Gabriella Ragozzino - Poesie

L’attesa

 

Guardo fuori

Aspetto di vivere

Ballo

Rido

Incomincio ad

Essere

La

Luce che

Aspetta di illuminarsi


Trovati

 

E tu sei sola nel buio

Così piccola che nessuno riesce a trovarti

Ti vedo tra luci sommerse

E ombre disegnate

Nel silenzioso vuoto

E negli immensi spazi

Così ferita che vuoi solo gridare

Ma non lo sai che ti cercano?

Ma non lo sai che ti cerco?


Comodo

 

Comodo coprire i silenzi con risate

Comodo vestire il proprio corpo con strati e strati di scudi

Comodo restare dove tutti ti conoscono e non andare dove non ti riconosci nemmeno tu

Comodo, ma se non rischi che gioco è?


Le mie case

 

C’erano giorni in cui ero solita abitare in un faro,

ogni qual volta che, in preda al delirio degli abissi,

soffrivo.

Tra le onde

Nuotavano i miei pensieri e io li guardavo,

ferma.

Altri giorni, invece,

ero solita abitare in una torre

quando la luce era poca

e avevo bisogno di una barriera dai tanti dubbi e dalle forti incertezze.

Questa volta

I miei pensieri, non nuotavano,

affondavano.


Fuga

 

Hai paura e vuoi fuggire

Non ti senti all’altezza e vuoi scappare

Ma si,

prendi la tua roba

fa’ le valigie

Corri

Corri veloce

Però poi indietro non si torna


Libera

 

Avevo paura di dirlo ad alta voce

Per questo ho preso una penna

E non ho avuto più paura.

No,

Non ho avuto più paura di essere felice.


Io e te

 

Noi che danziamo nelle notti di mille colori.

La gente ci guarda,

ma noi non vediamo altri che noi.

Io,

persa nei tuoi occhi e bloccata nel tuo amore.

Tu,

che non riesci a liberarmi da questa gabbia

che hai lentamente costruito a misura di me.