Abbracciami
Ho bevuto fino in fondo il mio calice di dolore
ne ho assaporato ogni goccia
insieme a lacrime amare.
E ora che ho attraversato
il mio tunnel scuro
Tu, finalmente, abbracciami
e prendimi per mano.
Inondami del tuo amore
giallo come il sole
perché io ho freddo
e ho bisogno del tuo calore.
Abbracciami, ti prego
e dimmi che tutto andrà bene
e che noi, un giorno
saremo ancora insieme.
Colma di certezze
queste giornate vuote
e riempi di speranza
le mie tasche
così vuote.
Riscalda le mie mani
al mattino
e accarezzami
col tuo sguardo
anche solo
da lontano.
Ho bisogno
della tua presenza,
ho bisogno
di sapere
che fra cento, o mille anni
viaggeremo
ancora insieme.
Guardami con i tuoi occhi
verdi come muschio
e dimmi qual è la strada da seguire,
guidami e sostienimi in questo bivio del cuore.
Fammi danzare
sopra le nuvole e il sole,
sopra la neve fresca
e un campo di fiori.
Fammi respirare
la brezza del mare
ed incantami
con la tua voce
come hai sempre saputo fare.
Abbracciami amore,
perché ne ho bisogno,
perché questo viaggio sia senza ritorno.
Dimmi che al di là
di questo cielo
costruirai per me
un ponte sull’arcobaleno.
Aspettami radioso nella tua vita nuova,
con ali di gabbiano
e voli infiniti.
Io ti raggiungerò
col mio diadema
e con quel vestito argento, fatto di luna.
Prendi la mia mano
e non lasciarla più andare,
sono in bilico sull’infinito
e voglio solo, con te, continuare, per sempre,
a volare.
Desiderio
Vorrei un caffè,
un libro,
un sogno,
una colazione in riva al mare,
un bouquet di tulipani e verbene odorose,
un abbraccio fatto di silenzi
che possa racchiudere milioni di parole.
Mani che si cercano
e dita che si intrecciano
sprigionando calore.
E occhi, occhi che si perdono,
che si chiamano,
che affondano gli uni negli altri
a cercare l’essenza,
la scintilla sopita dentro l’anima.
E infine baci,
dolci come datteri,
morbidi come fragole,
da assaporare come il più prezioso dei nettari
e da desiderare con avidità e frenesia.
Il lago del tempo
Mi sono seduta in riva al lago del tempo
intrecciando fiori all’imbrunire.
Ho affidato i miei sospiri alle acque
e le mie lacrime alla luna.
I miei pensieri erano intrappolati in una clessidra di cristallo
scivolavano silenziosi come sabbia tra le dita
e io li guardavo scorrere impotente.
Sono rimasta seduta a scrutare l’orizzonte
guardando le nuvole accendersi di rosso
aspettando una risposta ai miei perché.
Le mani chiuse proteggevano i miei silenzi rumorosi,
le parole non dette,
i ricordi passati,
i volti,
le risate,
le danze in riva al mare.
Sono rimasta seduta per non so quanto tempo,
parte di un quadro senza cornice,
ove gli elementi della natura si fondono tra loro,
ove la luce lascia il posto al buio
in attesa di una nuova alba
di una freccia di sole.
Il valore delle parole
In un mondo ove le parole non hanno un peso
perché vengono pronunciate
senza misura e senza pudore
l’incanto del silenzio
avvolge ogni cosa
e restituisce dignità.
Se, tuttavia,
per incantesimo, o magia
fosse consentito
agli uomini
di scegliere solo una parola
e una sola da pronunciare,
mi domando quale sceglierebbero.
Forse Amore
o Ciliegia
o magari Sole?
O forse
Amicizia,
Salute,
o il nome della propria amata?
Come farebbero a scegliere,
tra milioni di parole
quella in grado di esprimere l’essenza dei loro pensieri?
E se esistesse poi un mercato delle parole
ove poter barattare quelle che ci servono
cosa mai succederebbe?
Avremmo parole
più importanti ed altre meno,
parole più costose,
parole per i poveri,
parole irraggiungibili.
E allora, in questo nuovo mondo,
fatto di silenzio,
che valore avrebbero le poche, semplici parole
che ognuno di noi potrebbe
permettersi?
Che valore avrebbero la parola Amore
Sussurrata al proprio caro,
o parole come Verità e Giustizia?
In questo mondo nuovo
le parole avrebbero finalmente il giusto peso
e ognuno sceglierebbe con cura
le cose da dire e quelle da non dire.
Ed allora, solo allora,
ogni parola, sussurrata, urlata,
scandita, o ripetuta,
potrebbe cambiare la nostra vita
e realmente avvicinarci, o dividerci.
Potremmo, forse, finalmente,
riappropriarci
della nostra umanità
e del valore dei sentimenti.
L’amore senza tempo
Il telaio del tempo ha tessuto con fili d’arcobaleno
i sogni di neve di due amanti
perduti in un amore senza fine e senza colori.
E mentre il mare regalava conchiglie
e le onde si infrangevano sugli scogli disperdendo la bianca schiuma,
il tempo si affannava nel rincorrere l’amore dei due giovani,
prigionieri in un incanto di purezza e felicità.
