile distinguerli.

Attraverso questo procedere, tutti i vari aspetti della mente potranno riunirsi ed

essere inglobati dentro una coscienza superiore. Allora tutti i nostri sensi (limitati)

e tutto ciò che siamo potranno essere simili a quell’energia spirituale che alberga

dentro di noi. Attraverso questa nuova dimensione possiamo accedere a piani

superiori, in quanto siamo di fronte ad un totale assorbimento di tutte le

nostre realtà.


 

LA FORZA DEL SILENZIO

 

 

Nel più rigoroso silenzio si riesce ad udire il nostro battito del cuore

ed il sibilo del nostro respiro.

Nello stesso istante la quiete dell’anima ci distoglie dal caos

quotidiano al fine di permetterci di sentire quello che non

percepiamo quasi mai, cioè la nostra essenza spirituale, la nostra vita.

Questa forma di meditazione, il silenzio, ha generato in me quasi un

equilibrio del precedente disequilibrio, in quanto è proprio uno stato

di disequilibrio che genera il cambiamento.

Infatti, la perfetta centratura unita ad un equilibrio totale genera una

stagnazione. La nostra esistenza, invece, è il divenire ininterrotto di

distruzione e di ricostruzione.


 

LA MEDITAZIONE

 

 

Che la meditazione ci porti a scoprire luoghi quasi sempre invisibili del nostro sub-conscio è

cosa ormai nota anche alla scienza.

Quando questa  condizione si manifesta, percepiamo all’interno di noi una consapevolezza unita  

a pensieri che non hanno niente di ordinario.

Riusciamo invece a comprendere certe verità che non riuscivamo a svelare, predisponendoci

anche a percepire la realizzazione di eventi che prima ci sembravano molto lontani.

Allora la meditazione ci fa capire che il “tutto”  è racchiuso dentro di noi avanzando a

pensare che il Paradiso e l’Inferno sono dentro di noi.


 

LA PAURA

 

 

Avere conoscenza significa osservare la vita come è realmente e questo è difficile da

sopportare.

Allora possiamo capire il perché la crescita Spirituale scorre lentamente,  poiché

non si vogliono svelare i segreti, semmai per comprenderli si devono prima vincere

le paure e i sentimenti.

Ragion per cui, qualsiasi forma di vita porta dentro di sé un terrore abissale, cioè

Il terrore del male e della sofferenza.

Nel nostro profondo giacciono intense paure che raramente riusciamo ad uscirne indenni.

Solo la luce fulgente della conoscenza può farci eliminare le paure attraverso l’applicazione

di un sano distacco emotivo.


 

LA SAGGEZZA

 

 

Essa si acquisisce attraverso i maestri, dagli anziani e da altre persone colme di purezza.

Per essere saggi bisogna sperimentare nella pratica quanto si è appreso, quindi

essere “saggi” non bisogna solo avere una conoscenza puramente teorica ma essere

anche capaci di padroneggiare la meditazione.

Allora si può dire che un uomo che sa di saggezza conosce sé stesso.

Invece l’uomo che sa di sapere conosce gli altri.

Quindi,  quando l’uomo conosce sé stesso si posiziona in uno stato di  beatitudine.

Infine, si può affermare che l’uomo saggio sia fornito di uno stato di assenza del pensiero.


 

L’AMORE

 

 

Ci vuole una vita intera per spiegare l’amore.

Se non ci fossimo conosciuti, mi mancheresti.

L’amore è profumo di pioggia, di neve, di vento.

Amore è tutto ciò che si muove e vive.

Amore è anche perdersi nel bosco e ritrovare la via.

Per quella strada, comunque vada io ci sarò sempre.

Tutto passa, tutto è impermanente, spero di ritrovarti lì dove sei

sempre stato e lì stai tranquillo che ci sarò anch’io.

Non so spiegare di come e cosa è fatta l’anima, però sono sicuro che

le nostre anime sono  fatte come due gocce d’acqua.

Il superfluo è visibile, l’essenza del superfluo è invisibile agli occhi ma

è visibile al cuore.


 

 

DAVANTI AL QUADRO DELLA VITA

 

 

La pura essenza della vita non sarà mai completamente conoscibile finché ci poniamo

nei suoi confronti come dei spettatori davanti ad un panorama.

La natura essenziale dell’esistenza la possiamo comprendere solo immergendoci

totalmente nel suo corso e diventarne tutt’uno.

È  come se volessimo esplorare la vita attraverso la meccanica delle cellule o anche

di cercare di assaporare la bellezza di un’opera pittorica analizzando il colore con cui

è stata creata. La cosa importante è arrivare ad intuire l’idea che il quadro ci trasmette.

Allora non dovremmo preoccuparci troppo della meccanica delle situazioni, altrimenti

sarebbe come cercare il genio di un artista esaminando solo i suoi pennelli. Sono solo

la mente e l’anima e non i suoi strumenti ad essere responsabili della bellezza dell’opera.

Nello stesso modo la natura della vita non può essere compresa unicamente meccanicistica.

Invece potremmo coglierla meglio accostandoci all’essenza che si nasconde dietro la

fisica, la chimica, la biologia e tutte le altre scienze. Purtroppo molto spesso  ci lasciamo

rapire dai dettagli della vita, e cosi si finisce per trascurarla nel suo complesso.