Giacomo Russo - Poesie

Le tue mani   

 

      (dedicata ad una Principessa, che trasformò un simpatico

rospo in un “principe belloccio”, illuminando i suoi giorni

bui, di quella luce misteriosa e vivificante, che sola ci dà

forza e speranza, oggi, domani, sempre.)

 

Un sentiero nella notte immobile

e la luna, più del solito, immensa

come le tue mani infinite,

il desiderio inesauribile e discreto

Ascolto le parole eteree

e sfioro le tue forme indefinite

e inseguo il desiderio inesauribile

e inseguo, a fatica, le tue parabole,

le tue pause e le discese precipitose

E tocco ora con mano

quanto tu sia libera, e generosa,

al punto di farti inchiodare,

ma per un istante

e poi rivolteggiare

Oh mia Principessa, schiava

del sogno e non della realtà

fa che io possa essere sempre lì

ad inseguirti, ad ascoltarti, a sfiorarti

io si….a sognarti



Per trovarmi

 

Non cercarmi nella folla

informe e ipocrita,

non ci sarò;

non cercarmi negli sguardi

di chi ti chiederà,

non ci sarò;

non cercarmi tra chi ti farà

inviti ammiccanti,

non ci sarò;

non cercarmi tra chi ostenta

viscide virtù,

non ci sarò.

Cercami, invece, tra coloro che inseguono,

soli, un destino,

e che hanno innalzato un tempio

alla solitudine

e che nei mari senza orizzonti,

son capaci di non morire,

ma che tutto sanno dare….tutto!

E nel giorno più bello

se non ci sarò,

tu mi cercherai e mi troverai,

perché solo tu conosci le strade

e perché ogni tuo attimo,

ogni tuo respiro, sarà il mio…solo mio!



Solo nel mattino

 

L’alba mi ha sorpreso stordito,

e come un bambino ti ho cercata

ma alla fiera delle cose vane

non ti ho trovata

Il mondo intero gira intorno con frenesia

ed io, quasi serafico, assisto dalla mia sosta forzata

La penna scivola quasi da sola,

quasi a cercare qualcuno che non c’è, che non risponde

ed il silenzio pian piano l’avvolge.

Nella sobrietà dei colori di questa mattina sbiadita

si perdono persino le mie emozioni,

e rincorro con gli occhi, ancora pigri, cose e persone,

come lo spettatore che pretende il finale….

di cosa? …della vita forse?

Nel cuore, rosso come corallo,

palpita un altro mondo stamane,

solo ad esso io appartengo!


 

Attimi perduti

 

Dove andate voi,

che siete i miei anni migliori

verso un treno

che partirà per chissà dove, chissà dove!

E coi vostri fardelli che ancor oggi a me pesano

e le vostre speranze

che ancor oggi mi illudono

rallentate la corsa, vi prego,

voi  che m’inseguite,  senza tregua,

lungo un viale

che finirà  chissà quando chiassà quando!

Ma con voi perderò pure i ricordi!

e gli attimi, quegli attimi incantati che son brevi, ma più importanti,

nel vortice dei grandi finiranno?

Perché i miei anni migliori

furono pochi spiccioli di secondi

che il tempo inganna e la storia ripugna

ed ora essi sbuffano lontano quasi dicessero, “che peccato”!

Ma voi correte invano

e dietro lasciate aromi che sanno  di carta e di lavagna

e che più dolci fanno

i miei attimi perduti.


felicità

 

Quando per giorni i pensieri più belli

ti rodono il cuore

finchè di felicità sei triste

e quando il vivere non ti costa più fatica

sicchè ogni tuo gesto è ritmato e misurato;

quando il domani non ti rioffre i problemi

pane quotidiano delle tue ore passate

e, quando il vocio dell’amico loquace

non ti turba più del vento noioso;

quando la notte, illuminata dal tuo amore

ridesta dell’anima tua la parte migliore

e quando la natura ammiri estasiato

perché il tuo sorriso

è come il fiore che si schiude;

quando i ricordi non sono tempesta

ma una culla immensa dondolata dal tempo

e quando il cielo confondi con la terra,

lasciati vivere

perché di felicità sei triste.


 

Gli amori

 

Ho visto gli amori, nascere e morire

come in volo, trafitti

e precipitare

o, note abbozzate, disperdersi all’alba,

come creature mai nate,

desiderati

ho visto i loro sguardi innocenti,

insieme le  mani tendersi

e intrecciarsi

gli addii prolungati o affrettati

le parole sprigionarsi da arcani silenzi,

come misfatti sorpresi,

li ho visti

Ho visto il mio amore sbocciare

e sfiorire

e le sue storie passate e ritrite sulle bocche più sordide,

e finire.



Pensiero onirico

 

Quando non dovessi amarmi più

Non fartene cruccio;

ci mancheranno gli itinerari ludici

per le strade griffate,

non ci perderemo nei sentieri lussureggianti

o per aride salite,

non ci terremo per mano, ilari,

negli anfratti medievali,

non ci sorprenderemo a masticare

cubetti dark fondenti

o a sorseggiare l’amabile Armagnac,

non ci circonderemo di sorrisi condivisi

o poco condivisibili;

ci troveremo nel sottovuoto spinto

senza il bianco o il nero intorno

Ma non fartene cruccio,

perché  non sarà mai abbastanza

quel che resterà,

senza spazi, senza se, senza ma,

infinitamente intimo,

infinitamente grande



Amore in prosa

 

Inseguivo l’Amore

e trovai te;

ed ora viviamo di

di questo tempo

spazio e quintessenza di ciò che siamo…

ed ora

io vivo di te, totalizzante amore,

che una luna benevola

mi regalò



Grazie

 

Grazie per le mani calde

quando fuori è gelo

grazie per il cuore palpitante

quando la notte è buia

grazie per i colori ed i profumi

e per gli odori e i suoni

che come una primavera

amore mio emani ed elargisci

Grazie per le parole care

quando fuori è silenzio

grazie per i pensieri tremanti

quando è solo emozione

grazie amore mio

per quanto mi dai

incommensurabile gioia

e fonte eterna della mia vita


 

10 agosto

 

La finestra è spalancata

sulla sera immobile d’agosto

poi, come d’incanto

una scia luminosa squarcia l’oscurità,

la più lontana, la più impalpabile;

nell’orizzonte puntiforme,

dove cielo e terra sono un tutt’uno

la luce immaginifica

mi sorprende, mi disorienta

Ecco cos’è l’amore, tesoro mio

un piacevole ed invincibile stupore,

ove gli estremi desideri sono un tutt’uno

indivisibili, indistinguibili.

La finestra è spalancata

sulla sera immobile d’agosto,

poi come d’incanto…