Non aveva bisogno di colori quell’amore,
non aveva bisogno di essere scandito dal tempo.
Nessun rintocco di campana poteva scalfirlo,
nessun tintinnio di orologio.
Perché quello era un amore senza tempo e senza luogo,
incastonato nella mente dei due amanti,
custodito nel carillon dei loro cuori.
E il tempo non aveva chiavi per turbare quell’amore nel suo ingranaggio perfetto,
non poteva illudere i due amanti con i suoi colori
non poteva corromperne la perfezione.
Quell’amore di neve era, infatti, un riflesso dell’eternità.
Nuvole
Guardo il cielo plumbeo,
carico di pioggia in un giorno d’autunno
e cerco i miei pezzi di cuore sparsi sul pavimento
insieme a frammenti di nuvole
dolci come zucchero filato.
Anela il sole il mio animo,
una coperta calda
e un sorriso luminoso.
Tengo in grembo un vecchio libro che mi parla di te
e le pagine ingiallite scivolano tra le dita,
mentre cerco un tuo ricordo.
Le parole danzano come foglie al vento
e si affollano nella mia mente
evocando immagini e colori.
Mi appare, infine, il tuo viso,
il tuo fare scanzonato
e i ricordi lasciano il posto alla nostalgia di un amore perduto.
Penna e cioccolato
Penna e cioccolato
nella danza delle ore
si alternano su fogli
e si accordano col cuore.
Vaniglia e cotone
bianco candore,
accarezzano vicini
bambini, sogni e magie.
Girandole, carrozze e burattini,
risate e frenesia
che si mescolano
a polvere ed ipocrisia.
Coriandoli e fili d’oro
sulla pelle e sulla schiena
che formano arabeschi
alla luce della luna.
Mondi vuoti,
immaginari,
senza forme,
ne’ parole,
dove tutto va cercato,
creato
e custodito
nell’intimo del proprio cuore.
Pensieri di carta
Colano pensieri dall’inchiostro liquido
su fogli di carta di riso
a disegnare parole leggere come fiocchi di neve.
Danzano sulle ali del tempo,
indenni,
attraverso barriere di vento e di ghiaccio
mentre intorno tutto è quiete e candore.
Si rincorrono le lettere sulla pagina
a comporre il tuo nome
di un acceso color cremisi
cucito nella mia anima con aghi di fuoco.
Galleggia nell’aria la tua essenza
come fumo lieve, impalpabile, sottile.
Ti posi, infine, sulla mia mano,
come una carezza,
piuma leggiadra regalata dalla luce infinita.
Pomeriggi di marzo
Un raggio di sole,
una nuvola,
un ramo di mimosa,
mi fermo in questo pomeriggio di marzo
a scrutare il cielo
seduta davanti ad una chiesa.
Nella mia borsa di lana
racchiudo i miei libri,
i miei sogni,
la mia musica.
I pensieri si rincorrono
mentre attorno tutto è quiete
e l’anima si riposa.
I miei passi rompono il silenzio
e disegnano geometrie sull’asfalto.
A poco, a poco,
tutto riprende vita:
i negozi, i caffè,
auto che corrono,
gente che parla.
Io cammino protetta dalla mia solitudine,
mantello silenzioso che mi avvolge e
mi difende dal caos.
Nascondo i pensieri nei cassetti della mente
per paura di perderli
e vado avanti,
leggera,
verso grandi arcate
da cui si intravedono
le luci rosse del tramonto.
Scrivo di te
Scrivo di te,
in questa notte buia,
ricordando i tempi passati,
i tuoi gesti e le tue parole.
Scrivo di te
abbandonata alla vita,
umiliata e a volte derisa,
ma mai sconfitta,
in cerca di consigli
e parole nuove.
Scrivo di te
mentre mi rivesto di dignità
e alzo fiera il mio sguardo verso il sole.
Scrivo di te per non dimenticarti,
per ricordare il tuo volto,
le tue espressioni,
le tue parole.
Scrivo di te
per continuare ad averti accanto
e sentire il tuo profumo,
i tuoi consigli,
la tua risata.
Scrivo di te
per ricordare che sei esistito
e che ci siamo trovati tra milioni di persone
e siamo diventati uno solo.
Scrivo di te
perché sei aria tra gli alberi
che mi accarezza il viso
ed asciuga le mie lacrime.
Scrivo di te
per colmare il vuoto che hai lasciato
e la nostalgia dei tuoi abbracci.
Scrivo di te
mentre aspetto i tuoi consigli e
un segno che mi sei ancora accanto.
Scrivo di te
guardando la tua sedia vuota a tavola,
mentre cucino,
ascolto musica, o suono.
Scrivo di te
perché hai dato un senso alla mia vita
rendendola unica e speciale
e degna di essere vissuta.
Scrivo di te
perché il nostro amore si perpetua
nel sorriso di nostro figlio,
nel suo sguardo
e nella sua vita.
Scrivo di te,
perché sei stato l’unico vero amore della mia vita
e so che se dovessi incontrarti ancora una volta
fra cento, mille o diecimila anni,
ti sceglierei di nuovo
e ti amerei con la stessa intensità.