Gerardo Di Paolo

Poesie


Amalfi

Amalfi bella,
sei un incanto.
Sembri una perla,
per te nasce il canto.

Distesa sulla costiera
ti sfiora la dolce brezza,
ti bacia il sole a sera
il mare ti accarezza.

La tua storia a tratti rara,
intreccio di popoli e culture,
Repubblica marinara
ti mostri sull’alture.

Di Andrea l’Apostolo
conservi le spoglie.
Al tuo fedele popolo,
del ciel, mostri le soglie.

Da ogni dove
vengono a visitarti,
non v’è uguale altrove!
Non possono che ammirarti.

Sei dei letterati
ispirazione e voglia,
sei dei poeti
incanto e meraviglia.

 


 

San Paolo

Contro i primi discepoli
rivolgevi le tue ire,
ed essi inconsapevoli
cadevano nelle tue spire.

A Damasco un giorno
fosti di colpo fermato,
un lampo tutt’intorno:
“perché mi hai perseguitato?”.

Ti accolse Ananìa,
discepolo stimato.
Ti raccontò del Messia
e fosti battezzato.

Con Barnaba tornasti
a Gerusalemme, la città Santa;
ingiurie e rifiuti soffristi
da chi paura, di te, avea tanta.

L’amore per Gesù
ti diede coraggio;
lo annunciasti ai più,
rischiasti il linciaggio.

Ti ritirasti a Tarso,
tua città natale.
Comprendesti, senza eguale,
Colui che ti era apparso.

Non potevi contenere
quell’amore travolgente;
dovevi raggiungere,
in ogni dove, la gente.

I Giudei non accoglievano
la tua predicazione.
Dai pagani allora, non invano,
andasti senza esitazione.

Infaticabile in ogni viaggio,
Efeso, Antiochia, Iconio,
raggiungevi ogni villaggio
per affermar di Gesù il dominio.

Mirabili le tue lettere,
sono un pozzo di sapienza;
rivelano il tuo carattere,
del Cristo la conoscenza.

Quanta strada hai percorso
per raggiungere i fratelli;
forte e chiaro il tuo discorso
per liberarli dai tranelli.

Fosti condotto e accusato
alla corte di Gallione
da chi, con ostinazione,
misconosceva di Gesù l’operato.

Ti appellasti a Cesare,
fosti scortato a mano.
Giungesti dell’impero al cuore,
divenisti romano.

La persecuzione infuriava
contro chi a Cristo faceva posto.
Pagava col sangue chi credeva,
ci si incontrava di nascosto.

Ormai, in catene, la fine incede:
“la buona battaglia ho combattuto,
la corsa ho terminato,
ho conservato la fede”.

Con Pietro il pescatore
hai condiviso la testimonianza.
Sei di questa Chiesa il cuore,
il fondamento, la sostanza.

 


 

Il Tevere

Col suo fare sinuoso
scorre lento,
di Roma, contento,
è proprio lo sposo.

E’ Il fiume biondo,
è il Tevere,
lo vedi incedere
come un vagabondo.

Nasce di acque chiare
sul monte Fumaiolo,
solcando di Ostia il molo
arriva al mare.

Quest’inverno, qualche danno,
ha rischiato di esondare,
l’è andato a controllare
anche Il sindaco Alemanno.

 


 

L’Acqua

Sorgiva dalla terra esce,
come da grembo fecondo
e con fare giocondo
verso valle fluisce.

Dovunque arriva
la terra è viva,
tutto germoglia,
l’erba e la foglia.

Dal cielo ove alloggia
discende come pioggia,
irriga e alimenta
terra e sementa.

Elemento di natura
da Dio creato,
sempre anelato
da ogni creatura.

 


 

L’Amicizia

Un detto antico recita:
“Chi trova un amico vero,
trova un tesoro!”
Che espressione ardita.

M’accorgo, non è facile,
incontrare poi qualcuno
che come nessuno
mi comprende con fare agile.

L’amicizia non è solo simpatia,
rivela empatia.
Non chiede solo autenticità,
esige complicità.

Mi chiedo qual è la mia sorte,
e tu mi dici: “siamo amici?”
“Amici per la vita e per la morte!”